Il
cinghiale non è difficilissimo da cucinare, richiede tempo e
si deve un po' comprendere quello che la carne richiede. Ho iniziato
a prepararlo dopo una vacanza nella Maremma Toscana, non lo mangio ma
è sempre un ottimo piatto nelle cene tra amici che amano la
cucina dai sapori forti. Il cinghiale ha una caratteristica: è
selvatico, e anche se è di allevamento l'odore e il sapore
debbono essere ammansiti con un buon ammollo in latte o vino, erbe e
spezie.
Polpa
di cinghiale
Vino
rosso, preferibilmente Chianti o Montepulciano
Ginepro
Rosmarino
Aglio
Sale
Peperoncino
Pepe
Alloro
Timo
Salvia
Olio
extra vergine di oliva
Acqua
Lasciare
in ammollo il cinghiale ancora congelato (la polpa di cinghiale deve
essere congelata per l'abbattimento dei germi) con le erbe
aromatiche, le spezie, il vino e l'acqua quasi a coprire (circa 3/5
vino, 2/5 di acqua, dipende dalla corposità del vino) per
almeno una notte intera, se non un giorno e due notti. Scolare
facendo attenzione a non buttare il liquido di ammollo, sciacquare la
polpa sotto l'acqua corrente e metterla in una padella capiente e antiaderente, fredda, senza olio
né sale. Lasciar cuocere a fuoco medio fino a che non ha
esaurito la sua acqua naturale, a quel punto aggiungere il liquido di
ammollo, olio, sale, pepe, peperoncino (pochissimo), aglio, far
bollire, poi abbassare la fiamma al minimo e far cuocere per almeno 4
ore. Se si dovesse asciugare completamente il liquido e lo spezzatino
non fosse ancora pronto, aggiungere acqua e vino in proporzione
variabile in base al livello di cottura, se deve cuocere ancora
almeno un'ora metà vino e metà acqua, se si toglie dal
fuoco dopo 10'-15' minuti, un bicchiere d'acqua e un dito di vino.
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