venerdì 31 marzo 2017

Spadellata di patate, lonza, mozzarella e timo

Spadellata di patate, lonza, mozzarella e timo

Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ha innescato il processo per l’uscita dall’Unione europea come previsto dall’articolo 50 del trattato, Theresa May ha fieramente difeso i valori europei di libertà e democrazia e ha rassicurato la House of Commons che si sarebbe impegnata a negoziare il migliore e più conveniente accordo di ‘separazione’. Rappresentanti di Scozia, Irlanda e Gibilterra si sono infuriati asserendo che il Regno Unito non è unanime sulla volontà di uscita dall’Unione e che Londra non ha preso nella dovuta considerazione le scelte della cittadinanza di due Stati con status di Pari all’interno del Regno Unito, Scozia (con oltre il 62% di voti contrari a Brexit), Irlanda del Nord (con oltre il 56% di voti contrari all’uscita dall’Unione) e di un territorio d’oltremare, Gibilterra in cui le percentuali contrarie alla proposta conservatrice hanno sfiorato la maggioranza assoluta (circa 95% per il Remain) e gli altri Territori britannici d’oltremare, tra cui le Isole Falkland che fondano la propria economia per oltre il 90% sulle esportazioni verso l’EU. Theresa May ha affermato le priorità: ottimi affari con l’UE ma per quanto concerne immigrazione, confini, sicurezza e regole interne la Gran Bretagna non ha intenzione alcuna di ‘sottostare’ alle decisioni europee, affermazione quanto mai in contrasto con l’idea di una UK ‘truly global’, veramente globale, in quanto negazione stessa della possibilità di una azione concretamente sovranazionale.
La risposta di Guy Verhofstadt, a capo della delegazione europea per Brexit, non si è fatta attendere e in poche ore ha chiarito che le priorità europee sono, nell’ordine: i cittadini, quindi la sicurezza e dunque l’economia e il commercio. In semplici frasi ha anche ricordato che, seppure l’UE abbia tutta l’intenzione di prendere in considerazione il voto espresso dalla Scozia, poco potrà fare se il Paese guidato da Nicola Sturgeon non agirà prima all’interno del Regno Unito in modo da non mettere in imbarazzo la diplomazia europea. Discorso ben diverso, e neanche minimamente preso in considerazione da May e addirittura dalla BBC, quello sull’Irlanda del Nord. L’Unione, ha chiarito, ha dato un importantissimo contributo alla risoluzione della questione irlandese e, quale parte del Good Friday Agreement, ha ottenuto che i cittadini dell’Irlanda del Nord potessero avere la doppia cittadinanza britannica e Irlandese. Essendo l’Irlanda Stato membro dell’Unione, i cittadini dell’Irlanda del Nord, che dunque fanno parte sia del Regno Unito che dell’Irlanda unita, sono anche cittadini europei e ovviamente l’Unione europea farà di tutto per garantire loro accesso all’UE. Verhofstadt ha inoltre ricordato la pesante multa che l’UK dovrà pagare per Brexit ma ha, contestualmente, riaffermato i valori europei dei Padri Fondatori, asserendo che la lettera da Londra, seppur giunta senza il preliminare accordo con la Scozia e con l’Irlanda del Nord, potrebbe essere lo stimolo, la spinta per riformare finalmente l’Unione e dare vita a quel sogno che ha avuto le prime basi nel Trattati di Roma e che, ad oggi, non è ancora implementato. Ha immaginato un vero governo europeo, una difesa comune e politiche efficacemente decise da una vera e propria Unione di Stati.
In altre parole, seppure Theresa May abbia cercato di rassicurare gli elettori che il Regno Unito avrebbe ottenuto splendidi risultati nel più breve tempo possibile perché è negli interessi di Bruxelles, che spinge per tenere Londra nell’UE, e abbia sostenuto i valori europei la questione sembra molto più complessa e la discussione, anche se con i toni moderati che si addicono alla situazione, è molto più accesa di quanto sembri.
L’ironia è che chi ha richiesto l’uscita dall’Unione pare non abbia grandi idee e progetti su come muoversi altrimenti mentre l’UE potrebbe cogliere l’occasione per ripensare l’Europa e renderla finalmente unita allontanando, magari provvisoriamente, uno Stato con un peso notevolissimo e poca voglia di rinunciare ai privilegi economici, commerciali e militari che la sua attuale posizione di forza consente.
Questa ricetta, creata con quello che c’era in cucina e nel frigo, è ispirata alle infinite possibilità individuali e collettive di ribaltare una situazione apparentemente difficile in una grandissima opportunità per il futuro e per il presente.

Patate
Acqua
Sale di rocca
Olio extravergine di oliva
Lonza
Mozzarella
Timo

Lavare e lessare le patate con tutta la buccia, scolarle, lasciarle intiepidire, sbucciarle, sbriciolarle con le mani, condirle con sale e olio senza salarle troppo. In una padella antiaderente a temperatura ambiente porre la lonza spezzettata, porre su fuoco medio, vivace ma non troppo, insieme al timo lavato, quando la lonza è ben croccante aggiungere le patate, far rosolare bene, quindi aggiungere la mozzarella sciacquata e spezzettata, far sciogliere e servire ben caldo, eventualmente su un letto di verdure di stagione, quali agretti o asparagi.

giovedì 30 marzo 2017

Ciambella veloce ripiena di Pasqua, ricetta di Mamma Lucilla

Ciambella veloce ripiena di Pasqua, ricetta di Mamma Lucilla

L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea ha iniziato il suo iter burocratico, un percorso lungo, molto contestato e che sta creando non pochi dissensi interni al Regno Unito. La Scozia si sta battendo fieramente per rimanere nell’Unione, asserendo che Brexit annulla di fatto il precedente referendum sull’indipendenza scozzese visto che coloro che affermavano l’importanza di rimanere insieme all’Inghilterra, al Galles e all’Irlanda del Nord asserivano che quello fosse l’uico modo per rimanere all’interno dell’UE. Un paradosso, affermano nella terra del whisky, una ovvia decisione, rispondono sul Tamigi. Un dialogo, si fa per dire, tra due donne, Theresa May e Nicola Sturgeon convinte della giustezza delle proprie azioni, cui si aggiungono i malumori dell’Irlanda del Nord e le preoccupazioni di Gibilterra. Sulla rete gira un divertentissimo video che si conclude con una battuta fulminante, se la Gran Bretagna vuole uscire dall’Europa dove vuole andare, in Asia forse? Theresa May dal canto suo assicura che Brexit sarà un modo per ripensare l’unione, un mastodonte burocratico che ha poca efficacia a livello internazionale, a far da contrappunto Nicola Sturgeon, e una parte consistente della House of Commons, che le ricorda che al momento l’UE è la prima economia al mondo e il primo interlocutore economico della Gran Bretagna, l’unione di Stati meno guerrafondaia che si sia mai vista e il primo esperimento duraturo di pace e prosperità europea. Theresa May risponde a distanza che sessant’anni di relativa pace europea non dipendono dall’UE pertanto proseguirà la cooperazione con la NATO e terrà le truppe nell’Europa orientale. Chi non avesse nutrito una certa simpatia per gli scozzesi non può che pensare che, in fondo, il tartan del club degli italiani è proprio carino e girare in kilt per le vie di Roma, Madrid, Parigi, Lisbona, Zagabria, Bruxelles potrebbe non essere poi una idea tanto pessima eppure le idee della May sono più che pericolose, inquietanti. In primo luogo perché ripensare l’Europa è oggi più che mai necessario, è vero che la struttura burocratica è oggettivamente mastodontica e spesso non risponde alle esigenze della cittadinanza bensì ad alcuni interessi particolari seppure sia al momento l’unica vera barriera difensiva di talune conquiste sociali e di libertà nel Vecchio Continente. È altresì vero che, se fino a qualche anno fa l’UE interveniva anche economicamente su progetti anche locali dando l’impressione di essere presente nei territori, da troppo tempo si intravedono oscure mani che si appropriano di fondi pubblici, sdoganando abitudini non propriamente attente alla legalità. Per questo è giusto prendere il mazziniano sogno di Ventotene e lanciarlo fuori dalla finestra? No, evidentemente. Giusto sarebbe ripensare davvero l’Europa quale unione di forze diverse, immaginare centri culturali, economici e turistici europei sparsi per tutto il vasto territorio dell’Unione, sul modello francese, in cui sia possibile sentirsi europei, entrando fisicamente in biblioteche, centri studi, luoghi di riunione e di aggregazione, piazzette paesane dove ritrovare quell’identità fondata sulla diversità che oggi sembra sempre più disperdersi nei centri commerciali o in altri non-luoghi, virtuali e reali. L’immaginazione è il primo passo verso la realizzazione di qualcosa di nuovo. E se invece di dire no all’Europa Unita chiudendosi a riccio e invocando la sovranità nazionale su immigrazione, frontiere, sicurezza interna si chiedesse a Bruxelles di dire sì alle tante cittadinanze europee, se si chiedesse a Strasburgo di muoversi concretamente per rafforzare quell’identità europea tanto necessaria alla vita stessa dell’Unione? Se i cittadini europei, spesso senza memoria in un luogo in cui tutto è intriso di storia, vivessero l’UE quale luogo fisico di inclusione, di aggregazione, di accoglienza e di conoscenza molto probabilmente potrebbero agire pensando da europei e questo cambiamento nella mentalità sarebbe il motore stesso del cambiamento reale, della effettiva creazione unitaria di un’istituzione sovranazionale.
Supporre che patti bilaterali e un impegno prevalentemente militare sia la forza dell’Europa vuol dire non avere un progetto, una nuova idea di libertà transnazionale che sappia essere una nazione ‘truly global’, veramente globale. Non esiste globalità nell’assenza di idee, non esiste libertà nella negazione del diritto internazionale e della cooperazione, dell’unione tra pari per creare stabilità, prosperità e pace.
La negazione della libertà di autodeterminazione che Theresa May sta cercando di imporre a Scozia, Irlanda del Nord e Gibilterra è anacronistica così come lo è stato il suo discorso alla House of Commons. Sembrava di ascoltare il Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi nella famosa battuta ‘perché io so’ io e voi…’.
Per creare cambiamento non bastano i consensi, è necessaria la capacità di visione, di progettazione di pensiero. L’Europa unita non sarebbe mai stata creata se Mazzini, sulle rive del Tamigi, non l’avesse ipotizzata, immaginata, segretamente costituita. Non sarebbe mai diventata realtà se, durante gli anni del confino a Ventotene a causa della dittatura fascista scontato insieme a dissidenti martiri in nome dell’altra grande dittatura, quella comunista, un manipolo di visionari dissidenti finanche dai dissidenti stessi non ne avesse immaginato la struttura su un Manifesto clandestino. L’Europa non sarebbe un luogo in cui le frontiere non esistono più se milioni di persone non avessero avuto la forza di immaginare che sarebbe stato anche possibile vivere in pace e armonia con gli altri Stati, costruendo sulle differenze la più grande potenza economica mondiale.
Nel discorso di Theresa May l’immaginazione, la fantasia, la volontà creatrice e ideale che scardina l’ovvio per costruire l’impensabile non c’erano, traspariva dalle sue parole soltanto una nostalgica preminenza britannica fondata sulla forza militare e sulla capacità capitalistica di creare accordi bilaterali sfruttando l’indubbia appetibilità della City.
Gli unici che probabilmente hanno gioito dopo il discorso alla House of Commons sono stati gli avvocati che si occupano di contrattazioni commerciali internazionali, intravedendo nella Brexit un lucrosissimo affare di ridefinizione di una infinità di contratti sulla base di accordi bilaterali, codici e codicilli di cui poco o niente si capirà.
Questa ricetta, creata per caso mettendo insieme ingredienti, è ispirata alla infinità di modi in cui si possono esprimere le diversità all’interno della medesima identità culturale.

Acqua
Farina
Lievito di birra
Cicoria
Lonza
Mozzarella
Olio extravergine di oliva
Sale di rocca
Sesamo integrale


Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida e far lievitare a lungo come per la pizza. Lavare bene la verdura, lessarla, scolarla bene, condirla con sale e olio. Stendere l’impasto, porlo sulla carta forno, riempirlo con la cicoria condita, la lonza e la mozzarella a pezzetti, quindi arrotolare, torcere un po’ e dare la forma di una ciambella, spennellare con olio, guarnire con sesamo integrale, bucherellare con la forchetta, non troppo, quindi infornare in forno ben caldo a 210°C o 230°C per il tempo di cottura. 

mercoledì 29 marzo 2017

Pizza ripiena tre salumi

Pizza ripiena tre salumi

Pasqua e Pasquetta si avvicinano sempre di più e, mentre le fioriture precoci si susseguono nei parchi e tra le belle colline italiane, si provano ricette adatte ad una scampagnata oppure ad accompagnare un bel pranzo festivo nella stagione splendente.
La pizza ripiena con i salumi potrebbe essere adatta per la colazione pasquale oppure per la tradizionale scampagnata del Lunedì dell’Angelo, magari guarnendone la presentazione con fiorellini di campo quali la borragine che già si intravede nei prati.

Prosciutto
Lonza
Salame
Mozzarella
Acqua
Farina
Lievito di birra

Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida, far lievitare a lungo quindi stendere la sfoglia, farcire con uno strato di mozzarella, uno strato di tre strisce di salame, lonza e prosciutto, un ulteriore strato di mozzarella, coprire con un’altra sfoglia di pizza, bucherellare la superficie, infornare in forno ben caldo a 220°C o 230°C per il tempo necessario alla cottura.

martedì 28 marzo 2017

Pizza con lonzino, carciofini alla brace e mozzarella

Pizza con lonzino, carciofini alla brace e mozzarella

A volte l’amore e l’affetto che le persone provano gli uni per gli altri è difficile da descrivere e ancor più da esprimere, molte incomprensioni nascono proprio dalla difficoltà di esprimere i propri sentimenti, soprattutto quelli più semplici e genuini. Se ci si abituasse a parlare con maggiore franchezza e ad esprimere l’affetto esplicitamente forse si eviterebbero molte difficoltà di comunicazione.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza del sentirsi amati e coccolati.

Farina
Lievito di birra fresco
Acqua tiepida
Carciofini alla brace
Mozzarella
Lonzino


Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida, far lievitare per qualche ora. Stendere l’impasto mentre il forno si scalda, farcire con uno strato di mozzarella, uno strato di lonzino, qualche pezzetto di mozzarella e uno strato di carciofini alla brace tagliati a metà, quindi coprire con un’altra sfoglia di pizza, bucherellare in superficie e infornare in forno ben caldo a 220°C o 230°C per il tempo necessario alla cottura. 

lunedì 27 marzo 2017

Scrippelle al forno con speck e mozzarella

Scrippelle al forno con speck e mozzarella

I sogni sono qualcosa di affascinante e a volte terribile, svelano verità nascoste nei più remoti anfratti dell’io, desideri inespressi e talvolta sono premonitori. Spesso sono difficili da spiegare e razionalmente incomprensibili, altre volte sono evidenti manifestazioni dell’inconscio eppure può capitare che attraverso l’attività onirica si scoprano luoghi e tempi di cui non si era mai sentito neanche parlare. Bellissimo è avere la sensazione di volare o di poter fare qualcosa che nella vita cosciente sarebbe impossibile, ad esempio respirare sott’acqua o incontrare antiche civiltà di cui si sono perse le tracce. Un po’ meno gradevole è svegliarsi nel cuore della notte con la sensazione di essere caduti o precipitati oppure aver assistito a crimini efferati. Talvolta i sogni sono ricorrenti e o si presentano nelle stesse modalità oppure si snodano in luoghi sconosciuti nella vita cosciente e riconoscibilissimi, anche nel ricordo da svegli, durante la fase onirica. Pian piano si scoprono nuovi particolari di un sogno o di un luogo oniricamente noto, magari sognato anni prima, e questo è talvolta inquietante e spesso naturale, per lo meno mentre si è comodamente distesi nel proprio letto. Può capitare anche di svegliarsi un po’ storditi o con i muscoli indolenziti e la sensazione precisa di aver partecipato alle avventure sognate eppure ci si sveglia in pigiama nel luogo dove ci si era addormentati la sera prima. Per molti secoli si è attribuito un significato religioso o superstizioso ai sogni e ancor oggi molte persone li ‘interpretano’ in forma numerica per tentare la fortuna al lotto, poi si è cominciato a studiarli associandoli a delle teorie ma il più delle volte rimangono un terreno inesplorato della conoscenza umana, e taluni pensano che il sogno sia il momento in cui il cervello, rilassandosi, dia libero sfogo a tutte quelle capacità inespresse e inesplorate durante la veglia. Gli scienziati sono infatti convinti che un essere umano normale utilizzi una parte molto bassa delle proprie facoltà cerebrali e la situazione non migliora granché nei casi limite. Forse Leonardo Da Vinci o Archimede avevano qualche remora in meno rispetto agli altri esseri umani per quanto concerne l’utilizzo delle facoltà cerebrali ma questo non è dato sapere.
Questa ricetta è ispirata ai terreni inesplorati della conoscenza onirica.  

Uova
Farina
Olio extravergine di oliva soltanto per ungere leggermente la padella
Speck
Mozzarella
Sugo semplice (pomodori, olio extravergine di oliva, sale, zucchero, origano siciliano, foglie di cipolla o un pezzettino di cipolla, a piacere basilico)
Latte
Acqua


Preparare il composto per le scrippelle unendo uova, farina, latte e acqua in proporzioni tali da creare una pastella decisamente molto morbida ma non liquida. Far riposare l’impasto per qualche minuto, circa un quarto d’ora. Ungere la padella antiaderente con un tovagliolo oliato, scaldarla a fuoco medio, non troppo basso ma non alto. Versarvi il necessario per una scrippella che ovviamente dipende dalla grandezza della padella, comunque abbastanza a coprire il fondo senza lasciare ‘buchi’ girando a mano la padella dal manico. Quando si stacca bene dal fondo girare la scrippella, far cuocere anche dall’altra parte senza tostarla, quindi ripetere con le altre scrippelle, calcolando una media di 3 o 4 scrippelle per persona. Nel frattempo preparare il sugo semplice facendo scaldare l’olio con le foglie di cipolla o con un trito di pochissima cipolla, i pomodori ben lavati e tagliati a tocchetti oppure presi dalle bottiglie preparate in estate, aggiungendo origano, sale, zucchero ed eventualmente basilico fresco. Oliare una teglia disporvi le scrippelle piegate a metà e riempite con una o mezza fetta di speck e una fetta di mozzarella sminuzzata, le scrippelle non debbono risultare troppo piene per evitare la fuoriuscita del ripieno durante la cottura al forno. Quando sono tutte pronte e disposte in fila con il bordo dell’una sotto la ‘pancia’ dell’altra, coprire con il sugo abbondante e non troppo denso. Infornare in forno caldo a 180°C o 200°C per circa 20’ o comunque fino a cottura. Tagliare a quadrotti e servire caldo. 

domenica 26 marzo 2017

Rigatoni integrali con speck, parmigiano e pecorino

Rigatoni integrali con speck, parmigiano e pecorino

Oggi nell’emisfero Nord o boreale si spostano le lancette un’ora avanti per la cosiddetta ‘ora legale’, ideata per consentire un notevole risparmio energetico durante la stagione più luminosa, mentre nell’emisfero australe si riportano alla convenzionale ‘ora solare’. L’istituzione di questo stratagemma per risparmiare sul consumo energetico nazionale e continentale è piuttosto recente e in quasi tutto il continente europeo si può far risalire agli anni di austerità della Prima Guerra Mondiale, tra i centouno e i novantanove anni fa, con l’eccezione della Svizzera che ne ha accettato la convenzione soltanto nel 1981. Seppure le guerre all’interno di quella che è oggi l’Europa Unita sono un più o meno arcaico ricordo e la pace sia la condizione più nota alla maggioranza dei cittadini comunitari da almeno due se non tre generazioni, per mantenere tale stato privilegiato di pace e prosperità è necessario ragionare insieme anche su quelle che sono le sfide del futuro. Una tra queste è sicuramente quella ambientale, il risparmio energetico, lo sviluppo e l’adozione di nuove forme di produzione e distribuzione di combustibili ed elettricità. La questione è piuttosto complessa, viste soprattutto le interdipendenze geopolitiche che ruotano intorno all’economia energetica mondiale eppure l’Europa, proprio in questi giorni, sta dimostrando l’intenzione di voler proseguire il lungo e difficile cammino della pace nel rafforzamento dell’Unione tra liberi Stati, nella realizzazione concreta, con alcuni aggiustamenti durante il percorso, delle visionarie idee di Mazzini, Hirschmann, Spinelli e del gruppo di esuli di Ventotene che non si sono fatti abbindolare da altre, più lontane ma non meno sanguinarie, dittature scambiandole per libertà. È evidente che l’Europa Unita in questo momento è la più potente dimostrazione della possibilità concreta della pace e delle possibilità che si aprono nella quotidiana, difficile e talvolta apparentemente noiosa conquista progressiva della libertà in tempo di pace. Ora sarebbe bello che l’Europa riunisse anche altri Paesi, ‘like-minded’, come dicono gli anglosassoni, con una mentalità similare con particolari patti di cooperazione. Una nazione che sta dimostrando di condividere ideali e progetti europei è certamente il Canada, seppure il Primo Ministro in carica, osannato dai liberali e libertari di tutto il Pianeta, non abbia, chissà perché portato in Assemblea, quando ha avuto modo di parlare al Parlamento europeo, quegli ideali e quella concretezza di progressione nelle libertà che tanto piacciono a chi ama davvero la libertà. Eppure uno tra i primi passi dell’Amministrazione da lui guidata è stato quello di puntare sulle energie verdi, sullo sviluppo delle tecnologie rispettose dell’ambiente proprio nelle regioni la cui economia è fondata sull’estrazione di uno tra i petroli più inquinanti, quello delle ‘tar sands’, le ‘sabbie bituminose’ del Nord. Trudeau ha chiesto, investendo denari statali, alle università e ai centri di ricerca proprio di quelle aree di trovare alternative che potessero trasformare una delle più inquinanti industrie nella più ecologica e sostenibile delle economie nel pieno e assoluto rispetto dell’ambiente. L’economia del futuro, sostiene e con lui le Nazioni Unite e l’Unione Europea, è nelle tecnologie amiche di ambiente ed ecologia. Giustissimo, pertanto è necessario agire politicamente affinché ciò sia realizzato. In Europa, a parte l’ora legale e talune normative, la situazione è ancora piuttosto frammentata. Se in Spagna, nei Paesi Bassi, in Norvegia e in altri Paesi c’è una maggiore attenzione e intenzione verso il miglioramento energetico nella direzione di una economia ambientalista, non si può dire lo stesso di altre Nazioni anche se le particolari condizioni climatiche, il gran numero di università e centri di ricerca, il livello di eccellenza della ricerca scientifica europea, nonché un’economia tutto sommato piuttosto florida fondata sulla pace, dovrebbero costituire il terreno più adatto a creare un futuro energetico in armonia con la Natura e quindi guidare il cambiamento che è inevitabilmente in atto.
Questa ricetta, semplice e veloce che tanto fa pensare alle colazioni domenicali anglosassoni, è ispirata alla possibilità di combinare sapori e saperi per creare piatti gustosi adatti anche ad affrontare con grinta il cambiamento d’orario.

Speck
Pecorino romano
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Acqua
Sale di rocca
Rigatoni integrali La Molisana


Spezzettare lo speck con le mani o con le forbici, porlo in una padella a temperatura ambiente, far diventare croccante a fuoco medio. Nel frattempo far bollire l’acqua per la pasta, salare quando bolle, versare la pasta. In un’insalatiera preparare un’emulsione di pecorino, parmigiano e pochissima acqua di cottura della pasta. Scolare i rigatoni lasciando da parte l’acqua di cottura, passarli prima nella padella per far assorbire bene il condimento e dunque nell’insalatiera. 

sabato 25 marzo 2017

Minestrina con la certosa

Minestrina con la certosa

Depurare l’organismo di quando in quando è un’ottima abitudine per liberarsi dalle scorie di grandi mangiate e da quelle causate dalle piccole seccature che guastano, anche se per pochissimo, l’umore anche in giornate di splendente primavera. C’è addirittura chi propone l’ascetico digiuno quale forma di pulizia interna, chi ci riesce senza troppe difficoltà fa sicuramente bene a tentare quella via ma la maggior parte delle persone nelle culture occidentali può avere seri scompensi nel privarsi del cibo per una o più giornate. Sebbene potrebbe essere una buona idea, dunque, è forse ancor più giusto cercare di mangiar sano e dedicare alcuni momenti o giornate all’interno della settimana ad alimentarsi in modo più leggero così da permettere all’organismo di riequilibrarsi, senza creare le difficoltà della privazione del cibo.
Questa ricetta è perfetta per ritemprare il corpo senza stressarlo.  

Acqua
Certosa
Sale di rocca
Erbe provinciali: salvia, menta fresca, mentuccia, timo
Semi di finocchio
Pasta tipo cannolicchi rigati
Olio extravergine di oliva
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore

Mettere a bollire una quantità sufficiente di acqua per cuocere la pasta e far rimanere abbastanza liquido, senza esagerare. Aggiungere le erbe aromatiche e salare. Quando arriva a bollore, lasciar insaporire un po’, quindi aggiungere la pastina. Nel frattempo in una zuppiera o nei piatti frangere la certosa insieme all’olio e al parmigiano aiutandosi con poca acqua di cottura, quindi versarvi la minestrina.

venerdì 24 marzo 2017

Insalata di cetrioli e menta fresca

Insalata di cetrioli e menta fresca

A volte può capitare di pensare che le cose davvero importanti della propria vita non abbiano niente a che fare con ciò di cui ci si preoccupa tanto. Effettivamente non sempre ma spesso è vero. I fardelli, le ansie, i problemi che caricano le spalle e obnubilano la mente sono spesso delle illusioni, qualcosa che non ha più senso nel momento stesso in cui ci si accorge della frivolezza di dettagli alla fin fine piuttosto insignificanti. Sembra quasi che l’essere umano, il cui principio del piacere potrebbe fornire interessanti indicazioni su ciò che è più salutare, abbia una naturale tendenza a reprimere e, peggio a convincersi che qualcosa di esterno, una divinità, una religione, lo Stato, la famiglia, gli amici, il paese, la società impedisca il reale godimento delle proprie libertà. Nella storia certamente ci sono moltissimi esempi di tali costrizioni esterne è però vero che anche nei momenti di benessere e di relativa felicità, l’oppressione del cuore, del corpo e dello spirito cerchi di insinuarsi nella coscienza individuale e collettiva. Sembra forse strano ma questa tendenza è particolarmente evidente nel consumo di cibo. Una bella insalata fresca che depura l’organismo, lo idrata dall’interno sembra quasi una iattura al confronto di una pasta condita con soffritti e alimenti che sono nocivi per la salute, che appesantiscono talvolta fino allo stordimento. Senza nulla togliere alla bellezza di indulgere, di quando in quando, in una mangiata un po’ più pesante, è indubbio che un’alimentazione più salutare e uno stile di vita sano fanno sentire meglio e quella strana vocina dell’oppressione cerca di rifarsi strada nell’inconscio. E se, così per gioco, ci si rendesse conto che le cose importanti che gravano nei pensieri di ognuno fossero più semplici di quanto si voglia credere e si riuscisse a vivere un po’ più pacificamente? Magari cominciando dall’alimentazione, una colazione ricca e salutare, spuntini a mezza mattinata, un pranzo adatto alle proprie esigenze, merenda e una cena perfetta per un bel sonno, intervallando qualche esercizio di meditazione e di rilassamento durante l’arco della giornata, per una pulizia del corpo e della mente e per ritrovare quell’equilibrio psicofisico necessario a godersi la vita in pace e armonia con gli altri.
Questa ricetta, facilissima, è ispirata alla bellezza del godimento della sana semplicità.

Cetrioli
Menta fresca
Olio extravergine di oliva
Sale di rocca

Lavare e sbucciare i cetrioli, tagliarli a tocchetti, condirli con olio e menta fresca ben lavata, lasciar insaporire per qualche ora, quindi salare. 

giovedì 23 marzo 2017

Trofie con zucchine

Trofie con zucchine

Chi ben comincia è a metà dell’opera. La mattina ha l’oro in bocca. I detti popolari spesso stimolano ad agire di buon mattino e cominciare la giornata in modo attivo e produttivo. Spronarsi vicendevolmente è anche un ottimo modo per impostare un rapporto di amicizia, familiare, di lavoro o d’amore, sempre ovviamente facendo attenziona a non trasformare l’incoraggiamento in assillanti richieste insensate. La primavera appena iniziata, con le giornate sempre più lunghe, il bel tempo, l’arietta fresca e gradevole, gli alberi in fiore e gli uccellini cinguettanti è di per sé stimolante, a meno di non soffrire di pesanti allergie ai pollini, ovviamente. Rinnovare gli ambienti della casa, rinfrescare il guardaroba, preparare il terreno per l’orticello estivo sono tutte attività che richiedono sforzo ma danno anche soddisfazione. Bella stagione vuol dire però anche attività all’aria aperta, rinvigorimento fisico, attività sportive e tutto ciò che rende piacevole e frizzante la quotidianità. Per tutto ciò è spesso necessario, comunque, vincere la pigrizia che proprio l’arietta dolce, il venticello, il cinguettio e l’amenità del risveglio naturale tendono a conciliare. Il sonnellino fuori programma, la pennichella, indugiare quel momento in più tra le lenzuola, lasciare che il corpo si delizi della fine della stagione fredda fanno decisamente parte della primavera e un po’ di stimolo può essere utile a ripristinare un’armonia ritmica tra pura e sacrosanta pigrizia e vigorosa e tonificante attività.
Questa ricetta, che combina la freschezza delle verdure con il gustoso piccante del pecorino, è ispirato a quel pizzico di sprone che spesso rende più interessante e stimolante la bella stagione.

Zucchine romanesche
Olio extravergine di oliva
Sale di rocca
Origano siciliano
Acqua
Trofie fresche
Pecorino romano
Foglie di cipolla fresche o essiccate

Lavare le zucchine e tagliarle a dadini, far scaldare l’olio con pochissimi pezzettini di foglia di cipolla, versarvi le zucchine, salare e condire con l’origano. Far cuocere a fuoco medio, eventualmente coprendo, per un tempo proporzionale alla freschezza e alla stagionalità dell’ortaggio. Mettere a bollire l’acqua per la pasta, a bollore salare. Frangere una parte delle zucchine a creare una cremina con il pecorino grattugiato e un po’ di acqua di cottura della pasta, mischiare alle altre zucchine, possibilmente in una padellona abbastanza capiente da potervi ripassare la pasta. Scolare la pasta non troppo oppure lasciando da parte un po’ di acqua di cottura. Versarla nella padellona e saltarla, se ve ne fosse bisogno ammorbidendo il condimento con l’acqua di cottura residua.


mercoledì 22 marzo 2017

Scialatielli con bergamotto

Scialatielli con bergamotto

L’Europa unita è il primo vero esperimento, al momento ben riuscito, di coesistenza pacifica tra Stati tradizionalmente e storicamente in guerra tra loro sulla base di idee e principi comuni. L’abbattimento delle frontiere tra Paesi quali la Germania e la Francia era impensabile fino alla seconda metà del secolo scorso, sembrava qualcosa di impossibile forse ancor più della disintegrazione dell’odioso muro che divideva Berlino e tutta l’Europa tra area atlantica e zona sovietica. Le differenze sono sempre state, nel Vecchio Continente, motivo di creazione di eccellenze e di orgogliose rivalità campanilistiche ma da lì a costruire invalicabili muri di incomprensione e di impossibilità di comunicazione c’è la tradizionale capacità euro-mediterranea di trovare compromessi, di aggiustare le cose, di arrangiarsi e di trovare il modo di dialogare. Pensare il Belgio senza rivalità tra Fiamminghi e Valloni è come immaginare l’Italia senza Don Camillo e Peppone, due personaggi inconciliabili eppure alla costante ricerca di un equilibrio. In qualche modo l’Unione europea è la dimostrazione pratica della possibilità della fratellanza mazziniana, degli ideali di eguaglianza sintetizzati nella rivoluzione francese, delle clandestine idee di Ventotene. Immaginare un’altra forma di cooperazione pacifica internazionale è possibile, certamente, ma è poco probabile che si riesca a giungere in così poco tempo ai risultati ottenuti dall’istituzione dell’UE.
Ovviamente l’Inghilterra può ancora pensare di disegnare un’intesa tra Paesi che hanno un rapporto di sudditanza con la Corona, quali il Canada e l’Australia, costruire un’unione tra ‘like-minded countries’, nazioni che la pensano in modo similare, eppure il processo di unificazione europeo non è un intralcio a tali scenari di pace futura, è piuttosto un rafforzamento del prestigio e della effettiva capacità di ottenere consensi, cooperazione ed azioni efficaci dei singoli Stati e di essi all’interno dell’Unione.
Brexit potrebbe essere un modo per ripensare i confini europei, per liberare Scozzesi e Irlandesi dal giogo inglese oppure potrebbe costituire uno stimolo per migliorare, accettando in parte le critiche mosse oltremanica, l’organizzazione e la concreta realizzazione del sogno europeo, espandendo i confini e non ritraendosi in un guscio irto di spinosi burocratismi.
Questa ricetta, in cui elementi apparentemente inconciliabili quali il latte e gli agrumi si fondono a creare un’armoniosa sinfonia di sapori, è ispirata alle possibilità di pace europea.


Bergamotto, scorza e succo
Burro d’alpeggio della Latteria Sociale di Beduzzo inferiore
Parmigiano Reggiano della Latteria Sociale di Beduzzo inferiore
Scialatielli o altra pasta fresca acqua e farina simile agli strozzapreti o agli spaghetti alla chitarra romani, quindi piuttosto grossi
Acqua
Sale di rocca

Mettere a bollire l’acqua, salarla, quindi far cuocere la pasta. Nel frattempo lavare per bene, eventualmente disinfettando, e grattugiare la scorza del bergamotto, porla in una terrina con il burro e il parmigiano, aggiungere qualche goccia di succo dell’agrume, creare un’emulsione sciogliendo il burro pian piano eventualmente con l’aiuto di un po’ d’acqua di cottura della pasta.

martedì 21 marzo 2017

Frittata di spinaci, patate e parmigiano

Frittata di spinaci, patate e parmigiano

Quando la durata del giorno e della notte si equivalgono si ha l’equinozio, giorno che dà inizio alla primavera o all’autunno e che è caratterizzato dalla perpendicolarità del sole rispetto all’equatore. Tradizionalmente si considera il 21 marzo il giorno di inizio della Primavera, della stagione in cui, come si evince dall’etimologia della parola, tutto è splendente, eppure l’inizio della primavera astronomica, differente da quella meteorologica che comincia il primo marzo per concludersi il 31 maggio, nel 2017 è scientificamente databile alle 10:29 del 20 marzo. Vero è che l’equinozio si verifica intorno al 21 marzo per cui chi volesse celebrare la stagione splendente in questa data ne avrebbe ben donde.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza di festeggiare la meraviglia della natura in qualunque momento della vita.


Spinaci
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Burro della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Sale di rocca
Acqua
Uova
Patate
Olio extravergine di oliva


Lavare accuratamente e cuocere gli spinaci, a piacimento, soffocati in padella oppure lessi. Scolarli per bene. Lavare e lessare le patate con tutta la buccia, scolare, far intiepidire, sbucciare, sbriciolarle in una terrina, condire con sale e olio. A parte ripassare gli spinaci in padella con burro e parmigiano, aggiustare di sale quindi unirli alle patate. Far scaldare l’olio in una padella, porvi le patate e gli spinaci, versarvi dunque le uova ben sbattute. Cuocere e girare quando è necessario. Servire con una spolverata di parmigiano.  

lunedì 20 marzo 2017

Spaghetti burro e parmigiano o ‘Alfredo’

Spaghetti burro e parmigiano o ‘Alfredo’

La semplicità è spesso molto complicata o comunque richiede una complessità che nella cucina italiana costituisce l’ingrediente fondamentale di ricette squisite. Un sugo semplice di pomodoro richiede, infatti, un particolare olio, pomodori ben maturi e il basilico profumato dal sole nostrano. Stessa cosa si può dire del pesto genovese, quello originale che si mangia soltanto in alcuni luoghi della Genova più verace, o della pasta burro e parmigiano, nota fuori dai confini italiani come Pasta Alfredo quando viene servita con le fettuccine. Il motivo per cui la classica pasta in bianco con burro e parmigiano, non quella con olio e parmigiano, altrettanto classica, sia associata ad un nome di persona è presto detto: Alfredo è il nome di un rinomato ristorante nel centro della Capitale, uno di quelli in cui i personaggi della bella vita, i grandi nomi del jet set romano e internazionale hanno imparato a gustare prelibatezze la cui caratteristica risiede nella semplicità, apparente.
Per ottenere una giusta combinazione di sapori è ovviamente necessario, per questo tipo di preparazione più che per altri, la genuinità e la bontà degli ingredienti di base. Il burro deve essere ottimo, il parmigiano squisito e gli spaghetti di ottima qualità altrimenti il sapore sarà sciapetto, insipido o troppo sapido, e la gradevolissima armonia di sapori e profumi ne risulterà terribilmente compromessa.
L’importanza di scegliere bene i componenti di base che andranno a costituire un insieme organico dovrebbe ispirare la vita quotidiana, dalla formazione delle famiglie o dei gruppi di amici fino alle più alte sfere dell’economia, della politica e della finanza. Quando ciò accade tutto va, semplicemente, per il verso giusto.
Questa ricetta è ispirata alla complessità che sottende alla semplicità.

Spaghetti
Burro d’alpeggio della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Acqua
Sale di rocca


Far bollire l’acqua per gli spaghetti, salarla quando bolle. Mentre la pasta cuoce creare una cremina con il burro sciolto con la forchetta calda e il parmigiano e, se proprio necessario, un goccio d’acqua di cottura. 

domenica 19 marzo 2017

Focaccia con salsiccette secche

Focaccia con salsiccette secche

Leggendo Mazzini può sorgere il desiderio di sapere se Marshall McLuhan, massmediologo di fama internazionale nonché consulente del Vaticano per la comunicazione, lo abbia mai letto. Vi sono infatti nel grande ideologo italiano alcune frasi sull’estensione delle facoltà e delle capacità umane quali fattori determinanti il progresso dell’Umanità che fanno oggettivamente pensare alle estensioni di cui parla McLuhan quando affronta le questioni inerenti alle tecnologie. Se i due non si fossero mai incontrati nello spazio virtuale della conoscenza, che nello specifico avrebbe potuto essere in una biblioteca italiana o canadese oppure durante una conversazione nella mitica Coach House dell’Università di Toronto, sarebbe forse ancor più curioso andare a rintracciare le similitudini perché vorrebbe dire che effettivamente Mazzini avrebbe, una volta di più, compreso prima degli altri gli sviluppi, le progressioni, futuri non soltanto della società bensì del pensiero stesso dell’Umanità. Molto curiose sono varie similitudini tra le due menti, tra cui un modo un po’ ostico, un po’ ‘spinoso’ di comunicare in forma scritta e l’enorme impatto che hanno avuto sulle società in cui hanno vissuto. Se invece McLuhan lo avesse effettivamente incrociato nel suo percorso di conoscenza potrebbe essere molto interessante sapere quali sono i suoi pensieri su Mazzini e se vi sono note a margine in qualche libro o riferimenti durante le sue conversazioni nella Scuola di Comunicazione di Toronto.
Comunque sia, è piuttosto interessante intravedere, riscontrare e ritrovare elementi di uno stesso sapere in due menti particolarmente dotate di capacità di comprensione del presente e del reale.
Questa ricetta, adatta ad una scampagnata fuori porta o ad una cenetta tra amici, è ispirata alle estensioni della conoscenza.

Farina
Olio extravergine di oliva
Lievito di birra
Acqua
Salsiccette secche prese dal macellaio di fiducia
Vino rosso tipo Chianti
Sale di rocca

Impastare farina, lievito sciolto in acqua tiepida, vino rosso, a metà impasto aggiungere le salsiccette spellate e tagliate a dadini di circa mezzo centimetro, aggiungere olio e salare poco. Far lievitare a lungo, circa una notte, quindi rilavorare l’impasto e porlo in una teglia oliata a creare uno strato di circa due centimetri o anche tre, bucherellare con le dita la superficie e cospargerla con l’olio, giusto per la doratura. Infornare in forno ben caldo a 250°C o 270°C per circa una ventina di minuti, mezz’ora.

sabato 18 marzo 2017

Fettuccine con crema leggera di funghi champignon, ricetta di Mamma Lucilla

Fettuccine con crema leggera di funghi champignon, ricetta di Mamma Lucilla

Trascorrere le giornate all’aria aperta quando la primavera comincia a farsi sentire è un vero e proprio piacere dei sensi e dello spirito. Stare in giardino o perdersi tra le meraviglie di una città d’arte quando il clima è mite, il sole splende e non c’è troppo caldo è semplicemente meraviglioso. L’Italia, nella sua infinita varietà di tesori da conoscere, è certamente uno tra i luoghi più belli in cui trascorrere questo periodo dell’anno. Alcuni temerari cominciano già a fare i primi bagni al mare, altri preferiscono optare per le calde acque termali, oppure addentrarsi tra le campagne colorate dalle fioriture stagionali e trascorrere una giornata a contatto con la natura. C’è anche chi, appassionato di neve e montagna, non si lascia sfuggire le assolate giornate per sfogarsi con le ultime sciate tra le vette più alte oppure chi preferisce godersi finalmente le città d’arte spesso liberate dalle auto, soprattutto nei week-end, e dare libero sfogo al più che sacrosanto desiderio di sublime beltà, indugiando magari in qualche assaggino di prelibatezze prima dell’abbuffata pasquale, l’ultima prima di quella ferragostana nella tradizione italiana.
Questa ricetta, che unisce una preparazione tradizionale alla leggerezza, è ispirata alla brezza primaverile e alle bellezze italiane.

Fettuccine (uova e farina)
Funghi champignon
Olio extravergine di oliva
Sale di rocca
Acqua
Parmigiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore

Preparare le fettuccine impastando uova e farina, stendendo la sfoglia piuttosto rustica, quindi al penultimo buco dell’impastatrice Imperia. Lavare e tagliare i funghi grossolanamente, metterli in una padella con l’olio lievemente scaldato, salare, far cuocere velocemente a fuoco vivace, lasciare da parte un po’ di acqua di cottura, tritare i funghi nel mixer quando sono cotti ma non troppo, se necessario aggiungere l’acqua di cottura, quindi il parmigiano. Far bollire l’acqua per la pasta, salare e cuocervi le fettuccine abbastanza spesse. Condire con la cremina e, se necessario, allungare con l’acqua di cottura dei funghi o, al limite, un fiocco di burro.

venerdì 17 marzo 2017

Pici senesi salsa di noci e mandorle

Pici senesi salsa di noci e mandorle

La bellezza dell’essere italiani, oltre a poter godere di veri e propri musei a cielo aperto pressoché tutte le volte che se ne ha voglia, di poter raggiungere in meno di un’ora di macchina splendide montagne o un mare favoloso, di poter scoprire storie e bellezza ovunque, è anche quella di poter spaziare con la fantasia in una infinita varietà di eccellenze enogastronomiche.
Ricombinare tipicità e piatti tradizionali è poi un gusto tutto nostrano e questa ricetta è ispirata proprio alla bellezza dell’essere italiani e poter volare con la fantasia, con il gusto e con i sensi pronti ad godere la felicità.

Noci
Mandorle dolci e amare
Olio extravergine di oliva
Pici senesi
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Burro della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Farina
Latte intero
Sale di rocca

Sgusciare noci e mandorle, tostarle in padella senza olio e frangerle nel robot da cucina così da lasciarne parte ben sbriciolata e parte a granella grossa. Unire a parmigiano e olio, lasciar insaporire. Far bollire l’acqua per la pasta, salarla, quindi cuocere la pasta e scolarla lasciando da parte dell’acqua di cottura. Nel frattempo preparare una besciamella leggera con burro, farina, latte e un pizzico di granella di noci e mandorle, un pizzico di sale. Quando è quasi pronta aggiungere il composto di noci, mandorle, parmigiano e olio alla besciamella leggera, quindi condirvi i pici. 

giovedì 16 marzo 2017

Gargamelli bicolore con rughetta, noci e stracchino

Gargamelli bicolore con rughetta, noci e stracchino

L’Europa è un continuo esercizio di differenze ma, diversamente da quanto accade per il Canada o per altri Paesi in cui vi è un gran numero di nazionalità che convivono pacificamente, non soltanto geografiche, linguistiche, culturali. Nel Vecchio Continente, ormai da anni divenuto idea concreta di unità e pacifica cooperazione, il dialogo è anche nel tempo. Coesistono infatti innovazione e saperi antichi, eccellenze artigiane con tradizioni secolari e talvolta millenarie e tecnologie avanguardistiche, presente, futuro e passato sono un unicum che si intreccia con la forza di un nodo di macramè nella quotidianità che più o meno consapevolmente vivono gli europei. Così come in Canada non c’è contraddizione tra sentirsi cittadini canadesi e cittadini di un altro Paese dove rintracciare antiche radici culturali, così in Europa la coesistenza tra antichità e futuro è considerato normale, parte integrante della vita di tutti i giorni, della bellezza e di tutto ciò che è ovvio nella percezione comune.
Questa ricetta, in cui sapori e colori si integrano perfettamente, è ispirata alle infinite possibilità di intreccio tra differenze.

Gargamelli all’uovo bicolori
Stracchino
Rughetta
Noci
Acqua
Sale di rocca
Olio extravergine di oliva
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore


Preparare un pesto con rughetta, noci, olio e parmigiano, lasciarlo riposare per qualche ora. Far bollire l’acqua per la pasta, salarla, quindi versarvi la pasta e cuocere per il tempo necessario, scolare e tenere da parte qualche mestolo di acqua di cottura. Nel frattempo unire lo stracchino, frangendolo con la forchetta, al pesto, aggiungere pochissima acqua di cottura bollente, quindi scolare la pasta e condirla. 

mercoledì 15 marzo 2017

Maccheroni a centonara alla gricia

Maccheroni a centonara alla gricia

I grandi classici della cucina italiana possono essere rielaborati e rivisitati mescolando tipicità di luoghi diversi seppur molto vicini tra loro. La Sabina romana e, nello specifico, nomentana è la culla della civiltà romana, area di rara bellezza, un po’ sorniona e molto nascosta, discreta quasi, in cui il tutto sembra essere diverso dal caos romano. Lucrezio e Orazio ne lodavano la tranquillità e le bellezze naturali molti secoli fa e ancor oggi è possibile godere appieno di sapori antichi, ritmi quasi dimenticati, respirare e vivere in modo un po’ più adatto al naturale equilibrio.
La vicinanza con la Capitale è spesso una lontananza, un’affermazione di diversità e differenze. Se nella metropoli tutto si consuma con arroganza, tutto deve essere veloce, rapido, accelerato, imponente e sfarzoso oppure sgradevole ed eccessivamente volgare, nella provincia tutto è più lento, moderazione e sobrietà sono considerate virtù mentre l’eccesso, l’arroganza e una certa approssimazione è percepita come eccessiva ostentazione di insicurezza. Una stretta di mano e la fatidica domanda ‘di chi si fijo?’ ha ancora un valore nella Sabina romana, la privacy è una parola decisamente straniera e sembra assurdo che in un palazzo cittadino non ci si saluti per le scale o non si sappia pressoché niente di vicini di casa e di quartiere.
Questa ricetta, preparata con i maccheroni a centonara preparati dalla Suocera Enza, unisce la sveltezza nella preparazione di un condimento romanesco con la lentezza necessaria a preparare i maccheroni a centonara che vengono ‘stirati’ uno ad uno.

Maccheroni a centonara (acqua, farina)
Pancetta
Pepe nero
Pecorino romanesco
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Acqua
Sale di rocca


Preparare o chiedere a chi lo sa fare di preparare i maccheroni a centonara impastando acqua e farina e ‘stirandoli’ uno ad uno. In una padella a temperatura ambiente, mentre l’acqua è sul fuoco prima di bollire, porre la pancetta, accendere il fornello a fuoco basso ma non troppo, far sfrigolare la pancetta fino a farla diventare ben croccante senza bruciacchiarla. In una insalatiera di vetro o di ceramica porre il parmigiano e il pecorino grattugiati in proporzione di 1:1 spolverare generosamente con pepe nero appena grattugiato. Salare l’acqua quando bolle e dunque lessare i maccheroni, scolarli tenendo da parte un po’ di acqua di cottura, condire nell’insalatiera, aggiungendo la pancetta, pulire la padella con qualche maccherone, girare bene e servire, se necessario aggiungere un po’ d’acqua di cottura. 

martedì 14 marzo 2017

Maccheroni a centonara con sugo e parmigiano

Maccheroni a centonara con sugo e parmigiano

Lo stress è una forma di abbrutimento dell’era moderna e si manifesta in molti modi, talvolta con malesseri, stanchezza, nervosisimi non necessari. L’Italia è un Paese in cui è ancora possibile, per lo meno nei centri più piccoli, riuscire a vivere in modo naturale ed eliminare in gran parte tale disagi, godendo i grandi piccoli piaceri della vita, coadiuvati da un clima, da un paesaggio e da bellezze artistiche più uniche che rare.
Questa ricetta, preparata con i maccheroni a centonara fatti a mano dalla Suocera Enza, è ispirata alla semplice bellezza di vivere in una nazione in cui vivere seguendo i propri bioritmi è una forma d’arte.

Maccheroni a centonara (acqua, farina)
Pomodoro fresco, anche in conserva purché dell’orto
Sale di rocca
Acqua
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Olio extravergine di oliva
Origano siciliano
Basilico fresco
Foglie di cipolla fresche o essiccate
Un pizzico di zucchero


Preparare o chiedere a chi lo sa fare di preparare i maccheroni a centonara impastando acqua e farina e ‘stirandoli’ uno ad uno. Preparare il sugo, non troppo lento, abbastanza corposo e in abbondanza scaldando l’olio con l’erba cipollina, aggiungendo quindi i pomodori conservati nei barattolini di vetro dall’estate o lavati e tagliati a pezzi non troppo grandi, dunque l’origano, il sale, un pizzico di zucchero e in ultimo il basilico. Grattugiare il parmigiano in abbondanza. Lessare i maccheroni in abbondante acqua salata, condirli col sugo e spolverare generosamente con il parmigiano.

lunedì 13 marzo 2017

Salsicce al forno con Chianti bianco

Salsicce al forno con Chianti bianco

Manca quasi un mese a Pasqua e già si comincia a pensare al menù della domenica o del lunedì, a come decorare la tavola, a cosa preparare per la colazione pasqualina, tradizione irrinunciabile. In molte tradizioni regionali l’agnello è alla base di molte ricette, in altre è la carne di maiale a costituire il cardine delle tavolate, quasi tutte le località hanno un pane particolare in cui il dolce si abbina al salato in combinazioni più o meno gradite al palato. Quasi tutte le ricette e i menù prevedono uova, sempre più spesso sostituite da quelle di cioccolato, e da qualche anno la colomba.
Questa ricetta, una lievissima rielaborazione, con l’aggiunta di acqua, di quella inventata da Mamma Lucilla, è perfetta anche per la colazione o il pranzo pasquale e anche per la Pasquetta nel caso in cui il tempo non consentisse la tradizionale grigliata.

Salsicce acquistate dal macellaio di fiducia
Vino bianco della Cantina sociale Chianti Colle Val d’Elsa
Acqua


Porre le salsicce in una teglia non troppo grande, bucherellarle appena per far sciogliere bene il grasso, irrorare con vino e acqua a coprire il fondo della teglia di circa due dita complessivamente. Infornare in forno ben caldo a 200°C o 220°C per il tempo necessario alla cottura, girare almeno una volta. 

domenica 12 marzo 2017

Toast con mozzarella e radicchio

Toast con mozzarella e radicchio

L’Italia è un Paese meraviglioso e un luogo in cui il ritmo è spesso associato alla bellezza e all’armonia delle forme. Ascoltando voci entrate nell’olimpo dell’assoluto, quale quella di Luciano Pavarotti, si può comprendere in modo più pieno la bellezza del paesaggio e delle costruzioni monumentali italiane, sembra di poter entrare nel vivo dell’ispirazione che ha animato grandissimi artisti e architetti in un dialogo costante con il senso del bello e del decoro popolare. Potrebbe stupire che nella nazione in cui anche il pane è una forma d’arte con infinite variazioni sul tema non vi siano centri culturali in qualunque paesino, come accade nella vicina Francia che da anni si attesta indiscussa al primo posto nella classifica del turismo mondiale pur non disponendo certamente delle bellezze naturali, eno-gastronomiche e artistiche nostrane.
Questa ricetta, preparata con semplici ingredienti tipicamente italiani, è ispirata alla complessissima e apparente semplicità delle meraviglie italiane e all’importanza vitale della cultura nelle sue molteplici espressioni.


Radicchio rosso lungo
Olio extravergine di oliva
Sale di rocca
Mozzarella
Pane casareccio


Lavare il radicchio, tagliarlo a listerelle. Far scaldare l’olio in padella, quindi aggiungere il radicchio, salare, far cuocere a fuoco moderato. Scaldare la bistecchiera elettrica o la piastra, porvi le fette di pane, tostarle lievemente, quindi farcire con mozzarella affettata e radicchio cotto, chiudere con una fetta di pane, far cuocere nella bistecchiera o sulla piastra, eventualmente girandolo. Quando la mozzarella sarà ben sciolta servire caldo e croccante. 

sabato 11 marzo 2017

Insalata di fine inverno

Insalata di fine inverno

Dopo la pioggia viene sempre il bel tempo, dice un proverbio e spesso la saggezza popolare può essere applicata anche alla Storia con la maiuscola, quella creata dalle tante storie di persone e di battaglie collettive e personali.
Una delle battaglie più evidenti della società contemporanea è quella che si potrebbe definire la nuova frontiera della libertà: il femminismo. Beninteso, non quello sommesso e pericoloso delle suffragette o quello gridato nelle piazze degli anni ’70 del secolo scorso, piuttosto quello moderato e progressivo che riesce a creare le condizioni effettive e concrete per il cambiamento, almeno nei Paesi cosiddetti occidentali. Moltissimi passi sono ancora da compiere ma certamente qualcosa è cambiato e, auspicabilmente, migliorerà nei prossimi decenni e nei secoli a venire per le generazioni attuali e future.
Questa ricetta, semplice e veloce, è perfetta per salutare gli ultimi freddi invernali e prepararsi alla bella stagione.

Radicchio rosso
Finocchi
Verza verde
Sale di rocca
Olio extravergine di oliva


Lavare le verdure e tagliarle a listerelle, porle in un’insalatiera e condirle. Lasciar riposare qualche minuto così che l’insalata possa insaporirsi.

venerdì 10 marzo 2017

Toast con mozzarella e funghi, ricetta di Mamma Lucilla

Toast con mozzarella e funghi, ricetta di Mamma Lucilla

Esistono momenti in cui la voglia di mettersi ai fornelli per preparare qualcosa di elaborato proprio non c’è e un bel toast all’italiana, quindi con pane da forno e ingredienti tipici della cucina nostrana, è una soluzione perfetta per sentire un senso di sazietà e soddisfazione del gusto.
Questa ricetta, creata da Mamma Lucilla, è ideale per quelle giornate o quei momenti in cui un pasto veloce e gustoso sono l’unica cosa che si ha voglia di preparare e mangiare.

Funghi champignon
Olio extravergine di oliva
Sale di rocca
Prezzemolo fresco
Mozzarella
Pane casareccio o similari


Lavare accuratamente i funghi, affettarli. Far scaldare l’olio in una padella, versarvi i funghi, salare, a metà cottura avanzata aggiungere il prezzemolo. Affettare il pane, far scaldare le fette nella bistecchiera elettrica, quindi riempire una fetta con uno strato di dischetti di mozzarella, uno strato di funghi e coprire con l’altra fetta di pane scaldata. Far cuocere nella bistecchiera elettrica fino a far fondere per bene la mozzarella e far così amalgamare i sapori. 

giovedì 9 marzo 2017

Cous cous integrale al sugo con petali di Parmigiano

Cous cous integrale al sugo con petali di Parmigiano

Mazzini affermava che la libertà senza le donne non è immaginabile e che le società più o meno velocemente dirigono le proprie azioni verso una progressione di liberazione dell’Umanità intera. Il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, sta mettendo in pratica tali teorie, forse inconsapevolmente e senza conoscere le parole dell’ideologo del Risorgimento, una tra le più grandi menti pensanti della storia politica di tutti i tempi. Si potrebbe addirittura pensare che egli sia la dimostrazione vivente della giustezza delle teorie mazziniane sulla progressività delle libertà. Tra le varie forme di libertà c’è quella di creare una politica femminista, così come il padre ha implementato il multiculturalismo. Trudeau ha saputo e voluto attraversare quella frontiera, superare gli ostacoli e agire il femminismo quale politica di governo. Dalla libertà progredisce la libertà.
Questa ricetta è ispirata alla semplicità con cui sarebbe possibile rendere politicamente ovvio ciò che è ragionevolmente ovvio.

Cous cous integrale precotto
Sale di rocca
Acqua
Sugo con capperi (capperi siciliani, pomodori estivi possibilmente dell’orto, olio extravergine di oliva, zucchero, origano, cipolla, peperoncino)
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore


Preparare il cous cous facendo bollire poca acqua salata, quindi versandovi il cous cous a pioggia, girando, coprendo e quindi, dopo averlo lasciato riposare, sgranandolo. Preparare il sugo oppure scaldarlo in padella fino a farlo ribollire, mescolare il cous cous sgranato con il sugo e aggiungere petali di parmigiano in abbondanza. 

mercoledì 8 marzo 2017

Banana bread o plum cake di banane

Banana bread o plum cake di banane

Una tra le caratteristiche dell’Italia è la capacità di rielaborare, di includere le differenze nella propria cultura artistica, artigiana, agricola e gastronomica per creare differenze. L’esercizio delle differenze nella vita quotidiana e nelle variegate espressioni lavorative di tale abitudine è certamente un dato importante per comprendere la cultura italiana. L’8 marzo è il giorno perfetto per fare una riflessione sulla maestria nostrana di esaltare le differenze quale tratto distintivo di un territorio ed espressione di un popolo costituito da tante moltitudini di persone e popolazioni. Se, infatti, è quasi ovvio comprendere che avere una enorme biodiversità, una straordinaria capacità di produrre alimenti in base al clima, al terreno, al suolo e alla cultura di un luogo sembra ancora complicato comprendere che le differenze tra uomini e donne sono la base fondante di qualunque cultura e società e che soltanto attraverso la libera espressione delle stesse, senza imposizioni maschilistiche, senza oppressioni patriarcali e di sfruttamento sociale si vive meglio e si costruiscono società aperte, libere e comunità di persone fondamentalmente felici.
Una tra le prime conseguenze dell’applicazione del femminismo è la pace sociale e tra le nazioni perché è il rifiuto dell’oppressione, la comprensione profonda dell’eguaglianza e di quel sentimento che dovrebbe farci sentire affratellati nell’Umanità intera, per dirla con Mazzini.
Questa ricetta, rielaborazione di quella trovata sul sito http://www.cucchiaio.it/ricetta/ricetta-pane-banana/ , è ispirata alla pratica delle differenze e alla progressività delle libertà nella costruzione di società che si sviluppino in pace e prosperità.


3 banane mature
200 grammi di zucchero di canna
215 grammi di farina bianca
Un pizzico di sale di rocca
Un pizzico di sale grigio di Bretagna grosso
150 grammi di yogurt greco 0%
50 grammi di burro della Latteria sociale di Beduzzo Inferiore sciolto
Cannella in polvere
Una bustina di lievito per dolci
Tre uova


Sbucciare le banane e ridurle in poltiglia con le mani ben pulite o con una forchetta. In una insalatiera per preparare i dolci porre lo zucchero di canna e le uova, sbatterle con le fruste elettriche fino a montarle un po’, quindi aggiungere le banane e un pizzico di sale, girare con le fruste elettriche, quindi lo yogurt e il burro sciolto, girare con le fruste elettriche, in ultimo la farina, la cannella e il lievito per dolci, lavorare bene, quindi porre in una teglia per plum cake imburrata o foderata di carta forno, spolverare in superficie con un pizzico di sale grigio di Bretagna grosso, infornare in forno ben caldo a 170°C o 190°C per una quarantina di minuti, in base al forno utilizzato.