Fagottelli pasqualini con maraschino e mele
La Domenica
delle Palme è il primo momento di gaudio della Quaresima prima della Passione
che porterà alla morte e alla resurrezione di Gesù nella liturgia cristiana, vi
si celebra l’entrata trionfale del Dio in Terra a Gerusalemme, dove venne
accolto con un tripudio di rami di palma, onore tributato ai re. Le
celebrazioni ebbero inizio nel IV secolo per l’appunto a Gerusalemme e si
diffusero immediatamente in Egitto e in Siria, il Paese che in questo momento
storico forse meglio incarna le sofferenze dell’umanità intera.
Le immagini che
giungono dai territori siriani, da una terra da anni martoriata in cui l’infanzia
e la vita stessa vengono negate, sono dolorose. I volti terrei degli innocenti
un atto di accusa nei confronti di quell’intera umanità che non è stata in
grado di difenderne la dignità, i diritti, le vite. Sono trascorsi mesi e
dunque anni dalle prime denunce alla comunità internazionale ma nessuna azione
è stata di fatto intrapresa, quando tutto era ormai pressoché distrutto i raid
aerei statunitensi hanno aggiunto dolore a sofferenza e hanno smosso le
intorbidite acque dell’inazione collettiva. Questo ha ovviamente generato non
poche polemiche, non tanto per i bombardamenti in sé, che sarebbero stati
auspicabili ben prima di quando sono oggettivamente avvenuti, bensì per il modo
in cui è stata condotta l’azione militare.
In primis la
macchina bellica è stata attivata a Paese già annientato, quindi forse è stata
la cosa meno razionale da fare, poi le azioni sono state decise in modo a dir
poco discutibile che molto fa pensare ai crimini di aggressione condannati dal
diritto penale internazionale. La comunità internazionale non è intervenuta in
Siria, ha lasciato e ha dovuto giustificare le repentine quanto non dibattute
nelle opportune sedi azioni belliche statunitensi.
La croce della
sofferenza del mondo sembra essersi abbattuta sul Paese che, tra i primi, aveva
accolto le celebrazioni gioiose della Domenica delle Palme che viene celebrata
in tutto il mondo cristiano proprio nella giornata odierna.
Questa ricetta è
ispirata alla complessità che dovrebbe sottendere alla creazione della pace mondiale
e alla facilità con cui i delicatissimi equilibri internazionali rischiano di
essere messi a repentaglio da azioni umorali e non coordinate a livello
internazionale.
Farina
Uova
Pepe bianco
Pepe nero
Lievito di birra
Acqua
Noce moscata
Scorza di limone
grattugiata
Maraschino
Zucchero
Sale marino
grosso
Burro della
Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Tintura
imperiale dell’Abbazia di Casamari
Timo fresco
Salvia fresca
Parmigiano reggiano
della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Mele
Sbattere le
uova, con una proporzione molto approssimativa di 3 per chilo di farina, con lo
sbattitore elettrico, aggiungere pian piano la farina e quindi cominciare ad
impastare a mano o con l’orbitale. Aggiungere una generosa spolverata di pepe
senza esagerare, quindi la noce moscata, circa un cucchiaino, la scorza di un
limone grattugiata, un paio di cucchiai di zucchero, un cucchiaio di sale
grosso, timo e salvia ben lavati e sminuzzati a piacere, mezzo bicchiere di
acqua tiepida con un cubetto di lievito ben sciolto, un cucchiaio scarso di
tintura imperiale, una ventina di grammi di burro a dadotti, un paio di
cucchiai di parmigiano grattugiato, una generosa manciata, quasi due, di dadini
di parmigiano di circa un centimetro e anche più piccoli, maraschino quanto ne
prende l’impasto che deve risultare morbido e denso. Far lievitare una notte
quindi la mattina fare delle pallette un po’ più piccole di una pallina da
ping-pong, infilare all’interno un pezzetto di mela. Infornare in forno ben
caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario alla cottura.