venerdì 30 giugno 2017

Panzanella romana

Panzanella romana

La panzanella è un piatto tipico del Centro Italia su cui vi sono teorie e pratiche alquanto differenti con variazioni sostanziali e non soltanto formali. L’unica certezza è la presenza di pane, pomodori, olio e sale, per il resto in talune parti della Toscana si ha una specie di zuppa fredda, in altre del pane fritto e nell’area romana una semplicissima, si fa per dire, fetta di pane condita. All’interno della zona romana le teorie sono ovviamente molteplici, c’è chi ritiene che la cipollina fresca sia assolutamente necessaria, chi la aborre, chi pensa che l’aglio a pezzettini sia conditio sine qua non, chi urla allo scandalo e accetta una strofinatina superficiale sul pane, chi pensa che la vera ricetta preveda il pane raffermo, chi non la farebbe mai se non con fragranti fette di pagnotta appena uscita dal forno, chi si accapiglia sul pane tipo Genzano, più saporito e con una crosta più ampia e chi è convinto assertore della necessità del pane sciapo per esaltare la freschezza del piatto e la bontà dell’olio, rigorosamente Sabina D.O.P.
In altre parole la panzanella è uno di quei piatti che esprimono appieno il concetto italiano di semplicità, costituito su una miriade di diversità e su un’attenzione ai dettagli che rasenta il perfezionismo più radicale. Un atteggiamento tipico della cultura nostrana che ha sempre costituito una incommensurabile ricchezza culturale ed enogastronomica che è decisamente unica pur rispecchiando appieno l’idea stessa di cittadinanza europea e forse non è un caso che l’idea di Europa unita sia stata sviluppata proprio da italiani quali Mazzini in primo luogo e poi i confinati di Ventotene.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza della complessissima semplicità italiana.  

Pane sciapo casareccio oppure pane di Genzano
Olio extravergine di oliva
Pomodori dell’orto ben maturati sulla pianta oppure acquistati dall’ortolano di fiducia
Sale integrale siciliano
Basilico


Tagliare a fette il pane, se è lievemente raffermo, come vogliono talune ricette, tagliarlo per lungo facendo in modo che la crosta sia la base di ogni panzanella. Strofinare sulla parte morbida, la mollica, i pomodori più rossi e maturi, lasciar insaporire, condire con sale, olio e basilico. A parte lavare bene e tagliare a dadini i pomodori meno maturi e più sodi, condirli con sale, olio e basilico, lasciar riposare così da ottenere il sughetto naturale da versare poi con un cucchiaio sulle varie fette di panzanella facendo in modo di affondare un po’ il cucchiaio nel pane così da far assorbire bene, in modo uniforme l’intingolo. Quindi adagiare sulle fette i pomodori a pezzetti e servire. 

giovedì 29 giugno 2017

Insalata di riso con tonno affumicato, pomodori, piretto e taccole

Insalata di riso con tonno affumicato, pomodori, piretto e taccole

L’Italia è un Paese meraviglioso con una enorme quantità di siti culturali, paesaggistici, artistici talmente belli da potersi fregiare del prestigiosissimo riconoscimento di patrimonio UNESCO quali tesori da difendere e tutelare per l’intera umanità nel suo complesso. La biodiversità italiana è straordinariamente florida e per imparare a conoscere lo Stivale non bastano migliaia di vite, è bene dunque organizzare percorsi e interessi.
Guardando il territorio, le meravigliose coste, le montagne senza eguali, le città d’arte e le colline disseminate di tranquillità e beltà ci sarebbe da pensare che l’Italia sia al primo posto nel turismo mondiale, d’altronde basterebbe da sola una città come Venezia, Firenze, Roma per attirare visitatori da tutto il Pianeta. Non è così e da anni in testa alla classifica mondiale c’è la Francia, amata e odiata confinante.
Senza nulla togliere alle bellezze e alle ricchezze del territorio francese, c’è da dire che nel paragone con il territorio nostrano gli elementi oggettivi sarebbero decisamente a favore della Penisola eppure i francesi sanno attirare una mole di turismo che il nostro Paese può soltanto immaginare o sognare.
In che modo? In primis con la creazione e la gestione responsabile di uffici del turismo perfettamente funzionanti dislocati in modo capillare in qualunque paesino, città e regione, poi con un coordinamento notevole e dunque con la capacità, tutta francese, di fare insieme e di muovere contestualmente l’apparato economico, finanziario, commerciale, enogastronomico, culturale e turistico.
Recentemente è stato presentato un film in cui una coppia percorre le strade che porterebbero a Parigi alla scoperta delle bellezze e delle bontà francesi. Splendida idea, per quale motivo tale idea non sia stata realizzata in Italia, con tutte le Film Commission regionali e locali che vengono finanziate dallo Stato italiano non è né chiaro né comprensibile o forse lo è nella misura in cui la gestione e l’amministrazione di soldi pubblici in Italia è spesso palesemente pessima.
Questa ricetta è ispirata alle meraviglie italiane e alle possibilità, finora inesplorate di agire ‘insieme’ anche in Italia.  

Tonno affumicato Sapor Maris
Riso basmati
Pomodori dell’orto o acquistati dall’ortolano di fiducia
Fagiolini piatti anche detti taccole
Olio extravergine di oliva
Cedro piretto
Acqua
Sale integrale siciliano
Gomasio biologico

Lessare al dente il riso in acqua salata, scolarlo e passarlo sotto l’acqua fredda per fermarne la cottura. Porre in un’insalatiera. A parte pulire le taccole togliendo le estremità, lavarle e cuocerle al vapore, quindi tagliarle in pezzi lunghi circa un centimetro e mezzo, porre nell’insalatiera; lavare i pomodori, tagliarli a dadini e condirli con sale e olio, lasciarli riposare qualche tempo così da far tirar fuori il ‘sughetto’. Aprire il tonno almeno un’ora prima di utilizzarlo così che possa ossigenarsi e riprendere il gusto originale, spezzettarlo e unirlo ai pomodori. Mettere i pomodori, le taccole e il tonno nell’insalatiera insieme al riso, lavare bene il cedro piretto, creare fiocchi dalla buccia e spremere qualche goccia di succo da aggiungere all’emulsione di olio e gomasio per condire, girare bene, lasciar insaporire in luogo fresco ma non in frigo. Servire.

mercoledì 28 giugno 2017

Troccoli pugliesi con zucchine, menta e robiolino, ricetta di Claudio

Troccoli pugliesi con zucchine, menta e robiolino, ricetta di Claudio

Ognuno ha un proprio talento e delle proprie idiosincrasie per attività anche quotidiane. C’è chi si rilassa disegnando e componendo musica e chi, con un pennello o uno strumento in mano, si sente impacciato e a disagio. Per quanto concerne la quotidianità se vi sono delle persone che amano trascorrere ore in cucina a sperimentare nuove ricette ve ne sono altrettante che hanno sviluppato negli anni una specie di allergia per pentole e padelle e preferiscono di gran lunga una pizza a portar via che spendere del tempo a spadellare davanti ai fornelli, il che non vuol dire che chi non ama cucinare non possa apprendere i rudimenti di tale arte e inventare ricette semplici e gustose. Sebbene ognuno impari coi propri tempi e coi propri ritmi, in base alle inclinazioni personali, dire che l’apprendimento costante è ‘impossibile’ è una vera e propria assurdità e questa ricetta, creata da una persona che sembrava aver litigato in tenera età con gli utensili da cucina e che risulta ottima e di relativamente facile realizzazione, ne è la dimostrazione.

Zucchine dell’orto
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva
Menta fresca
Robiolino
Latte intero
Troccoli freschi
Acqua


Scaldare, non troppo, l’olio in una padella, versarvi le zucchine lavate e tagliate a dadini di circa un centimetro, salare, aggiungere la menta, coprire con un coperchio lasciando un po’ d’aria e cuocere a fuoco basso ma non bassissimo. Nel frattempo far bollire l’acqua, salarla, lessare i troccoli e scolarli lasciando da parte un po’ di acqua di cottura. Quando i troccoli stanno per essere scolati, aggiungere nella padella con le zucchine il robiolino con un goccio di latte a creare una crema bianca che avvolga le zucchine e si amalgami bene alla pasta senza risultare né troppo liquida né troppo densa. Ripassare la pasta in padella e servire. 

martedì 27 giugno 2017

Filetto di manzo con pomodori e basilico

Filetto di manzo con pomodori e basilico

Il dibattito scientifico e la possibilità della conoscenza è, o dovrebbe essere, un diritto fondamentale per poter scegliere, in piena libertà di coscienza. Da alcuni anni, per lo meno in Italia, tale dibattito su talune tematiche, tra cui i vaccini, è fondamentalmente negato da un oltranzismo di posizioni che pone da una parte i cosiddetti ‘no vax’ e dall’altra la classe medica nel suo complesso con il risultato spiacevole e decisamente controproducente per la cittadinanza di veder negati quegli strumenti di conoscenza necessari a formarsi un’opinione responsabilmente e senza prese di posizione tanto partigiane quanto fondamentalmente inutili. Se negare l’efficacia delle vaccinazioni è infatti assurdo, lo è altrettanto affermare la assolutezza delle posizioni opposte impedendo di fatto lo svilupparsi di posizioni intermedie che potrebbero molto giovare alla salute pubblica.
Fino a qualche anno fa i vaccini erano considerati una manna, una grande conquista per l’umanità intera. Si è poi cominciato ad inoculare vaccini per pressoché qualunque cosa, dalle malattie effettivamente letali alle più blande forme influenzali, con conseguenze talvolta nocive e presumibilmente non così indispensabili. La questione della effettiva necessità di vaccinare persone sane è stata contestata e sono state contestate le reali motivazioni di tale tendenza ma soprattutto gli effetti collaterali. Lungi dal costruire un dibattito interessante e costruttivo, sono state invece innalzate barricate ideologiche che hanno portato alla attuale situazione di assoluta disinformazione in merito e un ennesimo diritto di conoscere per deliberare negato alla cittadinanza.
D’altronde la gestione della Res Publica per quanto concerne istruzione, lavoro e sanità in Italia è a dir poco discutibile da molti anni, per non dire che c’è stato un sistematico smantellamento delle eccellenze a favore di una non reale alternativa privata che di fatto nega i diritti più essenziali. Fortunatamente l’Italia è un Paese costituito da tante piccole differenze, da tanti luoghi in cui si esprimono diversità culturali e politiche e, con un po’ di discernimento, si possono trovare eccellenti centri e luoghi in cui i diritti non soltanto vengono esercitati ma si creano nuove possibilità di libertà e di esercizio consapevole della cittadinanza.
Questa ricetta è ispirata alla resilienza libertaria italiana.

Filetto di manzo acquistato dal macellaio di fiducia
Sale integrale siciliano
Pomodori dell’orto ben maturi
Basilico
Olio extravergine di oliva


Su una piastra aggiungere sale e dunque il filetto di manzo, girare e cuocere a piacimento. Quasi a fine cottura, aggiungere i pomodori ben lavati e tagliati a tocchetti, conditi precedentemente con olio, sale e basilico così da creare il ‘sughetto’ a crudo e cuocere per qualche minuto, quindi servire. 

lunedì 26 giugno 2017

Cous cous integrale con spadellata di stagione

Cous cous integrale con spadellata di stagione

Il turismo sostenibile è un motore di sviluppo per l’economia che può aiutare a raggiungere alcuni traguardi di benessere diffuso utili a mantenere un buon livello democratico un po’ ovunque. L’Europa, con la sua ricchissima storia, è un continente da esplorare anche soltanto per conoscere meglio cosa voglia dire essere cittadini europei. Molte nazioni sono pressoché sconosciute alla stragrande maggioranza della popolazione europea che ha una vaghissima idea addirittura della localizzazione geografica di capitali e confini amministrativi. Sviluppare una sensibilità turistica e creare possibilità di sviluppo realmente sostenibile significa in primo luogo immaginare un’Europa in cui le persone si muovono, si spostano e viaggiano non soltanto e non tanto per questioni lavorative bensì per conoscere e apprezzare maggiormente la straordinaria diversità che costituisce l’unicità del Vecchio Continente.
Uno tra i principi fondamentali su cui si fonda l’Unione europea è propriamente quello della libera mobilità di persone, dell’abbattimento fisico delle frontiere. Il postulato potrebbe sembrare la libertà di lavorare in un Paese o in un altro ma in realtà quello più importante è la possibilità di conoscere e viaggiare senza dover subire lunghi controlli e code alle frontiere, poter decidere di spostarsi con relativa facilità da una parte all’altra senza dover pensare a passaporti o altre amenità. Qualche anno fa immaginare un viaggio da Est a Ovest o viceversa poteva richiedere molti mesi di preparazione, con richiesta di visti, controlli di passaporti, richieste ad ambasciate e consolati, scomodissimi e talvolta difficoltosi cambi di valuta, scarse informazioni sui luoghi di destinazione, etc. Oggi, a meno di trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino e a meno di quindici dalla effettiva unificazione tra Europa orientale e occidentale, le cose sono molto più semplici e attraversare il Vecchio Continente è ormai qualcosa di relativamente semplice che può essere considerata quasi normale come passare da una regione all’altra nello stesso Paese.
Tale facilità di movimento e di spostamenti è sicuramente utile alla conoscenza e alle reciproche influenze di rinnovamento ma anche per il rafforzamento della costituzione dell’identità europea in quanto unione tra Stati.
L’abitudine ai viaggi intereuropei è dunque utile alla creazione del senso di appartenenza ad un’idea e alla sua realizzazione pratica di una entità amministrativa sovranazionale e porta beneficio ai luoghi più interessanti da un punto di vista prettamente turistico ma può essere anche un importantissimo motore di sviluppo economico se si ricomincia a considerare il viaggio, la gita, il tour come parte integrante della vita familiare e sociale durante l’anno. In altre parole maggiori sono le possibilità effettive della cittadinanza di viaggiare e poter conoscere maggiore è il tempo libero a disposizione e maggiori o meglio distribuite le risorse economiche per utilizzare il proprio tempo anche in attività turistiche. Ciò ovviamente porta beneficio alle economie di singoli Stati e dell’Unione in quanto tale oltre ad una maggiore libertà di ‘benvivere’.
Questa ricetta è ispirata all’importanza del turismo sostenibile europeo.

Pomodori dell’orto, o acquistati dall’ortolano di fiducia
Melanzane dell’orto, o acquistate dall’ortolano di fiducia
Cipolla fresca dell’orto, o acquistata dall’ortolano di fiducia
Menta fresca
Fagioli corallo, anche detti fagiolini piatti o taccole, freschissimi
Cous cous integrale precotto
Acqua
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore


Far rinvenire il cous cous in pochissima acqua bollente, salata, aromatizzata con qualche foglia di menta fresca a cui sia stata aggiunta qualche goccia d’olio, lasciarlo riposare, quindi ‘sgranarlo’ con la forchetta in un’insalatiera. Lavare gli ortaggi, tagliarli. In una padella ampia far scaldare l’olio con un po’ di cipollina tritata finissimamente e menta fresca, aggiungere, salando e aggiustando di sale, nell’ordine, le taccole, quindi le zucchine, dopo un po’ le melanzane e in ultimo i pomodori. Porre il cous-cous nella padella, aggiungere tocchetti di parmigiano, amalgamare bene e servire, anche tiepido.

domenica 25 giugno 2017

Troccoli con zucchine, rosmarino e mozzarelline

Troccoli con zucchine, rosmarino e mozzarelline

L’estate è decisamente arrivata, si è fatta annunciare da una notevole ondata di caldo e ha deciso di esprimersi in tutta la sua solarità, per la gioia di chi abita o gestisce attività turistiche vicino al mare, nei monti, al lago o in collina, dunque ove si possa godere di un po’ di refrigerio. Fino a qualche anno fa era abbastanza frequente che vi fosse una specie di spopolamento delle città per almeno uno se non due o tre mesi verso località del turismo, attualmente le condizioni economiche e lavorative generali non permettono più tali ‘esodi’ di massa anche se le scuole chiudono agli inizi di giugno e riaprono a fine settembre.
Se trascorrere l’estate in località di villeggiatura non è più un’azione socialmente condivisa è però possibile iniziare nella bella stagione talune salutari attività che aiutano a star meglio e vivere in modo più sereno le variazioni di temperatura.
La prima buona regola è quella, se possibile, di arricchire la dieta con i succosi prodotti di stagione, tra frutta e verdura che rendono piacevolissimo il pasto e rinfrescano idratando dall’interno il nostro corpo, composto per grandissima parte di acqua, poi ovviamente è buona norma bere a temperatura ambiente o quasi acqua, possibilmente minerale naturale, ed evitare come la peste le bevande eccessivamente refrigerate.
Ottima pratica è poi quella di alzarsi presto, anche prima dell’alba, per una bella passeggiatina rinfrescante che riattivi la circolazione sanguigna e linfatica e andare a dormire dopo aver fatto ‘quattro passi’ per rinfrescarsi un po’ e scaricare la fatica accumulata durante il giorno.
Non c’è bisogno di percorrere chissà quanti chilometri però un po’ di attività fisica la mattina presto e la sera prima di andare a dormire costituiscono una di quelle sane abitudini che si possono poi conservare durante la stagione fredda, ovviamente cambiando gli orari ed evitando le prime ore del giorno che potrebbero risultare un po’ troppo fredde.
Questa ricetta, rielaborazione di una tradizionale della Suocera Enza, è ispirata alle sane abitudini che rendono più semplice la quotidianità.

Troccoli
Zucchine dell’orto
Rosmarino fresco
Mozzarelline ciliegine
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Acqua


Far bollire l’acqua per la pasta, salare. Nel frattempo, lavare e tagliare a dadini le zucchine, scaldare l’olio in padella, versarvi le zucchine, salare, aggiungere il rosmarino e far cuocere. A fine cottura, quando la pasta messa a bollire sta per essere scolata e prima di saltarla in padella per far assorbire bene il condimento, aggiungere le mozzarelline tagliate a metà o in quattro così da farle lievemente squagliare. 

sabato 24 giugno 2017

Fagottelli con albicocche e ricotta al forno

Fagottelli con albicocche e ricotta al forno

Pensare che la Francia si stia ponendo quale paladina delle lotte ambientaliste in Europa fa un po’ sorridere, soprattutto chi ha avuto la fortuna di ricordare le lunghe e molto partecipate battaglie ecologiste che ben trent’anni fa decretarono in Italia il divieto per le centrali nucleari. Mentre oltralpe si battono a spada tratta per il rispetto degli Accordi di Parigi, simbolicamente firmati proprio nella Capitale sulla Senna, e per un movimento internazionale di sensibilizzazione all’ambiente, infatti, non hanno sviluppato e pare non abbiano alcuna intenzione di programmare una dismissione dei tantissimi impianti nucleari disseminati sul territorio francese.
Oggettivamente sembra che vi sia una forte contraddizione tra l’impegno ecologista e il mantenimento delle centrali nucleari, eppure pare che all’Eliseo ciò non paia tanto ossimorico.
La questione dovrebbe far riflettere, pensare e immaginare all’importanza di un forte e ben solido movimento ambientalista ed ecologista europeo con vocazione internazionale e radicata presenza territoriale.
L’Italia, con tutte le sue contraddizioni, è al momento un interessantissimo crogiolo di idee, teorie e pratiche resilienti e ambientaliste, ma poco si conosce dell’effettiva importanza di ciò che potrebbe sembrare qualche esperimento locale di economie differenti, sebbene tale vivacità culturale non sia sfuggita al governo cinese, che da anni studia il variegato e composito sistema italiano cercando di adattare al proprio territorio, talmente vasto da consentire una biodiversità su larga scala non fosse per i livelli impossibili di inquinamento ambientale, il ‘modello’ nostrano.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza di piccoli quotidiani gesti che creano quello straordinario caleidoscopio di diversità tanto importante per costruire uno sviluppo davvero sostenibile.

Acqua
Farina
Lievito di birra, se secco anche zucchero
Albicocche
Ricotta al forno


Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida fino ad ottenere un impasto sodo ma non duro, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia sottile ma non troppo, circa un centimetro, quindi creare quadratini di circa 5 cm di lato, farcire con dadini di albicocca ben lavata e ricotta al forno siciliana sbriciolata, richiudere, mettere in una teglia coperta da carta forno e infornare in forno ben caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

venerdì 23 giugno 2017

Gnocchetti con crema di brie, noci e albicocche

Gnocchetti con crema di brie, noci e albicocche

La ricerca in Italia è qualcosa di difficilmente comprensibile per persone dotate di buon senso pratico. Ciò che rimane meno decifrabile a chiunque abbia questa qualità che sembra tanto rara nell’universo politico-amministrativo del BelPaese è come sia possibile la fondamentale mancanza di collegamento tra ricerca, in special modo tecnologica, e produzione industriale così che si arriva al paradosso di creare innovazione di altissimo livello internazionale e di non sapere bene come metterla in commercio o in produzione e soprattutto in che maniera far sì che le invenzioni o le scoperte particolarmente interessanti economicamente da parte di taluni possano andare, in un circolo virtuoso, a finanziare e coprire le spese di un sistema che vede nell’educazione un diritto fondamentale e inalienabile.
Il risultato è talvolta talmente assurdo da risultare pressoché incredibile, sempre alle persone dotate di buon senso, la cosiddetta ‘fuga’ di cervelli che porta all’estero conoscenze, bagagli di sapienza e soprattutto risultati tecnologici e scientifici di particolare rilevanza non soltanto per il mondo accademico ma anche e soprattutto per quello economico.
Se dall’altra parte dell’Atlantico il Primo Ministro del Canada afferma l’importanza di creare sviluppo sostenibile unendo l’ecologia all’economia e Oltralpe il neoeletto Presidente francese invita i ricercatori statunitensi che sulle tecnologie verdi stanno lavorando a recarsi in Francia, se il prestigiosissimo CERN di Ginevra trova una delle forme di finanziamento nella vendita di tecnologie collaterali, ossia di quei dispositivi, tra cui il touchscreen creato negli anni ’70, inventati per risolvere questioni pratiche mentre si costruivano sofisticatissimi macchinari, in Italia la questione sembra poco interessante per politici e amministratori ben più impegnati nell’annosa questione, e mai risolta da oltre un ventennio, di come fare per cambiare la legge elettorale nel modo più vantaggioso per il proprio partito politico o di come riformare la scuola togliendo risorse e aumentando le spese.
Ovviamente questo stato di cose, per l’appunto poco comprensibile alla cittadinanza, viene rispecchiato nelle varie diramazioni di ciò che dovrebbe essere servizio pubblico.
Sarebbe auspicabile, in un non troppo remoto futuro, che la ricerca, spesso di altissimo livello, in Italia potesse trovare terreno fertile per consentire l’innescarsi di quel circolo virtuoso tale da consentire al sistema stesso dell’educazione e della cultura di trovare la propria indipendenza economica e la propria autosufficienza sistemica. Sarebbe così possibile far sì che quello sviluppo sostenibile in cui economia ed ecologia vanno a braccetto possa finalmente esprimersi liberamente in un Paese in cui questi concetti sarebbero stati già ampiamente compresi da ricercatori, artigiani, industria e cittadinanza ma che sembrano assolutamente al di fuori della capacità di pensiero di politicanti e amministratori sempre più lontani dalla realtà del Paese.
Questa ricetta è ispirata all’ottimistico entusiasmo che caratterizza, fortunatamente e malgrado tutto, la cultura italiana.

Gnocchetti Rana
Brie
Latte
Noci
Albicocche fresche
Menta fresca
Acqua
Sale integrale siciliano


Mettere a bollire l’acqua, salare. Nel frattempo lavare bene le albicocche, tagliarle a dadini, sbucciare le noci, rompere i gherigli in una granella grossolana. Sciogliere il brie nel latte insieme alla menta fresca fino a creare una crema densa, aggiungervi la granella di noci e, in ultimo, le albicocche. Lessare e scolare gli gnocchetti, ripassarli nella crema, far intiepidire e servire. 

giovedì 22 giugno 2017

Dessert di gelato, albicocche e Brasil Gentilini

Dessert di gelato, albicocche e Brasil Gentilini

Le diete si iniziano sempre di lunedì e l’estate è la stagione perfetta per gustare il gelato italiano. Non sempre è possibile avere a disposizione i prodotti di gelaterie artigianali che puntano su una produzione di alta qualità ma è possibile rinfrescarsi anche con un semplice gelato alla panna facilissimamente reperibile ovunque, unendo il gusto della produzione locale di stagione a quella di produzione industriale di qualità.
Questa ricetta è ispirata alle sere d’estate.

Biscotti Brasil Gentilini
Gelato alla panna o bianco
Albicocche fresche
Composta di albicocche fatte in casa
Sciroppo d’acero biologico

Sbriciolare i biscotti, porne una parte sul fondo della ciotolina per il gelato, unire alla composta di albicocca, mettere in freezer per far indurire il composto. Lavare bene le albicocche e tagliarle per il lato lungo, eventualmente passandoli in acqua e limone per evitare l’ossidazione. Quando si è creata una base abbastanza soda ma non dura, aggiungere il gelato, guarnire con gli spicchi di albicocche e con un filo di sciroppo d’acero.

mercoledì 21 giugno 2017

Insalata di frutta e ortaggi

Insalata di frutta e ortaggi

L’estate ha iniziato a scaldare l’aria ben prima del giorno più lungo dell’anno e il solstizio sembra essere, come la rivoluzione francese nei testi mazziniani, più la sintesi dell’epoca precedente che l’inizio della successiva. Il caldo ha arroventato le città, peraltro ben ‘impacchettate’ da una coltre di smog e inquinamento che si va ad aggiungere a quella che avvolge il Pianeta da anni e che sta rischiando di modificare in modo alquanto dannoso le condizioni climatiche che fanno sì che il nostro ecosistema possa esistere.
Nel giorno del solstizio d’estate si dovrebbe celebrare la bellezza e la forza della Natura, ricordando l’importanza di lungimiranti politiche ecologiste per garantire uno sviluppo sostenibile e una vita dignitosa alle generazioni attuali e future.
Questa ricetta è ispirata all’estate che comincia oggi.  

Avocado
Albicocche
Anacardi crudi non tostati o salati
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva
Fagiolini
Patate novelle
Ruta fresca oppure citronella
Aceto balsamico di Modena Aceteria Pedroni
Pecorino fresco non stagionato o, meglio ancora, ricotta fresca al forno siciliana

Pulire e lavare bene le patatine novelle senza sbucciarle e i fagiolini privandoli delle estremità, cuocerli a vapore al dente ma non troppo. Far intiepidire quindi spezzettare i fagiolini e tagliare le patatine novelle in due, tre o quattro parti in base a quanto sono grandi, porre in un’insalatiera capiente. Sbucciare l’avocado e tagliarlo a striscette, lavare bene le albicocche e tagliarle a spicchi per il lato lungo, eventualmente mettendole in acqua e poco limone per evitare l’ossidazione, mettere nell’insalatiera, salare e girare bene. Tostare velocemente in padella e triturare grossolanamente gli anacardi, unire alle erbe aromatiche e all’olio fino a creare un’emulsione, amalgamare con qualche goccia di aceto balsamico. Versare nell’insalatiera e mescolare bene, far insaporire. Spezzettare il formaggio fresco, porlo nell’insalatiera, girare bene e servire.

martedì 20 giugno 2017

Maccheroni a centonara con speck e gorgonzola

Maccheroni a centonara con speck e gorgonzola

Amazon ha recentemente rilevato una società statunitense che distribuisce prodotti alimentari biologici ‘di lusso’, una catena di supermercati per persone con una coscienza ecologica e ampia disponibilità economica. L’acquisizione di tale società di commercio reale da parte di una azienda che ha costruito la sua fortuna su bit e bytes ha ovviamente fatto molto rumore all’interno del mondo economico, sia perché rappresenterebbe una inversione di tendenza dal virtuale al reale sia perché la domanda ‘per quale motivo?’ è affiorata pressoché a chiunque abbia letto la notizia.
È abbastanza normale che una persona che apprezza un prodotto abbia voglia di stimolarne la produzione acquistandone altri della medesima produzione, l’eccentricità di qualche miliardario statunitense potrebbe addirittura arrivare all’assurdo di immaginare che, essendo la sua famiglia cliente di un determinato supermercato, decida di rilevare la società in crisi per evitare inutili crisi private che potrebbero derivare dall’assenza di un determinato succo di frutta dal frigorifero di casa. Potrebbe essere una spiegazione eccentricamente plausibile ma è poco realistica e nel mondo degli affari spesso ciò che risulta poco comprensibile nell’immediato potrebbe diventarlo nel futuro prossimo.
Questa ricetta è ispirata alla curiosità che un tale bizzarro acquisto ha suscitato internazionalmente.

Maccheroni a centonara (acqua e farina)
Speck in fetta spessa
Gorgonzola al cucchiaio
Latte
Acqua
Sale integrale siciliano

Tagliare lo speck in fiammiferi, farlo diventare croccante lentamente in una padellina, ponendovelo quando è a temperatura ambiente, metterlo da parte. Impastare acqua e farina, stendere uno ad uno i maccheroni a centonara o impietosire Suocera, Mamma, o Nonna affinché li preparino loro. Lessarli in abbondante acqua salata. Nel frattempo sciogliere il gorgonzola in un pentolino con un po’ di latte, unirlo allo speck e mettere in un’insalatiera. 

lunedì 19 giugno 2017

Ravioli con albicocche e noci

Ravioli con albicocche e noci

La ricostruzione delle aree colpite dal sisma nel 2016 sembra andare a rilento. Non è ben chiaro dove siano finiti i tanti soldi raccolti nelle piazze, tramite le donazioni di cittadini e con la buona volontà dello straordinario meccanismo della solidarietà nella cosiddetta società civile. Il Primo Ministro del Canada si è recato ad Amatrice con la sua consorte nel giorno del loro anniversario di matrimonio promettendo, tra gli applausi commossi delle persone, che i cittadini non sarebbero stati lasciati soli e testimoniando, tra le righe, che, dall’altra parte dell’oceano c’è chi ha tutta l’intenzione di non chiudere occhi, orecchie e bocca di fronte ad eventuali e presunte irregolarità nella gestione di fondi destinati alla popolazione e non ad un manipolo di corrotti e corruttori che invece vorrebbero appropriarsene. Da qualche tempo, a tal proposito, circolano sulla Rete appelli accorati da parte delle popolazioni locali per aiutare tramite l’acquisto di prodotti da chi effettivamente contribuisce attivamente alla costruzione quotidiana di un’economia fondata principalmente sulle piccole e medie aziende, segnale pressoché inequivocabile che in qualche misura conferma i sospetti di coloro i quali ritengono che, come affermò Andreotti in una delle sue frasi di spirito, ‘a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina’.
Questa ricetta è ispirata all’importanza dell’artigianato e della produzione locale di qualità quale motore di sviluppo sostenibile.

Uova
Farina
Albicocche freschissime
Burro della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Ricotta Ecofattorie sabine
Noci
Timo fresco
Noce moscata
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Acqua
Sale integrale siciliano


Impastare la sfoglia con uova e farina, stenderla con la macchinetta a mano per fare la pasta al penultimo buco, quindi abbastanza sottile, tagliarla in rettangoli non troppo grandi tali da ottenere, una volta farciti e richiusi, ravioli di circa 3 cm per lato. Sbucciare le noci, tritarle grossolanamente. Lavare bene le albicocche, tritarle nel mixer, porle in una insalatiera, aggiungervi la ricotta ben scolata, parte della granella di noci e un pizzico di noce moscata. Farcire i rettangoli di sfoglia, richiudere con la rotellina. Far bollire l’acqua, salarla, lessarvi i ravioli. Nel frattempo sciogliere il burro lentamente con il timo in una padellina, quindi condire i ravioli man mano che vengono scolati con la schiumarola con il burro insaporito col timo, la granella di noci e il parmigiano grattugiato.

domenica 18 giugno 2017

Insalata di riso tricolore con albicocche, parmigiano e balsamico

Insalata di riso tricolore con albicocche, parmigiano e balsamico

Napoli è una stranissima città, dove la modernità più avanzata e il passato sembrano convivere in una sorta di danzante equilibrio su un sottile filo di aromi tanto affascinanti quanto incomprensibili ai non partenopei. Tra le infinite sfaccettature di una delle più teatrali città del mondo c’è un amore e una passione popolare per tutto ciò che è innovazione tecnologica, tale da riuscire ad attrarre la creazione di un centro di ricerca della Apple, universalmente considerata all’avanguardia per le nuove tecnologie, oppure da far pensare all’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi, che il modo più comunicativamente efficace per entrare trionfalmente a Napoli sarebbe stato non sul suo mitico destriero acclamato dai suoi e dalla folla, bensì dal treno.
Immaginare oggi il grande condottiero che scende da cavallo e rompe completamente gli schemi della comunicazione eroica del tempo, della rappresentazione epica costruita in millenni di rappresentazioni trionfalistiche per salire su un treno e giungere in città su una potente macchina che aveva del portentoso potrebbe fare tenerezza eppure all’epoca Garibaldi, che ha sempre fondato le sue campagne militari non tanto sulla forza o sui numeri, che certamente non erano a suo vantaggio, ma sull’aura di rinnovamento, libertà, mistero e sostegno popolare, ebbe un’intuizione geniale.
Scendendo dal treno anziché da cavallo egli dimostrò di essere, mazzinianamente, ‘uomo di progresso’, così come recitavano gli adepti alla Giovine Italia e alla Giovine Europa prestando giuramento di fedeltà, non occupante, non straniero, bensì liberatore del popolo e parte integrante di quella rivoluzione ben più ampia delle sue azioni che stava smuovendo gli animi, i cuori e le rivoluzioni da una parte all’altra dell’oceano. Scendendo dal treno affermò il proprio ruolo di Eroe dei due Mondi e di espressione di un’Epoca che chiedeva a gran voce e da ogni dove libertà dall’oppressione, di qualunque forma essa fosse. Il treno e Garibaldi erano estensioni, concetto poi sviluppato da McLuhan, della medesima forza creatrice e non distruttrice, del medesimo secolo, della medesima rivoluzione culturale, tecnologica, sociale e politica che vedeva nella profonda interconnessione tra i Popoli bramosi di esprimersi in tutta la loro potenza vitale. Il messaggio era potentissimo e di una incredibile e sconcertante attualità. Se Mazzini aveva infatti intuito che non esiste uomo libero finché non saranno liberi tutti gli uomini, e ovviamente tutte le donne, e che vi è un ‘disegno’ di progressione universale dell’Umanità, Garibaldi aveva, in un geniale coup de theatre, dimostrato l’effettiva validità di tali idee.
Oggi quella stazione è ricoperta di edere, erbacce e non è più accessibile eppure quanto sarebbe bello immaginare che proprio la società di Cupertino riuscisse a recuperare quello spazio, simbolicamente tanto forte, per affermare proprio quei principi neo-umanisti e mazziniani tramite la creazione della prima Apple station, un luogo di innovazione e creatività dove permettere a bambini e adulti di giocare con le tecnologie quale parti integranti ed estensioni della città in cui tradizione e modernità coesistono in un blend unico e irripetibile di suoni, colori, innovazione e comunicazione.
Questa ricetta è ispirata alle infinite risorse di ispirazione del Risorgimento Italiano.  

Riso basmati
Riso venere
Riso rosso
Acqua
Sale integrale di Sicilia
Olio extravergine di oliva
Aceto balsamico di Modena Antica Aceteria Pedroni
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Albicocche freschissime
Menta fresca
Timo citronella fresco
Citronella fresca
Ruta fresca
Mandorle
Noci

Lessare al dente i risi in abbondante acqua bollente salata, farli intiepidire, condire con olio e mettere in forma così da creare tre petali o tre mezzelune, eventualmente già nel vassoio o piatto, lasciarne da parte un po’ per il centro del piatto da portata così da creare una base circolare dove porre la parte centrale del condimento. Sbucciare le mandorle e le noci, tostarle in padella o su una piastra. Lavare bene le erbe aromatiche, tritarle sul tagliere con la mezzaluna, quindi tritare grossolanamente le noci e le mandorle sul medesimo tagliere senza sciacquarlo, unire le erbe aromatiche e la frutta secca, amalgamare con olio e lasciare riposare. Lavare bene le albicocche, denocciolarle e affettarle per il lato lungo, eventualmente passarle un attimo in acqua con qualche goccia di limone per mantenere il colore inalterato. Tritarne una piccola parte col mixer da cucina fino a creare una composta morbida e vellutata da aggiungere al pesto di noci, mandorle e aromatiche cui aggiungere qualche goccia di balsamico. Porre dunque al centro del ‘fiore’ una parte di condimento, contenendolo con petali di parmigiano reggiano, e guarnendo le parti tra un petalo, o mezzaluna, di riso e l’altro con parte del composto. Aggiungere petali di parmigiano tutto intorno ai tre risi e servire.

sabato 17 giugno 2017

Bruschettine fresche tricolori

Bruschettine fresche tricolori

Aperitivo, apericena, rinfresco, merenda, stuzzichino, tapas, cicheto, sono tanti modi di chiamare gli spuntini più o meno consistenti del pomeriggio che servono per spezzare la fame nell’intervallo tra il pranzo e la cena, abitudine piuttosto mediterranea e comunque tipica di quei Paesi in cui il caldo, specialmente nelle giornate estive, fa allungare molto tale intervallo rispetto a Nazioni più nordiche, dove è abitudine mangiare verso le sei o le sette del pomeriggio mentre più ci si avventura verso Sud nell’Europa mediterranea più l’orario si sposta tra le otto e le dieci di sera con punte che arrivano quasi alla mezzanotte. È evidente che in tali luoghi, se il pranzo, peraltro necessariamente un po’ leggero per evitare i contraccolpi delle alte temperature, è stato tra mezzogiorno e l’una, un certo languorino potrebbe farsi sentire nel tardo pomeriggio, ecco quindi che si sviluppa una vera e propria tradizione di spuntini da abbinare a succhi e bicchieri di latte per i più piccoli e ad una varietà di vini, sidri, birre per gli adulti non astemi.
Questa ricetta è ispirata alla tradizione meridionale dello spuntino pomeridiano.


Pane
Olio extravergine di oliva
Sale siciliano integrale
Pomodori
Zucchine
Menta fresca
Basilico
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore


Lavare gli ortaggi e le erbe aromatiche. In una padella far scaldare l’olio, versarvi le zucchine tagliate a dadotti, aggiungere menta e salare, far intiepidire, quindi tritare nel mixer da cucina con qualche foglia di menta fresca, far riposare in frigo. Passare i pomodori con il passaverdure, salarli e colarli ponendo la polpa in un colino a trama molto stretta così da eliminare il liquido in eccesso e ottenere un composto abbastanza soffice, condire con olio e basilico. Affettare il pane, tostarlo, disporre sulle fette ancora sul fuoco petali di parmigiano così da far fondere leggermente il formaggio, il composto verde di zucchine da una parte e la salsina di pomodoro dall’altra così da ottenere una bruschetta tricolore. 

venerdì 16 giugno 2017

Zuppa fredda estiva

Zuppa fredda estiva

La gentilezza più che parte integrante della vita quotidiana e relazionale è un elemento essenziale del rispetto di sé. Essere maleducati con gli altri, cercare di prevalere con parole sgarbate e gesti sgradevoli, è in primo luogo una enorme mancanza di rispetto nei confronti di sé stessi e conseguentemente degli altri. Cercare di utilizzare parole non offensive o parlare in modo cortese non è qualcosa che afferisce ad un astratto codice di comportamento bensì un’abitudine, sanissima, che ci pone in una forma di rispetto amorevole nei confronti degli altri. Le ‘parolacce’ che ormai vengono considerate ‘normali’ nel linguaggio televisivo, sempre più vuoto di contenuti e purtroppo anche di contenenti, non debbono essere parte del lessico familiare, se lo diventano si crea una specie di abitudine all’offesa di cui non si riesce a distinguere il limite. Con un minimo sforzo si possono trovare parole alternative, si può usare una gentilezza anziché dire una parola sgradevole e si possono instaurare rapporti di fiducia e di amore basati sul rispetto reciproco e sul principio fondamentale del costante miglioramento nella libertà della scelta quotidiana di stare insieme piuttosto che separati. Il che non vuol dire non litigare mai o non pronunciare mai, in nessuna occasione una ‘parola storta’ ma semplicemente porre un’attenzione d’amore nei confronti dell’altra persona tali da evitare una chiusura assoluta di qualunque forma di possibilità di dialogo futura e presente.
Questa ricetta è ispirata alla dolcezza, che Papa Francesco I Bergoglio ha definito ‘fortezza e non debolezza’, che caratterizza i rapporti di vero e profondo amore basati sul rispetto reciproco.

Peperoni
Cipolline fresche
Menta fresca
Pomodoro
Avocado
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Cetrioli
Pinoli
Mandorle
Pepe appena macinato
Crostini di pane casereccio


Lavare bene gli ortaggi, passare i pomodori nel passaverdure, frullare i peperoni, i cetrioli sbucciati ed eventualmente privati della parte ‘semosa’ interna, un pezzetto di cipollina, la menta fresca, la polpa sbucciata dell’avocado privato del nocciolo nel mixer da cucina. Unire il tutto, salare, pepare, condire con olio, lasciare in frigorifero, coperto, per qualche ora, anche una notte intera. A parte tostare mandorle e pinoli e pestare una granella grossolana. Togliere dal frigo per far intiepidire, servire con crostini di pane e una spolverata di granella di pinoli e mandorle. 

giovedì 15 giugno 2017

Minestra fresca di giugno

Minestra fresca di giugno

Tra l’Italia e la Francia da molti secoli c’è un rapporto di amore-odio che una volta è stata descritta in modo celebre dal reggente dell’Istituto culturale dell’Ambasciata italiana Parigi, il quale si espresse pressappoco in questa forma: ‘I francesi, e i parigini in particolare, sono italiani di cattivo umore’. Si potrebbe dire che la frase sia ormai divenuta parte della storia diplomatica tra i due Paesi confinanti e talvolta invasori. Celeberrime le avventure di Asterix e Obelix che contrastano l’invasione romana, oppure quelle della Chanson de geste con i Paladini di Francia che animano il cunto e l’opra de’ pupi siciliani, oppure le trasformazioni della Commedia dell’arte ‘esportata’ verso la corte francese dai lungimiranti Medici, o ancora le incursioni veneziane alla corte napoleonica grazie alla straordinaria abilità delle merlettaie di Burano. Più recentemente i francesi hanno dato forza ai moti risorgimentali con l’entusiasmo per Napoleone per poi disattendere qualunque speranza con la strenua difesa dello Stato Pontificio da parte delle truppe d’oltralpe. Durante la Seconda guerra mondiale la Francia è stata esilio e trappola per molti partigiani e liberi pensatori e durante gli anni di piombo ha aperto le braccia ad alcuni ideatori, teorici e talvolta esecutori del terrorismo rosso. La rivalità a tavola è forse la più evidente, i francesi sono convinti assertori della loro superiorità per la produzione di vini e formaggi e gli italiani rispondono con una strabiliante varietà e qualità di tali alimenti, l’Italia è all’avanguardia in Europa per il blocco delle centrali nucleari e la Francia, Paese decisamente nuclearizzato, si fa paladina delle energie verdi.
La differenza forse più evidente tra le due Nazioni è che i Francesi riescono sempre, o quasi, a fare ‘muro comune’ quando si muovono, mentre gli Italiani lasciano sempre spazio ad una enorme gamma di opzioni che spesso si traduce nella fondamentale incapacità di unire le forze in modo concreto e costruire qualcosa di solido che sia utile alla cittadinanza nel suo complesso, ai promotori e all’Italia in quanto tale.
Un po’ come Red e Toby, Italia e Francia rimangono nemici-amici e forse tale amicale inimicizia non cesserà mai di essere la base di un rapporto secolare fondato su dispettucci e aiuti, ammiccamenti e sgambetti.
Questa ricetta è ispirata ai contrasti che talvolta rendono più gustosa una pietanza.

Zucchine dell’orto
Insalata dell’orto
Fagioloni, fagioli corallo, taccole anche detti fagiolini piatti
Cipollina fresca
Olio extravergine di oliva
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Menta fresca
Timo fresco
Citronella fresca
Patate novelle
Carote
Acqua
Sale integrale siciliano
Lattughina da taglio
Fiori di zucchina
Sedano
Ravanelli
Pane casereccio

Pulire, lavare e tagliare gli ortaggi a dadini e a listerelle, porli in una pentola, aggiungere l’acqua, il sale, le erbe aromatiche ben lavate, far bollire, dunque abbassare la fiamma e far cuocere a fuoco medio-basso. A cottura ultimata, far intiepidire e servire con crostini di pane tostato, olio a crudo, petali di parmigiano.


mercoledì 14 giugno 2017

Insalata di giugno in fiori di zucchina

Insalata di giugno in fiori di zucchina

Da qualche tempo è in voga cucinare con fiori edibili, spesso molto scenografici e talvolta anche gustosi. Non sempre è però facile riconoscerli oppure avere a disposizione campi ‘controllati’ dove reperire tali fiori che, peraltro, rischiano di presentare qualche elemento di tossicità da tenere in considerazione se non si è particolarmente esperti in materia. Una delle soluzioni è certamente quella di acquistare in negozi di fiducia, da produttori di fiducia i fiori già colti e selezionati e utilizzarli nei modi e nei tempi indicati sulla confezione.
Un piatto presentato con fiorellini e fiori edibili è certamente scenografico, ma senza ricorrere a troppo esotiche creazioni si può ottenere un risultato molto bello anche utilizzando i più comuni e facilmente reperibili, soprattutto per chi dispone di un orto, fiori di zucchina che sono sufficientemente grandi da poter essere farciti e riempiti con altri ingredienti.
Questa ricetta è ispirata alla necessità di nutrirsi in modo sano e gustoso senza rinunciare alla bellezza di una presentazione scenografica.

Fiori di zucchina freschissimi
Lattughina da taglio
Insalata canasta
Mandorle
Pistacchi
Albicocche ben sode e fresche oppure fragole
Olio extravergine di oliva
Sale fino integrale siciliano
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Menta fresca
Aceto balsamico dell’Aceteria Pedroni di Modena


Lavare bene le verdure, la frutta, le erbe e i fiori, lasciare interi i fiori e metterli da parte, possibilmente su un canavaccio pulito ad asciugare. Spezzare con le mani la lattughina da taglio, tagliare a listerelle la canasta, affettare per oblungo le albicocche, dopo averle private del nocciolo oppure le fragole dopo averle private del picciolo, in spicchi di circa 1 cm di spessore, condire con olio, sale, menta, a piacimento, girare bene e far insaporire per qualche minuto. Nel frattempo tostare leggermente le mandorle e i pistacchi, pestarli grossolanamente per ottenere una granella irregolare, simile al sale grosso, mettere nell’insalatiera lasciandone da parte un po’ per guarnire, girare bene. Aprire i fiori con le mani facendo attenzione a non romperli, eventualmente posizionandoli già su un piatto, riempirli con l’insalata e con fiammiferi di parmigiano, guarnire con aceto balsamico, petali di parmigiano e granella di mandorle e pistacchi

martedì 13 giugno 2017

Insalata di giugno con primizia di zucchine

Insalata di giugno con primizia di zucchine

Coltivare l’orticello, per chi ha a disposizione un pezzetto di terreno da utilizzare a tale scopo, è decisamente una soddisfazione, anche se è faticoso e talvolta frustrante. Così come il giardinaggio è anche un ottimo anti-stress che può aiutare molto nell’affrontare le tensioni che si creano quando ci si avvicina all’estate. L’orticello richiede attenzioni e un po’ di concentrata dedizione, non si può entrare con un umor nero e prendersela con le piantine che forniranno una parte dell’alimentazione domestica, bisogna respirare, capire se è necessario scacchiare una piantina, tagliare qualche foglia, aggiungere una cannuccia per sostenerne un’altra, zappettare e per fare ciò è necessario fare quel piccolo sforzo per ricollegarsi con sé stessi e con l’ambiente circostante che permette di ritrovare l’armonia e la serenità necessarie a rilassarsi e lasciar andare lo stress accumulato durante la giornata. Oltre al potere calmante, accentuato dagli odori forti e decisi delle piante che sembrano voler ringraziare in tal modo chi si occupa di loro, la soddisfazione di nutrirsi con i prodotti del proprio orticello è notevole, sia perché dopo tanto sforzi si vedono risultati concreti, sia perché oggettivamente le verdure appena raccolte dalla pianta sono decisamente gustosi e stracolmi di vitamine.
Questa ricetta, preparabile soltanto se si hanno a disposizione piante di zucchine, è ispirata alle soddisfazioni di poter coltivare il proprio orticello godendone i frutti.

Zucchine romanesche dell’orto piccoline, non più grandi di 2 cm di diametro, freschissime
Fiori di zucchina freschissimi
Lattughina da taglio
Insalata canasta
Mandorle
Pistacchi
Albicocche ben sode e fresche
Olio extravergine di oliva
Sale fino integrale siciliano
Primosale freschissimo oppure Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Menta fresca
Aceto bianco a piacere


Lavare bene le verdure, la frutta, le erbe e i fiori, tagliare le zucchine in fette piuttosto sottili, spezzare con le mani la lattughina da taglio, tagliare a listerelle la canasta e i fiori di zucchina, affettare per oblungo le albicocche, dopo averle private del nocciolo, in spicchi di circa 1 cm di spessore, condire con olio, sale, menta, a piacimento anche con un po’ di aceto bianco, girare bene e far insaporire per qualche minuto. Nel frattempo tostare leggermente le mandorle e i pistacchi, pestarli grossolanamente per ottenere una granella irregolare, simile al sale grosso, mettere nell’insalatiera. Immediatamente prima di servire aggiungere il primosale sbriciolato con le mani. Se non si trova il primosale appena fatto, sostituire con altro formaggio, quale scaglie di parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore.

lunedì 12 giugno 2017

Torcetti di pasta sfoglia con parmigiano e sesamo

Torcetti di pasta sfoglia con parmigiano e sesamo

Le diete si iniziano sempre di lunedì, possibilmente di qualche altra settimana, con tante buone intenzioni che vengono generalmente tradite il secondo o il terzo giorno. Uno tra i motivi per cui non si riesce a tener dietro al ritmo che ci si impone per perdere peso o disintossicare il corpo dalle tossine accumulate durante l’inverno è che si tende ad iniziare in modo estremamente rigoroso e quindi, tra il caldo e lo stress, i languorini si sommano alla voglia di qualcosa di buono. Per ovviare a tante tentazioni si possono tenere pronti degli stuzzichini da consumare tra un pasto e l’altro, possibilmente preparandoli in casa per non ‘sforare’ troppo. Si possono utilizzare impasti per la pizza, con meno grassi, oppure la pasta sfoglia che dà la sensazione di ‘alleggerire’ lo snack, in ogni caso è sconsigliabile nutrire il corpo affamato di sola frutta perché si potrebbe ottenere l’effetto contrario a quello desiderato e far aumentare il languorino che poi, di lì a poco, potrebbe indurre a ‘spezzare’ la dieta con alimenti ben più calorici.
Questa ricetta, semplicissima, nutriente e veloce, è ispirata alla necessità di uno spuntino tra un pasto e l’altro per iniziare la dieta in modo graduale.  

Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Pasta sfoglia
Sesamo integrale


Disporre la pasta sfoglia su un piano, tagliarla in rettangoli di circa 2,5 cm x 10 cm, tagliare il parmigiano in fiammiferi di circa 1 cm di spessore. Con due dita tenere la parte iniziale del rettangolo di sfoglia, inserirvi il fiammifero di parmigiano, dunque girare intorno al formaggio con la pasta fino a creare torcetti, passarli dunque nel sesamo e adagiarli sulla carta forno oppure in una teglia oliata, infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario alla cottura, che può variare in base al tipo di forno utilizzato da un minimo di 7’ ad un massimo di 25’. 

domenica 11 giugno 2017

Fagottelli di pasta sfoglia con zucchine, mozzarelline e speck

Fagottelli di pasta sfoglia con zucchine, mozzarelline e speck

Quest’anno giugno è decisamente caldo e una bella domenica al mare, in montagna, alle terme, in piscina, al lago, in campagna, in uno tra i tanti parchi e riserve naturali del BelPaese è sicuramente una buona idea per chi sente il bisogno di un po’ di refrigerio e non ha impegni con ritualità religiose o civili che tipicamente si celebrano durante la primavera e l’inizio dell’estate. Trascorrere una giornata tra amici o con la propria famiglia è una tradizione importante che sarebbe il caso di non buttar via per andare, magari, a chiudersi in un centro commerciale con l’aria condizionata e i commessi con un sorriso tanto comprensibilmente falso stampato sul viso per compiacere quei clienti che proprio non trovano nient’altro da fare, nella prima domenica senza scuole di giugno, che rintanarsi in un tempio dello shopping. Fino a qualche anno fa i negozi la domenica, tranne nei luoghi turistici e di villeggiatura durante l’alta e la media stagione, erano tassativamente chiusi. Si poteva andare dal barbiere e chiacchierare delle vicende locali, magari dopo essere passati in edicola ad acquistare il giornale e, per i credenti, in chiesa a ritrovarsi immersi nella propria comunità di riferimento, oppure si decideva per tempo di organizzare una bella gita con pic-nic incorporato. Non sono più i tempi in cui non si poteva uscir di casa senza un bel testo di lasagne o di pasta al forno con corollario di carne, contorni vari e vino ma si può oggi pensare di prendere l’abitudine di portare con sé qualche stuzzichino da abbinare ad un assaggio di tipicità del luogo di ristoro.
Questa ricetta, semplice e veloce, è ispirata alla prima gita fuori porta dopo la fine dell’anno scolastico.  

Zucchine romanesche dell’orto
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva
Pasta sfoglia rettangolare
Mozzarelline tipo ciliegine
Speck
Rosso d’uovo da spennellare sulla superficie


Stendere la pasta sfoglia su un piano, creare con una rotellina possibilmente zigrinata quadrotti di circa 8cm. A parte lavare le zucchine, tagliarle a cubetti, scaldare l’olio in una padella, versarvi le zucchine, salare e far cuocere al dente a fuoco vivace ma non troppo, far intiepidire. Tagliare lo speck in fiammiferi, porli in una padella a temperatura ambiente, far diventare croccante a fuoco bassissimo, far intiepidire. Aprire le mozzarelline a metà o in quattro in base alle preferenze, adagiarle sulla sfoglia, quindi porvi zucchine al dente e speck croccante, richiudere il quadrato a creare un fagottino, ripetere per ogni quadrotto, adagiare in una teglia oliata o sulla carta forno, spennellare la superficie con rosso d’uovo, infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario alla cottura, che può variare in base al tipo di forno utilizzato da un minimo di 10’ ad un massimo di 30’. 

sabato 10 giugno 2017

Pizza rustica con zucchine, ricotta e brie

Pizza rustica con zucchine, ricotta e brie

Due tra le più importanti potenze coloniali europee del passato stanno oggi confrontandosi con consistenti modificazioni del proprio sistema interno dovuto anche a notevoli ondate migratorie provenienti prevalentemente da Asia e Africa che hanno riempito campagne e città nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Il Regno Unito, e più specificamente l’Inghilterra, ha attivato talune politiche piuttosto disorganiche e generalmente improntate ad un lasciare che le varie comunità nazionali si auto-organizzassero internamente purché non creassero problemi di pubblica sicurezza con risultati evidentemente disastrosi e segnalati nella loro fallibilità già dalla letteratura degli anni ’80 del secolo scorso. La Francia ha, se possibile, fatto anche di peggio e ha, con una teorica accettazione di qualunque forma di cultura in linea di principio che non imponesse modelli eurocentrici e colonialisti, creato realtà a dir poco esplosive lasciando che interi quartieri di grandi città, tra cui Parigi, venissero in qualche misura ‘colonizzate’ da persone che vivono e immaginano la vita civile in modo affatto diverso da quello democratico.
In altre parole, così come è accaduto per la Costituzione della Repubblica di Weimar, la più democratica ed aperta mai scritta che diede però la possibilità ad uno tra i peggiori dittatori della recente storia mondiale di venire ‘eletto’ seppur con metodi non proprio ortodossi, l’interculturalismo alla francese o all’inglese hanno miseramente fallito in quanto non hanno previsto, o non hanno voluto innescare, quei necessari meccanismi di difesa della democrazia stessa e di quei valori fondamentali che sono alla base delle società contemporanee cosiddette ‘Occidentali’.
Ciò ha creato paradossi tali per cui persone che rivendicano il ‘diritto’ a negare i diritti femminili imponendo il velo o peggio hanno utilizzato le medesime parole e i concetti espressi dalle lotte femministe che avevano fatto sì che le donne europee potessero liberamente svelare i propri capelli al vento e baciare in pubblico la persona amata. Le società occidentali negano i diritti delle donne, hanno affermato con un po’ di faccia tosta coloro che credono ancora ai matrimoni combinati, perché sbattono corpi di donne anoressiche e seminude sui cartelloni pubblicitari, reificando e dunque mercificando una femminilità peraltro irraggiungibile e che vela la vera bellezza schermandola con photoshop e perdite di peso inammissibili. È giusto pensare che sbattere donne nude sui cartelloni per vendere qualunque merce sia assolutamente contrario al pensiero libertario ‘occidentale’ che ha costruito sulla parità di genere uno tra i più importanti filoni delle lotte per i diritti universali. È altrettanto giusto, però, contestare tutto ciò che nega, sia simbolicamente che concretamente, i diritti delle donne, e certamente il velo è uno tra questi simboli.
Medesimi paradossi si sono sviluppati per quanto concerne altre ‘libertà negate’, tra cui quella alla libertà di fare musica o di culto. Chi crede fortemente che esista una sola Verità rivelata ha utilizzato parole e concetti di atei, agnostici e laici per veder rispettato i propri democratici diritti di onorare tale Verità. Peccato che chi crede in un’unica Verità rivelata considera i miscredenti infedeli e dunque fondamentalmente privi di quei diritti fondamentali che chiede vengano applicati nel proprio caso.
È evidente che un approccio organico alla questione diritti fondamentali inalienabili e intercultura non è stato mai realmente attuato né dalla Gran Bretagna né dalla Francia.
Se per quello che concerne il Regno Unito la questione è attualmente alquanto complessa e risente notevolmente dell’isolamento in cui ha cercato di relegare la propria politica estera, per ciò che riguarda la Francia, il giovane Presidente ha dichiarato di voler agire con scienza e coscienza per costruire una società più giusta, libera e aperta in cui la fratellanza universale abbia una sua forma d’essere.
Sarebbe auspicabile dunque un cambiamento epocale nella nazione che ha avuto la forza popolare di ghigliottinare re e regine partendo dalle città e dalla presenza dello Stato. Le città, ed in particolare le grandi metropoli quali la capitale, hanno delle zone ‘off-limits’, completamente fuori controllo in cui non vi è alcuna forma di coesione sociale né tantomeno di idea di Stato e di partecipazione civica. In altre parole vi sono molti ghetti nel tessuto urbano, problema di notevole pericolosità sociale che, soprattutto in seguito ai recenti eventi terroristici, dovrebbe e potrebbe essere risolto con piani regolatori che prevedano fondamentalmente l’eliminazione di tali luoghi conchiusi in cui vigono regole e leggi diverse da quelle dello Stato. La Francia ha anche una capillare presenza statale in qualunque piccolo centro, quartiere, città e paese mediante una rete molto ben organizzata di centri culturali e punti di informazione turistica, potrebbe essere molto utile costruire centri policulturali in aggiunta ai centri culturali già presenti ovunque in cui le persone abbiano la voglia e una forma di incentivo a riunirsi, restituendo di fatto allo Stato la funzione di aggregazione sociale e ovviamente anche di educazione alla socialità su valori ben precisi e inalienabili. La partecipazione civica stimola il desiderio di essere parte integrante e non distruttiva di una società, ricordare i suoni, la lingua, i sapori e gli odori del proprio Paese d’origine, raccontare le storie e le favole di un mondo lontano alleviano la nostalgia della patria lasciata oltremare e facilitano certamente l’amore per la cultura, la lingua e i suoni della Nazione in cui si è scelto, per necessità o per virtù, di trascorrere una parte importante, se non tutta, la propria esistenza.
Al contrario di molti altri Paesi europei la Francia ha avuto la capacità di costruire reti sociali e culturali che marcano il territorio in modo netto a favore della presenza e non dell’assenza dello Stato in quanto elemento partecipe e partecipato della società, qualcosa che appartiene alla cittadinanza e di cui i cittadini si sentono partecipi, grazie fondamentalmente alla cultura, altrove relegata all’iniziativa individuale, cittadina o negli oratori delle chiese. Forse è possibile che proprio attraverso la capillarità della presenza statale, proprio seguendo quel modello di creazione e diffusione della cultura che il mondo intero invidia alla Francia che i ‘cugini d’oltralpe’ potranno e sapranno risolvere una situazione che è arrivata ad un punto di non ritorno con scene da guerra o guerriglia civile non accettabili in una democrazia liberale e libertaria europea.
Questa ricetta è ispirata alla forza del femminismo nella creazione di società partecipate, di libertà e di pace.

Pasta sfoglia
Zucchine dell’orto romanesche
Ricotta
Brie
Menta fresca
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano


Lavare bene le zucchine, tagliarle a dadini, scaldare l’olio in una padella, versarvi le zucchine, salare, condire con foglie di menta fresca ben lavata, far cuocere a fuoco vivace al dente, far intiepidire, metterle in un’insalatiera insieme alla ricotta e al brie sbriciolato con le mani. Girare bene così da ottenere un composto abbastanza omogeneo, versarlo sulla sfoglia precedentemente posta in una teglia. Chiudere i bordi e infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per una ventina di minuti o comunque per il tempo necessario alla cottura. Servire tiepido o freddo.