Se creata l'Italia c'era da creare gli italiani la lingua italiana
standard è ancora ben lontana dall'essere una lingua diffusamente
parlata dalla stragrande maggioranza della popolazione. Nonostante il
crescente livello di istruzione nelle scuole e l'aumento di diplomati
e laureati l'italiano standard rimane per molti un vero e proprio
mistero gaudioso, e tra costoro sono spesso da annoverare persone che
dovrebbero essere veri e propri campioni nell'utilizzo delle
sfumature che una lingua tanto complessa prevede. Accade quindi che i
discorsi di magistrati, giornalisti, avvocati, commentatori,
letterati e politici, che dovrebbero costituire materia di studio per
i posteri, siano spesso infarciti di castronerie linguistiche e
addirittura espressione delle più deteriori forme di svilimento
dell'italiano con errori madornali di ortografia e grammatica che non
dovrebbero essere consentiti neanche ad uno scolaro di quarta o
quinta elementare, figurarsi ad una persona che dovrebbe aver
compiuto un iter formativo della durata minima di tre o quattro
lustri specializzandosi in materie in cui la parola è fondamento e
base di diatribe e discussioni che possono portare addirittura alla
limitazione della libertà individuale di un'altra persona o gruppo
di persone.
Pensare che
l'italiano, lingua letterariamente ricchissima, espressione di
pensieri, sentimenti e civiltà giuridiche che hanno ispirato
popolazioni europee, Costituzioni di Stati e una enorme quantità di
correnti artistiche e culturali, possa essere una lingua ufficiale di
comunicazione istituzionale nelle organizzazioni sovranazionali, così
come il latino lo è stato e in taluni casi lo è tuttora, e che vi
possa essere una struttura simile a quella che stimola la francofonia
in pressochè ogni angolo del Pianeta sembrerebbe un'utopia, qualcosa
di assurdo e poco realizzabile nella pratica.
Questa
ricetta, esempio della capacità tutta italiana di includere le
differenze e qualunque stimolo positivo all'interno della propria
lingua e della propria cucina nazionale, è ispirata alle idee
impossibili che poi, chissà perché, in taluni rarissimi casi si
realizzano nella pratica della quotidianità.
Pasta fillo
Mozzarella
Zucchine in
padella (zucchine, olio, sale, origano, cipollina)
Olio per
oliare e spennellare
Oliare la
teglia, disporre la pasta fillo nel modo consueto per creare la pita
o il burek, cuocere le zucchine in padella facendo scaldare l'olio
con un po' di cipollina, aggiungendo le zucchine lavate e tagliate a
dadini, sale e origano, facendo cuocere a fuoco mediamente vivace
girando per non far attaccare dunque farle freddare, unire alla
mozzarella sbriciolata, riempire la pasta fillo nel modo consueto per
la pita e il burek. Quindi spennellare con l'olio e infornare in
forno già caldo a 180°C o 200°C.