Pizzoccheri con
broccolo e parmigiano
Da qualche anno
viene prodotto nei Paesi Bassi un telefono portatile, uno smartphone, che si fregia
dell’essere un prodotto eticamente sostenibile e pertanto si chiama fairphone. È
prodotto utilizzando soltanto materie prime derivanti da miniere e luoghi di
produzione in cui vengono rispettati i diritti delle persone e dell’ambiente, da
società che non foraggiano guerre e conflitti, è costruito per durare e con
parti che possono essere facilmente aggiustate nel caso di qualche eventuale
malfunzionamento. Un ‘elettrodomestico’ di una volta, fatto per durare, ma con
tecnologia all’avanguardia e rispetto globale per la dignità del lavoro e
attenzione alla cosiddetta sostenibilità ambientale e sociale. Un utente che ha
a cuore tali questioni fondtamentali per un utilizzo consapevole della
tecnologia, per una vita attiva e ‘connessa’ senza compromessi eticamente
insostenibili non può che desiderare tale prodotto, che, però, ha un costo poco
sostenibile per moltissime persone e soprattutto per quelle fasce di lavoratori
che lo producono. Questa situazione paradossale si è verificata, purtroppo, quasi
un secolo fa, a seguito di una rivoluzione industriale che non era stata
seguita da adeguate politiche sociali se non quando ormai era tardi. Sebbene,
infatti, il mercato di tecnologie portatili sia in crescita esponenziale e al
momento non faccia presagire alcuna possibilità di crisi è abbastanza evidente
che un prodotto quale è il fairphone dovrebbe essere la normalità anziché un gingillo
per una nicchia risicatissima di persone. Oltre al prezzo, che si potrebbe definire
di fascia medio-alta, c’è poi un’immediata barriera comunicativa: la foto com cui
viene pubblicizzato sul sito, annoverabile tra i tanti errori comunicativi di esperti,
o presunti tali, pubblicitari. Il telefono è infatti adagiato su delle tavole
da edilizia create con materiali di recupero, adagiate su un prato verde, accanto
a recipienti di plastica trasparente con, tra gli altri, capsuline di caffè o
pannetta in plastica e metallo, appunto. Quanto di meno indicato per una persona
che voglia acquistare qualcosa che non produca rifiuti, inquini il meno
possibile e sia un chiaro ed evidente segno, simbolo sociale, di rispetto per sé
stessi, gli altri, l’ambiente.
Questa ricetta è
ispirata all’importanza della comunicazione non verbale.
Pizzoccheri
Broccolo
acquistato dall’ortolano
Acqua
Sale iodato
Olio extravergine
di oliva aromatizzato all’aglio e peperoncino
Parmigiano Reggiano
della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Tagliare il
broccolo, lasciarlo in ammollo in acqua fredda, lavarlo, far bollire acqua a
sufficienza per cuocervi l’ortaggio e i pizzoccheri. Scolare e sciacquare il
broccolo, lessarlo nell’acqua bollente salata, quando è quasi cotto, aggiungere
i pizzoccheri, far cuocere, se necessario aggiustare di sale, quindi scolare,
condire con olio aromatizzato all’aglio e al peperoncino, se ben tollerato
altrimenti soltanto con l’olio, e formaggio grattugiato.