sabato 30 settembre 2017

Zuppa di fine settembre con zucca e pecorino sabino

Zuppa di fine settembre con zucca e pecorino sabino

L’ultimo giorno, nonché l’ultimo sabato, di settembre è l’ideale per una bella scampagnata nei dintorni o poco lontano. Per chi ha la fortuna di abitare non distante dai meravigliosi vigneti italiani è un’occasione per vederli in uno tra i momenti più belli, con i grappoli pieni o da poco raccolti e le foglie che cominciano ad arrugginirsi sui filari di un verde brillante di pioggia.
Questa ricetta è ispirata ad una bella giornata di fine settembre

Zucca
Timo
Farina di farro
Farina bianca
Acqua
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva
Cipollina fresca o aglio a preferenza
Pecorino Ecofattorie sabine ben stagionato


Sbucciare la zucca, tagliarla a dadini piccoli. Scaldare leggermente l’olio con timo e poca cipollina o l’aglio, a preferenza, tritati finemente, quindi aggiungere la zucca, salare e far cuocere a fuoco non troppo vivace. Nel frattempo mettere a bollire l’acqua per la cottura della pasta e preparare gli gnocchetti impastando le due farine con l’acqua ad ottenere un composto sodo ma non duro. Quando la zucca è cotta, morbida alla forchetta e non molle, versare gli gnocchetti nell’acqua bollente salata, farli cuocere pochi minuti e poi scolarli direttamente nella padella di cottura della zucca, girando bene. Completare il piatto con il pecorino sabino grattugiato. 

venerdì 29 settembre 2017

Pizza bianca ripiena con Delicapra, Piccadilly e timo

Pizza bianca ripiena con Delicapra, Piccadilly e timo

Gli stornelli romani sono una tradizionale musica relativamente facile da cantare, seppur preveda la tipica intonazione in cui nostalgia, tristezza e gioia di vivere danno colore ad una rochezza morbida nella bella voce piena, in cui il popolo esprimeva i sentimenti, le amarezze e talvolta qualche spunto di critica sociale sempre attenuata da una malinconia ammaliante. Talvolta gli stornelli sono usciti dalle osterie o ‘dar coeli’, che in romanesco si pronuncia leggendo la ‘o’ e la ‘e’ e non in latino, per arrivare sui palchi più prestigiosi del mondo.
Questa ricetta è ispirata a Chitarra romana, nella meravigliosa interpretazione di Luciano Pavarotti.

Pizza bianca ‘romana’ (oppure: impastare acqua, farina, lievito di birra, far lievitare, stendere nella teglia leggerissimamente oliata, condire con sale grosso, infornare a forno alto e cuocere, poi condire con olio extra vergine di oliva)
Olio extravergine di oliva
Sale fino sicilliano
Delicapra Camoscio d’oro
Pomodorini Piccadilly
Timo


Tagliare per il lato lungo la pizza, scaldarla se necessario sulla piastra elettrica o da fornello, spalmare all’interno il Delicapra, aggiungere i pomodori tagliati in quattro o sei, condire con un filo d’olio, un pizzico di sale e timo. 

giovedì 28 settembre 2017

Spezzatino di vitellone in bianco del Chianti con noci, semi di finocchio e bacche di ginepro

Spezzatino di vitellone in bianco del Chianti con noci, semi di finocchio e bacche di ginepro

Le nuove forme di industrializzazione, le innovazioni tecnologiche e le nuove esigenze del mondo del lavoro impongono una revisione radicale della giurisprudenza nel settore giuslavoristico tali da garantire diritti faticosamente conquistati nel corso del tempo ai lavoratori e la necessaria competitività alle aziende. Una non troppo recente sentenza della Corte Costituzionale ha esteso il reato di estorsione ai comportamenti coercitivi sul lavoro che costringono i fornitori di opera, dell’ingegno e/o delle mani, a subire condizioni inaccettabili dietro minacce o blande, quanto fraudolente, promesse di miglioramento economico e di rispetto di quei diritti che sarebbero e dovrebbero essere fondamentalmente assodati. Se la Suprema Corte è arrivata al punto di estendere un reato, stiracchiandone la fattispecie con il rischio, peraltro, di ottenere un effetto boomerang per i lavoratori, è più che evidente che la questione va affrontata nelle opportune sedi e non soltanto a livello nazionale. Si è creato un vuoto giuridico paradossalmente pieno di leggi che invece di tutelare, come dovrebbero, lavoratori e datori di lavoro tendono a mettere gli uni e gli altri nella fondamentale impossibilità di agire con la necessaria serenità e dunque invece di garantire i diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dalla legislazione europea ed internazionale costituisce un problema di difficile soluzione. In questa selva oscura chi ne fa le spese è la società nella sua interezza nonché le possibilità reali di effettivo sviluppo economico e di progressione libertaria e liberale. Le recenti denunce di un ricercatore universitario sul ben noto sistema di corruzione all’interno delle università italiane, e non soltanto italiane, è una goccia in un oceano.
Questa ricetta è ispirata all’onestà, rara quanto necessaria virtù.

Spezzatino di vitellone acquistato dal macellaio di fiducia
Vino bianco dal Chianti senese della Cantina sociale di Colle Val d’Elsa
Sale integrale siciliano
Bacche di ginepro sabino
Semi di finocchio
Acqua
Carote
Noci
Scalogno o cipollina fresca


Sbucciare e tagliare a metà la cipollina o lo scalogno, pulire se necessario lo spezzatino, metterlo in ammollo nel vino bianco con gli odori, far insaporire per qualche ora, preferibilmente una notte intera. Scolare lasciando da parte il liquido di ammollo e la cipolla o lo scalogno, mettere in pentola, far cuocere fino a che esaurisce l’acquetta della carne, aggiungere il liquido di ammollo con la cipolla o lo scalogno, far cuocere, dunque abbassare la fiamma, aggiungere sale e acqua, carote sbucciate e tagliate, i gherigli delle noci. 

mercoledì 27 settembre 2017

Spezzatino di vitellone in bianco del Chianti con piselli, semi di finocchio e bacche di ginepro

Spezzatino di vitellone in bianco del Chianti con piselli, semi di finocchio e bacche di ginepro

Il G7 industria di Torino si è svolto nella splendida cornice di Venaria Reale, Patrimonio UNESCO, nell’indifferenza generale. I temi che dovrebbero essere più importanti per i Paesi maggiormente industrializzati, industria, scienza, lavoro, nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione non hanno attirato l’interesse internazionale. Le tematiche che hanno appassionato stampa e opinione pubblica mondiale sono state quelle ambientali e sociali discusse durante il G7 di Taormina eppure i due macro-argomenti sono inestricabilmente collegati tra loro. Immaginare una rivoluzione ambientalista e verde al di là e al di fuori dello sviluppo tecnologico è, al giorno d’oggi, impensabile, così come lo è affrontare e risolvere le questioni sociali senza guardare alle nuove modalità produttive. Coltivare il proprio orticello è un modo per combattere l’imposizione di modelli sociali e produttivi inaccettabili sul piano etico e morale nonché di sostenibilità ambientale, sociale, economica ma è fondamentale comprendere le nuove forme dell’organizzazione del lavoro per poter agire criticamente e indirizzare il cambiamento rivoluzionario della rivoluzione industriale e tecnologica attualmente in corso, quella innescata dalla ricerca sull’intelligenza artificiale, a beneficio di una società più giusta, di un’economia sostenibile e di un’ecologia futura.
Questa ricetta è ispirata all’importanza del sapere e del saper fare.

Spezzatino di vitellone acquistato dal macellaio di fiducia
Vino bianco dal Chianti senese della Cantina sociale di Colle Val d’Elsa
Sale integrale siciliano
Bacche di ginepro sabino
Semi di finocchio
Acqua
Piselli
Scalogno o cipollina fresca


Sbucciare e tagliare a metà la cipollina o lo scalogno, pulire se necessario lo spezzatino, metterlo in ammollo nel vino bianco con gli odori, far insaporire per qualche ora, preferibilmente una notte intera. Scolare lasciando da parte il liquido di ammollo e la cipolla o lo scalogno, mettere in pentola, far cuocere fino a che esaurisce l’acquetta della carne, aggiungere il liquido di ammollo con la cipolla o lo scalogno, far cuocere, dunque abbassare la fiamma, aggiungere sale e acqua, circa 40’ prima della fine della cottura aggiungere acqua e piselli. 

martedì 26 settembre 2017

Insalatona con mele, farro e pecorino sabino

Insalatona con mele, farro e pecorino sabino

L’evitabilissima polemica sulla gestione del denaro donato in buona fede dalla popolazione italiana, e non solo, a favore delle aree colpite dal sisma del 2016 è scoppiata per l’ennesima volta mettendo in luce una leggerezza, se non malafede, amministrativa non più tollerabile in un Paese europeo con un notevole peso diplomatico a livello internazionale e con un territorio che definire splendido è riduttivo. La polemica, più che sacrosanta, avrebbe dovuto essere evitata perché la gestione di tali fondi avrebbe dovuto essere trasparente e fondata sul principio della solidarietà sociale. Lo Stato avrebbe dovuto fornire la garanzia più affidabile sulle transazioni e sulla effettiva destinazione d’uso delle donazioni. Amministratori senza scrupoli, senza coscienza e senza dignità morale hanno per l’ennesima volta tradito la fiducia di milioni di cittadini mentre politicanti da bettola hanno discusso di vitalizi e di altre questioni che tanto fanno pensare alle brioche di Maria Antonietta quando il popolo affamato chiedeva il pane. Eppure sarebbe semplicissimo far funzionare un sistema tutto sommato non strutturato troppo male ed evitare, dunque, polemiche che in un Paese civile non dovrebbero proprio avere base di discussione perché gli amministratori dovrebbero evitare di agire in modo scellerato, irresponsabile e potenzialmente delinquenziale.
Questa ricetta è ispirata alla semplicità dell’onestà.

Pecorino Ecofattorie sabine stagionato 2 mesi
Mele
Farro di Norcia
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Acqua


Mettere a bagno il farro per qualche ora, scolarlo, sciacquarlo, metterlo in pentola, coprire con almeno il doppio se non il triplo di acqua rispetto al volume del cereale, cuocere a fuoco medio, scolare. Far intiepidire, condire con sale e olio in una terrina, aggiungere le mele sbucciate e tagliate a dadini, e il formaggio tagliato a dadini. 

lunedì 25 settembre 2017

Cheesecake di pesche noci con ricotta e biscotti Gentilini

Cheesecake di pesche noci con ricotta e biscotti Gentilini

Il CETA, accordo tra Canada e Unione Europea, è stato ampiamente osteggiato da molte associazioni italiane per la paura di una invasione di prodotti nordamericani nel territorio europeo. Chi ha accolto con favore tale accordo commerciale che si potrebbe definire storico è stato chi ha visto nell’apertura commerciale delle frontiere tra UE e Canada enormi opportunità per la vendita, e di conseguenza la valorizzazione e tutela, di quei prodotti tipici di cui è ricchissima l’Italia e che sono molto apprezzati all’estero. Se si tiene in considerazione che il Paese a Nord e contestualmente a Sud degli Stati Uniti, oltre ad avere rapporti privilegiati con gli U.S.A., mercato piuttosto ricco e variegato, ha una vera e propria passione per le tipicità locali, che la popolazione è composta principalmente da immigrati di prima generazione spesso con un livello culturale piuttosto alto e che la comunità italo-canadese è una tra le più vivaci e benestanti si possono facilmente intuire le potenzialità di tale accordo. Ai trattati commerciali, inoltre, seguono spesso, anche se non sempre, accordi politici che potrebbero, nel caso di Canada e Unione, portare reciproco profitto, quella che da quelle parti si chiama win-to-win situation, ossia situazione in cui non c’è un vincitore e un vinto bensì due vincitori nella convinzione che migliorare le condizioni dell’uno migliori anche quelle dell’altro e che insieme si possa agire con maggior profitto e progredire pacificamente. Concetti e idee alla base sia dell’Unione europea che del Canada multiculturale, nonché del liberalismo libertario e umanistico che sembra naturale evoluzione del pensiero mazziniano.
Questa ricetta è ispirata all’importanza delle tipicità locali per uno sviluppo sostenibile.  

Pesche noci
Mandorle dolci
Biscotti Gentilini Oswego e Novellini
Zucchero di canna
Ricotta Ecofattorie Sabine
Burro d’alpeggio oppure margarina con olio extravergine di oliva


Sbucciare le pesche, tagliarle a pezzetti, condirle con zucchero di canna, lasciar riposare. Sbriciolare i biscotti nel mixer e unirli al burro o alla margarina così da ottenere un composto denso, porlo in uno stampo e metterlo in freezer per 15’ a rassodare. Condire la ricotta con il sughetto delle pesche, alcuni pezzetti di pesca e quasi tutte le mandorle pestate a granella grossa, adagiare la crema di ricotta sulla base di biscotti, coprire con le pesche e guarnire con la granella di mandorle. 

domenica 24 settembre 2017

Spaghetti alla chitarra abruzzesi freschi con noci e pecorino sabino

Spaghetti alla chitarra abruzzesi freschi con noci e pecorino sabino

La transumanza dal freddo Abruzzo verso la più mite Sabina è una tradizione scomparsa da relativamente pochi anni di cui sono ancora presenti tracce e percorsi. Le vie che i pastori percorrevano con il bestiame sono oggi sentieri escursionistici molto suggestivi attraverso gli Appennini. La bellezza del paesaggio è arricchita dall’amena solitudine di borghi e paesini di cui è disseminato il territorio, elemento che compensa abbastanza la mancanza di una organizzazione turistica adatta alle potenzialità di tali percorsi. Durante la transumanza i pastori si nutrivano e alcuni piatti tradizionali della Sabina sono proprio la prelibata rielaborazione casalinga dei frugali pasti consumati durante la transumanza.
Questa ricetta, preparata con spaghetti alla chitarra abruzzesi e pecorino sabino, è ispirata alla transumanza e alle potenzialità turistiche, spesso purtroppo inespresse, della sentieristica sabina tra Abruzzo e Lazio.

Spaghetti alla chitarra freschi abruzzesi
Noci
Pecorino sabino di un anno Ecofattorie sabine
Acqua
Sale integrale siciliano


Grattugiare il pecorino in una zuppiera o insalatiera, sbucciare le noci e spezzettare i gherigli, tritarne una parte, mescolare con il pecorino. Nel frattempo far bollire l’acqua, salarla a piacere, cuocere la pasta, scolarla lasciando da parte l’acqua di cottura, versare nell’insalatiera o nella zuppiera e girare velocissimamente, aggiungere, se necessario, acqua di cottura e servire subito. 

sabato 23 settembre 2017

Spezzatino di manzo e vitella con kummel carvi e sidro delle Asturie

Spezzatino di manzo e vitella con kummel carvi e sidro delle Asturie

L’oceano, oltre ad essere un luogo fisico, è un’idea, qualcosa che ammalia e fa assaporare la libertà selvaggia, sfrenata, l’assolutezza della forza della natura. Scoprirlo, capirne la forza e diventare parte della sua meraviglia è in taluni casi talmente affascinante da diventare una ragione di vita. Alcune persone hanno costruito sul loro rapporto con l’oceano interessi, lavori e studi. La ricerca dell’onda perfetta o di lande inesplorate da raggiungere con avventurosi viaggi in nave sono elementi della stessa passione per la libertà, la medesima che si trova anche nei cuori di chi ama la montagna. I due elementi, acqua e terra, sono piuttosto diversi tra loro, i ritmi con i quali si affrontano sono opposti ma la forza della natura e la comprensione che siamo parte di essa, la gioia luminosa negli occhi di chi ne comprende, anche per qualche istante, la segreta bellezza è pressoché identica.
Questa ricetta, che unisce il sidro delle Asturie, splendida regione spagnola oceanica, e il kummel carvi, spezia usata nelle preparazioni di piatti tipici delle Dolomiti, è ispirata alla natura. 

Spezzatino di manzo acquistato dal macellaio di fiducia
Spezzatino di vitella acquistato dal macellaio di fiducia
Acqua
Sidro Crespo biologico delle Asturie
Kummel carvi
Sale integrale siciliano
Patate


Pulire lo spezzatino da eventuali nervetti o pezzi di grasso troppo grossi, metterlo a bagno nel sidro coprendo la carne completamente e aromatizzare con kummel carvi. Lasciar riposare qualche ora, meglio se una notte intera, a temperatura ambiente o preferibilmente nel frigorifero. Scolare la carne lasciando da parte il liquido di ammollo, porla in una pentola, far cuocere a fuoco vivace ma non troppo girando quando necessario. Aggiungere il liquido di ammollo quando il liquido naturale della carne evapora, abbassare la fiamma, coprire e continuare a far cuocere girando quando necessario, quindi aggiungere acqua per circa il doppio della quantità del liquido di ammollo e girare fino a cottura, aggiustare di sale. Dunque aggiungere altra acqua se non ve n’è abbastanza, sbucciare, tagliare le patate, versarle in pentola e far cuocere. 

venerdì 22 settembre 2017

Risotto con anice e caprino stagionato

Risotto con anice e caprino stagionato

Dopo un’estate torrida è arrivato l’autunno senza lasciar spazio a quel clima indefinito che segna il passaggio delle stagioni nei climi temperati. La mattina è bene indossare un giacchetto e negli armadi compaiono abiti in velluto liscio, a coste, colori in armonia con la foliazione. Sulle colline del Nord i vitigni si arrossano, sembrano arrugginire mentre sulle montagne compare qualche fiocco di neve. A tavola c’è voglia di zuppe e di piatti caldi ma non è ancora tempo di quei sapori forti che caratterizzano la cucina invernale.
Questa ricetta è ispirata all’equinozio autunnale.

Riso carnaroli
Burro d’alpeggio oppure olio extravergine di oliva
Anice stellato
Anice verde
Caprino stagionato
Acqua
Sale integrale siciliano
Tintura imperiale Abbazia di Casamari


Far scaldare leggermente l’olio o il burro con i due tipi di anice in padella, nel frattempo far bollire acqua a sufficienza insieme ai due tipi di anice. Aggiungere il riso, salare non troppo, girare bene finché diventa traslucido. Sfumare con la tintura imperiale diluita in acqua, abbassare la fiamma e girare continuamente il riso, aggiungendo l’infuso di anice quando serve. A fine cottura, aggiungere caprino grattugiato julienne, girare bene e servire con caprino grattugiato normalmente e una stella di anice stellato. 

giovedì 21 settembre 2017

Insalata con crostini di fette biscottate Gentilini

Insalata con crostini di fette biscottate Gentilini

Da qualche giorno si è innescata una polemica sulla presunta eticità o non eticità del mangiar vegano. C’è chi afferma che il veganismo sia l’unica scelta possibile per persone dotate di coscienza, in particolar modo antispecista, e chi sostiene esattamente il contrario. Al solito, le due posizioni sono piuttosto nette però tale polemica sembrerebbe non essere soltanto fine a sé stessa e potrebbe spostare la questione dell’etica collegata alla nutrizione e alla filiera produttiva nel suo complesso. Se è vero che mangiare carne da allevamenti intensivi è decisamente nocivo per la salute e per l’ambiente e che alimentarsi in modo da variare il più possibile la propria dieta con un ampio numero di cibi è una sana abitudine, è anche vero che scomodare l’etica per giustificare con il proprio palato l’ingestione di piatti spesso un po’ insipidi parrebbe poco opportuno. Ragionare e ripensare abitudini consolidate può portare un miglioramento del benessere generale e il buon senso farebbe obiettare che probabilmente inquina molto meno una bistecca di manzo acquistata dal macellaio paesano che si rifornisce presso un allevamento non intensivo locale contornata pomodori dell’orto e mangiato su un tavolo artigianale piuttosto che un’insalata di quinoa e tofu su un letto di avocado e panna di mandorle condita con granella di anacardi e mix di alghe giapponesi a contorno di un burger di seitan e mandorlella, consumato su un tavolo in stile giapponese-scandinavo.
Questa ricetta è ispirata all’etica che sottende gli acquisti da artigiani e bottegai, motore di uno sviluppo eticamente sostenibile.

Ricotta di pecora Ecofattorie Sabine
Pomodori
Melanzane
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Capperi siciliani
Fette biscottate Gentilini
Origano siciliano


Lavare e affettare le melanzane, grigliarle e tagliarle a pezzettini. Condirle con olio, porle nell’insalatiera. Lavare e tagliare i pomodori, condire con olio, sale e origano, farli riposare per far fare il sughetto, quindi porli nell’insalatiera lasciando da parte più di metà del sughetto. Dissalare bene i capperi, tritarli, lavorarli con la ricotta e il sughetto, quindi porre nell’insalatiera. Immediatamente prima di servire spezzare con le mani le fette biscottate e porre nell’insalatiera. 

mercoledì 20 settembre 2017

Troccoli con ricotta di pecora

Troccoli con ricotta di pecora

Il venti settembre, anniversario della breccia di Porta Pia, dovrebbe essere festa nazionale e lo sarebbe se l’Italia fascista non avesse firmato i Patti Lateranensi e se l’Italia repubblicana e democratica non li avesse ratificati nella Costituzione. La presa di Roma segnò la fine formale del potere temporale del pontefice sul territorio italiano e la nascita dello Stato unitario. Forse se si fosse dato ascolto a Mazzini e Garibaldi e invece del regno Savoia si fosse subito creata una repubblica l’Italia non avrebbe subito la dittatura fascista e tutto ciò che ne è conseguito. L’adagio popolare afferma che la storia non è fatta né di se né di ma. Il 20 settembre è una data fondamentale, è la realizzazione di una ipotesi che all’epoca sembrava assurda, folle, utopistica, di un ‘e se’, ‘e se provassimo a scrollarci di dosso l’oppressione clericale e creassimo uno Stato libero, unitario, indipendente e unito ad altre nazioni europee all’interno di un’Europa libera e unita?’. Questa capacità di immaginare un futuro diverso, di crederci fino al punto di renderli veri, di realizzarli è l’insegnamento che si è cercato di cancellare nel 1930 con l’abolizione di tale festività nazionale, paragonabile al 14 luglio francese.
Il nostro 20 settembre è l’equivalente italiano della Presa della Bastiglia, la più sentita e celebrata festa nazionale della Francia, è stata cancellata dalle festività nazionali durante il fascismo e non è ancora stata ripristinata. Una vergogna che esprime appieno il tentativo di cancellare la gloriosa identità territoriale, nazionale e locale italiana. Una gloria creata spesso da donchisciotteschi generali, da folli navigatori ed esploratori di lande, scienze e pensieri, con pochi mezzi e tanta voglia di conoscenza, di rispondere alla domanda ‘e se provassimo ad essere liberi?’.
Questa ricetta, semplicissima e realizzabile soltanto con ricotta freschissima prodotta con artigianale sapienza, è ispirata all’importanza del 20 settembre nella storia italiana.

Troccoli
Ricotta di pecora freschissima
Sale integrale siciliano
Acqua
Pepe bianco


Mettere a bollire l’acqua, salarla, versarvi i troccoli e scolare al dente lasciando da parte un po’ di acqua di cottura. Nel frattempo mettere la ricotta in una terrina, aggiungervi poca acqua di cottura a creare una cremina, aggiungere la pasta, se necessario ammorbidire con qualche mestolo di acqua di cottura, impiattare, se piace, grattugiare sul piatto pepe bianco. 

martedì 19 settembre 2017

Maritati con crema di peperoni, ricetta vegana di Nonna Lucilla

Maritati con crema di peperoni, ricetta vegana di Nonna Lucilla

Occuparsi di sé, essere felici, trovare la propria libertà interiore è un imperativo categorico per stare bene con sé stessi e con gli altri.
Questa ricetta, creata da Nonna Lucilla, è ispirata alla capacità individuale di gioire della vita nel rispetto profondo di sé e degli altri.

Peperoni rossi e gialli
Maritati pugliesi freschi
Acqua
Sale integrale siciliano


Lavare e asciugare i peperoni. Cuocerli in forno ben caldo a 180°C o 200°C girandoli di quando in quando fino a cottura. Lasciarli intiepidire, sbucciarli, privarli di semi e picciolo, metterli nel minipimer, salare leggermente e tritarli fino a creare una crema. Nel frattempo far bollire l’acqua, salarla, far bollire i maritati, scolarli e ripassarli nella cremina. 

lunedì 18 settembre 2017

Fagottelli con pesto, patate e mozzarelline

Fagottelli con pesto, patate e mozzarelline

Tra i buoni propositi della fine dell’estate c’è quasi sempre quello di praticare costantemente attività sportiva e di cercare qualunque momento per stare un po’ all’aria aperta. C’è chi preferisce percorrere qualche centinaia di metri in più a piedi, chi opta per la bicicletta, i pattini o lo skate e chi trasforma la pausa pranzo in un’occasione per riossigenare corpo e mente con un picnic in un parco cittadino o in un’area verde.

Questa ricetta è ispirata alle sane abitudini. 

Farina
Lievito di birra, se secco aggiungere due cucchiaini di zucchero semolato
Acqua
Olio extravergine di oliva
Pesto senz'aglio
Mozzarelline ciliegine
Patate


Pulire e lessare le patate, scolarle, farle intiepidire e sbucciarle, tagliarle a tocchetti. Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Quindi fare dischetti di pasta di circa 10cm di diametro e 2 cm di spessore, riempire con un cucchiaino pieno di pesto, un pezzetto di patata lessa e una mozzarellina, richiudere, aggiungere un filo d'olio e mettere nella teglia per plum cake oliata oppure su quadratini di carta forno e infornare in forno già caldo a 200°C o 220°C per una ventina di minuti.  

domenica 17 settembre 2017

Fagottelli con Parmigiano e sugo

Fagottelli con Parmigiano e sugo

Le prime domeniche di settembre, tempo permettendo, sono l’ideale per esplorare i dintorni con picnic all’aria aperta, facili escursioni, gite nei borghi, vendemmie tra amici o semplici camminate da concludere con una grigliata all’aria aperta o una pizzetta in famiglia. Nelle regioni italiane certamente non mancano luoghi di rara bellezza dove, per un motivo o per l’altro, si possono trascorre ore liete e ritrovare le motivazioni per vivere in uno tra i Paesi più belli e più complessi del Pianeta.

Questa ricetta è ispirata alle gite settembrine. 

Farina bianca
Farina integrale
Lievito di birra, se secco anche un paio di cucchiaini di zucchero
Acqua
Olio extravergine di oliva
Pomodori
Cipollina fresca
Sale integrale siciliano
Origano siciliano
Parmigiano reggiano Latteria sociale Beduzzo Inferiore


Lavare i pomodori, tagliarli a pezzetti, metterli in pentola con sale, olio, cipollina e origano, cuocere a fuoco moderato, quindi passare col passaverdure e far restringere il sugo. Unire le farine integrale e bianca con una proporzione indicativa di 1:2 impastarle con il lievito di birra sciolto in acqua tiepida, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia e creare con le mani dischetti di pasta di circa 10cm di diametro e 2 cm di spessore, riempire con un cucchiaino pieno di sugo e un pezzetto di parmigiano, richiudere, condire con un filo d'olio e mettere nella teglia per plum cake oliata oppure su quadratini di carta forno e infornare in forno già caldo a 200°C o 220°C per una ventina di minuti o il tempo necessario alla cottura. 

sabato 16 settembre 2017

Zuppetta settembrina con tartufo

Zuppetta settembrina con tartufo

La pioggia, dopo tanto caldo e siccità, è arrivata con una potenza tale da creare, com’era immaginabile, frane, smottamenti, distruzione e, purtroppo, anche tragedie. L’aria è comunque più fresca anche se il sole è tuttora piuttosto caldo quindi qualche bella passeggiata all’aria aperta è l’ideale per rinfrancar lo spirito e il corpo, magari indossando un cappellino ed evitando maratone troppo lunghe. Quando arriva la sera comincia ad essere piacevole mangiare una zuppetta calda per cena con i sapori tipici di fine estate e inizio autunno. La stagione imporrebbe la presenza del fungo porcino ma il clima avverso al suo habitat e alle condizioni necessarie ne ha inibito la raccolta.

Questa ricetta è ispirata alle sere di fine estate. 

Patate
Funghi champignon bianchi e bruni
Tartufo
Sale integrale siciliano
Burro d’alpeggio o salato
Farina di castagne
Farina bianca
Farina di farro
Acqua

Sbucciare le patate, lavarle e tagliarle a dadini piccoli ma non piccolissimi. Pulire i funghi, eliminando ovviamente la parte con la terra, tagliarli a dadini, mettere in pentola con non troppa acqua, necessaria anche a cuocere gli gnocchetti. Nel frattempo preparare la pasta unendo le tre farine in proporzione variabile così da ottenere un composto adatto ad essere lavorato con le mani, fare i budellini di circa 1,5 cm, tagliarne gnocchetti di circa 1 cm. Quando la zuppa sarà cotta, aggiungere gli gnocchetti e far cuocere un paio di minuti o comunque il tempo necessario. Impiattare, condire con un fiocco di burro e con una generosa grattugiata di scaglie di tartufo, a piacere spolverare con poco pepe nero appena macinato. 

venerdì 15 settembre 2017

Insalatona di settembre

Insalatona di settembre

Si è parlato molto della proposta di legge per l’inasprimento delle pene nei casi di apologia di fascismo, una proposta che sarebbe dovuta passare quasi inosservata e che invece ha scatenato polemiche di inaudito vigore. I politicanti italiani hanno dimostrato di essere particolarmente sensibili alla libertà di espressione, di parola e di opinione. A voler essere ottimisti si potrebbe pensare che si siano finalmente accorti dell’importanza vitale per la democrazia di tali diritti, leggendo le poche righe della proposta discussa alla Camera il giubilo per la possibilità che nel Parlamento italiano si discuta effettivamente di qualcosa di tanto fondamentale per la vita democratica del Paese si intiepidisce fino a diventare una constatazione di quanto accaduto in aula. L’apologia di fascismo e di nazifascismo è ovviamente un atto da punire nel Paese che storicamente ha creato tali forme dittatoriali ma l’Italia ha una storia talmente lunga che gli italiani tendono prestissimo a dimenticarla. La polemica, invece di incentrarsi sulle reali problematiche che rendono le libertà di informazioni, di espressione, di parola e di opinione diritti raramente attuate, si è incentrata su questioni marginali e antistoriche. C’è chi ha parlato dell’apologia del comunismo dimenticando che tale ‘dottrina’ politica non ha mai avuto implementazione pratica sul territorio italiano e chi ha urlato al provvedimento ‘liberticida’. Nel frattempo alla Camera si dibattevano altre questioni di notevole importanza ma la distrazione popolare con creazione di fazioni da stadio per poter discutere nei bar di qualcosa che dovrebbe essere ovvio è più interessante per i politicanti italiani e così l’Italia, per l’ennesima volta, fa l’ennesima figuraccia a livello internazionale.

Questa ricetta è ispirata alla capacità tutta italiana di complicare l’ovvio. 

Funghi champignon
Noci
Melanzane
Zucchine
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo Inferiore
Patate
Aceto balsamico di Modena dell’Aceteria Pedroni, possibilmente quello invecchiato in botti di ginepro
Pane casareccio
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva


Lavare le patate, lessarle senza sbucciarle, dunque scolarle, farle intiepidire, sbucciarle e tagliarle a dadotti, porle nell’insalatiera. Lavare le zucchine e le melanzane, affettarle e grigliarle, farle riposare in olio extravergine di oliva, quindi spezzettarle con le forbici e metterle nell’insalatiera. Pulire e affettare i funghi, metterli nell’insalatiera. Aggiungere i gherigli di noce e il parmigiano in petali, condire con sale, olio e qualche goccia di balsamico. Servire con pane fresco oppure con crostini di pane. 

giovedì 14 settembre 2017

Patate filanti

Patate filanti

L’Europa è un luogo meraviglioso, creato da tante specificità, una miriade di differenze che si riconoscono nella loro identità anche grazie ad una certa attenzione a particolari, dettagli che un non europeo raramente comprende appieno e che costituiscono un’essenza di peculiarità distillata in secoli di storia. Nelle cucine italiane tali differenze, tali diversità essenziali sono particolarmente evidenti.
Questa ricetta è ispirata all’essenza europea.

Patate
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva oppure burro d’alpeggio della Latteria sociale Beduzzo Inferiore
Treccione affumicato siciliano
Mozzarella
Pangrattato finissimo fatto in casa, o gentilmente fornito dai suoceri
Timo fresco


Lessare le patate con tutta la buccia, dopo aver spazzolato la terra, ponendole in una pentola da riempire con acqua fredda e porre sul fornello, dunque sbucciarle, sbriciolarle in un’insalatiera e condire con sale e olio oppure sale e burro. A preferenza, si possono anche usare le patate al forno nella ricetta di Zia Egle, quindi lavare le patate senza sbucciarle, spaccarle a metà per il lato lungo, condirle con sale grosso sulla parte interna, porre sulla griglia del forno coperta da un foglio di alluminio la parte esterna, cuocere in forno ben caldo a circa 220°C o 240°C per il tempo necessario, tirare fuori dal forno, lasciar intiepidire, sbucciarle, sbriciolarle in un’insalatiera, condendole con olio o burro. In ambedue le opzioni, aggiungere timo fresco, mozzarella e treccione tagliati a dadini piccoli con una proporzione di circa 2 parti di mozzarella e 1 parte di treccione, girare bene e porre in una teglia oliata o imburrata. Cospargere la superficie con pangrattato e timo. Infornare in forno ben caldo a circa 200°C o 220°C per il tempo necessario alla cottura. 

mercoledì 13 settembre 2017

Focaccia rossa con origano siciliano

Focaccia rossa con origano siciliano

Il rispetto per l’ambiente è in primo luogo rispetto per sé stessi e dovrebbe essere più che ovvio impostare politiche internazionali, nazionali e locali fondate su tale principio. L’industrializzazione ha certamente apportato molte migliorie alla qualità della vita, alle aspettative stesse di vita, ma ha notevolmente inquinato aria, acque e terre. Lo sviluppo, il progresso industriale e tecnologico hanno adesso raggiunto sofisticati livelli e dunque potrebbe essere il momento per immaginare un futuro più sostenibile in cui le acque, le terre e l’aria siano ‘disinquinati’.
Questa ricetta, semplice e gustosa, è ispirata all’importanza della semplicità.

Patate
Sale grosso siciliano
Pomodori
Olio extravergine di oliva
Sale fino siciliano
Origano siciliano
Farina
Lievito di birra, in caso fosse secco anche zucchero semolato per riattivarlo
Acqua tiepida


Lavare le patate senza sbucciarle, spaccarle a metà per il lato lungo, condirle con sale grosso sulla parte interna, porre sulla griglia del forno coperta da un foglio di alluminio la parte esterna, cuocere in forno ben caldo a circa 220°C o 240°C per il tempo necessario, tirare fuori dal forno, lasciar intiepidire. Sbucciare le patate togliendo anche la parte croccante, sbriciolarle in un’insalatiera capiente, aggiungere la farina, il lievito, eventualmente lo zucchero e l’acqua tiepida, impastare, far lievitare. Nel frattempo preparare un sughetto semplice con pomodori, sale, olio, passarlo con passaverdure. Oliare una teglia, stendere la focaccia, spessa circa 1 cm, a mano direttamente in teglia. Condire con un po’ di sughetto e l’origano. Infornare in forno già caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura

martedì 12 settembre 2017

Focaccia margherita con origano siciliano

Focaccia margherita con origano siciliano

Il sogno mazziniano di un’Europa unita, o meglio di un pianeta unito sotto la bandiera del rispetto di quelli che oggi si chiamano diritti umani fondamentali, è particolarmente attuale. I pensieri del Risorgimento italiano che tanto influsso hanno avuto a livello internazionale sarebbero un’ottima base per elaborare le basi di una politica del XXI secolo. Paradossalmente sembrerebbe che il pontefice Francesco I Bergoglio sia alquanto interessato alle idee espresse quasi due secoli fa da chi lottava per far cessare il potere pontificio.
Questa ricetta è ispirata ai tanti rivoli presi nella storia dalle idee di libertà che contribuiscono al progresso delle società.

Patate
Sale grosso siciliano
Pomodori
Olio extravergine di oliva
Sale fino siciliano
Origano siciliano
Mozzarella
Farina
Lievito di birra, in caso fosse secco anche zucchero semolato per riattivarlo
Acqua tiepida


Lavare le patate senza sbucciarle, spaccarle a metà per il lato lungo, condirle con sale grosso sulla parte interna, porre sulla griglia del forno coperta da un foglio di alluminio la parte esterna, cuocere in forno ben caldo a circa 220°C o 240°C per il tempo necessario, tirare fuori dal forno, lasciar intiepidire. Sbucciare le patate togliendo anche la parte croccante, sbriciolarle in un’insalatiera capiente, aggiungere la farina, il lievito, eventualmente lo zucchero e l’acqua tiepida, impastare, far lievitare. Nel frattempo preparare un sughetto semplice con pomodori, sale, olio, passarlo con passaverdure. Oliare una teglia, stendere la focaccia, spessa circa 1 cm, a mano direttamente in teglia. Condire con un po’ di sughetto soltanto a coprire la superficie, la mozzarella sbriciolata e l’origano. Infornare in forno già caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

lunedì 11 settembre 2017

Maritati freschi con patate, treccione affumicato e origano siciliano, ricetta di Papà Claudio

Maritati freschi con patate, treccione affumicato e origano siciliano, ricetta di Papà Claudio

L’11 settembre è una data particolare in cui sono accaduti molti eventi che hanno profondamente segnato l’immaginario contemporaneo. Il Mahatma Gandhi annunciò in questo giorno di 111 anni fa l’inizio del satyagraha, la rivoluzionaria lotta nonviolenta che portò all’indipendenza dell’India, nel 1922 iniziò il Mandato britannico della Palestina, il presidente cileno Salvador Allende viene ucciso dai golpisti 44 anni fa e nel 2001 due aerei si lanciano contro le Torri Gemelle e contestualmente attacchi terroristici vengono perpetrati al Pentagono e in Pennsylvania. La questione di più stringente attualità al momento è forse il ventesimo anniversario della ricostituzione del Parlamento scozzese, ripristinato nel 1997, dopo quasi tre secoli di unione con l’Inghilterra ed esattamente sette secoli dalla battaglia di Stirling Bridge in cui gli Scozzesi sconfissero pesantemente gli Inglesi. Le inimicizie tra Inghilterra e Scozia hanno radici antichissime e attualmente il dialogo, che sovente prende il carattere di uno scontro politico parlamentare piuttosto acceso, tra i due stati sta ponendo domande e questioni di fondamentale importanza per l’idea stessa di Europa unita. I pensieri che hanno portato alla creazione dell’Unione sono, in seguito a Brexit, oggetto di discussione e lotta politica tra Scozia e Inghilterra.
Questa ricetta è ispirata ai venti di libertà che arrivano da oltremanica.

Maritati freschi
Patate
Origano siciliano
Treccione affumicato
Acqua
Sale integrale siciliano


Sbucciare le patate, lavarle, tagliarle a dadini, metterle in pentola, aggiungere acqua fredda a coprire abbondantemente così che sia sufficiente per cuocere le patate e la pasta. Far bollire, salare, quando le patate sono quasi cotte aggiungere l’origano, far finire di cuocere quindi aggiungere i maritati. Scolare abbastanza al dente. In una zuppiera preparare cubetti di treccione e versarvi la pasta con le patate. 

domenica 10 settembre 2017

Orecchiette e patate con timo e provola affumicata, ricetta di Papà Claudio

Orecchiette e patate con timo e provola affumicata, ricetta di Papà Claudio

Tra i protagonisti del Risorgimento italiano vi sono alcune valorose, coraggiosissime donne che hanno saputo conquistare in battaglia gli onori delle armi, la più famosa è probabilmente Anita Garibaldi, descritta dall’eroe dei due mondi quale più valorosa e coraggiosa di lui, ma molte sono state le italiane che hanno creato il nostro Paese. C’è chi ha sbaragliato eserciti nelle strade di Milano, chi ha complottato e chi ha creato le condizioni per l’indipendenza italiana.
Questa ricetta è ispirata alle donne del Risorgimento.

Orecchiette fresche
Patate
Timo fresco
Provola affumicata fresca in fette grandi
Acqua
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva


Sbucciare le patate, lavarle, tagliarle a dadini, metterle in pentola, aggiungere il timo fresco e acqua fredda a coprire abbondantemente così che sia sufficiente per cuocere le patate e la pasta. Far bollire, salare e quando le patate sono cotte, aggiungere le orecchiette. Scolare abbastanza al dente. In una zuppiera preparare cubetti di provola e versarvi la pasta con le patate, aggiungere un filo di olio a crudo. 

sabato 9 settembre 2017

Ciambelle a cancello o ciammelle a cancellu, ricetta di una persona speciale

Ciambelle a cancello o ciammelle a cancellu, ricetta di una persona speciale

La ricetta delle ciambelle a cancello, tipicità mentanese, ci è stata tramandata da Isolde, che l’ha appresa dai suoceri, ed è stata perfezionata da Nonno Pietro e Nonna Lucilla, con la consulenza di Papà Claudio e Mamma Valentina. Come la maggior parte delle tipicità regionali e locali italiane è difficile rintracciarne con precisione l’origine anche se è plausibile pensare che essa sia stata elaborata per la cena che si svolse a Mentana tra Carlo Magno e Papa Leone III prima dell’incoronazione solenne dell’imperatore da parte del pontefice. Le teorie sono molte ma vi sono talune caratteristiche che potrebbero far pensare che tale ipotesi sia valida. In primo luogo la forma, una croce in campo tondo con delle mezzelune, simbolo molto simile al sigillo utilizzato per consacrare le chiese e che quindi potrebbe essere stato utilizzato per simbolizzare la consacrazione dell’impero da parte del papa, un sigillo benedicente. Gli ingredienti erano disponibili durante il Medioevo e Mentana era stata un luogo dove i patrizi romani trascorrevano quella che oggi si chiamerebbe villeggiatura, era dunque un posto che si potrebbe definire con termini moderni turistico dove vi era una familiarità con la preparazione di pranzi e cene sontuose in cui il cibo era anche mezzo di comunicazione, talvolta di diplomazia. La facilità di trasporto e di conservazione potrebbero far pensare ad una ricetta di quell’epoca. Il fatto che tale forma sia stata poi utilizzata quale simbolo e sigillo di quei cancelli che chiudevano il borgo la sera e nei momenti di pericolo potrebbe essere un ulteriore elemento a favore di tale ipotesi ma dimostrarne la validità storica è alquanto complesso e difficile, se non impossibile.

Farina 3 kg più il necessario per la spianatoia
Sale 85 gr
Olio extra vergine di oliva 1 litro
Vino bianco 1 litro
Semi di Pimpinella anisum, detto anche anice comune o verde 200 gr
Uova 4
Acqua


Sbattere le uova, aggiungervi, nell’ordine, il vino, l’olio, la farina, il sale e l’anice. Impastare per circa mezz’ora o quaranta minuti, oppure porre nell’impastatrice orbitale a velocità bassa e costante, non con la frusta, per mezz’ora, quindi aggiustare l’impasto a mano se necessario. Cospargere la spianatoia, o un piano di lavoro abbastanza ampio, di farina, creare con le mani budellini di circa due centimetri di diametro quindi rollarli sul piano, chiuderli in forma di cerchio. Creare dunque budellini leggermente più piccoli per la forma a croce e per le mezzelune, adagiarli nel cerchio fino a creare la tipica forma della ciammella a cancellu, sigillare con un utensile di circa mezzo centimetro di diametro nei punti di contatto. Lessare le ciambelle facendo attenzione a non farle rompere, scolarle appena vengono su, adagiarle su un panno posizionato su uno stendino ad asciugare, girandole almeno una volta per evitare che si attacchino al panno e farle asciugare uniformemente. Dopo circa una notte o più in base all’umidità dell’aria cuocere in forno ben caldo a 170°C o 190°C, adagiandole su carta forno sistemata sulla griglia e girandole una volta. I tempi di cottura variano molto da forno a forno, da circa mezz’ora ad oltre un’ora. 

venerdì 8 settembre 2017

Crostini con mozzarella e sciroppo d’acero

Crostini con mozzarella e sciroppo d’acero

L’Italia è un Paese meraviglioso, ovunque si giri lo sguardo è possibile ammirare capolavori dell’arte e dell’architettura, sviluppare quel senso del bello che ha consentito alle maestrie artistiche e artigiane italiane di costruire tutto ciò che rende unico il BelPaese.
Non è inusuale, però, incontrare splendidi casolari e antiche fattorie in condizioni di totale abbandono, pericolanti e, fondamentalmente, inutilizzabili. ‘Che peccato’, si pensa inevitabilmente passandovi davanti.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza italiana.  

Pane ciriola o baguette
Mozzarella
Sciroppo d’acero


Affettare il pane, tostarlo, condire con mozzarella, porlo nel forno fino a che il formaggio si sarà squagliato, aggiungere un filo di sciroppo d’acero, servire caldo. 

giovedì 7 settembre 2017

Scrippelle con salmone e mozzarella

Scrippelle con salmone e mozzarella

Il lavoro è un’attività fondamentale per una vita attiva all’interno di una società di persone che autonomamente si organizzano e creano le basi della vita democratica. L’articolo uno della Costituzione della Repubblica italiana lo evidenzia in modo chiaro, lampante. Eppure, come afferma ripetutamente Papa Francesco I Bergoglio, il lavoro è e deve essere dignitoso, deve fornire gli strumenti e i mezzi per lo sviluppo delle proprie capacità e deve essere adeguatamente pagato. Quando gran parte dello stipendio si dilegua in tasse, gabelle e dazi la società ne risente fortemente e le libertà fondamentali della cittadinanza danneggiate. Creare le condizioni necessarie affinché il lavoro venga adeguatamente retribuito e affinché tale retribuzione arrivi effettivamente a chi svolge il lavoro è prerequisito per una convivenza sociale pacifica, è base della società, fondamento di quel neoumanesimo predicato e auspicato dall’attuale pontefice e da tutte le persone con una coscienza civica e la voglia di costruire società aperte e libere.
Questa ricetta è ispirata alla libertà.

Uova
Latte
Acqua
Farina
Olio extravergine di oliva
Burro
Salmone affumicato
Mozzarella


Preparare le scrippelle, o crespelle, mescolando uova, farina, latte, acqua tiepida, facendo riposare e dunque cuocendole una ad una nell’apposita padella leggermente oliata con un tovagliolo lievemente imbevuto. Piegarle a metà, farcirle con mozzarella e salmone, senza esagerare altrimenti strabordano in cottura, porle in una teglia oliata. Preparare una besciamella leggera con burro, latte, farina e qualche pezzettino di salmone. Quando la teglia è sufficientemente piena di scrippelle versarvi sopra la besciamella e infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario alla cottura. 

mercoledì 6 settembre 2017

Pomodori col riso, ricetta di Nonna Lucilla

Pomodori col riso, ricetta di Nonna Lucilla

Diventare genitori è meraviglioso, anche se talvolta può essere pericoloso, e diventare nonni è un’esperienza che, pare, faccia sentire un gran senso di gioia e talvolta di smarrimento. Imparare ad essere nonni è tanto bello quanto complicato seppur sembrerebbe facilissimo. I nonni quando i bambini crescono sono quelli che preparano un dolcetto in più, che fanno qualcosa di speciale per i nipotini, che sono sempre pronti ad accoglierli col sorriso e un abbraccione. Al contrario di mamme e papà possono permettersi di non dire quei ‘no’ che talvolta sono necessari all’educazione, possono fornire quei consigli su argomenti di cui i genitori non parlano e sono validissimi alleati dei più piccoli. Così come ognuno trova il proprio modo di vivere la propria genitorialità, così i nonni imparano e trovano il proprio modo di vivere la propria ‘nonnità’.
Questa ricetta, elaborata da Nonna Lucilla, è dedicata al meraviglioso percorso alla scoperta della bellezza di essere nonni.

Riso parboiled
Acqua
Basilico in abbondanza
Prezzemolo in abbondanza
Pomodori grandi ben maturi, meglio se cuore di bue
Aglio
Acqua
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva
Patate


Lavare i pomodori, tagliarli orizzontalmente in modo da creare un coperchio con la parte del picciolo e un contenitore col pomodoro. Togliere la polpa con un cucchiaio o con un coltello con la punta arrotondata facendo attenzione a non rompere i pomodori, passarla nel passaverdure. Su un tagliere strofinare l’aglio spaccandolo con un coltello o con la mezzaluna, togliere i residui di aglio, fare il trito di basilico e prezzemolo sul tagliere insaporito. Condire il passato di polpa di pomodoro con olio, sale e trito, far insaporire in un’insalatiera capiente. Sbollentare il riso in acqua bollente salata per un paio di minuti, scolarlo e passarlo sotto l’acqua fredda, metterlo nell’insalatiera, girare bene e far insaporire per qualche minuto. Oliare una teglia, sbucciare le patate, lavarle e tagliarle a tocchetti piccoli, asciugarle e salarle in un canavaccio pulito. Riempire i pomodori con il riso, abbastanza ma non fino all’orlo, mettere una foglia di basilico, chiudere con il coperchio di pomodoro, mettere nella teglia. Quando tutti i pomodori sono in teglia aggiungere le patate e, se è avanzato, condirle con il passato di polpa condito. Infornare in forno ben caldo a temperatura medio bassa fino a cottura. 

martedì 5 settembre 2017

Filetto di manzo con semi di anice verde

Filetto di manzo con semi di anice verde

Viaggiare è sicuramente un ottimo modo per imparare, apprendere, conoscere. Non sempre è facilissimo farlo non tanto o non soltanto per questioni economiche quanto per esigenze personali, lavorative, familiari. Percorrere migliaia di chilometri in macchina soltanto per vedere il sole sorgere tra le montagne, la campagna e l’oceano è meraviglioso ma lo è anche camminare lentamente in un parco vicino casa spingendo un passeggino o scoprire i dintorni con gite brevi, adatte ad un bebè.
Questa ricetta è ispirata agli infiniti modi possibili di viaggiare.

Filetto di manzo acquistato dal macellaio di fiducia
Semi di Pimpinella anisum, detto anche anice comune o verde
Sale integrale siciliano
Olio extravergine di oliva


Mettere il sale sulla bistecchiera, farla scaldare bene, porvi la carne, abbassare la fiamma o lasciare a fuoco vivace in base alla cottura desiderata. Quasi a fine cottura aggiungere semini di anice sulla carne, impiattare e condire con un filo di olio extravergine, meglio se aromatizzato con l’anice. 

lunedì 4 settembre 2017

Basmati in bianco con burro salato, ricetta di Papà Claudio

Basmati in bianco con burro salato, ricetta di Papà Claudio

I primi acquazzoni hanno rinfrescato l’aria afosa di una tra le più torride e calde estati negli ultimi centocinquant’anni e viene subito voglia di mangiare qualcosa di caldo, un risotto o una zuppa. Non sempre si ha però il tempo per cucinare o trascorrere tempo ai fornelli, come la preparazione di un risotto tradizionale o di una zuppa prevedono, si può dunque ovviare con qualche ricetta veloce e gustosa.

Riso basmati o thai
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Burro salato o leggermente salato
Acqua


Lessare il riso, scolarlo al dente. In un’insalatiera porre il burro e il parmigiano a tocchetti irregolari, versarvi il riso caldo e girare bene. 

domenica 3 settembre 2017

Insalata di basmati con robiolino e Condiriso light

Insalata di basmati con robiolino e Condiriso light

L’Atto del Multiculturalismo del Canada, come ha efficacemente spiegato il Primo Ministro Justin Trudeau, è, insieme alla Carta di Libertà e Diritti, fondata su principi estremamente democratici i quali includono il rispetto delle istituzioni e della società democratica anche qualora la maggioranza si dichiarasse contraria a tali principi. La democrazia non è un sistema perfetto, anzi è decisamente perfettibile, e una società libera e aperta per rimanere tale ha necessità di alcuni meccanismi di difesa del sistema stesso. Se fino a qualche decennio fa il problema fondamentale era la mancanza di rappresentanza delle istanze che riguardano la stragrande maggioranza della popolazione, nelle moderne democrazie il funzionamento dell’idea democratica libertaria è anche la protezione delle minoranze. Questo punto era stato compreso appieno da Mazzini che individuava nella democrazia una forma imperfetta, al contrario di ciò che per lui era la repubblica, a rischio di derive che oggi chiameremmo populiste. La difesa delle minoranze, prendere in considerazione il dissenso e le necessità di chi non agisce e non pensa allo stesso modo della maggioranza della popolazione è vitale all’esistenza stessa delle società libere e aperte. Pertanto è fondamentale che tale difesa tuteli le conquiste libertarie anche se esse non riguardano, all’apparenza, la maggioranza delle persone. I fasciatoi nei luoghi di lavoro o di svago non riguardano la maggioranza della popolazione eppure sono un elemento di civiltà, il maschilismo è espressa da un gran numero di persone pertanto debbono esservi leggi che condannino tale pratica oppressiva. Multiculturalismo, dunque, non vuol dire calpestare anni di conquiste sociali e politiche, tra cui la libertà delle donne di vestirsi come meglio credono e di andare in giro coi capelli al vento tenendo per mano la persona che amano, bensì fare in modo che tali conquiste siano considerate importanti dalla cittadinanza evidenziando i vantaggi di una società libera e aperta rispetto a quelli dell’oppressione.

Questa ricetta è ispirata all’importanza del libero pensiero. 

Riso basmati
Acqua
Sale integrale siciliano
Condiriso light
Robiolino
Olio extravergine di oliva


Lessare il riso in abbondante acqua salata, scolarlo e passarlo velocemente sotto l’acqua fredda per togliere l’amido. Scolare il condiriso nella quantità necessaria, passarlo sotto l’acqua fredda, porlo nell’insalatiera di condimento, aggiungere il riso, il robiolino e un goccio d’olio, mescolare bene per amalgamare. 

sabato 2 settembre 2017

Tapas con robiolino e zucchine grigliate

Tapas con robiolino e zucchine grigliate

Le tapas sono stuzzichini spagnoli con cui si accompagna il vino o comunque le bevande alcoliche, non dissimili dagli antipasti nostrani o dalle italianissime merende salate. In qualunque bar spagnolo che si rispetti è possibile spizzicare queste sfiziosità prima di cena che, specialmente nei caldissimi paesi del Sud e del Centro, è prevista un paio d’ore dopo rispetto alla consuetudine italiana.
Questa ricetta è ispirata ai tapas bar spagnoli che si stanno sempre più diffondendo anche in Italia.



Baguette, frusta o sfilatino di pane ai cinque cereali con semini vari
Robiolino
Zucchine


Lavare le zucchine e tagliarle sottili, grigliarle. Affettare il pane, spalmarvi sopra il robiolino e guarnire con le zucchine.