Pici senesi con crema di carote e timo citronella
Nel 2017
ricorrono due centocinquantenari che all’apparenza hanno poco o niente a che
fare tra loro: quello della fondazione del Canada quale confederazione e quello
della Battaglia di Mentana che segnò la fine della campagna garibaldina nell’Agro
romano, eppure tra i due anniversari vi è una linea comune che ha a che fare
con la Francia e con la creazione del liberalismo moderno.
La leggenda
mista alla storia narra che furono le donne le prime a costruire ideali ponti
di comunicazione tra i nativi e i coloni. Le popolazioni autoctone avevano un’abitudine
alquanto difficile da comprendere per gli europei di quel tempo: le donne, con
pargoli in spalla, viaggiavano da sole su canoe nelle sconfinate lande canadesi
e stabilire un contatto poteva essere alquanto complicato. Pare dunque che i
coloni chiesero l’aiuto delle Orsoline per riuscire a comunicare con le ‘donne
in canoa’. L’immaginario canadese si svilupperà poi di gran lunga sull’idea
della frontiera non quale conquista di guerra bensì quale raggiungimento di
libertà impensabili a quei tempi per le donne e forse non è un caso che gran
parte della letteratura canadese sia una lunga narrazione tessuta da mani
femminili. Ad ogni buon conto fu questo incontro tra donne francesi e donne
aborigene che creò il primo nucleo del futuro Stato.
La nascita della
Federazione canadese, oltre ad essere un momento fondamentale per la
costituzione di quello che attualmente è considerabile uno tra gli Stati più liberali
e libertari del Pianeta, pose un freno alle idee del primo continentalismo che
propugnava un’unica confederazione di Stati Uniti comprendente il Messico e i
territori canadesi quale disegno della Provvidenza per promuovere una certa
rettitudine di pensiero e di azione. A ben guardare nel ‘Destino Manifesto’ si
possono ritrovare alcune idee del Risorgimento italiano, senza però la visione
complessa e interconnessa della complicatissima situazione europea, speranze
che vennero comunque decisamente ridimensionate dalla fondazione della
Federazione, soprattutto se si pensa che i cittadini canadesi sono tuttora
sudditi della Regina del Regno Unito.
Per uno strano
caso della storia, mentre gli Stati Uniti d’America hanno sviluppato una
società piuttosto chiusa e poco progressista soprattutto nei confronti della
popolazione, il Canada ha creato una delle più aperte e pacifiche forme di
democrazia esistenti sul Pianeta e oggi pensa a possibilità di unione
nordamericana, una forma rivista e corretta di ‘continentalismo’, che molto fa
pensare all’attuale Unione europea, immaginata proprio durante il Risorgimento
dalla geniale mente di Mazzini.
Mentre dall’altra
parte dell’Atlantico nasceva la prima espressione formalmente riconosciuta del
Canada, sul versante europeo i Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei
due Mondi, venivano malamente sconfitti dalle truppe reazionarie papaline
francesi a pochi chilometri da Roma e in un luogo dove era accaduto, mill’anni
prima uno storico incontro tra potere temporale e papale che aveva gettato le
basi per la creazione dell’Europa: quello tra Carlo Magno e Leone III. A
Mentana si combatté per l’Italia e per un’Europa libera dal potere temporale
del Papa, e Garibaldi perse, tra l’altro sul piano della comunicazione, proprio
nel luogo dove era stato sancito in modo inequivocabile il legame strettissimo
tra Imperatore e Pontefice. Il Papa aveva consacrato l’impero, dando
giustificazione divina alla nobiltà europea, a Mentana aveva definito i
dettagli dell’accordo in forma privata prima dell’incoronazione solenne e, dopo
un millennio il Risorgimento, le idee di Mazzini e le forze di Garibaldi si
disgregarono per un dettaglio, un errore di valutazione forse, contro le forze
militari che difendevano proprio quel principio divino di cui si ammantava la
nobiltà europea. Roma fu poi liberata e l’Italia unita, successivamente, ma
quella sconfitta fu dolorosissima per il Generale, forse anche più per la portata
simbolica della sconfitta. Lì dove l’Europa era stata definita a tavola e nel
luogo in cui il Pontefice di Santa Romana Chiesa aveva trovato la propria
affermazione nell’affermazione del principio di inviolabile divinità della
nobiltà e dell’imperatore, Garibaldi col suo mantello che trasudava le idee
rivoluzionarie del Risorgimento era stato sconfitto, per di più dai francesi,
quello stesso popolo che veniva a gran voce invocato da Mazzini per la capacità
dimostrata durante la Rivoluzione di essere sintesi di un’Epoca, quell’era
moderna che sarebbe stata caratterizzata dal liberalismo libertario e che
proprio in Canada trovava la sua prima espressione che si sviluppava grazie
alla mediazione più che allo scontro violento.
La storia
avrebbe poi dato ragione a Mazzini e al Risorgimento, avrebbe, proprio sull’altra
sponda dell’Atlantico, trovato terreno adatto allo sviluppo di quelle idee
progressiste professate dal grandissimo intellettuale italiano nel liberalismo
libertario e liberista di Justin Trudeau.
Questa ricetta è
ispirata alle idee del Risorgimento che sembrano voler rimbalzare da una parte
all’altra dell’Oceano come onde di libero pensiero.
Pici senesi
freschi
Carote
Timo citronella
Acqua
Sale siciliano
integrale
Parmigiano
reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Olio
extravergine di oliva
A piacere latte
A piacere una
spolverata di pepe macinato al momento
Burro d’alpeggio
della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Sbucciare e
lessare le carote al dente in acqua salata. Scolarle senza buttare l’acqua di
cottura, frullarle nel mixer da cucina fino ad ottenere una crema densa. Far bollire
l’acqua per la pasta, salarla, e nel frattempo, in una padella, scaldare l’olio
con il timo ben lavato, aggiungervi la crema di carote e, per ammorbidire, una
noce di burro, se necessario anche poco latte ed eventualmente un po’ di acqua
di cottura delle carote, aggiustare di sale. Lessare e scolare la pasta,
ripassarla in padella con la crema di carote e con abbondante parmigiano
grattugiato. A piacere aggiungere una spolverata di pepe direttamente sul
piatto.