lunedì 31 luglio 2017

Fagottelli con sciroppo d’acero e Gouda

Fagottelli con sciroppo d’acero e Gouda

Il Canada e i Paesi Bassi sono Paesi con un grado di democrazia e di qualità della vita piuttosto alti. Se oltreoceano amano superare costantemente le frontiere di diritti civili e libertà, nella terra di tulipani e zoccoli a punta sono state implementate alcune misure per rendere più gradevole la vita quotidiana della cittadinanza. Un elemento che certamente accomuna i due Paesi, decisamente diversi tra loro per cultura ed estensione territoriale, è l’idea che una società aperta è l’ideale per lo sviluppo di un’economia solida e questa idea si sviluppa in modo affatto differente anche se vi potrebbero essere interessanti interconnessioni che potrebbero portare beneficio ad entrambe.
Mentre il Canada ha, notoriamente, affrontato e risolto la questione relativa alla convivenza di un gran numero di nazionalità su un territorio enorme ma con una densità di popolazione nella città di Toronto pressoché equivalente a quella della città di Amsterdam, i Paesi Bassi hanno affrontato e risolto in modo decisamente civile le questioni di più stretta attinenza sociale, dal diritto abitativo ai diritti sul lavoro, con un’attenzione particolare alla creazione di una società fondata sulle persone e sull’eguaglianza percepita, anche se non implementata completamente per quanto concerne l’equiparazione salariale, quale elemento di normalità.
Il tempo libero e il valore che ad esso si attribuisce è forse una delle differenze più grandi tra le due nazioni: per il piccolo seppur prestigioso Stato europeo è un elemento fondamentale della vita delle persone, che deve essere preso in altissima considerazione nello stipulare contratti lavorativi in quanto non può assolutamente prescindere la quotidiana gestione del tempo retribuito. Senza contare che il tempo libero è un importante motore di sviluppo sostenibile per la solida economia olandese. L’America ha decisamente ritmi più frenetici, così come accade per il vicino a stelle e strisce ‘business is business’ e la competizione, seppur mitigata dal concetto di ‘fairness’ è decisamente improntata su altre idee. Il tempo libero è qualcosa che va difeso e conquistato, non un diritto, né tantomeno un motore dell’economia. Fa parte della frenesia lavorativa ed è maggiormente considerato a livello sociale se è attivo e aiuta a mantenersi in forma, stare bene ed essere felicemente, positivamente reattivi a qualunque nuova sfida. In altre parole, come accade in molti Paesi, non si capisce se il tempo libero sia più un dovere, un obbligo o comunque qualcosa di più stressante delle giornate lavorative, momenti in cui è necessario essere felicemente al top. Se il Canada ha molto da insegnare per quanto concerne l’implementazione di un sistema profondamente multiculturale, i Paesi Bassi possono essere un ottimo esempio per l’abbattimento di ulteriori frontiere sociali, civili, culturali che mettano al centro l’essere umano, in quella visione del neoumanesimo così efficacemente incarnata da Papa Francesco I Bergoglio.

Questa ricetta, che unisce due ingredienti tipici nederlandesi e canadesi, è ispirata alle possibili interazioni tra eccellenze sociali per sviluppare nuove idee di libertà. 

Acqua
Farina
Lievito di birra
Sciroppo d’acero
Formaggio olandese Gouda


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua, se è lievito in polvere aggiungere zucchero, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia di circa un centimetro, ritagliare quadrati di circa sette centimetri di lato, farcire con tocchetti di Gouda e qualche goccia di sciroppo d’acero. Richiudere a sacchettino, porre in una teglia oliata oppure con carta forno, infornare in forno ben caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

domenica 30 luglio 2017

Zuppa fredda di pomodoro

Zuppa fredda di pomodoro

Il tempo delle vacanze di massa si avvicina, le corse ai saldi e alla migliore occasione per trascorrere il periodo estivo nel modo desiderato sono giunte quasi al termine, la voglia di fare di partire e trascorrere momenti spensierati e memorabili è per la maggioranza di chi va in ferie ad agosto una frenesia che fa affrontare con maggiore sprint le ultime fatiche del tran tran quotidiano.
Chi coltiva orti e orticelli in realtà ha appena iniziato a svolgere il lungo lavoro per conservare e mettere da parte le prelibatezze per l’inverno e chi ha la fortuna di vivere e lavorare in posti turistici freme per l’arrivo imminente delle orde di villeggianti.

In questi momenti una bella zuppa fredda può essere una vera risorsa per mangiare bene, rinfrescarsi e combattere gli effetti negativi dello stress.

Pomodori maturi, dell’orto
Olio extravergine di oliva
Pane casareccio sciapo
Sale siciliano integrale
Basilico in abbondanza
Prezzemolo in abbondanza
Pepe nero
Aglio
Pinoli


Lavare i pomodori e passarli nel passaverdure a mano. Su un tagliere schiacciare l’aglio e strofinarlo per lasciare l’aroma, togliere l’aglio. Mettere sul tagliere insaporito con l’aglio il prezzemolo e il basilico ben lavati, i pinoli ben sbucciati, con la mezzaluna fare un trito fine, metterlo in una ciotolina con l’olio, il sale e il pepe appena macinato. Versare il condimento nel pomodoro passato, girare bene e far insaporire almeno una mezz’oretta. Tagliare il pane a dadotti, tostarlo in una padella con olio caldo dove è stato imbiondito uno spicchio d’aglio. 

sabato 29 luglio 2017

Macedonia estiva con mozzarelline di bufala

Macedonia estiva con mozzarelline di bufala


Fare il pieno di vitamine in estate è ottimale per affrontare la stagione calda e prepararsi alle intemperie dell’inverno. La bella stagione, d’altronde, offre una straordinaria varietà di frutta e verdura per re-idratarsi, detossinarsi e reintegrare quei nutrienti tanto importanti per uno stile di vita sano ed equilibrato.
Un pasto molto calorico quando si fiorano i 40°C non è certamente l’idea più allettante, seppure le ricette estive della tradizione italiana, tra melanzane alla parmigiana, pasta al forno, peperoni ripieni e altre specialità, non siano esattamente un esempio di leggerezza, vi sono molte possibilità di reinventare la tradizione di abbinare elementi salati alla frutta, come nel caso del prosciutto e melone, per creare sfiziosi piatti rinfrescanti, idratanti e nutrienti.

Questa ricetta è ispirata alle calde giornate estive e al piacere della frescura mentre grilli e cicale riempiono lo spazio sonoro. 

Mozzarelline di bufala La bottega del casaro
Melone
Cocomero, anguria
Menta fresca


Far rinfrescare melone e cocomero possibilmente nell’acqua e ghiaccio oppure, se proprio necessario, in frigorifero. Sbucciare il cocomero, tagliarlo a dadotti cercando di togliere i semi. Spaccare il melone, togliere i semi, svuotarlo dalla polpa con un utensile per fare le palline di gelato, porre tutto in un’insalatiera insieme alle mozzarelline, eventualmente tagliate a metà o in quattro. Mescolare bene e riempire le metà di melone con la macedonia, guarnire con menta fresca. Servire fresco ma assolutamente non di frigorifero che altererebbe il sapore della mozzarella. 

venerdì 28 luglio 2017

Insalata con avena, zucchine crude e macadamia

Insalata con avena, zucchine crude e macadamia

L’implementazione di trattati e statuti internazionali nell’ordinamento nazionale porta spesso alla modificazione di tali strumenti legali. Questo accade in modo particolarmente evidente quando si introducono nei sistemi nazionali inseriti all’intero di vari livelli di cooperazione internazionale e sovranazionale, come ad esempio l’Italia che è membro dell’Unione europea, delle Nazioni unite, della Corte penale internazionale, etc., reati difficili da definire in modo univoco e definitivo. Il reato di tortura, da poco introdotto nell’ordinamento italiano, è stato pensato a livello internazionale quale deterrente al rovesciamento di legalità dallo Stato di diritto alle dittature e si rivolge in modo piuttosto palese alle strutture interne, agli organismi statali, alle varie forme di polizia e di esercito, ai pubblici ufficiali che svolgono una funzione importante nella organizzazione e gestione pratica della legalità e della giustizia. Il principio che regola l’idea di Stato di diritto e le sue violazioni mediante la non implementazione di strumenti atti a garantire la legalità dello Stato stesso è piuttosto semplice da comprendere per chi abbia una qualche familiarità con i casi dibattuti nei tribunali e nelle corti penali internazionali. Generalmente, infatti, tali casi prendono in considerazione gravissime violazioni del diritto internazionale che sono spesso alquanto complesse da dimostrare con prove concrete al di sopra di ogni sospetto. Un imputato di crimini contro l’umanità, ad esempio, è spesso un altissimo ufficiale o un capo di Stato o di governo le cui presunte responsabilità personali nella perpetrazione di genocidi, gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e altri crimini, seppur evidenti e palesi agli occhi della comunità internazionale non sono così facilmente provabili in sede dibattimentale. Un capo di stato che non abbia mai preso una pistola in mano per uccidere fisicamente una persona ma che abbia creato e stimolato le condizioni per un rovesciamento dello Stato di diritto è, nel diritto internazionale, responsabile in prima persona delle azioni criminose commesse dai suoi sottoposti di rango istituzionale.
Il reato di tortura a livello sovranazionale è dunque riferito prevalentemente ai pubblici ufficiali in quanto elemento probante di un sistema in cui il ‘rule of law’, lo Stato di diritto sia stato rovesciato al fine di commettere azioni criminose per la giurisdizione internazionale.
In Italia tale reato è stato inserito nell’ordinamento nazionale ma con sostanziali modifiche, che su alcuni punti hanno fatto gridare allo scandalo o storcere il naso a taluni, rispetto all’ordinamento internazionale. Nello specifico, la differenza più lampante è la non attribuzione del reato di tortura ai soli funzionari pubblici, la cui posizione è considerata un notevole aggravante nella eventuale comprovata responsabilità individuale, ma a qualunque cittadino.
La questione potrebbe in realtà presentare notevoli vantaggi nella definizione e nella punizione di casi di violenza domestica, e/o contro disabili, anziani, donne, bambini, oppure contro i reati di usura, di ‘protezione’ di stampo mafioso, etc.
Un punto che rimane un po’ nebuloso è quello che concerne l’istigazione, con l’aggravante della diffusione per via informatica o telematica, a commettere tali reati sia che essi vengano commessi sia che le parole rimangano inascoltate. Il comune cittadino potrebbe pensare che se, in uno sfogo su un social network, affermasse che tutti i politici fanno schifo e bisognerebbe utilizzare gli strumenti della santa inquisizione per evitare che distruggano ulteriormente il nostro Paese potrebbe, ipoteticamente, essere passibile di denuncia per istigazione al reato di tortura. Questo punto verrà molto probabilmente chiarito in seguito, comunque per il momento è importante che tale reato sia stato implementato nell’ordinamento italiano.
Tra l’altro, le modificazioni inserite dall’Italia potrebbero aprire nuovi spazi di discussione, a livello internazionale, sui confini legali del rovesciamento dello Stato di diritto e se essi comprendano o meno le azioni contrarie al buon senso, quali, ad esempio, lasciare popolazioni inermi e indifese di terremotati e/o vittime di calamità naturali sotto la neve per negligenza istituzionale e politica, quale, ad esempio, aver deciso di discutere in aula le ‘misure urgenti’ ad inverno inoltrato, a fine legislatura e dopo mesi dall’accadimento calamitoso.

Questa ricetta è ispirata alla vivacità del diritto nazionale ed internazionale. 

Zucchine piccoline freschissime, appena colte
Pomodori freschissimi, maturi e sodi
Noci macadamia
Primosale o altro formaggio molto fresco
Avena integrale biologica
Sale siciliano integrale
Fagiolini
Olio extravergine di oliva


Pulire i fagiolini, lavarli, cuocerli a vapore, tagliarli a pezzetti. Pulire l’avena, lessarla, scolarla, passarla sotto l’acqua fredda. Sbucciare le noci macadamia, tritarle grossolanamente, tostarle velocissimamente su una piastra. Tagliare il formaggio a dadotti. Lavare i pomodori, tagliarli a cubotti, condirli con sale e olio. Lavare bene le zucchinette, affettarle sottilissime, aggiungerle ai pomodori. Porre tutti gli ingredienti in un’insalatiera, girare bene, aggiustare di sale e di olio, far insaporire per una mezz’oretta, servire fresca non di frigorifero. 

giovedì 27 luglio 2017

Straccetti di manzo con zucchine e mandorle

Straccetti di manzo con zucchine e mandorle

La scuola e l’istruzione pubblica sono un diritto inalienabile e incontestabile della cittadinanza, sono le basi su cui si fonda il principio di eguaglianza e di pari opportunità senza distinzione di sesso, di religione e di censo. Dopo anni difficili magistralmente raccontati da Leonardo Sciascia in più occasioni, la classe politica italiana ha preferito smantellare pezzo per pezzo l’istituzione scolastica fino a trasformarla in un luogo in cui gli studenti non hanno punto voglia di andare. Ben diversa la situazione in altri Paesi in cui l’educazione, la scuola e il futuro rappresentato dalle giovani generazioni è considerata questione di primaria importanza. In Italia sono aumentati insegnamenti e insegnanti, con l’omissione di educazione civica e musicale, a fronte di nazioni che hanno eliminato di fatto le materie per consentire un apprendimento più libero e spontaneo, stimolando non soltanto il desiderio di conoscere ma anche la voglia, che sarebbe ovvia, di recarsi in una scuola, luogo in cui si dovrebbe poter giocare, imparare, stare con altri bambini, socializzare e crescere insieme ponendo le basi per la costruzione di una società libera e aperta.
Forse l’attuale classe politica ha paura di cittadini forniti di adeguati strumenti cognitivi e capacità di critica tali da consentire l’esercizio libero e cosciente di tutti i diritti di cittadinanza, in primis quello di conoscere per deliberare, oppure pensa che lo studio sia un obbligo fondamentalmente noioso e privo di reali funzioni sociali.

Questa ricetta è ispirata alla scoperta degli universi di conoscenza da parte delle giovani generazioni. 

Mandorle dolci
Pochissime mandorle amare
Straccetti di manzo acquistati dal macellaio di fiducia
Farina
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Zucchine freschissime

Sbucciare le mandorle e tritarle grossolanamente mescolando quelle dolci con pochissime amare con un rapporto di circa 10:1. Scaldare poco olio in una padella insieme alle mandorle tritate e alle zucchine lavate e tagliate julienne, salare. Nel frattempo togliere eventuali nervetti e grasso dagli straccetti, infarinarli e salarli leggermente, quindi, quando le zucchine sono ad un buon punto di cottura aggiungerli nella padella e portare al grado di cottura desiderato su fuoco vivace ma non troppo. 

mercoledì 26 luglio 2017

Fagottelli con fiori di zucchina, mozzarella e olive verdi

Fagottelli con fiori di zucchina, mozzarella e olive verdi

Coltivare l’orticello è un modo per mangiare bene, scaricare lo stress, recuperare bioritmi preziosamente naturali ed esigere, da consumatori, una maggiore attenzione nei confronti della spesa ordinaria. Sprecare il cibo dopo aver trascorso ore piegati a dissodare il terreno, piantare germogli, scacchiare e potare, raccogliere frutta e ortaggi, oppure a lavare e sterilizzare barattoli da riempire con marmellate, composte, sughi, sottoli e sottaceti fatti in casa, farli dunque bollire a lungo così da garantire una chiusura ermetica e una conservazione ideale sperando di aver fatto tutto nel giusto modo, oggettivamente non è qualcosa di gradevole.
Praticare l’orticoltura aiuta dunque anche ad evitare scelte eccessivamente consumistiche o poco rispettose dell’ambiente oltre a far ritrovare sapori e gusti che si credeva dimenticati, prelibatezze e bontà di cui a malapena si riusciva a ricordare l’aroma.
Questa ricetta è ispirata i molteplici benefici della coltivazione casalinga. 

Acqua
Farina
Lievito di birra
Fiori di zucchina
Mozzarella
Olive verdi dolci grandi


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua, se è lievito in polvere aggiungere zucchero, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia di circa un centimetro, ritagliare quadrati un po’ più piccoli della grandezza del fiore di zucchina completamente aperto. Lavare bene i fiori di zucchina, aprirli bene, porli sui quadratini di sfoglia così che una parte della punta fuoriesca, porre al centro del fiore l’oliva denocciolata, sciacquata e spaccata a metà, porre al centro dell’oliva un tocchetto di mozzarella, chiudere l’oliva, il fiore, il fagottello e porre in una teglia oliata oppure con carta forno, infornare in forno ben caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

martedì 25 luglio 2017

Insalata di pasta con spigola affumicata

Insalata di pasta con spigola affumicata

L’artigianato italiano è da sempre sinonimo di grande qualità anche se tale tradizione ha rischiato più volte, negli ultimi decenni, di venir sommersa da una tassazione selvaggia e da un’industrializzazione che ha tentato di calpestare qualunque tradizione e tipicità in nome del progresso e di una datatissima modernità o di una ancor più obsoleta purezza di linee e forme che mal si combina con il variegato e meraviglioso paesaggio italiano.
Fortunatamente la resilienza è una parola che nel BelPaese ha un significato profondamente radicato nella realtà storica e, con gli anni, le nuove generazioni hanno cercato di riscoprire quella bellezza che si cela in ogni seppur piccolo territorio, dalla ceramica dipinta a mano alle creazioni in ferro elaborate e non ‘industrial’, dal cibo tipico alle creazioni all’uncinetto.

Questa ricetta è ispirata alla bellezza dell’artigianato italiano e all’importanza delle arti-mestieri nella costruzione di sviluppo e turismo sostenibile. 

Pasta corta tipo conchiglie o conchigliette rigate
Olio extravergine di oliva
Acqua
Sale integrale siciliano
Spigola affumicata artigianalmente Sapor Maris
Pomodori bistecca
Prezzemolo fresco
Cipollina fresca

Aprire la confezione di spigola affumicata, lasciarla arieggiare per almeno un’ora, tagliarla a cubetti piuttosto piccoli. Lavare i pomodori, tagliarli a cubetti di circa un centimetro, condirli con sale, olio, cipollina fresca affettata sottilissima, prezzemolo. Mettere a bollire l’acqua, salare, cuocere ben al dente la pasta, scolarla, passarla sotto l’acqua fredda. Versarla nell’insalatiera con i pomodori, aggiungere i cubetti di spigola, girare bene, lasciar insaporire per una ventina di minuti senza metterla in frigo assolutamente. 

lunedì 24 luglio 2017

Bruschettine con mozzarella, palamita affumicata e fiori di zucchina

Bruschettine con mozzarella, palamita affumicata e fiori di zucchina

La merenda, abitudine particolarmente sana e gradevole, per qualche anno era stata relegata nel dimenticatoio della cultura nostrana e da qualche tempo, insieme col recupero di tradizioni, cibi, cultivar e produzioni locali sta riprendendo il suo posto di vera e propria ritualità pomeridiana. In base al clima l’orario e gli ingredienti alla base di tale pasto variano anche molto, si passa dalla tazzona di latte e biscotti alla panzanella romana, dal cicheto veneziano allo sfilatino colmo di affettati, carne, pesce o formaggio attraversando tramezzini, crostini, pizze, arancini, legumi, calzoni, granite, polenta, gelati e tutta una varietà di prelibatezze impossibile da elencare.
La merenda, in altre forme, è una tradizione che si trova anche in Spagna, con le tapas, sfiziosi stuzzichini che molto fanno pensare ai cicheti veneziani anche se poco hanno a che fare con l’abbondanza talvolta strabordante del Centro e del Sud Italia, ma anche di talune località del Nord.

Questa ricetta è perfetta per una merenda gustosa, nutriente e leggera. 

Pane casareccio sciapo
Palamita affumicata artigianalmente Sapor Maris
Mozzarella fior di latte
Fiori di zucchina


Aprire la confezione di Palamita e lasciarla arieggiare per almeno un’oretta, quindi tagliarla a fiammifero. Affettare il pane e tagliarlo così da ottenere delle basi di circa un centimetro di spessore, 10 centimetri di lunghezza e la larghezza della fetta in modo che il fiore non strabordi. Lavare e asciugare i fiori di zucchina, affettare il fiordilatte. Tostare il pane, quindi aggiungere il fiordilatte e continuare a tostare fino a che si ammorbidisce bene, quindi aggiungere alcuni petali del fiore alternati a fiammiferi di palamita, scaldare per un minuto così da far incorporare il pesce e il fiore nella mozzarella, servire subito. 

domenica 23 luglio 2017

Troccoli con zucchine, robiolino e noci, ricetta di Claudio

Troccoli con zucchine, robiolino e noci, ricetta di Claudio

Il cinema italiano negli ultimi anni non ha saputo produrre i capolavori che hanno caratterizzato le pellicole dagli anni dell’immediato dopoguerra fino agli anni ’70. A parte qualche regista, tra l’altro spesso costretto ad emigrare, non si può dire che vi sia stata un’evoluzione del cinema italiano, si può piuttosto affermare il contrario: c’è stata una vera e propria involuzione fino a risultati a dir poco penosi. Non che la situazione nel resto del mondo sia tanto migliore, anzi. I film campioni di incassi e di prestigiosissimi premi sono spesso ‘carini’, gradevoli ma è piuttosto raro trovare scene memorabili, film indimenticabili e narrazioni cinematografiche che lasciano il segno nella memoria e nell’immaginario collettivo in modo indelebile e assoluto.
Si potrebbe obiettare che l’immaginario collettivo contemporaneo è piuttosto variegato, finanche disgregato, e che di memorabile in questo momento storico sembra esserci soltanto la virtualizzazione di rapporti umani o la crescita di un pomodoro in un orticello di città. L’arte contemporanea il più delle volte è spazzatura, e non sono pochi i casi in cui inservienti di prestigiosi musei e gallerie hanno buttato, per errore di valutazione?, opere esposte in pompa magna non lontano da un Botticelli o da un Raffaello. Vi sono però molti esempi di arte partecipata in cui l’esperienza collettiva diviene individualità e profonda comunicazione per cui non si capisce per quale motivo l’Italia non riesca a produrre e raccontare belle storie, narrazioni che valga la pena e che sia in qualche modo necessario mettere in forma filmica e distribuire nelle sale.

Questa ricetta è ispirata alla creatività italiana e alla bellezza del cinema di qualità. 

Olio extravergine di oliva
Zucchine dell’orto
Robiolino
Noci
Latte
Sale integrale siciliano
Troccoli pugliesi freschi
Acqua


Lavare le zucchine e tagliarle a dadini, sbucciare le noci e tritarle grossolanamente. Far scaldare leggermente l’olio, aggiungere le zucchine e le noci, salare far cuocere a fuoco medio al dente. Quindi aggiungere il latte e dunque il robiolino. Nel frattempo far bollire l’acqua, salarla, cuocere la pasta, scolarla e ripassarla nel condimento. 

sabato 22 luglio 2017

Scaloppine di manzo con pinoli, mele e sidro delle Asturie

Scaloppine di manzo con pinoli, mele e sidro delle Asturie

I sentimenti umani più essenziali e puri, tra cui l’amore e l’amicizia, sono universalmente noti e tanto difficili da esprimere a parole o in qualunque altra forma artistica, però ci sono alcuni gesti, sorrisi, sguardi che sono tanto più naturali e semplici nella loro attuazione pratica di quanto sembrino complicati da descrivere e narrare senza tralasciare alcuna sfumatura.

Questa ricetta è ispirata ai sentimenti più puri e alla loro apparente complessa semplicità. 

Fettine di manzo acquistate dal macellaio di fiducia
Farina
Burro di alpeggio della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Sidro biologico Crespo delle Asturie
Pinoli


Pulire bene le fettine così che non vi siano nervetti o pezzettini di grasso, batterle con il batticarne, salarle e infarinarle. Far scaldare in una padella abbastanza capiente il burro, l’olio e i pinoli sbucciati, porvi la carne a cuocere a fuoco medio girando quando è necessario, alzare la fiamma, sfumare con un po’ di sidro, non troppo, abbassare la fiamma quando l’alcool sarà evaporato e continuare a cuocere fino a cottura ultimata. Servire calde. 

venerdì 21 luglio 2017

Pasta fredda con ceci e ricciola affumicata al profumo di bergamotto

Pasta fredda con ceci e ricciola affumicata al profumo di bergamotto

La Dieta Mediterranea, Patrimonio Immateriale UNESCO, è celebrata ovunque per le proprietà benefiche sulla salute sia per la capacità di combinare alimenti diversi che per la imprescindibile convivialità a tavola che fa del cibo un elemento di cultura e di incontro più che un alimento necessario esclusivamente al nutrimento.
Tra i precetti italiani della variegata dieta mediterranea vi è l’abitudine, ormai quasi dispersa, di mangiare prodotti ittici prima del fine settimana ammantato di religiosità cattolica che vede in tale giorno della settimana una ritualità da ripetere con la medesima osservanza dell’abitudine, anche quella piuttosto disattesa, di recarsi a Messa la domenica, confessarsi e prendere l’ostia.
Comunque la si pensi, inserire un po’ di pesce nella dieta settimanale non soltanto non è sbagliato ma è un ottimo modo per ingerire quei nutrienti che tanto giovano a tenere in forma il corpo. Il ‘venerdì pesce’ della tradizione culinaria italiana prevedrebbe, nella cultura del Centro Italia e più nello specifico della provincia di Roma, il tradizionale ceci e baccalà.

Questa ricetta rielabora la tradizione romanesca aggiungendo la delicatezza del pesce affumicato artigianalmente e l’aroma di bergamotto dal Sud Italia. 

Mezze maniche
Ceci
Ricciola affumicata Sapor Maris
Sedano fresco
Olio extravergine di oliva
Bergamotto non trattato
Acqua
Sale


Lessare i ceci freschi oppure far rinvenire i legumi e dunque lessarli in abbondante acqua salata. Farli intiepidire e scolarli con la schiumarola. Almeno un’ora prima di servire, aprire la confezione della ricciola affumicata, spezzettarla grossolanamente e porla su un piatto, condirla con un filo d’olio e una leggerissima spruzzata di bergamotto, lasciarla insaporire e dunque aggiungerla ai ceci, girare bene e lasciar insaporire mentre bolle l’acqua e cuoce la pasta. Tritare una parte di ceci nel robot da cucina con un po’ di acqua di cottura, qualche pezzettino di ricciola e un filo d’olio. Porre i ceci interi e la cremina in un’insalatiera con un filo d’olio a crudo, il sedano ben lavato e tagliato sottilissimo, qualche fiocco di scorza di bergamotto ben lavato, lasciar riposare e insaporire. Lessare piuttosto al dente le mezze maniche, fermare la cottura con l’acqua fredda, scolarle ed eventualmente ripassare sotto l’acqua fredda, versarle nell’insalatiera, girare bene e se necessario aggiustare di sale e di olio. Lasciar insaporire qualche minuto e servire tiepida o fredda ma assolutamente non di frigo per non alterare il sapore delicato della ricciola affumicata artigianalmente. 

giovedì 20 luglio 2017

Dolcetto d’estate con ricotta, cioccolato e frutti di bosco

Dolcetto d’estate con ricotta, cioccolato e frutti di bosco

Oggi l’Europa Unita sembra un fatto assodato, una questione ovvia e normale. Ufficiali di frontiera sul territorio europeo sono tanto assurdi quanto anacronistici ed evocano fantasmi di orrori di cui non si vuole ricordare l’atrocità. Esattamente un secolo fa, però, l’Europa era in piena prima guerra mondiale, sulle montagne si conquistavano faticosamente posizioni, si difendeva un territorio unito da appena qualche lustro e già in pericolo di disgregazione. La Jugoslavia trovava le sue prime unioni, e annesse divisioni fratricide, a Corfù. Germania, Francia, Gran Bretagna, Austria erano in lotta le une con le altre, la Spagna era infuocata dalle lotte anarchiche e socialiste, mentre in Russia si preparava la Rivoluzione d’Ottobre. Tutto questo oggi sembra un passato remotissimo, tanto lontano quanto inimmaginabile ma in Europa, in Ucraina, ancor oggi i confini e le guerre sono una realtà dolorosamente tangibile e alle dogane tra Paesi che sembravano indissolubilmente legati da profonda amicizia e unione d’intenti, oltre che da trattati politici e legali, ricompaiono gli spauracchi di baionette e mezzi blindati che ripetono gesti di protezionismo nazionalistico contro disperati e giovanissimi in cerca di pace, cibo, lavoro. La crisi migratoria, quella della disperazione di rifugiati e clandestini, è oggi più che mai una crisi dell’Europa stessa e forse, a questo punto, è il caso di rispolverare i libri di storia e rendersi conto che, a memoria di persone viventi, il Vecchio Continente è in pace da pochissimi anni e che la pace è l’equilibrio più difficile, complicato e complesso che l’essere umano, per non si sa bene quale ragione, sia mai riuscito a creare. Il territorio europeo porta i segni delle guerre ovunque, ferite talvolta rimarginate, cicatrizzate altre troppo fresche, troppo vicine nel tempo e nei sentimenti. Ciò che è più arduo, seppur non impossibile, rintracciare sono i segni tangibili della pace, di una pace duratura e territorialmente tanto vasta. Ora, questi segni sono evidenti nella mancanza di frontiere, nel colore diverso che segnala le autostrade, nelle monete che gli europei tengono nei portafogli, nel miscuglio di lingue parlate nel Parlamento europeo ma i carri armati alle frontiere, i chilometri di filo spinato, i muri non sono simboli di pace, anzi, ravvivano la più atroce memoria degli orrori che hanno dilaniato il Vecchio Continente per secoli e secoli, senza tregua.
Oggi più che mai l’Europa deve essere unita e forte ed è in momenti critici quale quello che stiamo vivendo che i Paesi europei hanno necessario bisogno di politici capaci e il più possibile onesti in grado di agire nell’interesse della pace, della libertà, della fratellanza.

Questa ricetta è ispirata alla libertà. 

Ricotta freschissima di pecora Ecofattorie Sabine
Mirtilli
Lamponi
Fragoline di bosco
Fragole
Zucchero semolato
Cioccolato fondente


Lavare bene la frutta, asciugarla. In una insalatieretta tagliare a pezzetti le fragole e condirle con un po’ di zucchero, lasciarle riposare finché avranno prodotto il sughetto. Con un coltello tagliare a scagliette la cioccolata. Lavorare la ricotta con una forchetta, aggiungendovi le scagliette di cioccolata e il sughetto delle fragole a creare una specie di mousse, quindi unirvi la frutta di bosco. Nelle coppette di vetro o cristallo trasparenti, mettere le fragole a raggiera, quindi la ricotta condita, servire tiepido o freddo, assolutamente non di frigorifero che altererebbe il sapore delicato della ricotta fresca. 

mercoledì 19 luglio 2017

Fagottelli con pancetta croccante, zucchine, timo e Emmenthal

Fagottelli con pancetta croccante, zucchine, timo e Emmenthal

Il tempo è un concetto molto relativo nella percezione umana seppure vi sarebbero valori di riferimento ben precisi. Alcune giornate sembrano essere lunghissime, altre troppo brevi, talvolta si ha la sensazione che il trascorrere di ore e giorni sia lento in modo inaudito e altre che le giornate trascorrano talmente in fretta che 24 ore sembrano minuti o talvolta secondi che volano via senza lasciare traccia di sé.
Vi sono poi quei momenti in cui si ha la sensazione che il tempo non esista in quanto tale e che tutto è commisurato perfettamente ai bisogni e ai ritmi che naturalmente scandiscono la vita quotidiana di ognuno e ciascuno. È raro che ciò accada ma quando si ha questa percezione, di assoluta armonia e perfezione, tutto sembra avere un senso compiuto, lo stress diventa un concetto ben più astratto del tempo, qualunque evento sembra assolutamente e completamente parte di un tutto organicamente armonico.

Questa ricetta è ispirata a quei momenti, bellissimi pur se rari, in cui i bioritmi naturali individuali si armonizzano perfettamente con quelli della Natura e dell’universo. 

Acqua
Farina
Lievito di birra
Pancetta
Zucchine fresche
Timo
Emmenthal
Sale integrale siciliano


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua, se è lievito in polvere aggiungere zucchero, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia di circa un centimetro, ritagliare quadrati di circa sette centimetri di lato. Nel frattempo far diventare croccante la pancetta ponendola in una padella a temperatura ambiente e dunque su fuoco basso, lavare, tagliare le zucchine e cuocerle in padella con un filo di olio appena scaldato e sale. Farcire i quadratini con l’Emmenthal a tocchetti, la pancetta croccante e le zucchine. Richiudere a sacchettino, porre in una teglia oliata oppure con carta forno, infornare in forno ben caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

martedì 18 luglio 2017

Bruschettine con formaggio camuno d’alpeggio e mirtilli

Bruschettine con formaggio camuno d’alpeggio e mirtilli

Talune opere d’arte lasciano in chi le guarda o ne fa esperienza un profondo sentimento di bellezza e di unione con l’artista che le ha create. Talvolta questo sentimento travalica secoli e millenni, culture, tradizioni e luoghi, altre è completamente immerso nel presente e nell’immaginario contemporaneo. L’impacchettamento del Lago Iseo da parte di Christo e Jeanne Claude, o meglio di Christo in memoria di Jeanne Claude, chiamato Floating Piers è una di quelle esperienze artistiche che fanno parte del momento presente, al punto da essere temporanee e non permanenti. Ad oltre un anno di distanza dalla comparsa e scomparsa, fisica ma non emotiva, della gialla linea galleggiante la sensazione di benessere, felicità e condivisione gioiosa riaffiora nella memoria visiva e corporea, quasi fosse un’onda o una di quelle bufere improvvise che scuotono le lacustri acque, altrimenti placide e tranquille.

Questa ricetta è ispirata alla meravigliosa bellezza del Floating Piers. 

Pane casareccio
Formaggio camuno d’alpeggio dal Rifugio Crocedomini
Mirtilli freschi


Affettare il pane, grigliarlo, aggiungere il formaggio, far ammorbidire col calore, quindi aggiungere mirtilli freschi ben puliti e servire calde. 

lunedì 17 luglio 2017

Insalata di farro con lamponi, mirtilli e formaggio camuno d’alpeggio

Insalata di farro con lamponi, mirtilli e formaggio camuno d’alpeggio

La Lombardia è spesso associata a Milano, alla produttività e all’industria ma raramente viene considerata, nell’immaginario collettivo, una meta privilegiata per le vacanze estive ma la regione di Alessandro Manzoni e della Scala sa anche stupire i turisti con proposte e luoghi di una bellezza rara se non unica. Oltre ai noti laghi di Como e di Garda vi sono veri e propri gioiellini di arte, cultura, natura e bellezza accanto al Trentino, tra il Passo del Tonale e il Lago d’Iseo che possono incantare e lasciare un ricordo indelebile nella memoria di chi ama ritrovare i propri naturali bioritmi senza rinunciare a montagna, lago, cibo, arte e cultura.
La Valcamonica e la Val Trompia sono due località lombarde colme di siti da scoprire, di energie da ritrovare, perfette per riequilibrarsi, ritemprarsi e far fluire lo stress della tran tran metropolitano.

Questa ricetta, preparata con ingredienti dalla Valcamonica, è ispirata ai tesori nascosti del BelPaese. 

Lamponi
Mirtilli
Formaggio camuno d’alpeggio Rifugio Crocedomini
Farro di Ville di Fano
Mele primizie del Trentino
Burro d’alpeggio della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Acqua
Sale integrale siciliano


Lessare il farro in abbondante acqua salata, scolarlo e fermare la cottura sotto l’acqua fredda, porre in un’insalatiera, condire con burro sciolto lentamente in un tegame o nel microonde e sale. Aggiungere dunque le mele sbucciate e tagliate a dadini, i frutti di bosco ben puliti, il formaggio camuno dal Rifugio Crocedomini tagliato a dadini, mescolare bene e servire. 

domenica 16 luglio 2017

Barchette di pesche e albicocche con gelato su mare di mirtilli

Barchette di pesche e albicocche con gelato su mare di mirtilli


Gli italiani hanno un fortissimo radicamento territoriale eppure sono uno tra i popoli con la più ampia diaspora migratoria. Si diceva che quello nostrano è composto da ‘eroi, santi e navigatori’, cosa parzialmente vera, soprattutto per quanto concerne i ‘navigatori’ o gli esploratori.
Basterebbe pensare ai nomi di alcuni luoghi, tra cui ‘America’ o ‘Colombia’, per capire l’entità dell’intraprendenza, spesso un po’ folle, degli italiani, oppure immaginare il viaggio di Marco Polo in Cina o le spedizioni per la salvaguardia e la conservazione di saperi millenari intraprese da Giuseppe Tucci tra i ghiacci himalayani prima che la dissoluta gestione comunista distruggesse per sempre templi, persone e testi.
La maggior parte degli italiani, infatti, di fronte all’ondata migratoria mediterranea non riesce a pensare che quei disperati vadano ributtati in mare o lasciati alla mercé delle onde. Non è nella cultura italiana e, auspicabilmente, mai lo sarà. Cosa ben diversa, a quanto pare, pensano quei Paesi che nei secoli, più che navigare per spirito d’avventura e di scoperta, hanno colonizzato, sfruttato, affamato, insanguinato quelle Nazioni che oggi sono veri e propri produttori di esportazione clandestina e disperazione assoluta.
Le responsabilità di Francia, Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Stati Uniti nelle crisi, nelle siccità, nelle guerre, nelle carestie e nelle pandemie che affliggono il continente africano sono palesi e storicamente più che dimostrate, così come lo sono i pesantissimi ‘lasciti’ dell’Austria nei Balcani e lo ‘shopping sfrenato’ della Germania nella Grecia della crisi economica, eppure l’Europa di Schengen, l’Europa delle barriere ormai abbattute, della pace e della cooperazione internazionale preferisce lasciar morire in mare i migranti o tuttalpiù lasciare che l’Italia si occupi da sola di sbrogliare la questione emergenziale, eventualmente con l’ausilio di qualche spicciolo erogato da Bruxelles che, oggettivamente, è pari all’ammontare di una operazione antimafia di basso livello su un marginale territorio della provincia europea.
I navigatori, gli eroi e i santi sanno che le persone sono persone e il mare non è e non può essere un cimitero di disperati epperò sugli scogli dell’indifferenza, del razzismo, contro la minaccia di carri armati austriaci al Brennero, le navi militari a chiusura delle insenature francesi e spagnole, i respingimenti di minorenni a Ventimiglia da parte della polizia francese si sta infrangendo il sogno europeo, si stanno sgretolando le idee di Mazzini, di Spinelli, della libertà e dell’Europa intera.
Una vergogna senza eguali come ha stigmatizzato, coraggiosamente e a gran voce Papa Francesco I Bergoglio, che urla e grida le parole libertà, fratellanza, umanità nell’unione di una Patria comune composta dalle diversità delle Nazioni.

Questa ricetta è ispirata alla bellezza del Mediterraneo, nella speranza che torni ad essere mare di pace, comunicazione, libertà e fratellanza.

Pesche gialle mature ma ben sode
Gelato di vari gusti
Albicocche
Stuzzicadenti lunghi
Mandorle a fettine
Mirtilli


Sbucciare le pesche, tagliarle a metà per il lato lungo, snocciolarle e togliere i residui di rosso dall’interno così da creare la base per una barchetta ben liscia, disporvi il gelato nel gusto o nei gusti, cercando di non metterne più di due o tre, preferiti. Lavare bene le albicocche, denocciolarle, infilzarle con lo stuzzicadenti lungo, da spiedino, a dare l’idea di una vela, infilare l’altra estremità nella pesca così da dare l’idea di una barca a vela, disporre le barchette su piattini in cui siano stati disposti i mirtilli ben lavati a suggerire l’idea del mare alternati a petali di mandorle che diano l’impressione della spuma bianca delle onde. 

sabato 15 luglio 2017

Fagottelli con pesche noci e pecorino di Pienza tartufato

Fagottelli con pesche noci e pecorino di Pienza tartufato

I fine settimana estivi sono spesso occasione di veri e propri esodi dalle città infuocate dal caldo e dall’inquinamento, con lunghe code verso i luoghi di villeggiatura più vicini mentre nelle vie metropolitane turisti spesso color aragosta arrancano alla disperata ricerca di uno sprazzo d’ombra o di un distributore di acqua dove rinfrescarsi tra un monumento, una cattedrale e luoghi di assoluto interesse artistico. Chi meglio conosce l’Italia sa che luglio e agosto non sono esattamente i mesi migliori per visitare città come Roma, Milano, Napoli, Verona, Venezia, Firenze senza adeguate ‘attrezzature’ per affrontare le ondate di caldo e le eventuali insolazioni ma il desiderio di bellezza e conoscenza fa spesso compiere gesti eroici ai turisti, specialmente stranieri.
Coloro che hanno la possibilità di godere di tali bellezze durante tutto l’anno preferiscono, di tutta evidenza, infilarsi nelle code da esodo per raggiungere mete spesso affollatissime di gitanti.
Per affrontare al meglio il fine settimana fuoriporta non c’è niente di meglio che preparare alcuni spuntini che possono essere consumati durante il viaggio o tra un tuffo e l’altro, ricordando le regole per evitare congestioni e altri disturbi gastro-intestinali.
Questa ricetta è perfetta per uno spuntino da scampagnata o nel cestino del pane per stupire ospiti e amici.



Acqua
Farina
Lievito di birra
Pesche noci a polpa bianca
Pecorino di Pienza tartufato


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua, se è lievito in polvere aggiungere zucchero, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia di circa un centimetro, ritagliare quadrati di circa sette centimetri di lato, farcire con le pesche noce a fettine, ben lavate, cui sia stato tolto il nocciolo, e tocchetti di Pecorino di Pienza tartufato. Richiudere a sacchettino, porre in una teglia oliata oppure con carta forno, infornare in forno ben caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

venerdì 14 luglio 2017

Insalata di tonno, fagioli e cipollina fresca

Insalata di tonno, fagioli e cipollina fresca

Il mercato musicale italiano ha subito delle variazioni importantissime nel corso degli anni, andando a sviluppare una vera e propria giungla di opportunità mancate. Se fino agli anni ’70 era possibile parlare ancora di case discografiche e di una variegata, complessa e ben nutrita scena musicale italiana, dopo l’apertura delle radio libere e lo sviluppo delle tv private i multiversi dorati di band e cantanti si sono dissolti, portando via con sé illusioni, sogni di gloria, capacità tecniche, creative e produttive. Nel giro di qualche decennio l’industria culturale italiana fondata su suoni e sonorità ha raggiunto livelli altissimi e, in relativamente pochissimi anni, infimi. La qualità che aveva contraddistinto le produzioni e che si era affinata nel tempo costruendo un interessante comparto dell’economia nostrana e della cultura internazionale ha lasciato spazio ad una miriade di prodotti arraffazzonati tecnicamente e di scarso quando non scarsissimo interesse musicale. Dalle sperimentazioni di rock progressivo apprezzato in tutto il mondo si è passati al pop melodico con canzonette che duravano il tempo di una stagione estiva, con testi ripetitivi e generalmente infarciti di insulse e melense banalità e suoni elettronici facilmente compilabili con una pianola un po’ evoluta. La musica elettronica, che pure avrebbe avuto la possibilità di integrare e migliorare le produzioni di alta qualità italiana, si è risolta in una accozzaglia di suoni ripetuti ossessivamente e diffusi nelle discoteche e nei centri commerciali. Le società discografiche, anziché approfittare, dunque trarre opportunità e profitti, dalla diffusione e sviluppo di radio e tv con la creazione di canali dedicati e investimenti sulla nascente e vivace industria videomusicale nonché su centri culturali per la diffusione e la promozione della musica, hanno preferito chiudere i battenti e distruggere quel vivaio di straordinarie opportunità e capacità che si era sviluppato intorno e all’interno di esse.
Inutile pensare che i politicanti italiani avrebbero potuto agire perché sarebbe come pensare che in Italia si fa oggettivamente politica, utopia che negli ultimi anni si è dimostrata meno che realizzabile.
Ciò che però stupisce è constatare che società quali la RCA, fortissimamente collegata al Vaticano con le sue lungimiranti e innovative competenze comunicative, siano state tra le prime a non affrontare il cambiamento attuando una trasformazione che avrebbe potuto monopolizzare il mercato mondiale, come poi è accaduto per MTV, YouTube e, in parte, Virgin.
Immaginare oggi la ricostruzione di una vera e propria industria musicale italiana fondata sulla qualità, la ricerca, il saper fare è difficile, tanto più che ovunque chiudono filarmoniche e orchestre più che prestigiose, lasciando allo sbaraglio centinaia di bravissimi musicisti e tecnici, eppure forse non così folle, in quanto, nel frattempo, la scena italia si è ricreata in modo pressoché clandestino, in modalità nascosta, si potrebbe pensare, e la creatività, una delle caratteristiche italiane che non è mai stata sopita nei millenni di storia, ha intrapreso nuove strade e nuovi modalità di espressione.

Questa ricetta è ispirata ai carboni ardenti sotto cumuli di cenere che, se sapientemente smossi e alimentati, possono far risplendere un grande fuoco.


Filetto di tonno sottolio
Fagioli freschi
Cipollina fresca
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Basilico rosso
Prezzemolo
Pane casareccio
Pomodori freschissimi

Sgranare i fagioli e lessarli in abbondante acqua, scolarli con la schiumarola e porli in un’insalatiera, aggiungere il tonno spezzettato con la forchetta, i pomodori ben lavati e tagliati a dadini, la cipollina fresca ben lavata e tagliata sottilissima, condire con sale, olio, basilico, prezzemolo. Tagliare il pane casareccio, tostarlo, tagliarlo a fiammifero. Servire l’insalata al centro del piatto con i fiammiferi di pane tostato disposti a raggiera.


giovedì 13 luglio 2017

Insalata di riso ‘rinforzata’ con pancetta affumicata croccante

Insalata di riso ‘rinforzata’ con pancetta affumicata croccante


I piatti estivi sono spesso molto leggeri eppure vi sono varianti anche per chi ama i sapori forti e non vuole rinunciare a gusti decisi davanti ad uno splendido paesaggio italiano, che sia collina, mare, lago, montagna, terme o città d’arte accompagnandolo con un bicchiere di buon vino.
Le preferenze gastronomiche sono molteplici e la cucina nostrana ha la capacità di accontentare un po’ tutti i palati per l’intrinseca capacità di inglobare e trasformare pressoché qualunque stimolo, o ingrediente. Abitudine che forse proviene dalla complessissima storia creata da continui intrecci e comunicazioni con altre popolazioni, forse dalla particolarissima posizione geografica o forse ancora da un indefinibile quanto palese ‘carattere italico’. Il BelPaese è uno tra i pochi in cui le cucine di altre nazioni non trovano un vero e proprio spazio espressivo di per sé, neanche la variegata cucina cinese, a ben vedere, o quella indiana e non è tanto per la mancanza di immigrati di seconda generazione quanto per l’abitudine millenaria di includere nelle ricette gli spunti che provengono da qualunque altrove trasformandoli in elementi di nuove e antiche tipicità.
Sebbene vi siano una serie di purismi, anche rigidissimi, nella cucina italiana, non si può dire che essa sia impermeabile alle novità, anzi, e proprio per questo i sapori di qualunque altrove vengono quasi sempre rielaborati in forma locale, andando a creare nuovi aromi che soddisfano generalmente il gusto dello ‘straniero’, foss’anche di un paesino adiacente, e dell’oriundo. L’importante, in fondo, è che il risultato sia ‘buono’, un po’ come accade con l’arte italiana in cui gli elementi più diversi si incontrano in un incredibile insieme di bellezza che presuppone, appunto, il ‘senso del bello’, espressione intraducibile in qualunque altra lingua.

Questa ricetta è ispirata alla enorme quantità di variazioni del paesaggio italiano, patrimonio da tutelare e preservare con amore. 

Riso parboiled
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Lampasciuni sottolio Agriturismo Le Farnie
Peperoni
Olive verdi e nere denocciolate
Zucchine freschissime
Melanzane freschissime
Pancetta affumicata
Acqua


Lessare il riso in abbondante acqua bollente salata, scolarlo, sciacquarlo per fermare la cottura, porlo in una capiente insalatiera, aggiungere i lampasciuni e le olive affettate. Nel frattempo far scalre l’olio in una padella capiente, cuocere insieme zucchine, peperoni e melanzane lavati, tagliati a pezzi irregolari e salati, tenendo a mente che hanno tempi di cottura differenti quindi cercando di mettere prima un ortaggio e poi l’altro, far intiepidire e quindi versare nell’insalatiera. Girare bene e far riposare un’oretta. In una padella antiaderente a temperatura ambiente porre la pancetta tagliata a fiammiferi, porre sul fornello a fuoco bassissimo finché diventa croccante, quindi versarla nell’insalatiera, girare bene e far insaporire.  

mercoledì 12 luglio 2017

Filetto di manzo su bistecca di pomodoro

Filetto di manzo su bistecca di pomodoro

Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il mondo del lavoro spesso in modo piuttosto negativo eppure vi sono delle possibilità finora poco frequentate o esplorate per trasformare la crisi in opportunità. Oggi chiunque sa, ad esempio, che cosa sia un drone eppure pochi conoscono le regole di funzionamento sociale, le leggi che ne regolano l’utilizzo. Per il momento si pensa a ciò che si potrà semplificare e sveltire, dalla consegna di farmaci a quella delle pizze a domicilio ma si pongono, di tutta evidenza, una serie di questioni legali che vanno ad interagire con il diritto nazionale, europeo e internazionale. Come verranno identificati i droni, chi avrà diritto di farli volare accanto alle finestre delle case o vicino alle persone, in che modo saranno tutelati i dati personali di un drone consegna-pizza o, peggio ancora, di un drone che consegna un medicinale urgente? Vi sarà un ‘codice dell’aria’ come accade per gli aerei e per le macchine? Una sorta di patente di guida, un registro? Come saranno distinguibili i droni autorizzati allo svolgimento di attività rispetto a quelli utilizzati soltanto per scopri ludici? Potranno oltrepassare i confini e quali tutele vi saranno per la sicurezza della cittadinanza? Nel caso taluni droni dovessero essere utilizzati per fini ‘illegali’ quali la consegna di droga o armi, vi saranno ‘droni-poliziotto’?
Tali domande un po’ fantasiose possono far riflettere sulle tante strade che qualunque cambiamento tecnologico può aprire anche nelle apparentemente statiche ‘professioni classiche’.

Questa ricetta è ispirata alle nuove possibilità aperte dall’innovazione e dalle rivoluzioni tecnologiche.  


Pomodori bistecca
Filetto di manzo
Olio extravergine di oliva
Basilico
Sale integrale siciliano

Cuocere a piacere il filetto di manzo sulla bistecchiera o sulla griglia cosparsa di sale. Lavare bene e affettare il pomodoro bistecca, condirlo con sale, olio e basilico, disporre le fette su un piatto, adagiarvi il filetto e coprire con fette di pomodoro bistecca, guarnire con foglie di basilico.

martedì 11 luglio 2017

Insalata di peperoni, olive, pomodori, lampasciuni e pecorino fresco

Insalata di peperoni, olive, pomodori, lampasciuni e pecorino fresco

Garibaldi era decisamente un ‘magiapreti’, una di quelle persone che non soltanto odiano profondamente il clero ma se possono, e lui poteva, gli tirano una schioppettata mirando bene. L’Eroe dei Due mondi, però, si espresse in modo alquanto lusinghiero, però, nei confronti di quei prelati che avevano scelto la via della lotta popolare per la liberazione dagli oppressori, interni e stranieri, che vessavano e impoverivano instancabilmente la gente normale, borghesi, contadini, operai. Se tra le sue parole si possono trovare associazioni piuttosto esplicite tra gli escrementi e il Papa Mastai, Pio IX, è altrettanto frequente trovare parole di incoraggiamento, di sostegno e di stima profonda per la loro fede e azione realmente cristiana nei confronti di chi aveva uno spirito da giubba rossa che palpitava sotto la nera tonaca. Questo dimostra la grandezza del Generale e la sua onesta e leale adesione alle idee mazziniane che professavano l’amore per le persone e non quello per le categorie, le classi sociali, le masse come preferivano fare gli aristocratici e i comunisti marxiani, accomunati, evidentemente, da una visione sociale molto più similare nell’essenza di quanto lo fosse nell’apparenza.
I preti coraggiosi, persone con una coscienza avevano conquistato la stima e la fiducia di Garibaldi, avevano sfidato la paura, le istituzioni, le gerarchie e avevano combattuto al fianco di quei poveri di cui Cristo chiedeva la redenzione, di quei disperati ridotti quasi in schiavitù incarnando il pensiero e il martirio di Gesù che si fece crocifiggere per dare voce di pace e di amore agli Spartaco della storia.

Questa ricetta è ispirata a tutte quelle persone che, anche con un semplice gesto quale quello di partecipare ad un concerto o ad un evento affollato o più semplicemente togliendosi un velo, dicono no alla paura e sì alla libertà.

Peperoni freschissimi
Olive nere al forno
Pomodori freschissimi
Olio extravergine di oliva
Pecorino fresco non stagionato
Sale integrale siciliano
Cipolline fresche
Lampasciuni sottolio dell’Agriturismo Le Farnie
Pane casareccio

Lavare bene gli ortaggi. Affettare i peperoni e la cipollina sottilissimi, porli in un’insalatiera, aggiungere i pomodori e il pecorino fresco tagliati a dadini, le olive denocciolate e tagliate a metà circa, i lampasciuni sottolio, condire con sale e olio, far insaporire. Tostare le fette di pane, lasciarne alcune intere e altre a crostino. Quindi disporre in ogni piatto una fetta di pane tostata, l’insalata e lateralmente i crostini di pane.

lunedì 10 luglio 2017

Fagottelli con prugne fresche e Castelmagno

Fagottelli con prugne fresche e Castelmagno

Lunedì è una giornata di buoni propositi, di inizio diete e attività fisiche, ma spesso, molto più semplicemente, è quel giorno della settimana che segue inesorabilmente la domenica e in cui la maggioranza delle persone si rituffa nel tran tran quotidiano, con le scadenze da rispettare, il traffico da evitare e le vacanze che sembrano più un miraggio che una meta da raggiungere.
L’estate, però, ha il bellissimo pregio di avere giornate lunghe e molte ore di luce che possono essere utilizzate al meglio anche per ritemprarsi un po’ e riprendere quelle energie necessarie ad affrontare con il giusto spirito la settimana. A fine giornata, dunque, è possibile immaginare una bella passeggiata al mare, in montagna o in un parco cittadino, organizzando un pic-nic all’aria aperta, per sentirsi un po’ in vacanza, un po’ turista nelle meravigliose città e cittadelle italiane e ritrovare il gusto di vivere e agire lo spazio civico, un po’ come si fa in altri Paesi europei.
Questa ricetta, facile da trasportare e adatta anche per un veloce spuntino in un parco, è ispirata alla gioia di stare insieme nelle belle sere estive.



Acqua
Farina
Lievito di birra
Prugne fresche
Castelmagno


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua, se è lievito in polvere aggiungere zucchero, porre in un recipiente, coprire e far lievitare a lungo. Stendere la sfoglia di circa un centimetro, ritagliare quadrati di circa sette centimetri di lato, farcire con le prugne a tocchetti, ben lavate, cui sia stato tolto il nocciolo, e briciole di Castelmagno. Richiudere a sacchettino, porre in una teglia oliata oppure con carta forno, infornare in forno ben caldo a 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.

domenica 9 luglio 2017

Polpettine al forno di zucchine, patate e guanciale amatriciano

Polpettine al forno di zucchine, patate e guanciale amatriciano

Quest’anno ricorre il centesimo anniversario della Rivoluzione russa, anche nota come Rivoluzione d’ottobre, evento sanguinoso che rovesciò una delle più potenti aristocrazie mondiali quella dello zar di Russia. Similmente a quello che avvenne con la Rivoluzione francese il sangue corse a fiumi tra le vie delle città, molte persone vennero sacrificate in nome della libertà e venne instaurato un regime altrettanto se non ancor più repressivo e dittatoriale. Al contrario dell’omologo francese, però, non fu un moto di popolo bensì una rivolta di massa e per la prima volta nella storia la massa entrò a far parte dell’ordinamento politico di una società con risultati a dir poco disastrosi. Se la restaurazione francese e il periodo napoleonico poi portarono alla creazione, seppur zoppicante, di una coscienza patriottica e di un senso di appartenenza civile, in altre parole creò cittadini, quella russa, che si sviluppò sotto la guida di dittatori e gerarchi comunisti creò elementi indistinti di una massa, un’enorme quantità di non-individui, non-persone, compagni uguali nella assoluta e totale mancanza del diritto fondamentale ad essere cittadini che possono liberamente sviluppare le proprie facoltà e inclinazioni. Il sistema costruito ispirandosi alle teorie di Marx che avevano visto nella produzione industriale una massificazione generalizzata fu molto simile a quello di una industria di semi-automi in una catena di montaggio apparentemente senza fine dove la parola libertà, usata per qualunque forma di tortura, era il peggiore degli incubi delle persone anziché una meravigliosa conquista sociale e personale.
Mazzini lo aveva previsto e, a rileggere oggi le parole di Marx e dell’ideologo del Risorgimento italiano, non si può fare a meno di chiedersi per quale motivo l’interpretazione comunista della storia e della realtà abbia prevalso, in quel momento cruciale, su quella liberale, libertaria, liberista e profondamente umanitaria proposta dall’ideatore della Giovine Italia e della Giovine Europa a cui oggi si guarda con moltissima attenzione e con un rinnovato interesse, nella speranza che i tempi siano maturi per implementare, aggiornandola, la visione mazziniana.
Se al posto di un’analisi economica si fosse preferito comprendere che le masse non esistono in quanto tali, se non nella fisica forse, ma sono composte da persone che hanno, ognuna e ciascuna, una propria identità, interessi e sentimenti e che la libertà è raggiungibile attraverso la comprensione profonda di tali aspirazioni e l’interconnessione tra ognuna di esse forse non ci sarebbe stato bisogno del Tribunale di Norimberga, forse non ci sarebbe stato bisogno di impostare le Nazioni Unite in modo tale che fossero in qualche modo disfunzionali all’azione e funzionali prevalentemente a bloccare pulsioni guerresche ma non a proporre ed implementare soluzioni di pace.
La storia, si dice, non è fatta né di ‘se’ né di ‘ma’ eppure il presente e il futuro possono essere costruiti su basi alternative e profondamente diverse da quelle che vedono nella massificazione globalizzata uno sviluppo insostenibile e dunque inattuabile.

Questa ricetta è ispirata alla bellezza delle idee profondamente rivoluzionarie, liberali, libertarie e mazziniane. 

Zucchine
Patate
Uova
Pangrattato
Guanciale amatriciano
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Timo
Ginepro

Lessare le patate con tutta la buccia dopo averle lavate, quindi scolarle, sbucciarle, frangerle e condirle con sale e olio. Nel frattempo lavare bene le zucchine, tagliarle julienne, far scaldare poco dell’olio in una padella, versarvele, salare, girare e far cuocere. Unire alle patate già condite, aggiungere timo e ginepro tritati, se proprio non si amalgama un uovo o due. Creare delle palline e dunque schiacciarle, passarle nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato, quindi avvolgere in una fetta sottile ma non troppo di guanciale amatriciano. Porre in una teglia con cartaforno, infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario alla cottura.