giovedì 30 giugno 2016

Sgombri in padella con vino bianco e prezzemolo


Mangiare il pesce è certamente un'ottima abitudine, non sempre lo si conosce abbastanza bene da poterlo comprare fresco, esistono però alcune catene di rivenditori specializzati che hanno la comodità di proporre pesce dal pescato o di allevamento surgelati direttamente sulla barca o all'arrivo dei pescherecci in porto e che quindi garantisce un'alta qualità del prodotto. La facilità della surgelazione permette inoltre di poter scegliere più facilmente il pesce dal pescato e non di allevamento intensivo, allevamenti che, analogamente a quelli per la carne, sono altamente dannosi per la salute e l'ambiente, i metodi per la surgelazione odierni prevedono, inoltre, soltanto una minima glassatura che non altera il sapore e la consistenza. Anche con il pesce surgelato è comunque necessario scegliere con accuratezza il negozio di fiducia dove acquistare un alimento che tanto facilmente rischia alterazioni che potrebbero causare gravi intolleranze o seri problemi di salute. È dunque opportuno scegliere non soltanto la catena di negozi ma anche la bottega specifica per evitare brutte sorprese.
Questa ricetta utilizza gli sgombri ESI – Euro Surgelati Italia, acquistati in una bottega di fiducia.


Sgombri surgelati ESI
Vino bianco
Prezzemolo
Aglio
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili



Sciacquare dalla glassa gli sgombri, far scaldare l'olio con l'aglio in una padella alta, porvi gli sgombri, dunque aggiungere vino e prezzemolo, far cuocere a fuoco medio basso coperto.  

mercoledì 29 giugno 2016

Insalata di orzo mondo con curry e zucchine


Le festività religiose sono sempre o quasi un modo per esplicitare a livello formalmente riconoscibile alcuni momenti importanti della vita sociale. Il sacro, ciò che è differente dalla quotidianità, è non soltanto una dimensione spirituale ma anche una forma per consolidare la coesione all'interno di un gruppo, scandita da rituali che sono interpretabili spesso come un modo per delimitare chiaramente ciò che è il tran-tran quotidiano e ciò che riguarda la collettività in cui si agisce, si vive. La realtà in fondo è anche un po' la rappresentazione del reale. In taluni Paesi, specialmente del Mediterraneo, la sacralità è parte della quotidianità e i rituali sono spessissimo qualcosa che ha a che fare con il cibo. Comprendere il modo in cui viene preparato un piatto può fornire innumerevoli informazioni sulla cultura e sul modo di vivere di un Paese e di piccolissimi centri abitati. In Italia è particolarmente evidente, basta addentrarsi un po' negli innumerevoli modi in cui viene preparata la pasta fatta in casa per avere una vaghissima idea. Se poi si va ad esplorare l'enorme biodiversità alimentare c'è da scoprire infiniti universi di senso e di sensi. L'enorme varietà di sapori e saperi unita alla sacralità della convivialità mediterranea hanno fatto sì che la Dieta Mediterranea venisse riconosciuta quale Patrimonio Immateriale UNESCO.
Questa ricetta propone una sinergia tra suggestioni orientali e sapori mediterranei, per riscoprire preparati tradizionali italiani a base di cereali di filiera italiana.


Orzo mondo biologico Ecor filiera italiana
Scalogno
Acqua
Vino rosso della Cantina Sociale Chianti di Colle Val D'Elsa
Sale
Curry mild
Cipolla bianca
Zucchine romanesche
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili
Origano siracusano dai Monti Iblei



Far rinvenire l'orzo per circa 6 ore, dunque fare un soffritto leggero in acqua e olio con un trito di scalogno e curry mild in polvere, aggiungere l'orzo rinvenuto, scolato e sciacquato, salare e girare bene, dunque sfumare con poco vino rosso, far evaporare l'alcool, aggiungere acqua, portare a bollore e far cuocere a fuoco piuttosto basso, coperto. Quando è a buon punto di cottura alzare la fiamma e far evaporare il liquido. A parte mondare e tagliare a cubotti le zucchine, preparare un soffritto leggero in acqua e olio di poca cipolla bianca, versarvi dunque le zucchine, salare, aggiungere l'origano, girare bene e poi abbassare la fiamma e coprire fino quasi a cottura ultimata. Quindi alzare la fiamma e farle dorare. Far raffreddare, senza mettere in frigo e servire, eventualmente in accompagnamento a formaggi freschi quali il quark o il primosale.  

martedì 28 giugno 2016

Polenta taragna bio uncia con Reggiano e bieta al vapore


La polenta taragna è una di quelle eccellenze gastronomiche della Valtellina, perfette durante le serate invernali o dopo una bella scarpinata in montagna, a base di farina di mais e di grano saraceno. Una delle ricette più buone per i golosi di cacio, la polenta uncia, prevede l'utilizzo di formaggi della zona che non sempre sono facilmente reperibili in altre parti d'Italia, questa versione unisce il sapore forte e deciso del Parmigiano con la dolce morbidezza dello stagionato di Grotte di Castro, ad amalgamare il tutto la bieta coste, uno degli elementi più caratteristici dei pizzoccheri valtellinesi.


Polenta taragna Bio Vitagral pronta in 5 minuti
Parmigiano Reggiano Latteria Sociale Beduzzo Inferiore
Acqua
Sale
Bieta coste
Formaggio stagionato di Grotte di Castro



Mondare e cuocere la bieta al vapore, tagliarla in pezzettini, preparare la polenta come specificato sulla confezione, facendola cadere a pioggia nell'acqua bollente salata, girarla energicamente, a fine cottura versarvi dentro i formaggi in abbondanza tagliati a pezzetti e la bieta spezzettata grossolanamente. Mettere nei piatti e servire calda oppure far raffreddare e servire a dadoni come antipasto o ancora a fette spesse circa un centimetro fredde, leggermente scaldata o tostata in padella.  

lunedì 27 giugno 2016

Polenta taragna bio con radicchio


La montagna è qualcosa di unico, qualcosa di talmente bello che ci mette in assoluta comunicazione con noi stessi e, talvolta, ci offre la visione dell'infinito e di ciò che siamo all'interno di questo infinito. L'inverno è perfetta per chi ama la neve e il freddo e l'estate è il refugium peccatorum di camminatori e appassionati dell'immenso universo montano. Oltre al piacere di immergersi in boschi e guadare ruscelli gelati vi è certamente anche il piacere di godere piatti particolari che si mangiano soltanto in alpeggio e altri che è possibile reinventare e reinterpretare anche in versione collinare.
Questa ricetta è perfetta dopo una riposante passeggiata tra le Alpi o gli Appennini, o per ricordare i sapori e i profumi di valli e picchi.


Polenta taragna Bio Vitagral pronta in 5 minuti
Acqua
Sale
Radicchio
Cipolla
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili



Mondare il radicchio, tagliarlo in pezzettini, fare un soffritto leggero in acqua e olio di poca cipolla, aggiungere il radicchio non troppo scolato, far cuocere. Preparare la polenta come specificato sulla confezione, facendola cadere a pioggia nell'acqua bollente salata, girarla energicamente, mettere nei piatti quando è ancora un po' lenta ma non troppo, condire con abbondante radicchio ed eventualmente carne o formaggi, e servire calda oppure far raffreddare e servire a fette spesse circa un centimetro fredde, leggermente scaldata.  

domenica 26 giugno 2016

Sgombretti al forno con sedano e vino bianco


Il sedano è una pianta mediterranea molto diffusa le cui proprietà medicamentose erano conosciute sin dai tempi più antichi, pare almeno sin dai tempi di Omero. Come tutte le piante con tante proprietà benefiche ne ha almeno altrettante che potrebbero causare intolleranze e interazioni con medicinali di vario genere. In abbinamento ad un pesce azzurro piuttosto grasso come lo sgombro potrebbe costituire un piatto ottimale durante diete depurative anche per mantenere la linea.


Sgombri surgelati ESI
Olio extravergine di oliva
Sedano coste
Vino bianco
Fiocchi di scorza di limone



Nel caso di sgombro fresco, pulirlo attentamente, tagliarlo a metà e decapitarlo, nel caso di pesce surgelato semplicemente sciacquare la glassa di surgelazione. Porre dunque i pesci in una teglia oliata e con un po' di vino a coprire il fondo senza affogare il pesce, cospargere con fiocchi di scorza di limone, a parte mondare e tagliare il sedano coste e porlo nella teglia, con un pizzico di sale. Infornare in forno già caldo a 180°C o 200°C per una ventina di minuti o comunque fino a cottura.  

sabato 25 giugno 2016

Minestrone d'estate con menta fresca


Le Costituzioni degli Stati sono una conquista relativamente recente del diritto e si caratterizzano per veri e propri equilibrismi del pensiero e del logos. Semplici parole che si uniscono a formare regole semplicissime per esplicitare concetti che spesso dovrebbero essere ovvie regole della convivenza civile. A volte esprimono idee di libertà che travalicano confini ideali e aprono nuove forme di interazione nello spazio civico, nuovi modi dell'essere liberi. Gli articoli di talune Costituzioni sono delle vere e proprie chicche, troppo spesso somigliano a luoghi inesplorati del libero pensiero che forse dovrebbero essere meglio compresi e conosciuti. La Costituzione in quanto tale presuppone una coscienza condivisa della creazione collettiva di quello che attualmente chiamiamo 'Stato', o di quello che si considera essere una 'Organizzazione internazionale' o ' sovranazionale'.
Il concetto di 'Stato' potrebbe, all'apparenza, sembrare ovvio e invece è qualcosa di storicamente rivoluzionario. La stesura di quasi tutte le costituzioni ha richiesto una qualche rivoluzione culturale e storica, a volte relativamente pacifica, come nei casi della Magna Charta e della cosiddetta 'Costituzione europea', altre cruenta, come per la Francia, l'Italia e, parzialmente, la Germania.
Nel corso dei decenni, a parte qualche sparuto esempio che include la Gran Bretagna e la Repubblica di San Marino, le Costituzioni sono state modificate così da ottenere un buon equilibrio tra la libertà individuale e collettiva e la difesa strutturale delle medesime libertà.
La Costituzione della Repubblica di Weimar, che insieme a quella della mazziniana Repubblica Romana rappresenta un fulgido esempio di libero pensiero, non prevedeva alcuna forma di difesa della democrazia e della Costituzione stessa, come a dire che era una meravigliosa casa di finissimo cristallo leggiadramente appoggiata su splendide ninfee. Pian piano le Costituzioni hanno cominciato, per proseguire nella metafora edile, a costruire solide fondamenta, a creare muri antisismici e ad utilizzare materiali quali il cemento armato, i mattoni e le pietre. Hanno iniziato a progettare scarichi, tubature, impianti e a strutturare l'edificio in modo solido e resistente. In taluni casi in materiali talmente resistenti da poter sopportare anche le cannonate, ma questa è, come per gli edifici, piuttosto raro.
Le Costituzioni si basano sul principio dello Stato, che esclude aprioristicamente il concetto del territorio governato unicamente da una persona illuminata e designata dalla divinità, presuppone dunque un sistema di leggi atte a regolamentare la vita pubblica così da formare una 'difesa' per i cittadini contro angherie e soprusi. Presuppone dunque il concetto di cittadinanza, in cui le persone sono parte integrante dello Stato in quanto esseri senzienti e non in quanto elementi decorativi o dettagli privi di importanza. Nelle Costituzioni democratiche, la stragrande maggioranza di quelle esistenti, i cittadini sono il popolo, il quale esercita la sovranità nei modi e nelle forme previste dalla legge. Per quanto concerne le monarchie costituzionali il significato di tale affermazione è molto evidente e presuppone che il re, l'imperatore o il regnante rinunci ad una parte della propria sovranità, quindi del potere assoluto su qualunque cosa abbia a che fare con lo Stato, per consentire una effettiva rappresentanza dello Stato stesso e una reale libertà all'interno della nazione. A pensarci bene sarebbe evidente anche per quanto concerne i cittadini. Le persone decidono di vivere insieme, di rispettarsi reciprocamente e di non affrontare individualmente talune problematiche bensì di unirsi per far fronte collettivamente a talune esigenze, quali ad esempio la politica estera e la costruzione di scuole. Quindi, in astratto, ognuno rinuncia ad una piccola parte della propria sovranità su sé stesso, della propria libertà individuale, per stare insieme agli altri e ottenere maggiore libertà.
Il medesimo concetto è applicato alla creazione di organismi sovranazionali, che travalicano cioè, i confini nazionali per garantire la libertà individuale e collettiva di più cittadini di Stati differenti.
In economia è un'idea abbastanza semplice e utilizzata da moltissimi secoli, per quanto concerne il diritto l'applicazione pratica di una idea tanto semplice è molto più recente e parte dai primi tentativi di costituire una Società delle Nazioni, che ovviamente avrebbe giovato in primis all'economia.
Quando fu inventato il battello a vapore, molto più veloce di una diligenza a cavalli o di un carretto tirato da buoi, la pratica di dazi e balzelli rese la navigazione di gran lunga più lenta del trasporto via terra. Era più veloce trasportare una gerla di fieno a piedi o su un mulo piuttosto che spedirla per nave. Pian piano i dazi, le gabelle e le frontiere hanno cominciato ad aprirsi e per fare ciò fu indispensabile riconoscere ai cittadini la dignità della cittadinanza e ognuno perse un pochino della propria sovranità per ottenerne una più ampia, forte e solida.
Questa ricetta si ispira allo Stato del Virgina, costituitosi in modo indipendente il 25 giugno del 1788 e alle idee di libertà che ha ispirato e che hanno portato alla stesura delle moderne costituzioni 'occidentali', a quell'equilibrio semplicissimo di sapori e profumi che trae forza da ogni ingrediente nella creazione di un unico piatto delicato perfetto per rinfrescare i bollenti spiriti estivi.


Foglie di cipollina fresca
Carote
Menta fresca
Zucchine freschissime
Fiori di zucchina freschissimi
Acqua
Semi di finocchiella selvatica siciliana
Sale grigio di Bretagna
Curry mild



Pulire e lavare le verdure. Tagliare le foglie di cipollina finemente in anellini di circa 0,3cm, tagliare le zucchine e le carote a dadini e i fiori di zucchina a metà e a listerelle sottili. Porle in una pentola insieme ai semi di finocchiella, riempire con l'acqua per circa tre volte il volume delle verdure, aggiungere un pizzico di curry, la menta fresca e salare con il sale grigio di Bretagna grosso. Portare ad ebollizione e dunque far sobbollire fino a cottura senza coperchio, così che le verdure risultino cotte e sode, non sfatte. Far freddare e servire con crostini di pane oppure semplicemente con un filo d'olio a crudo o in ciotoline.  

venerdì 24 giugno 2016

Zuppa di grano saraceno, cicorietta e miglio



Esistono tantissimi modi per rovinarsi la salute, bere, fumare, andare in bicicletta nella Pianura Padana in un giorno di nebbia o per le strade di Roma durante una giornata di pioggia e poi esistono abitudini sane quali fare una bella passeggiata in mezzo al verde, lontano da smog, rumori e traffico o dondolarsi su un'altalena ridendo come bambini che hanno appena scoperto di avere nuovi amici e nuovi giochi. Il gioco, il buon umore e la capacità di ridere come bambini aiutano certamente a vivere meglio, così come una buona e sana alimentazione. Difficile mantenere questa convinzione, a volte, quando si entra in uno di quei supermercati soltanto biologici in cui le confezioni ispirano ricettine scarne e un po' tristi. Eppure alimentarsi bene può essere anche piacevole, a volte, soprattutto quando si recuperano elementi della cucina tradizionale italiana possibilmente facendo attenzione non soltanto al marchio 'bio' ma anche a quello 'filiera italiana', essendo l'Italia il Paese che ha saputo sviluppare e conservare nei millenni la più variegata biodiversità.


Grano saraceno bio
Miglio Alce nero da filiera italiana
Olio extravergine di oliva Azienda agrituristica Le Farnie
Bieta
Cicorietta
Carote
Lattuga
Cipolla
Acqua
Sale
Bacche di ginepro


Mondare bene le verdure. Tagliarle a pezzi piccoli ma non piccolissimi. Porre in una pentola gli ingredienti, tranne il miglio e il grano saraceno che andranno aggiunti più avanti. Coprire d'acqua in abbondanza ma non troppo. Far bollire, dunque, quando le verdure saranno cotte e il brodo insaporito, aggiungere il grano saraceno e una manciatina di miglio. Aggiustare di sale se necessario, finire di cuocere.



giovedì 23 giugno 2016

Fagottelli al latte con cicorietta e uva ursina


Tante volte ci si chiede perché guardando il cielo o la linea di un orizzonte si ha la sensazione forte e precisa dell'infinito e questa sensazione si intensifica quando c'è qualcosa di finito all'orizzonte, qualche forma di finitezza. Accade in montagna, quando si guardano le linee perfette delle Dolomiti, patrimonio materiale UNESCO, oppure quando si vedono tante nuvole affastellate a danzare nel cielo che sembra non arrivare mai a toccare l'orizzonte di grandi parchi naturali quali quelli che si estendono dalla Costa Est alla Costa Ovest del Canada, oppure quando si osserva lo spazio interstellare con una strumentazione adatta. La sensazione di infinito si può, però, avere anche con gli occhi chiusi mentre il respiro ridefinisce i limiti spaziotemporali del nostro corpo, che richiede una sempre maggiore attenzione all'alimentazione.
Questa ricetta è pensata per una merenda sfiziosa senza rinunciare alla qualità e alla salute.


Cicorietta
Farina Sabina
Lievito di birra
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili
Uva ursina
Sale
Acqua
Cipolla
Latte intero
Lievito madre



Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua, lievito madre in polvere e latte intero, porre in un recipiente, coprirlo con la carta pellicola, una coperta e lasciar lievitare a lungo. A parte lavare bene la cicoria, scolarla normalmente senza porre troppa attenzione alla scolatura, tagliarla con coltello in pezzi di non più di 4 o 5 cm di lunghezza. Fare un soffritto leggero in acqua e olio con il trito di cipolla, poca, e l'uva ursina, aggiungere dunque la cicorietta tagliata e scolata ma non troppo, salare, abbassare la fiamma e coprire. Scolare eventualmente il liquido in eccesso, fare dischetti di pasta di circa 8cm di diametro e 2cm di spessore, farcirli con la cicoria, richiudere e infornare in forno già caldo a 180°C o 200°C per circa una ventina di minuti.  

mercoledì 22 giugno 2016

Filetti di alici con sedano e gomasio bio al forno


Il pesce azzurro fa benissimo pressoché a tutto e non è un caso che sia parte integrante della Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell'UNESCO. Ha un sapore molto caratteristico e deciso, come la forza del sole che si unisce alla meravigliosa bellezza delle spiagge del Mare Nostrum, da millenni culla di civiltà e culture. Le spiagge bianche e rosate della Sardegna, il giallo solfureo, il bianco, l'oro e il verde brillante della Sicilia, la meraviglia delle coste mediterranee baciate da una luce unica e straordinaria si ritrova nei sapori delicati e decisi delle ricette a base di ingredienti semplici e genuini.
Questa ricetta è ispirata ai benefici effetti della Dieta Mediterranea, rielaborata con spunti internazionali.


Alici surgelate ESI
Sedano
Vino bianco
Gomasio biologico



Sfilettare e pulire le alici e porle in una teglia oliata oppure porre in una teglia oliata le alici sfilettate surgelate, cospargerle di Gomasio bio. Mondare e affettare le coste di sedano sul lato corto spesse ma non troppo, circa 0,3 cm., porle nella teglia accanto alle alici, aggiungere un po' di vino bianco giusto a coprire il fondo della teglia senza annegare le alici. Infornare in forno ben caldo a 170°C o 190°C per un quarto d'ora scarso.  

martedì 21 giugno 2016

Calzoncello dolce con fragole di Carchitti, balsamico Pedroni e ricotta


Un dolcetto per iniziare bene l'estate senza appesantirsi e cominciare a programmare tuffi in piscina o nel mare blu delle splendide coste italiane o mediterranee, oppure rinfrancanti passeggiate in montagna, tra i boschi, sulle rive di laghi e torrenti ad ammirare le meraviglie di città d'arte e borghi di incommensurabile bellezza.


Farina sabina
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili
Fragole di Carchitti
Ricotta Santa Lucia o ricotta dai Monti Iblei
Carrube
Pepe nero
Aceto balsamico di Modena Vecchio Antica Aceteria Pedroni o Balsamico Tradizionale invecchiato in botti di rovere e castagno Aceteria Pedroni
Fiocchi di scorza di limone
Lievito di birra
Acqua tiepida
Zucchero Zefiro



Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida. Far lievitare. Oliare una teglia, stendervi sopra uno strato di pizza lievitata di circa 2cm di spessore, coprirlo con uno strato più sottile. A parte mondare e tagliare a pezzi grossolani le fragole di Carchitti a cui è stato tolto il picciolo, unirle alla ricotta Santa Lucia o ricotta dai Monti Iblei, ai fiocchi di scorza di limone non trattato grattugiata, alla carruba grattugiata, mescolare e dare una grattugiatina di pepe nero e aggiungere un cucchiaino di balsamico, aggiungere un cucchiaio generoso di zucchero. Condire la focaccia, coprirla con l'altra sfoglia di impasto, cospargere di zucchero e infornare in forno caldo a 180°C o 200°C per circa una ventina di minuti o fino a cottura.  

lunedì 20 giugno 2016

Fagottelli con fragole di Carchitti, Vecchio di Modena Pedroni, carruba e ricotta

Nel giorno del solstizio d'estate questa ricetta è perfetta per togliere la malinconia con una sfiziosità in cui il dolce e il salato si incontrano e si mescolano creando un'armonia adatta ad accogliere la spensieratezza felice della bella stagione.


Farina sabina
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili
Fragole di Carchitti
Ricotta Santa Lucia o ricotta dai Monti Iblei
Carrube
Pepe nero
Aceto balsamico di Modena Vecchio Antica Aceteria Pedroni o Balsamico Tradizionale invecchiato in botti di rovere e castagno Aceteria Pedroni
Fiocchi di scorza di limone
Lievito di birra
Acqua tiepida



Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida. Far lievitare. Creare dischetti di circa 10 cm di diametro e 2cm di spessore, porli in una teglia su dischetti di carta forno o pirottini anti-aderenti. A parte mondare e tagliare a pezzi grossolani le fragole di Carchitti a cui è stato tolto il picciolo, unirle alla ricotta Santa Lucia o ricotta dai Monti Iblei, ai fiocchi di scorza di limone non trattato grattugiata, alla carruba grattugiata, mescolare e dare una grattugiatina di pepe nero e aggiungere un cucchiaino di balsamico. Riempire i dischetti e coprirli a fagottino, cospargere con olio e infornare in forno caldo a 180°C o 200°C per circa una ventina di minuti o fino a cottura.  

domenica 19 giugno 2016

Tortelli patate e salame



L'Europa è uno strano luogo. È un continente, un'istituzione, una molteplicità di identità riconoscibili per le loro differenze culturali, è un modo di vivere e di mangiare, che ha come base la diversità profondissima tra posti così vicini e così lontani, tanto per ricordare un film di uno tra i più importanti registi cinematografici europei, Wim Wenders. Il film è tipicamente tedesco, tipicamente europeo e tipicamente universale. Parla di angeli, politica, amore, miti greci, romani, pre-romani, solitudini nella moltitudine e società contemporanee in evoluzione storica e sociale. Ma fondamentalmente parla del tempo, non come farebbero i britannici, che considerano la meteorologia spicciola un argomento di conversazione particolarmente interessante, forse perché in Gran Bretagna il tempo è sempre umidiccio e freddino, ma del tempo fisico, quello che si ritiene essere una dimensione essenziale e primaria dell'esistenza. L'ossessione per il tempo è una delle tipicità europee, gli europei sono appassionati di tempo e spazio, forse perché è qualcosa che si può vedere nelle piazze, nei monumenti e che costituisce una fonte d'orgoglio europeo. L'Europa è il Vecchio Continente e gli europei sono orgogliosissimi di questo. D'altronde nel Mediterraneo e in Italia vi sono alcune tra le forme più interessanti di resilienza biologica che fa sì che vi sia una gran quantità di specie, altamente resistenti ai cambiamenti. L'Italia, poi, è una vera e propria fucina di resilienza, non soltanto biologica, verrebbe da pensare, bensì sociale. Il tessuto socio-culturale italiano è fortissimamente resiliente, si adatta, si ricrea, si ricompone.
È evidente che questa capacità di adattarsi e ricomporsi per ricrearsi è particolarmente palese nella cucina italiana, in cui gli elementi entrano senza alterare l'equilibrio formale e sostanziale della cultura culinaria italiana. Per quanto concerne alcuni elementi, tra cui le patate, la resilienza è evidente anche nelle altre culture culinarie europee.
Questa ricetta è ispirata ad una ricetta polacca e unisce la delicatezza delle patate con il salame.


Uova
Farina
Patate
Salame



Lessare le patate con tutta la buccia, impastare uova e farina, tirare la sfoglia fino al penultimo buco della macchinetta per la pasta, sbucciare le patate, frangerle e triturarle nel mixer insieme al salame, riempire e chiudere la pasta a tortelli. Lessare in abbondante acqua salata e condire con olio e parmigiano.  

sabato 18 giugno 2016

Risotto filante di Mamma Lucilla con carciofi e curry


Ghandi riuscì con la nonviolenza a sconfiggere l'esercito più potente del Pianeta, che all'epoca era quello britannico, e ad ottenere l'indipendenza dal Regno Unito. Una lotta, la sua, che è stata di ispirazione per generazioni e generazioni. Le parole del Mahatma sulla pace, i diritti e, appunto, la nonviolenza ma anche soltanto il suo volto sorridente e gentile fanno ricordare l'importanza della dignità nelle battaglie per la conquista di ciò che dovrebbe essere ovvio nelle società aperte e civili e che talvolta non lo è punto, oppure non lo è più. La regressione nello sviluppo democratico delle società libere è un problema che si manifesta in moltissime forme, dall'oppressione sulle donne nei Paesi medio-orientali che nella seconda metà del Novecento erano allineate ai Paesi europei per l'emancipazione femminile e che poi hanno vissuto un nuovo Medioevo, si spera per vivere poi un Rinascimento medio-orientale, ai diritti sindacali delle società occidentali che sembravano assodati e che, come spesso accade quando si verifica una rivoluzione tecnologica, debbono essere oggi ripensati e ridefiniti per evitare non soltanto la perdita di quei diritti ma anche perché la libertà è come un rapporto di coppia o di amicizia ben riuscito, è qualcosa che si costruisce giorno per giorno, con continui assestamenti che permettono l'evoluzione e non l'involuzione del rapporto stesso.
Nella società contemporanea il tempo libero sembra essere una parte essenziale della definizione del diritto nel lavoro. Il tempo libero ha a che fare con la vita privata, sociale e familiare delle persone che debbono essere rispettate in quanto tali, e non in base al 'censo'.
Se una persona è dirigente di una grande multinazionale o se è il ragazzo che pigia i tasti sull'ascensore del grattacielo newyorkese della medesima società, quando si parla di rispetto della 'sfera privata' si deve applicare il principio di uguaglianza, perché ciò impone in primo luogo il rispetto del fondamentale principio di eguaglianza dei cittadini.
Nei Paesi Bassi hanno inoltre capito da moltissimo tempo che il tempo libero è un motore di sviluppo per l'economia e 'conviene' rispettare i diritti dei lavoratori non oberandoli di lavoro e lasciando loro più tempo per agire nello spazio civico, quindi per interagire e socializzare, ma anche per rilassarsi e tornare più contenti e con mente e corpo riposati al lavoro, cosa che aumenta di molto la produttività, come è ampiamente dimostrata. Il problema nelle società multietniche si potrebbe porre ove vi fossero esigenze differenti per i giorni liberi in base alle credenze religiose, in effetti questo potrebbe essere un problema oppure una risorsa, tutto sta ad organizzare il lavoro nel modo più efficiente e produttivo nel rispetto pieno dei diritti delle persone, anche e soprattutto in virtù di nuove forme di lavoro.
Questa ricetta è ispirata alle differenze che si incontrano andando a definire un piatto ricco e gustoso in cui i sapori si armonizzano senza prevalere in un insieme delicato e saporito.


Riso Basmati
Sale
Olive nere sabine secche, condite con semi di finocchio, sale e olio extravergine Sabina D.O.P.
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili
Sale
Burro d'alpeggio della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore
Mozzarella
Carciofi e limoni per pulirli
Acqua
Cipolla
Curry mild
Vino bianco frizzantino


Mondare e tagliare e i carciofi, porli in una pentola con un po' di cipollina, olio e sale, tutto a crudo, far ammorbidire a fuoco medio-basso.

In un'altra pentola preparare in soffritto leggero in acqua e olio di cipollina e curry, aggiungere il riso, salarlo e girare finché diventa traslucido, aggiungere i carciofi, dunque il vino, far evaporare l'alcool, poi aggiungere acqua tiepida continuando a girare di quando in quando. Quasi a fine cottura aggiungere burro sciolto nel microonde o a bagnomaria e immediatamente prima di servire, la mozzarella a tocchetti.

venerdì 17 giugno 2016

Rape rosse con fiocchi di limone e olive nere



Il femminismo sembra essere la nuova frontiera della politica con la 'P' maiuscola, di quel governo della polis che fa immaginare nuove forme possibili di libertà e rispetto. Justin Trudeau, il Primo Ministro del Canada che ha saputo reinterpretare il concetto di Stato che suo padre aveva plasmato in forma ampiamente democratica, lo ha espresso chiaramente in molte occasioni affermando che essere femministi vuol semplicemente dire essere a favore di una società giusta, egalitaria e fondata sul rispetto dei diritti fondamentali. Il 'piccolo' Trudeau ha dimostrato in pochi mesi di sapersi porre all'attenzione della politica planetaria agendo la libertà e d'altronde governa un Paese tutto sommato abbastanza libero. Più complicato pensare ad un altro leader molto più famoso di lui e altrettanto carismatico che sta infiammando gli animi dei libertari italiani e di molte altre nazioni, Papa Francesco, il pontefice che, con la sua dottrina del 'Nuovo Umanesimo' sta rivoluzionando il Vaticano, 'convertendo il clero cattolico al cattolicesimo', avrebbe forse affermato Don Andrea Gallo, prete da strada e cristiano nel senso più profondo del termine. Eppure Papa Francesco sta ripensando il ruolo delle donne anche all'interno della liturgia. Piccole rivoluzioni, quali quelle delle donne che vincono cause contro datori di lavoro che le vorrebbero in tacchi alti, che però hanno il significato forte del cambiamento. Le società contemporanee libertarie e democratiche pongono un discrimine forte tra diritti fondamentali e mancanza di rispetto di tali elementi basilari per democrazie e società aperte, libere, liberali e libertarie. Questo discrimine, questo 'muro', questo confine passa sul corpo delle donne e attraversa i loro armadi fino a determinarne il 'dress code'. Vedere una donna in tacchi alti e vestiti succinti mentre è al lavoro è considerato sconveniente, eticamente criticabile, socialmente condannabile e lo sarà sempre di più. Il femminismo determinerà probabilmente una nuova ondata di battaglie per i diritti civili e del lavoro, quegli stessi che sono stati inficiati da crisi economica e cattiva gestione del sindacato e del governo della polis.
Questa ricetta, dall'intenso colore tra il fucsia e il rosso violaceo, è ispirata al nuovo femminismo e agli avamposti della legalità.

Rape rosse precotte
Limone
Olive nere sabine secche, condite con semi di finocchio, sale e olio extravergine Sabina D.O.P.
Sale
Timo fresco
Olio extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili



Far scaldare un filo d'olio in una padella antiaderente a coprire il fondo, aggiungere le olive, quindi le rape sciacquate sotto l'acqua corrente e tagliate a cubotti irregolari, salare, aggiungere il timo, indi i fiocchi di scorza di limone, girare su fuoco medio-alto fino a che non cambiano colore. Servire come contorno oppure con un filo di aceto balsamico quale condimento di cous-cous o riso in bianco.  

giovedì 16 giugno 2016

Cucinati con borlotti dell'Alta Tuscia e gnocchetti di farro


Giovedì gnocchi, questo dice il proverbio, almeno a Roma e provincia, esprimendo una tradizione gastronomica laziale. Le ricette degli gnocchi sono ovviamente innumerevoli, anche perché è un piatto popolare per cui ogni famiglia li prepara in un modo speciale. Gli gnocchi romaneschi sono quelli preparati all'istante, con una maestria e soprattutto mani allenate che sappiano impastare patate pressoché bollenti insieme alla farina. Ma anche su questo c'è poi da ridire perché c'è chi li prepara 'a freddo', addirittura taluni aggiungono le uova, cosa che, ovviamente, per i sostenitori degli gnocchi all'istante è quasi equivalente ad una blasfemia. Non di sole patate sono però gli gnocchi, esistono molte varietà di gnocchetti preparati con acqua e farine di differenti cereali, e in alcuni casi finanche di legumi, quali ad esempio i ceci. Questa ricetta prende spunto da una tipicità abruzzese, i cucinati, tradizionalmente preparati con i ritagli delle sagnette, fettuccine piuttosto 'erte' e dalla sfoglia ruvida, o con i maltagliati, sempre di pasta all'uovo, rielaborandola con la farina di farro, caratteristica di molte preparazioni del Centro Italia, in una zuppa che fa pensare alla montagna, ad un rifugio in quota dopo una bella scarpinata tra gli splendidi monti italiani, luoghi incantevoli e meravigliosi perfetti da scoprire zaino in spalla proprio durante la bella stagione per tonificare corpo e spirito.
La zuppa è gustosissima e può essere mangiata anche fredda, o tiepida, magari facendo attenzione a bollire gli gnocchetti in acqua salata anziché nella zuppa e passandoli poi sotto l'acqua fredda per fermarne la cottura.


Passata di pomodoro Mutti
Salvia fresca
Rosmarino fresco
Timo fresco
Menta fresca
Olio extravergine di oliva di sasso dei Monti Lucretili o Sabina D.O.P.
Sale iodato
Fagioli Borlotti dell'Alta Tuscia
Ginepro, bacche
Semi di finocchiella siciliana
Acqua
Cipollina ramata
Farina di farro biologica macinata a pietra Fornovecchino
Peperoncino Azienda Cerqueto
Zucchero
Parmigiano Reggiano della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore



Far rinvenire i fagioli in acqua per qualche ora, dunque cuocerli in abbondante acqua con semi di finocchiella, ginepro, timo, oppure utilizzare gli stessi già rinvenuti, cotti e surgelati. Fare un soffritto leggero in acqua e olio con la cipollina tritata e il peperoncino spezzettato, aggiungere i fagioli con un po' di acqua di cottura, aggiungere la passata e l'acqua, indi le erbe aromatiche, salare e zuccherare se necessario. Far bollire a fuoco medio-basso. Nel frattempo preparare gli gnocchetti impastando acqua e farina fino ad ottenere un composto sodo e non molle ma non troppo duro, fare i budellini di circa 1cm di diametro e tagliare gli gnocchetti con uno spessore equivalente circa al raggio del budellino. Lessarli nella zuppa, servire con una spolverata di Parmigiano Reggiano e un filo d'olio a crudo.  

mercoledì 15 giugno 2016

Cardi in padella con menta fresca e vino bianco


Quante strade deve percorrere un uomo
prima che possa essere chiamato uomo?
La risposta, amico mio sta soffiando nel vento


Così Bob Dylan, il menestrello statunitense delle battaglie civili, l'erede spirituale e artistico di Woody Guthrie, cantava nel 1962. La domanda, però, è rimasta a lungo nel vento ed è arrivata nello spazio interstellare grazie a Douglas Adams, l'autore della “Guida galattica per autostoppisti”, vero e proprio must read per astronauti e astrofili, tanto da rappresentare la “Domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto” cui il super-computer Pensiero Profondo dà la risposta '42'. Le teorie che si sono sviluppate su questo numero sono innumerevoli, fantasiose e spessissimo scientificamente validissime. Si parte dai calcoli di numeri naturali in base 13 per arrivare al tempo che occorre alla luce per attraversare il diametro di un protone di una particella d'acqua durante la creazione dell'arcobaleno, equivalente a 10 elevato alla – 42 secondi. La risposta reale del perché l'autore in questione abbia scelto il numero 42 la fornisce egli stesso: “ero seduto alla scrivania, guardai fuori e scrissi '42', ecco tutto”. Gli autostoppisti galattici hanno però continuato a immaginare che le cose non fossero così semplici, al punto che l'astronauta Samantha Cristoforetti ha chiamato Avamposto 42 il suo blog dalla ISS. A volte, però, le risposte sono davvero semplicissime seppur possano sembrare estremamente complesse a chi ha la capacità di ritenere vero e reale soltanto ciò che è spiegato in modo complicato. Ma questa è un'altra storia. Non sarà forse il 42 la risposta che soffierà nel vento, potrebbe essere invece una delle tante proposte di energia alternativa e verde al petrolio e allo sfruttamento di fossili non rinnovabili su cui i ricercatori del Pianeta stanno cercando delle risposte. Una disamina molto interessante è stata proposta in un numero della rivista radicale Diritto e Libertà, diretta da Mariano Giustino, ormai emigrato in Turchia alla ricerca di venti di ribellione e protesta, e certamente un bel quadro di quel che bolle in pentola nel settore della ricerca è possibile averla durante le tante iniziative organizzate il 15 giugno durante la Giornata mondiale del Vento coordinata in Italia dall'ENAV.
Questa semplicissima ricetta è ispirata proprio dalla tendenza a rendere scientificamente complesso qualcosa di semplice e naturale, come le erbe spontanee con cui Madre Natura generosamente ci nutre.
Il cardo selvatico è infatti una pianta spontanea, un po' difficile da pulire, con splendidi fiori e foglie screziate di ostica bellezza, che ha, tra i tantissimi effetti depurativi, un notevole effetto diuretico ed è particolarmente indicato per depurare il fegato, ghiandola di grandissime dimensioni il cui corretto funzionamento è particolarmente importante per la salute del nostro corpo.
È piuttosto saporito e adatto a tantissime ricette, tutto sta nel riconoscerlo, tagliarlo in modo da non rovinare la pianta e pulirlo nel modo giusto, saperi antichi che si tramandano di generazione in generazione.


Cardi selvatici
Vino bianco
Sale
Menta fresca
Aglio
Olio extravergine di oliva di sasso dei Monti Lucretili o Sabina D.O.P.
Acqua



Pulire i cardi rimuovendo le spine, sciacquarli poi togliere i filamenti più duri dopo averli messi a bagno in acqua e limone, dunque tagliarli a pezzetti di circa 3 o 4 cm di lunghezza, lavarli per bene. In una padella far imbiondire uno spicchio d'aglio, aggiungere i cardi, salare, aggiungere la menta fresca, far cuocere a fuoco vivace, irrorare con vino bianco, far cuocere e dunque irrorare con acqua, quasi a fine cottura aggiungere altre foglie di menta. 

martedì 14 giugno 2016

Pignettelle dolci alle rose


Il proverbio recita che 'non c'è rosa senza spine' e, come tutti i proverbi, ha un fondo di intrinseca verità che esula dall'ovvietà botanica. Difficile, anche se non impossibile, trovare una pianta di rose che non cresca su un ramo dotato di spine per proteggere la profumata delicatezza del fiore che più si associa, nel linguaggio di fioristi e botanici, ai sentimenti di amore e amicizia, ma anche invidia e gelosia. Le rose, in base al loro colore, possono comunicare una gran varietà di passioni umane, di quelle persone che non esistono nella forma della perfezione assoluta, ma sono, appunto, animate da passioni a volte contrastanti, a volte semplici, limpide, altre complicate, torbide.
Questa ricetta è semplice come i gesti necessari a far fiorire una pianta, nonostante i piccoli sacrifici che potrebbe comportare.


Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Vino bianco
Grigliata alle rose Azienda Cerqueto
Zucchero Zefiro



Impastare la farina con la grigliata alle rose, il vino e il lievito sciolto in acqua tiepida. Porre in un recipiente, coprire con la pellicola e con una coperta e far lievitare. Creare piccole pagnotelle a forma di pigna, porle nella carta forno e dunque in teglia, zuccherare la superficie.

lunedì 13 giugno 2016

Fagottelli alle rose con sciroppo d'acero


Il 13 giugno del 1935 Christo Vladimirov Yavachev e Jeanne-Claude Denat de Guillebon nascono rispettivamente a Gabrovo, Bulgaria, e a Casablanca, Marocco. Si incontreranno a Parigi nel 1958 e poi andranno negli Stati Uniti, diventando forse i più popolari e famosi artisti di land-art. 
Sono conosciuti in tutto il mondo con la sigla 'Christo' o 'Chirsto e Jeanne-Claude'. Non si può dire che il nome rimanga difficile da ricordare, soprattutto nei Paesi con una forte predominanza cattolica e/o cristiana, ma neanche che i loro 'impacchettamenti' monumentali e assolutamente effimeri siano poco visibili. Una coppia di persone, di artisti, nati nello stesso giorno, con una vita complicata e forse non troppo noiosa provenienti da Paesi dell'area Euro-mediterranea che, però, muoiono in momenti diversi. Lei lo lascia nel 2009 e lui decide di salutarla dedicandole un'opera che 'tempo permettendo', come è specificato sul loro sito, dal 18 giugno al 3 luglio 'impacchetterà' il Lago di Iseo, ricreando spazi in cui sarà possibile camminare sull'acqua e raggiungere a piedi quei luoghi che lei tanto amava.
Il 'tempo permettendo' non è da sottovalutare in quanto il pittoresco lago lombardo è periodicamente spazzato da un vento fortissimo che ha una tale potenza da far rovesciare anche le automobili. Arriva d'improvviso e si ha appena il tempo di rifugiarsi in uno spazio coperto prima che il bizzoso spirito lacustre esprima le proprie perplessità sugli insediamenti umani spiegando in un baleno che la Natura può essere accondiscendente, può sopportare anche gli esseri umani con le loro smanie di distruzione ma basta un sospiro un po' più intenso per scrollarsi di dosso tutte quelle creature che si affannano quotidianamente tra i suoi spazi.
Questa ricetta è ispirata all'amore, simboleggiato dai petali di rosa, che unisce le persone oltre i limiti temporali e spaziali, unica risposta possibile per vivere insieme pacificamente, e alla forza dirompente della Natura, rappresentata dallo sciroppo d'acero, il tipico prodotto del Canada, che ha dovuto recentemente affrontare la devastazione dell'incendio di #FortMcMurray e che sta fornendo una alternativa possibile all'odio. 


Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Vino bianco
Grigliata alle rose Azienda Cerqueto
Sciroppo d'acero
Zucchero Zefiro


Impastare la farina con la grigliata alle rose, il vino e il lievito sciolto in acqua tiepida. Porre in un recipiente, coprire con la pellicola e con una coperta e far lievitare. Creare dischetti di circa 8 cm di diametro e 2 cm di spessore, farcirli con lo sciroppo d'acero , richiudere, porli nella carta forno e dunque in teglia, zuccherare la superficie.


domenica 12 giugno 2016

Bruschette di pane nero con Reggiano, pomodori e zucchine di Mamma Lucilla


La cucina mediterranea è costruita di piccoli piaceri che rendono speciale qualunque piatto, dal più complesso a quello più semplice. 

Mediterraneo
Fondamentalmente basata sulla genuinità e qualità degli ingredienti, mettersi a tavola nei Paesi Mediterranei è un atto di convivialità, di cultura e di piacere. I grandi filosofi greci discorrevano spesso intorno ad una tavola imbandita e non sono pochi gli esempi di grandi dissertazioni avvenute proprio davanti ad un buon bicchier di vino e ad un pasto rigenerante.

Mangiare non è soltanto qualcosa che serve a nutrirsi, a fornire al corpo il necessario sostentamento per lo svolgimento delle funzioni primarie, l'arte della cucina in Italia e nel Mediterraneo è prima di tutto un atto culturale e sociale.
Questa ricetta, semplice, genuina e gustosissima è frutto di una capacità elaborata negli anni di combinare gli elementi in modo da creare un insieme armonioso e perfetto per le serate estive.


Bruschette di pane ai cereali dell'antico forno
Parmigiano Reggiano della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore
Pomodori datterini
Origano siciliano
Olio extravergine di oliva
Sale
Foglia di cipollina fresca
Zucchine
Vino rosato



Lavare le zucchine, tagliarle a dadini, scaldare l'olio con la foglia di cipolla fresca tagliata a listerelle senza farlo bollire, aggiungere le zucchine, salare, aggiungere l'origano e far cuocere a fuoco vivace, sfumare dunque con il vino rosato quasi a fine cottura, e far continuare a cuocere. A parte lavare i pomodori e tagliarli per lungo per tre, porli in una padella con l'olio a crudo, salare, aggiungere l'origano e far cuocere a fuoco medio-alto per qualche minuto, girandoli una volta o due. Affettare il pane sottile in fette di circa 0,5 cm di spessore e farlo bruscare, quindi condirlo con pomodori, una lamina di parmigiano, e quindi zucchine.

Fagottelli con pecorino pepato e passata di pomodoro

Il 12 giugno è festa nazionale in Russia, si celebra l'indipendenza dall'impero sovietico ma molte persone non hanno granché da festeggiare. La dissoluzione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, la Caduta del Muro di Berlino, la Perestrojka e Solidarność hanno infiammato gli animi di chi crede nella forza della democrazia quale sistema migliore finora implementato dalle società. 
La relativa pace in cui tale dissoluzione è avvenuta è stato forse l'elemento più sorprendente. 
Il colpo di coda si è avuto nelle periferie dell'impero, nella ex Jugoslavia, in Ucraina, in Cecenia, ma la guerra civile è stata evitata, paradossalmente dall'avidità di gerarchi abituati a capire alla svelta i cambi al vertice per schivare i gulag e le torture che loro stessi erano abituati ad infliggere. 
Molti gerarchi hanno sfruttato l'occasione per costruire piccoli imperi economici all'interno dell'ex impero, molti di loro hanno semplicemente esplicitato ciò che facevano prima del crollo dell'URSS, ostentando una ricchezza sfacciatamente volgare. 
Indipendenza da che e da chi? si chiedono in molti, almeno stando al resoconto di Konstantin Von Eggert, e c'è davvero da domandarselo perché certo non è indipendenza dalla fame, dalla corruzione, dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla mancanza di libertà. 
Nel corso degli anni i vari gerarchi hanno dimostrato in che modo il capitalismo sarebbe stato 'innestato' in un sistema a base sovietica, nel modo più atroce, crudele e assurdo. Sembra che la Russia non abbia pace, di certo non ha giustizia né ne ha mai avuta. 
Dagli Zar ai Soviet fino al capitalismo più becero che 'se ne frega' di diritti umani fondamentali e democrazia, la Russia ha calpestato incessantemente il concetto stesso di libertà. 
Quindi la domanda 'indipendenza da che?' parrebbe più che logica in un Paese contemporaneo che sta vivendo un nuovo Medioevo, basato su un divario forse incolmabile tra ricchissimi e poverissimi, in cui la classe media, la borghesia liberale e libertaria, non ha davvero senso di esistere. 
La Russia continua ad essere la dimostrazione provata che il nemico del popolo non è la borghesia, bensì le dittature, in tutte le loro forme.
Questa ricetta è un augurio per il giorno dell'indipendenza della Russia da qualunque forma di oppressione affinché l'Europa possa veramente dirsi unita, libera e in pace.


Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Pecorino pepato di Ischia di Castro
Olio extravergine di oliva di sasso dei Monti Lucretili o Sabina D.O.P.
Sale
Passata Mutti



Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida. Porre in un recipiente, coprire con la pellicola e con la coperta, far lievitare. Creare dischetti di circa 8 cm di diametro e 2 cm di spessore, farcirli con passata e pecorino, richiudere, porli nella carta forno e dunque in teglia, oliare e salare la superficie.

sabato 11 giugno 2016

Fagottelli con pecorino pepato e mentuccia fresca


Anni fa, quando la televisione era qualcosa di innovativo, qualcosa che si guardava al bar insieme ad altre persone perché di 'apparecchi' non ce n'erano tantissimi in giro c'era una trasmissione molto bella, l'Almanacco, in cui si mostravano immagini dell'Italia e si ricordavano eventi e curiosità collegate alla giornata corrente. 
Attualmente l'Accadde oggi è una rubrica di Wikipedia e della BBC, nonché una tipicità del motore di ricerca Google che ha creato un vero e proprio fenomeno comunicativo con i suoi 'doodle', le modificazioni del marchio con disegni, simboli, colori e/o animazioni per ricordare qualche giornata o anniversario particolare, oltre al compleanno dell'utente connesso, utilità che fa sentire l'utente al centro del proprio universo di notiziabilità. La trasmissione dell'Almanacco era un ottimo spunto per ricordare anche la storia patria e rafforzare il senso di appartenenza non ad una comunità digitale e virtuale, bensì ad un Paese che ha una lunga storia. 
Il 11 giugno la rubrica RAI avrebbe potuto forse ricordare la nascita di un patriota risorgimentale, Nicola Ricciotti, nato a Frosinone, nella stessa provincia che ha dato i natali a Giulio Andreotti e, ben prima, a Cicerone, personaggi tra loro affatto diversi. 
Se Cicerone è giustamente considerato uno tra i più abili avvocati e politici della storia mondiale e Giulio Andreotti uno tra i politici più contorti, machiavellici e potenti dell'Italia post unitaria, Nicola Ricciotti è uno di quelli che hanno costruito l'Unità d'Italia, una persona che ha creduto negli ideali di libertà al punto da combattere per essi e unirsi alla rivoluzione guidata da Mazzini e Garibaldi, che gli era talmente affezionato da chiamare il suo quarto figlio Ricciotti. La storia del patriota risorgimentale è emblematica perché in fondo rispecchia quella delle persone che ancor oggi credono fortemente negli ideali di libertà. Nicola Ricciotti venne fucilato nel Castello di Murat, in Calabria, non vide mai l'Italia unita e non ebbe modo di conoscere l'Europa Unita, immaginata o forse soltanto sognata da Mazzini, di cui era un seguace, eppure fece ciò che era nelle sue possibilità, agì e visse intensamente.
Questa semplice ricetta racchiude in un involucro di pane i colori della bandiera italiana, con il rosso del pepe, il bianco del formaggio e il verde della mentuccia selvatica, che cresce ostinata e testarda tra rocce e piccoli appezzamenti di terra, con la forza che si rinnova sempre dell'amore per la libertà.


Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Pecorino pepato di Ischia di Castro
Mentuccia fresca
Olio extravergine di oliva di sasso dei Monti Lucretili o Sabina D.O.P.
Sale


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida. Porre in un recipiente, coprire con la pellicola e con la coperta, far lievitare. Creare dischetti di circa 8 cm di diametro e 2 cm di spessore, farcirli con mentuccia e pecorino, richiudere, porli nella carta forno e dunque in teglia, oliare e salare la superficie.


venerdì 10 giugno 2016

Teglia di cardo selvatico e patate con fiocchi di limone




Esistono giornate delle mamme, dei papà, degli innamorati e dei bambini ma in pochi ricordano di festeggiare i suoceri e di dedicare loro un'intera giornata internazionale. Eppure quanta importanza hanno i suoceri nella vita quotidiana di una coppia... sulle suocere ci sono detti, proverbi, barzellette e anche i suoceri, seppure in tono minore, sono molto frequentemente i soggetti prediletti di storielle divertenti e addirittura di stornelli. Seppure sia un'usanza consumistica, l'istituzione di una giornata formalmente dedicata ai suoceri sarebbe davvero una buona idea, anche per dire quei grazie che a volte è difficile esprimere a parole. Questa ricetta è ispirata proprio ai suoceri.


Patate
Cardo
Fiocchi di limone
Olio extravergine
Sale
Pangrattato



Raccogliere i cardi, mondarli o farli mondare da una suocera o da un suocero esperti, sbollentarli, sbucciare le patate e farle a fettine sottili, mettere in una teglia oliata uno strato di patate, sale, olio, fiocchi di limone, cardi sbollentati, sale, olio, patate, sale, olio, fiocchi di limone, fino all'ultimo strato con cardi, pangrattato e fiocchi di limone. Infornare in forno ben caldo a 200°C o 220°C per una mezz'oretta.   

mercoledì 8 giugno 2016

Frittatina con fiocchi di limone e bietina rossa

Una ricetta semplice dal sapore fresco e delicato in cui si unisce la forza della bietina rossa di campo, ricca di ferro, all'aroma estivo del limone appena colto, in un insieme armonioso che mette in risalto la squisitezza della tipica frittata italiana. Particolarmente buona se preparata con uova di galline allevate da persone di fiducia, questa ha alla base le uova del pollaio di Is.

Uova
Olio extravergine di oliva Azienda Le Farnie
Bietina rossa
Scorze di limone
Sale

Sbattere le uova, lavare il limone e grattugiare in fiocchi la scorza di un limone per ogni uovo, salare e aggiungere la bietina mondata e tagliuzzata, circa 1 foglia per ogni uovo. Far scaldare l'olio in padella e cuocere la frittata, girandola col piatto quando necessario.  

martedì 7 giugno 2016

Focaccia con rose, rosmarino e cipolla




“Vogliamo il pane e anche le rose”, un efficacissimo slogan del femminismo italiano, è l'ispirazione di questa ricetta. La focaccia ricorda le pizze che si cuocevano prima di infornare le pagnotte impastate a mano nella madia per controllare la temperatura del forno, squisitezze d'altri tempi e di cui ancora si ricorda la fragranza, mentre le difficoltà e la fatica con cui le donne dovevano sfamare pargoli e familiari è rappresentata dalla cipolla, bianca come un abito da sposa, e che fa piangere lacrime di gioia o dolore. I petali di rosa, a significare il bisogno di coccole, gentilezze e grazia, donano un aroma inconfondibile, rafforzato dal pungente e squisito ginepro, dal perenne rosmarino mediterraneo e dalle spezie che creano una mescolanza unica e briosa di sapori ed emozioni.


Acqua
Lievito di birra
Farina sabina
Cipolla bianca
Sale grosso
Olio extravergine di oliva Azienda Agrituristica Le Farnie
Grigliata alle rose Azienda Cerqueto



Sciogliere il lievito di birra in acqua tiepida, impastare insieme alla farina, alla cipolla tagliata finemente e alla grigliata alle rose Cerqueto, aggiungere un filo d'olio se necessario, porre in un recipiente, coprire con la carta pellicola, indi con la coperta e mettere a lievitare a lungo. Dunque stendere l'impasto in una teglia oliata per uno spessore di circa 2cm., cospargere di sale grosso, e un filo d'olio, bucherellare con le dita e infornare in forno già caldo a 200°C o 220°C per circa una ventina di minuti.