giovedì 31 agosto 2017

Pizza con zucchine grigliate, olive verdi, mozzarella e pomodoro

Pizza con zucchine grigliate, olive verdi, mozzarella e pomodoro

SPA, Salus per aquam, la salute mediante i benefici effetti dell’acqua, è la sigla che si trova in molti alberghi e nei tanti stabilimenti termali in giro per il mondo. Gli antichi romani avevano la sanissima consuetudine di costruire, ovunque andassero, delle terme e l’abitudine di frequentarle si è tramandata nei secoli. Le acque hanno caratteristiche affatto diverse tra loro e possono essere di grande giovamento per la salute, di relax per il corpo e la mente e di depurazione generale.

Questa ricetta è ispirata alla bellezza di rilassarsi tra le coccole acquose in uno tra i tanti e meravigliosi stabilimenti termali italiani. 

Farina
Lievito di birra, se secco anche due cucchiaini di zucchero semolato
Acqua tiepida
Olio extravergine di oliva
Zucchine
Pomodori
Basilico
Sale integrale siciliano
Olive verdi
Mozzarella


Impastare la farina col lievito e l’acqua tiepida, coprire e far lievitare a lungo. Nel frattempo lavare e tagliare i pomodori a dadini, porli in una pentola con olio e sale, far cuocere a fuoco medio, quindi passare col passaverdure, far ribollire e rapprendere, quasi a fine cottura aggiungere basilico fresco ben sciacquato. Lavare le zucchine, tagliarle a fettine sottili, grigliarle. Quando l’impasto sarà sufficientemente lievitato, stendere la sfoglia sottile, porla su una teglia con carta forno, condirla con il sughetto, la mozzarella, le zucchine grigliate e le olive. Infornare in forno ben caldo a 220°C o 230°C per il tempo necessario alla cottura. 

mercoledì 30 agosto 2017

Filetto di manzo con prugnette

Filetto di manzo con prugnette

Il turismo è decisamente una risorsa importante per creare sviluppo sostenibile, pertanto è necessario imparare la difficile arte dell’accoglienza turistica soprattutto nel Belpaese, tanto ricco di risorse artistiche, naturali e paesaggistiche.
Questa ricetta è ispirata alle potenzialità espresse di quei luoghi che sanno fare del turismo un motore dell’economia locale e nazionale.


Filetto di manzo acquistato dal macellaio di fiducia
Prugnette freschissime appena colte
Sale integrale siciliano


Scaldare la piastra, aggiungervi del sale, quindi cuocere il filetto di manzo con il livello di cottura preferito. Lavare le prugnette, denocciolarle e tagliarle in quattro spicchi, quasi a fine cottura aggiungerli sulla piastra. 

martedì 29 agosto 2017

Gelato goloso con Grisbì, ricetta di Nonna Lucilla

Gelato goloso con Grisbì, ricetta di Nonna Lucilla

C’è chi preferisce il salato e chi non resiste ai dolci ma generalmente è buona norma fare attenzione alla linea, soprattutto superati i quarant’anni. Esistono, però, talune persone che, pur mangiando una quantità spropositata di dolciumi, non hanno alcun effetto collaterale, non mettono su un filo di grasso e hanno valori di riferimento assolutamente perfetti.
Questa ricetta è stata ideata da uno di questi fortunati ghiottoni, Nonna Lucilla.  

Grisbì con ripieno alla nocciola
Gelato di nocciola
Gelato stracciatella
Gelato al caffè
Gelato gianduia
Caffè caldo
Panna montata
Cioccolato fondente
Latte


Sciogliere il cioccolato fondente in pochissimo latte, versarlo a spirale sul fondo e sui bordi della  coppetta di cristallo per il gelato, sul fondo adagiare dunque un cucchiaino di panna montata sovrastata da un biscotto grisbì, dunque sistemare il gelato, versarvi sopra un goccio di caffè appena fatto, dunque panna montata e qualche filo di cioccolata fondente.  

lunedì 28 agosto 2017

Insalata con olive verdi e mozzarella

Insalata con olive verdi e mozzarella

La polemica tra Giuseppe Mazzini e Karl Marx è stata spesso piuttosto accesa, tanto che taluni studiosi e certuni storici sono convinti che il famoso ‘Manifesto’ fu scritto proprio in risposta alle critiche mosse dall’ideologo genovese alle teorie dell’economista tedesco. Uno tra i punti di discordia più evidenti è la dismissione, in poche, profetiche e inusualmente semplici parole, del comunismo quale generatore di dispotismo e oppressione da parte dell’ideatore della Giovine Europa. Le teorie di Marx vennero considerate dai posteri, o almeno dalle generazioni che oggi sono ascrivibili al passato, più ‘fondate’ da un punto di vista economico e di analisi scientifica. Effettivamente le parole dure e difficili, sovente mistiche all’apparenza fino quasi a sembrare deliranti, di Mazzini se confrontate con lo stile più formalmente razionale delle teorie marxiane danno adito a critiche anche feroci e possono essere difficilmente citate quali testi di riferimento per serie e compunte tesi scientificamente comprovate e comprovabili. Il fatto che il nostro avesse pienamente ragione e avesse saputo comprendere immediatamente l’errore nell’analisi del tedesco che di fatto riproponeva e rielaborava con terminologia più rivoluzionaria lo status quo di un mondo organizzato in caste, in classi sociali, in masse e non creato e costruito quotidianamente da persone con la loro individualità, le loro preferenze, i loro caratteri, è stato considerato del tutto marginale di fronte alla ‘scientificità’ formale di Marx. Oggi, con il neo-umanesimo proposto da Papa Francesco I Bergoglio, e con un corpus di diritto internazionale umanitario si cominciano a comprendere le idee di Mazzini, la profonda verità insita in ognuna delle frasi, scritte oggettivamente in modo ostico e poco scientificamente citabile, prodotte dall’animatore del Risorgimento italiano. D’altronde non è un caso che un eroe della gente, un uomo profondamente legato al popolo e ai popoli, un guerriero mai, o quasi, vinto sempre in lotta per l’abolizione delle diseguaglianze sociali, Giuseppe Garibaldi abbia descritto l’incontro con Mazzini più emozionante del sentimento provato da Colombo alla vista dell’America.
Questa ricetta, semplicissima, è ispirata all’importanza delle persone, con le loro individualità e i loro sentimenti.

Lattuga romana
Olive verdi
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Mais precotto
Mozzarelline di bufala freschissime
A piacere aceto di vino bianco


Sciacquare le olive, denocciolarle, porle in un’insalatiera. Lavare bene l’insalata, scolarla, spezzettarla con le mani e porle nell’insalatiera. Sciacquare il mais e aggiungerlo all’insalata, quindi tagliare in pezzetti della giusta grandezza, a piacimento, le mozzarelline, condire con olio e sale e, se piace, una spruzzatina di aceto di vino bianco. 

domenica 27 agosto 2017

Insalata di riso con melone bianco e bresaola

Insalata di riso con melone bianco e bresaola

La famiglia è uno tra i fondamentali nuclei intorno ai quali si costruiscono le società. Se definire ciò che si intende per famiglia a livello legislativo e politico è questione quanto mai complessa e foriera di discussioni anche piuttosto accese, non è altrettanto complicato comprenderlo a livello personale, emotivo, istintivo. Nel momento in cui si costruisce una famiglia con un’altra persona, nell’attimo stesso in cui si cominciano a porre le basi per un rapporto duraturo, si inizia una meravigliosa esperienza fatta di attimi, di momenti vissuti, di parole dette e di offese taciute, di litigate e di passioni in un percorso che, quasi istintivamente, si comprende essere lungo, con infiniti movimenti di aggiustamento. L’amore, il rispetto e il piacere di stare insieme sono ovviamente prerequisiti per iniziare a pensare di creare una famiglia ma poi questi concetti fondamentali debbono essere arricchiti da tanti piccoli gesti e momenti che vanno a costruire tale nucleo fondamentale.

Questa ricetta è ispirata all’importanza della quotidianità nella costruzione di società libere e aperte.  

Riso basmati
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Acqua
Melone bianco
Bresaola
Limone


Far bollire il riso al dente in abbondante acqua salata, scolarlo e passarlo sotto l’acqua fredda, versarlo in un’insalatiera. Sbucciare il melone bianco, tagliarlo a dadini e porlo nell’insalatiera, aggiungervi la bresaola in una fetta unica tagliata a dadini molto piccoli, condire con olio, sale, succo di limone e fiocchi di scorza di limone. 

sabato 26 agosto 2017

Insalata di pasta con prugnette e bresaola

Insalata di pasta con prugnette e bresaola

Nella più o meno gloriosa storia patria degli ultimi due millenni o poco meno gli eroi italiani sono stati spesso molto poco eroici nel senso più pomposo del termine mentre lo sono stati nel senso più proprio e vero della parola.
Alla guida di un manipolo di poche persone, sovente male armate e poco aduse all’avventura, gli eroi italiani hanno solcato mari ignoti, conosciuto terre lontane, vinto senza tregua i migliori eserciti europei. L’eroe nostrano non corrisponde all’ideale di elegante esploratore o del militare ornato di pennacchi e speroni lucenti, bensì più a quello di un pirata salgariano o di un corsaro un po’ malandrino e molto poco ossequioso delle gerarchie o dell’ordine costituito. Marco Polo, Cristoforo Colombo e Garibaldi sono, ciascuno a suo modo, eroi, nessuno tra loro avrebbe mai potuto posare per un quadro del Goya ritrattista della casa reale mentre ognuno di loro sarebbe stato perfetto per il Goya pittore della vita nelle sue espressioni più passionali e dirompenti.

Questa ricetta è ispirata agli eroi italiani. 

Prugnette appena colte dall’albero
Pasta corta
Olio extravergine di oliva
Bresaola in una fetta spessa circa un centimetro
Panna di mandorle oppure robiolino sciolto in latte
Acqua
Sale integrale siciliano


Lavare le prugnette, privarle del nocciolo, tagliare a spicchi e poi a dadini, tagliare la bresaola in dadini piccoli, sciogliere il robiolino nel latte oppure amalgamare la bresaola e le prugnette con la panna di mandorle. Nel frattempo lessare la pasta piuttosto al dente, scolarla e passarla sotto l’acqua fredda. Condire e servire a temperatura ambiente o fredda. 

venerdì 25 agosto 2017

Ricottina con miele, granella di noci e prugnette fresche

Ricottina con miele, granella di noci e prugnette fresche

Gli studi cosiddetti ‘di genere’, traduzione dall’inglese dell’espressione ‘gender studies’, sembrano un appannaggio di qualche eccentrica femminista eppure in moltissimi casi non sono altro che un’ovvietà che ha bisogno di essere ribadita quale concetto fondamentale ed evidentemente non ancora compreso o assimilato dalle società contemporanee.
Se in letteratura o nell’arte gli ‘studi di genere’ svelano multiversi di sensi e significati che la prepotenza maschilista ha tentato di soffocare creando disparità e ingiustizie che le moderne società sembrano, pian piano, cercare di colmare, seppur con esasperante lentezza e talvolta ottusità, nelle scienze cosiddette esatte l’idea stessa di diversità nella costituzione maschile e femminile sembrano essere state relegate ad una vaga coscienza individuale.
In medicina vengono compiuti costantemente passi da gigante, operazioni chirurgiche che fino a pochi anni fa prevedevano ricoveri fino a due settimane oggi vengono effettuate ambulatorialmente e richiedono non più di un paio d’ore di permanenza nelle strutture ospedaliere, ma nei reparti di ostetricia soltanto da pochissimi anni si è compreso che le donne sanno partorire, i figli sanno nascere e il latte materno è il miglior alimento per il bebè. Queste idee, che sembrerebbero ovvie, sono rivoluzionarie e gli ospedali che le mettono in pratica sono considerati delle eccellenze sanitarie. Gli ‘studi di genere’ pian piano stanno arrivando anche nelle strutture ospedaliere e si cominciano a comprendere, e soprattutto a prendere nella dovuta considerazione, concetti che dovrebbero essere ovvi e che troppo spesso non lo sono ancora.

Questa ricetta è ispirata alla parità di diritti che si esprime nel pieno rispetto delle differenze. 

Prugnette fresche appena colte dall’albero
Ricottine di pecora delle Ecofattorie sabine oppure di bufala
Noci


Sbucciare le noci, ridurre i gherigli in granella, distribuirla sulla superficie della ricotta, aggiungere le prugnette lavate e tagliate in quattro spicchi tutto intorno e sulla parte superiore creando forme floreali. 

giovedì 24 agosto 2017

Cous cous integrale con bresaola e pomodori

Cous cous integrale con bresaola e pomodori

Il Mediterraneo, oltre ad essere un meraviglioso mare, è da millenni un luogo dell’immaginario, della conoscenza, culla di culture e di incontri tra persone e civiltà che si sono alternate durante i secoli. Il cous cous, tipico alimento nordafricano e mediorientale, è presente nella tradizione culinaria siciliana quale tipicità locale ed è oramai utilizzato un po’ ovunque quale accompagnamento di verdure e secondi o anche come piatto unico.

Questa ricetta, che unisce sapori da tre continenti, è ispirata alle infinite possibilità di comunicazione offerte dal Mare Nostrum. 

Cous cous integrale precotto
Acqua
Sale integrale siciliano
Curry mild
Bresaola
Pomodori ben sodi e maturi
Olio extravergine di oliva
Basilico fresco


Far rinvenire il cous cous in poca acqua bollente condita con curry e un pizzico di sale. Far riposare e dunque sgranare. Lavare, tagliare a dadini e condire i pomodori con olio, sale e basilico, far riposare. Tagliare una fetta di bresaola spessa circa un centimetro in dadini piccolini, aggiungere al cous cous, quindi aggiungervi i pomodori col loro sughetto, girare bene e gustare a temperatura ambiente o freddo. 

mercoledì 23 agosto 2017

Orecchiette con salsiccia, zucchine e pomodori, ricetta di Claudio

Orecchiette con salsiccia, zucchine e pomodori, ricetta di Papà Claudio

Durante le vacanze estive si prendono spesso delle ottime abitudini, quali praticare abitualmente attività sportive, dal nuoto alla bicicletta o anche semplicemente una passeggiata tra boschi e pinete, che sarebbe buona norma cercare di mantenere durante il corso dell’anno. Se il relax, il mare, la montagna, il lago, la collina, le passeggiate urbane nelle città d’arte aiutano a rimettersi in forma, sarebbe auspicabile prendere l’abitudine di dedicarsi ad ossigenare il corpo e le idee con una certa regolarità, sia con esercizi che aiutino ad abbassare i livelli di stress, dallo yoga al canto armonico in base alle preferenze individuali, che con attività più dinamiche e aerobiche, quali una bella passeggiata tra boschi, montagne e parchi naturali oppure una nuotata per scaricare le tensioni di fine giornata.

Questa ricetta, ideata da Papà Claudio, è ispirata allo stare bene e alle sane abitudini. 

Orecchiette fresche
Salsiccia acquistata dal macellaio di fiducia
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Zucchine romanesche
Acqua
Pomodori Piccadilly


Spellare la salsiccia e farla a pezzettini, porla in una padella antiaderente e farla cuocere a fuoco bassissimo. Lavare le zucchine e tagliarle a dadini, nella padella aggiungere olio, farlo scaldare e dunque versarvi le zucchine, salare, far diventare croccanti, aggiungere pomodori tagliati a dadini e precedentemente salati. Lessare le orecchiette in abbondante acqua salata, scolarle e ripassarle in padella nel condimento. 

martedì 22 agosto 2017

Troccoli con melanzane julienne e pomodori, ricetta di Nonno Pietro e di Papà Claudio

Troccoli con melanzane julienne e pomodori, ricetta di Nonno Pietro e di Papà Claudio

La nascita di un figlio o di una figlia è un evento a dir poco meraviglioso che scombussola la vita familiare cambiandola in modo assoluto, consolidando rapporti o sciogliendoli quando non sono abbastanza solidi da sopportare un tale terremoto di pura gioia. Tra i rapporti che si consolidano fino a creare veri e propri momenti di complicità c’è quello tra il nonno materno e il papà del bebè. Se vi è anche una piccola simpatia, essa si amplifica fino a trasformare i due in alleati inseparabili tra ammiccamenti, battutine e sorrisini che hanno come ovvio soggetto di discussione la mamma del bebè, ma che spaziano volentieri su argomenti quali il cambio, generalmente affidato alle mani paterne, di pannolini e vestitini e tutta una serie di attività che li fanno sentire partecipi del grande universo maschile nelle gravidanze.

Questa ricetta è stata sviluppata grazie ad una sinergia tra papà e nonno materno. 

Melanzane freschissime
Pomodori freschissimi
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Acqua
Troccoli freschi


Lavare e tagliare le melanzane a julienne usando il coltello. Lavare i pomodori, tagliarli a pezzetti, condire con olio e sale e lasciar insaporire. Scaldare l’olio, abbastanza ma non troppo, versarvi le melanzane tagliate finissimamente, far cuocere a fuoco vivace senza salare. Quando sono dorate, aggiungere i pomodori conditi con il sughetto naturale. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla e saltarla in padella nel sughetto. 

lunedì 21 agosto 2017

Insalata di riso con tomino filante

Insalata di riso con tomino filante

La settimana di Ferragosto è finita, cominciano i rientri dalle vacanze, le autostrade si ingorgano di traffico e le località turistiche riprendono un aspetto quasi normale. Chi lavora nel settore turistico riesce a tirare un sospiro e si prepara ad accogliere chi preferisce, per scelta o per necessità, rinfrancarsi per la pausa estiva durante gli ultimi giorni di agosto o a settembre, quando i luoghi preferite per le ferie estive cominciano a tornare ad una qualche forma di normalità dopo la pacifica e ben accolta ‘invasione’ ferragostana.

Questa ricetta, in cui si uniscono i freschi sapori dell’estate meridionale ai morbidi sapori del Nord, è ispirata a quei momenti in cui la quotidianità sembra svolgersi in un raro equilibrio tra eccezionalità e normalità. 

Riso basmati
Sale integrale siciliano
Tomino
Zucchine romanesche
Olio extravergine di oliva
Acqua


Lessare il riso in abbondante acqua bollente salata, scolarlo, passarlo sotto l’acqua fredda. A parte lavare le zucchine, tagliarle a dadini, far scaldare l’olio in una padella, versarvi le zucchine, far cuocere a fuoco medio, vivace ma non troppo. Condire il riso basmati lesso con le zucchine, nel microonde scaldare per qualche secondo il tomino, porlo al centro del piatto di riso così che quando lo si romperà con la forchetta l’interno cremoso possa comodamente spargersi sul riso. 

domenica 20 agosto 2017

Tomino con uva bianca

Tomino con uva bianca

La felicità a volte è composta da piccole cose, un gesto, un sorriso, una parola gentile. Azioni quotidiane semplici possono talvolta essere la base per un cambiamento radicale della società nel suo complesso, iniziando dalla base delle società, l’individuo nel suo nucleo familiare, amicale e relazionale.
Questa ricetta, semplicissima e gustosa, è ispirata all’importanza di quei gesti che rendono unica una giornata.

Tomino
Uva bianca


Lavare l’uva, tagliare a metà gli acini, togliere i semini, scaldare il tomino nel microonde per qualche secondo, coprire con gli acini d’uva e gustare. 

sabato 19 agosto 2017

Tricolore di tomino con insalata di pomodori

Tricolore di tomino con insalata di pomodori

Quando Garibaldi unì l’Italia comandando un gruppetto di idealisti e disperati, con l’opposizione di alti funzionari e regnanti da strapazzo e con l’appoggio della popolazione, si accorse che il Sud aveva enormi problemi di diseguaglianza sociale e che il governo torinese non aveva punto intenzione di prendere in considerazione la questione nella sua essenza. Da generale pressoché mai vinto con una intelligenza rara e una altrettanto rara capacità di empatia con la popolazione comprese che il suo ruolo non si sarebbe dovuto limitare alla guerriglia guerreggiata ma avrebbe dovuto esprimersi anche in forma istituzionale e, è facile immaginare con quale pena per un uomo dedito alla libertà e alle avventure, in qualità di parlamentare. Chiarì subito le sue idee e la sua funzione, quella di difendere per l’ennesima volta gli oppressi, presentandosi in parlamento, dopo essere stato eletto a Napoli, col suo poncho. L’usciere provò con scarsissimi risultati ad impedirgli il passo per ragioni di etichetta ma le sue parole rimangono agli atti, scolpite con la forza della libertà.
Questa ricetta, un tricolore che unisce la tradizione casearia piemontese ai sapori e colori del Sud, è ispirata all’importanza della libertà.

Pomodori freschi
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Timo fresco
Tomino

Lavare e tagliare a dadini i pomodori, condirli con sale, olio e timo fresco ben lavato. Scaldare il tomino nel microonde per qualche secondo, mettere al centro del piatto con i pomodori intorno. 

venerdì 18 agosto 2017

Tomino con pesto di zucchine, ricetta di Nonna Lucilla

Tomino con pesto di zucchine, ricetta di Nonna Lucilla

Nel momento in cui i genitori diventano nonni sembra che tutte le barriere morali, educative e sociali che avevano impedito di viziare sfacciatamente i pargoli cadano improvvisamente senza lasciare traccia alcuna nella memoria. Senza alcuna remora i nonni si beano per sorrisi e strilletti, guardano con adorazione i piccoletti di casa e sembra che comincino a pianificare nelle loro menti tutto quello che potranno far fare ai nipoti e che non hanno potuto far fare ai figli per le sopracitate barriere. Sembra quasi che si arrovellino per capire come poter dire quei ‘sì’ che i genitori talvolta, per ragioni educative e con grandi sforzi, debbono trasformare in ‘no’. Così come si impara ad essere genitori si apprende il difficilissimo e meraviglioso ruolo di nonni e ognuno lo crea un po’ a suo modo, con le modalità che preferisce, seppure alcune caratteristiche sembrerebbero comuni alla stragrande maggioranza.
Questa ricetta, creata da Mamma Lucilla, da qualche settimana Nonna Lucilla, è ispirata alla gioia infinita del diventare nonni.

Tomino
Zucchine freschissime romanesche piccoline
Menta fresca
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano


Lavare le zucchine e tagliarle a pezzettini minuscoli senza tritarle nel mixer, condirle con sale, olio e menta fresca, lasciar riposare. Scaldare il tomino nel microonde per qualche secondo, coprire con il pesto di zucchine e servire 

giovedì 17 agosto 2017

Pici con crema di Philadelphia al tartufo, ricetta di Claudio

Pici con crema di Philadelphia al tartufo, ricetta di Papà Claudio

La settimana di ferragosto è solitamente il punto di massima affluenza turistica nei luoghi di villeggiatura, i non-luoghi porti, aeroporti e stazioni vengono riempiti da un vociare allegro e caciarone, da un disordine che talvolta sfocia in un caos più o meno festoso, sulle autostrade si riversano automobili piene di qualunque ammennicolo assolutamente necessario alle vacanze, che ovviamente non verrà neanche tirato fuori dal portabagagli, e le grandi città sembrano sospese in un tempo senza traffico con saracinesche spesso chiuse e qualche punto di ristoro coraggiosamente in attività. Un’occasione unica per visitare monumenti e camminare tra strade e stradine normalmente affollate, riscoprire angoli ameni e innamorarsi sempre più delle bellezze italiane.

Questa ricetta, ideata da Claudio, da qualche settimana Papà Claudio, è ispirata al piacere di fare i turisti nella propria città di quando in quando. 

Pici
Acqua
Sale di rocca
Philadelphia al tartufo
Latte


Far bollire l’acqua, salarla, versarvi i pici. Nel frattempo coprire il fondo di una padella, abbastanza capiente per ripassarvi i pici, con il latte, far arrivare a bollore, quindi sciogliere il philadelphia, far amalgamare e quindi spegnere. Quando i pici sono cotti, scolarli lasciando da parte l’acqua di cottura e ripassarli in padella. Aggiungere acqua di cottura se necessario. 

mercoledì 16 agosto 2017

Conserva di pomodoro con odori di montagna mediterranea per cucinati

Conserva di pomodoro con odori di montagna mediterranea per cucinati

In qualunque paesino italiano che non sia un semplice quartiere dormitorio di una grande città la domanda ‘de chi si fijo?’, intendendo con questa espressione dialettale la parentela in senso più che ampio che potrebbe trovare ramificazioni fin nella notte dei tempi, è un modo come un altro per decidere se l’interlocutore meriti o meno attenzione e se vi sia una qualche forma di collegamento territoriale.
Una volta stabilito che effettivamente c’è una qualche parentela con gli oriundi, si cerca di rimestare nella memoria di narrazioni farcite di soprannomi, storielle più o meno inventate, odori e suoni di remote e talvolta remotissime infanzie, per avere un’idea della persona e per decidere se sia o meno il caso di offrire un caffè, un dolcetto o semplicemente del tempo per chiacchierare e conoscersi meglio, ma soprattutto per definire l’eventuale livello di identità locale e di possibile ‘appartenenza’ alla storia, alla memoria del paesino e delle terre che lo circondano.
Una volta stabilito con un buon margine di esattezza alberi genealogici di cui talvolta gli stessi interpellati non hanno conoscenza e fatti i dovuti paragoni nel modo di parlare o di apparire così da individuare il lontano o lontanissimo parente cui si dovrebbe o potrebbe somigliare ecco che si scatenano i paragoni e comincia la conversazione.
In un Paese con una tale cultura è quasi ovvio che viga il diritto di consanguineità per quanto concerne la cittadinanza legale e la proposta di un diritto di cittadinanza collegato al luogo di nascita e residenza è questione complessa che, infatti, sta incontrando molte difficoltà nel cammino normativo.
L’essere considerati cittadini di uno Stato perché un certificato dimostra che si è nati in quel luogo, che si sono frequentate le scuole in quel luogo, perché si parla quella lingua e si conoscono le usanze presuppone la percezione popolare dello Stato di diritto ovvero che il senso di appartenenza ad una Nazione dipenda in primo luogo dalla cittadinanza attiva, dalla partecipazione alla vita civile e dunque vuol dire dar credito alle istituzioni che rappresentano lo Stato quali enti preposti alla definizione dell’esistente e della narrazione dell’esistente.
Se nella cultura popolare italiana si potrebbe eventualmente accettare che un atto scritto possa certificare qualcosa, il senso di appartenenza, la cittadinanza attiva è considerata ancor oggi qualcosa che afferisce alla sfera della narrazione condivisa, finanche del pettegolezzo ma soprattutto di quei legami familiari che costituiscono la Nazione.
Ovviamente il discorso cambierebbe alquanto se lo Stato fosse più presente sui territori non quale entità di cui diffidare bensì quale elemento fondamentale per stare bene insieme, per condividere i momenti importanti del paese, della comunità di riferimento, ecc. A questi aspetti, però, solitamente pensano le chiese, di qualunque confessione con una predilezione per quella cattolica e, se è possibile trovare un campanile in ogni paesino, non è altrettanto facile trovare un luogo in cui lo Stato esprima la propria essenza partecipativa, senza contare il disamore profondo della cittadinanza nei confronti della Politica, che troppo spesso in Italia è politichetta da corrotti e corruttori.
Questa ricetta, che unisce tradizioni territoriali differenti, è ispirata alla bellezza della partecipazione.

Pomodori ben maturati sulla pianta
Sale di roccia siciliano
Olio extravergine di oliva
Rosmarino fresco
Ginepro bacche
Timo fresco


Lavare bene i pomodori, tagliarli a pezzettoni, porli nella pentola d’acciaio con olio e sale. Lavare gli odori, metterli nell’insaporitore Ipac I genietti, chiuderlo bene, mettere nella pentola. Far bollire, togliere l’insaporitore e metterlo da parte, passare i pomodori col passaverdure, far ribollire il sugo, rimettendo dentro la pentola l’insaporitore, fino a che il sughetto sarà abbastanza denso. Versarlo nei barattoli molto ben puliti, lavati nella lavastoviglie ad alte temperature oppure bolliti, chiudere, porre in una pentola coperti d’acqua, dal momento in cui l’acqua bolle vivacemente far bollire per almeno 40’. Far intiepidire, quindi porre i barattoli a testa in giù per ulteriore controllo di chiusura. Riporre in dispensa. 

martedì 15 agosto 2017

Pizza ortolana con Castelmagno

Pizza ortolana con Castelmagno

Ferragosto è un’antichissima festa celebrata dai tempi più antichi che venne poi riunita nelle Ferie d’Augusto istituite nel 18 a.C. e dunque spostata di quindici giorni dal cattolicesimo per farla coincidere con la nota festività mariana dell’Assunta.
In tutta Italia è una tradizione che ha resistito per millenni e che continua ad essere un momento di gioiosi festeggiamenti.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza di festeggiare insieme e all’abitudine di ammantare le festività civili e popolari di un significato religioso

Zucchine
Melanzane
Olio extravergine di oliva
Aglio
Prezzemolo
Sale integrale siciliano
Castelmagno stagionato
Farina
Acqua
Lievito di birra
Mozzarella fior di latte


Lavare gli ortaggi, grigliarli su una piastra cosparsa di sale, mettere a riposare le zucchine in olio, aglio e prezzemolo e le melanzane in olio. Impastare la farina con l’acqua e il lievito, porre in un recipiente e lasciar lievitare a lungo. Stendere la sfoglia, porla su una teglia con cartaforno, cospargere di fiordilatte spezzettato a mano o passato col passaverdure e le melanzane spezzettate. Infornare in forno ben caldo a 220°C o 230°C per il tempo necessario, a cottura quasi ultimata, aggiungere le zucchine spezzettate, togliendo aglio e prezzemolo, quindi tirare fuori dal forno e aggiungere subito Castelmagno ben stagionato sbriciolato a mano. 

lunedì 14 agosto 2017

Crostone di pane ortolano

Crostone di pane ortolano

Nelle calde giornate agostane quando anche le cicale sembrano faticare a cantare e le sere diventano un modo per esplorare l’universo stellato non c’è niente di meglio che indulgere in quei semplici e squisiti piaceri gastronomici che è possibile gustare soltanto in piena estate.

Questa ricetta è ispirata ai semplici piaceri che sono alla base di ricette quali la panzanella romana e il pane cunzato siciliano, 

Pane casareccio
Pomodori ben sodi
Basilico
Zucchine
Melanzane
Olive a fette
Olio extravergine di oliva
Sale siciliano integrale
Pomodorini secchi sottolio
Ricotta fresca al forno siciliana, oppure pecorino fresco non stagionato oppure mozzarella


Tagliare il pane per il lato lungo, quindi, in base alla grandezza del filone, tagliarlo a fette larghe circa 10 centimetri oppure, se ha un diametro totale inferiore ai 20 centimetri, lasciarlo intero. Lavare i pomodori, tagliarli a pezzettini, condirli con sale, olio basilico, versare il sughetto che si creerà sulla parte mollicosa del pane. Lavare e affettare le melanzane e le zucchine, grigliarle su una piastra cosparsa di sale, condirle con olio. Tagliuzzare con la forbice da cucina gli ortaggi grigliati e i pomodorini secchi, aggiungerli ai pomodori freschi, girare bene, versare il condimento in modo uniforme sulla parte mollicosa del pane ammorbidita dal sughetto di pomodori, aggiungere pezzetti di formaggio. 

domenica 13 agosto 2017

Spaghetti alla chitarra con pancetta croccante

Spaghetti alla chitarra con pancetta croccante

Talune ricette della cucina italiana hanno delle rigorosissime regole per essere chiamate tali con tanto di fazioni e di appassionati che dibattono sulla ‘versione originale’ con fervore quasi patriottico.
Amatriciana bianca o rossa, carbonara, cacio e pepe, gricia sono alcune tra queste ricette che richiedono un’applicazione rigorosissima delle regole auree per la preparazione, forse anche in virtù della semplice scarsità degli ingredienti utilizzati.
Ovviamente ognuno ha la sua personale versione del concetto di rigorosissima applicazione delle regole auree per la preparazione di tali piatti però effettivamente vi sono alcuni punti fermi. Poi vi sono pietanze che inevitabilmente afferiscono alla sfera della propria esperienza familiare e personale, tra cui il sugo semplice, le lasagne, la pasta ripiena.

Questa ricetta è ispirata a due ricette ‘tradizionali’ della cucina laziale rielaborate in modo personalissimo e decisamente poco ortodosso.  

Spaghetti alla chitarra (uova e farina)
Acqua
Sale integrale siciliano
Pancetta affumicata
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Burro d’alpeggio della Latteria sociale di Beduzzo inferiore

Tagliare la pancetta a cubetti, togliendo la parte nera, porla in una padella antiaderente, farla rosolare lentissimamente fino a farla diventare croccante senza bruciarla. A parte lavorare il burro a temperatura ambiente col parmigiano fino ad ottenere una cremina, eventualmente porre il recipiente sulla pentola di cottura della pasta per qualche istante così da scaldarlo leggermente. Cuocere gli spaghetti alla chitarra in abbondante acqua salata bollente, scolarli senza buttare l’acqua di cottura, saltarli nella padella con la pancetta croccante, aggiungere l’emulsione di burro e parmigiano e, se necessario, un po’ di acqua di cottura. 

sabato 12 agosto 2017

Gelato nell’anguria, o cocomero

Gelato nell’anguria, o cocomero

Da qualche anno a questa parte sono stati effettuati studi che mettono in luce l’importanza del verde e delle piante nella vita delle persone. La frase sembrerebbe ridicola se non fosse vera. Per molto tempo, inebriati da tecnologie e nuovi materiali, l’umanità sembrava aver dimenticato un elemento fondamentale alla vita, l’ossigeno.
Nei corsi di yoga, ginnastica dolce, danza, meditazione, canto, etc. si insiste molto sull’importanza del respiro per eliminare le tensioni e vivere meglio. Parrebbe dunque logico immaginare che respirare ossigeno anziché inquinamento sia una buona abitudine, eppure ci sono voluti anni e tanti studi per capire che le piante, notoriamente produttrici di ossigeno e ‘pulitrici’ dell’aria, sono necessarie e utili all’essere umano.
Si è capito, ad esempio, che costruire città di cemento è poco razionale o, più semplicemente, che coltivare piante negli appartamenti e negli ambienti chiusi aiuta a creare migliori condizioni di vita nella quotidianità.

Questa ricetta, adatta a rifrescarsi in una rovente giornata estiva, è ispirata a quelle ovvietà che talvolta divengono innovazioni dello stile di vita. 

Cocomero, anche detto anguria
Gelato artigianale di frutta
Melone
Mandorle
Amaretti
Pesche
Fragole
Mirtilli
Lamponi


Lavare il cocomero, spaccarlo a metà, senza rompere la buccia, per il lato lungo, svuotarlo con l’apposito utensile per fare le palline cercando di togliere tutti i semi, se si è in grado, decorare la buccia incidendola con un apposito coltellino. Aprire il melone, togliere i semi, fare palline di polpa e di melone con l’apposito utensile. Sbucciare le pesche, denocciolarle, togliere la parte rossa attaccata al nocciolo, tagliare a cubetti. Lavare i frutti di bosco, togliere le foglioline e tagliare in quattro le fragole. Creare uno strato di gelato, uno di frutta, un altro di gelato, un altro di frutta e decorare con petali di mandorle e amaretti sbriciolati.  

venerdì 11 agosto 2017

Insalata di pasta con pesto senz’aglio

Insalata di pasta con pesto senz’aglio

Forse non tutti sanno che Mazzini era un femminista, convinto che le donne fossero oppresse alla stregua di quei popoli di cui si cercava la liberazione e che fossero indispensabili nella costruzione di società libere e aperte. Garibaldi amava le donne, una oltre ogni altra, ed era dalle donne riamato. Le rispettava e con Anita ebbe un rapporto tra pari, fondato su amore, passione, stima e profondissimo rispetto reciproco. Di lei amava tutto e in primis il coraggio che a suo dire era molto maggiore del suo, di quello dell’invincibile eroe.
Anita però non lo accompagnò, con suo enorme dolore, per tutta la vita e Garibaldi fu molto ammirato, corteggiato e amato da altre donne, l’ultima delle quali lo accompagnò nel suo ultimo viaggio in vita, quello attraverso le sue memorie. Lo accudì nell’isola di Caprera, lo amò al punto da dipingergli le mura di blu per non tenerlo lontano dal mare e lo amò con l’amore vero che nasce dal profondo rispetto reciproco.

Questa ricetta è ispirata al femminismo di uomini e donne straordinarie. 

Pesto senz’aglio
Patate
Fagiolini
Olio extravergine di oliva
Basilico
Pinoli
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Pasta corta
Acqua
Sale integrale siciliano


Sbucciare le patate e tagliarle a pezzetti, cuocerle al vapore. Pulire i fagiolini, lavarli, cuocerli al vapore. Far bollire l’acqua, salarla, cuocere piuttosto al dente la pasta, passarla sotto l’acqua fredda, condire con le patate, i fagiolini, l’olio, il basilico, il pesto, i pinoli, aggiustare di sale, amalgamare con il parmigiano grattugiato. Far insaporire per un’oretta senza mettere in frigorifero. 

giovedì 10 agosto 2017

Involtini di melanzane grigliate

Involtini di melanzane grigliate

Carlo Verdone racconta l’incontro tra Sergio Leone e Clint Eastwood in un modo divertente e meraviglioso. Nella sua ricostruzione il regista italiano accolse il giovane attore americano squadrandolo in silenzio. Gli chiese se il volo era andato bene e se l’albergo era di suo gradimento, poi stette a guardarlo senza parlare. Chiese che gli venisse portato un poncho, dunque un cappello non da mandriano ma da damerino, Clint rimase fermo, in piedi, si adattò nel poncho e fece guizzare il suo sguardo sotto il cappello senza dire una parola. Leone prese un sigaro e glielo mise all’angolo della bocca, Clint parlò dicendo ‘I don’t smoke’, non fumo, il regista italiano gli chiese se voleva mandare a casa il protagonista. Clint imparò a fumare e i più bei western della storia del cinema mondiale presero forma.
Forse fu un caso che l’eroe degli spaghetti western fosse un uomo con gli occhi chiari e un poncho sulle spalle o forse no. Sergio Leone, insieme al suo compagno di elementari Ennio Morricone, aveva nutrito il suo immaginario fanciullesco di eroi salgariani e risorgimentali, rielaborati in chiave piuttosto falsata ma l’uomo col poncho che non sopporta le ingiustizie e spara vincendo contro tutto e tutti non può non far pensare almeno un po’ a Garibaldi, eroe scanzonato che vinceva sempre, quando tutto sembrava perduto, quando era assediato da interi eserciti e munito soltanto di un manipolo di coraggiosi, quando tutto sembrava a suo sfavore.
Molte avventure garibaldine sembrano alcuni tra i più begli episodi di western all’italiana: lui, col poncho e il cappelluccio, che combatte e vince in un rapporto di 1 a 10 contro eserciti nelle lontane lande americane, lui che fa trasportare le navi tirandole in mezzo a campi abitati da mandrie selvagge tra cavallerizzi di straordinaria abilità facendole trainare da buoi e lui che non spara, in Aspromonte, contro i suoi connazionali, lasciando che lo feriscano a tradimento pur di non sporcarsi le mani contro i suoi compatrioti.

Questa ricetta è ispirata al Garibaldi che c’è sotto il poncho di Clint Eastwood nei film di Sergio Leone. 

Melanzane
Mozzarella
Zucchine
Sale integrale siciliano
Noci
Olio extravergine di oliva

Lavare gli ortaggi, affettarli, grigliarli sulla piastra su cui sia stato cosparso del sale. Spezzettare le zucchine, tagliare la mozzarella in fiammiferi di circa un centimetro di spessore e della lunghezza delle melanzane, sbucciare le noci facendo attenzione a non rompere i gherigli se non a metà. In ogni fetta di melanzana grigliata disporre mozzarella, pezzetti di zucchina, mezzo gheriglio di noce, richiudere la melanzana, porla in una teglia con cartaforno, ripetere fino ad aver riempito la teglia, cospargere con un filo d’olio, infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario a far sciogliere bene la mozzarella.

mercoledì 9 agosto 2017

Insalata d’agosto con frutti di bosco

Insalata d’agosto con frutti di bosco

Mentre Abramo Lincoln cercava di convincere Garibaldi a recarsi negli Stati Uniti per combattere contro gli schiavisti del Sud, lui che aveva iniziato comandando ciurme composte da liberti, americani e schiavi fuggiaschi, e i Savoia cercavano di fermarlo in qualunque modo, arrestandolo, sparandogli addosso, inviandogli contro i suoi più acerrimi nemici del Regno di Sardegna, togliendogli i migliori combattenti, dividendolo dai suoi più fidati amici, rifornendolo malissimo di viveri, vestiario, scarpe e uomini, il Generale fu nominato a capo del corpo d’armata Cacciatori delle Alpi. Chissà, forse era un altro modo per cercare di eliminare quello scomodissimo, caparbio, geniale e amatissimo eroe. Egli era uomo di mare più che di terra, certamente non un gran conoscitore delle montagne eppure venne spedito in Trentino con un manipolo di disperati, poche vettovaglie e scarsissima attrezzatura.  Garibaldi rispose no a Lincoln e sì ai Savoia, l’Unione d’Italia s’aveva da fare checché ne dicesse qualche bravaccio abile a manovrare fili nella politica europea. Andò in Trentino e, ovviamente, vinse contro qualunque previsione e contro una popolazione locale perfettamente adusa ad andar per montagne che conosceva a menadito. Fu costretto a tornare indietro poi per accordi diplomatici presi in altre sedi ma tornò aumentando di molto, se ve ne fosse stato bisogno, la sua aura leggendaria di eroe invincibile, di moderno Ulisse, di novello Davide che sconfigge Golia, di cavaliere senza macchia e senza paura che trafigge i mostri delle ingiustizie, gli oppressori e gli eserciti di tutto il mondo.

Questa ricetta è ispirata alla caparbietà e alla fantasia che portano a vincere anche le battaglie più improbabili e difficili della semplice quotidianità. 

Mirtilli
Lamponi
Formaggio camuno d’alpeggio non stagionato
Avocado
Pistacchi non salati
Mandorle
Zucchinette appena raccolte
Olio extravergine di oliva
Aceto balsamico dell’Aceteria Pedroni
Sale integrale siciliano
Menta fresca
Aceto di miele

Lavare bene i frutti di bosco e le zucchinette, che devono essere appena raccolte e piuttosto piccole, altrimenti meglio non metterle, affettarle sottilissime, mettere in un’insalatiera e aggiungere i pistacchi e le mandorle tritati rozzamente, il formaggio a dadini o sbriciolato, le foglie di menta, condire con pochissimo sale, olio, aceto di miele, girare bene. Sbucciare l’avocado, tagliarlo a striscioline, condirlo con sale, olio e qualche goccia di balsamico. Disporre al centro del piatto l’insalata, contornarla con l’avocado in forma di raggiera.

martedì 8 agosto 2017

Involtini di melanzane ripieni di pasta

Involtini di melanzane ripieni di pasta

Si dice spesso che l’Unità d’Italia fu fatta malissimo e che Garibaldi e Mazzini arrecarono danni più che giovamento al Sud Italia. In effetti così non fu ma come per la storia Erode fu il mandante della strage degli innocenti due anni dopo la sua morte e Nerone l’incendiario dell’Urbe quando invece creò il corpo di quelli che oggi si chiamano pompieri o vigili del fuoco e bonificò le aree popolari rendendole più sicure contro le fiamme, così il Generale che non venne mai, o quasi, sconfitto è diventato nell’immaginario di molti il responsabile della mala gestione del Mezzogiorno d’Italia. Garibaldi, e Mazzini, si accorse appena giunto in Sicilia che l’Isola andava liberata non soltanto e non tanto dall’oppressore borbonico, particolarmente odiato, ma da profonde ingiustizie sociali che dilaniavano un territorio di incomparabile bellezza. Capì che la tassa sul macinato imposta dai Borboni e riproposta poi dai Savoia era una tra le tante fonti di profonda mancanza di libertà di quel popolo generoso e ostinatamente chiuso. Fece ciò che poté, forse con in mente le parole di Manzoni su quei bravacci al soldo di signorotti senza scrupoli e il suo reiterato odio per il clero, ma non fu mai messo nelle condizioni di agire come avrebbe voluto dai Savoia, che forse temevano il suo più che giusto repubblicanesimo o forse erano semplicemente una delle tante espressioni di bassa lega della cupidigia nobiliare europea e pertanto non avevano punto a cuore le sorti degli italiani. Garibaldi lottò, trascinò le popolazioni e ‘liberò’ il Sud. In Aspromonte i Savoia gli mandarono contro l’esercito, egli non rispose al fuoco e venne gravemente ferito ad una gamba, al malleolo per la precisione. A Napoli, dove entrò trionfalmente dalla stazione ferroviaria, fu accolto ed eletto e lui si batté, poncho sulle spalle, anche in sede parlamentare per salvaguardare il Mezzogiorno. Tuonò poche parole con voce di comandante abituato a farsi ascoltare dalle più disparate ciurme, tra i flutti impetuosi e le battaglie perse in partenza e vinte, ostinatamente e incredibilmente sempre, o quasi, vinte. Le frasi che usò furono semplici e c’è chi dice talmente vere da far venire a Cavour l’attacco di crepacuore che lo portò alla morte. Garibaldi e Mazzini non soltanto non rovinarono il Sud lasciandone decidere le sorti da briganti e mercenari fedeli ai Borbone o a qualunque signorotto locale di manzoniana ispirazione ma si batterono affinché fosse parte integrante, finanche motore innovativo, di quell’Italia che si stava unendo grazie alle loro parole e azioni.

Questa ricetta è ispirata alla forza con cui Garibaldi amò il Sud dell’Italia. 

Melanzane
Sale integrale siciliano
Ziti o bucatini o spaghetti quadrati
Acqua
Pomodoro ben maturato sulla pianta
Cipolla
Olio extravergine di oliva
Olive nere a pezzetti a o fettine
Capperi dissalati
Pangrattato
Ricotta al forno siciliana o, se proprio non si trova, mozzarella affumicata
Basilico
Zucchero


Lavare bene le melanzane, tagliarle in fette non più spesse di un centimetro, salarle, disporle a strati in uno scolapasta, coprire con la carta pellicola e con un peso, ad esempio una pentola piena d’acqua. Lasciar scolare circa una notte. Asciugarle bene, friggerle in due dita d’olio, non troppo croccanti, così che risultino ancora flessibili dopo la frittura, farle asciugare su carta assorbente. Nel frattempo preparare il sugo. Lavare bene i pomodori, tagliarli a pezzettoni, far scaldare l’olio con la cipollina tritata finemente, versarvi i pomodori, salare, far bollire, quindi passare nel passaverdure, far finire di cuocere aggiungendo capperi, olive e qualche melanzana fritta a pezzettini, un pizzico di zucchero, aggiustare di sale, far addensare abbastanza, quasi a fine cottura aggiungere il basilico. Far bollire l’acqua, salarla, cuocere la pasta a circa ¼ della cottura, deve essere duretta ma si deve poter modellare, scolarla, passarla sotto l’acqua fredda, ripassarla in padella col sugo, aggiungere abbondante ricotta al forno grattugiata oppure cubettini di mozzarella affumicata, metterla nelle melanzane così da contenerla abbastanza bene, chiudere con uno stuzzicadenti, porre in una teglia oliata fino a riempirla, cospargere di pangrattato e olio, infornare e cuocere in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario. Servire calde e filanti oppure a temperatura ambiente. 

lunedì 7 agosto 2017

Conserva di sugo semplicissimo senza aglio e cipolla

Conserva di sugo semplicissimo senza aglio e cipolla

Mazzini e Garibaldi sono due eroi del Risorgimento italiano di straordinario carisma. Il primo, sempre di nero vestito per esprimere il lutto per la patria oppressa, scrisse parole sghimbesce e spinose che infiammarono gli animi, fecero sollevare popolazioni, innalzare barricate e ancor oggi sono molto più che una semplice fonte di ispirazione, piuttosto sono l’espressione della speranza per il presente e il futuro delle società aperte e libere. Il secondo è il Generale invincibile, colui che contro qualunque previsione e contro qualunque pronostico fondato sulla logica riuscì a sbaragliare eserciti regolari, a vincere battaglie a dir poco impari con scene da western leoniano, in cui la superiorità numerica dell’avversario era spesso in rapporto di 10 a 1. Tutti e due spiriti liberi, pensatori e avventurieri. Mazzini non è mai stato tagliato per la guerra, non aveva il fisico adatto per tali evenienze, la sua salute era cagionevole e dalle battaglie pugnate uscì più spesso in barella per improvvise quanto violente febbri che sventolando trionfante il tricolore. Il suo coraggio si è espresso con le parole, tanto pericolose e potenti da valergli varie condanne a morte da parte di molti governi europei. Egli rischiava la sua vita e quelle delle persone che lo seguivano usando l’arma più temuta da qualunque totalitarismo: la penna. Garibaldi non riusciva a star fermo, era un condottiero di prim’ordine, non venne mai, o quasi, fatto prigioniero e si salvò sempre, riuscì sempre, o quasi, a vincere le battaglie con le armi più temute da qualunque esercito ben organizzato: la furbizia di Ulisse unita al favore popolare.
Si incontrarono in Russia e le parole che usa il Generale nel descrivere quell’incontro sono fortissime, soprattutto perché pronunciate da un ‘marino’, corsaro e condottiero. Più dell’emozione provata da Colombo quando si trovò davanti l’America.
Cosa accadde in quei momenti non è forse possibile descrivere in modo più efficace, più assoluto, più schietto e sincero di come lo ha fatto, senza fare nomi e in poche righe lasciate lì quasi fosse un’onda nell’oceano delle sue tante avventure, Garibaldi nelle sue Memorie.
C’è da pensare che il loro sia stato uno di quegli incontri tra uomini straordinari che accadono rarissime volte, fatto di sguardi e comprensione profonda, le parole di Mazzini, succulente more di pensiero tra rovi di ostico linguaggio, debbono essere apparse prive della benché minima spina al Generale. Si guardarono, forse, e si capirono, sicuramente, in un modo talmente profondo da cambiare ineluttabilmente i destini patri.

Questa ricetta è ispirata alla magia di quegli incontri che cambiano inspiegabilmente il corso delle cose. 

Pomodori ben maturati sulla pianta
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Foglie di cipolla, circa ½ per una pentola media
Basilico


Lavare i pomodori, tagliarli a pezzettoni, porli in una pentola d’acciaio, aggiungere olio, sale, foglia di cipolla, accendere il fuoco, girare bene, coprire e far arrivare a bollore, far sobbollire per qualche minuto, quindi passare col passaverdure, far bollire a fuoco medio basso senza coperchio fino ad aver raggiunto una densità adatta, quasi a fine cottura aggiungere il basilico in abbondanza. Versare nei barattoli o nelle bottiglie di vetro ben lavati e/o sterilizzati, chiudere bene, metterli in una pentola sufficientemente grande a contenerli, avvolgerli con stracci o separarli con cartone per evitare che si rompano durante la bollitura, mettere sul fornello, riempire d’acqua facendo attenzione a coprire i barattoli, coprire la pentola con un coperchio, accendere il fuoco, far arrivare a bollore e dunque far bollire per almeno 30’ o meglio 40’. Spegnere il fuoco, far freddare e dunque posizionare a testa in giù. Conservare in dispensa. 

domenica 6 agosto 2017

Pasta calamarata al forno

Pasta calamarata al forno


Emilio Salgari aveva vent’anni quando Garibaldi morì. Le sue avventure non erano certamente sfuggite agli occhi assetati di conoscenza del creatore di Sandokan, tant’è che l’abbinamento tra il Generale e la Tigre della Malesia risulta quasi immediato, non soltanto e non tanto leggendo i libri di storia, quanto scorrendo le Memorie autobiografiche di Giuseppe Garibaldi. Salgari sembra in taluni passi essere lì, a correggere le bozze di un libro lungamente distillato e dunque concluso in fin di vita nell’isola di Caprera, le sue parole, alcune sue espressioni e quel coraggio insolente, folle e vagamente anarchico del pirata più amato della letteratura di tutti i tempi, sembrano affiorare come spuma di onde nei ricordi del corsaro con la giubba rossa, il poncho e il cappelluccio. Il Generale scrive, molti affermano in modo mediocre, e il suo stile un po’ divertito e un po’ sghimbescio viene captato da Salgari, rielaborato e trasformato in meravigliosa letteratura fantastica. Certamente Garibaldi non era Manzoni eppure non era uno scrittore pessimo, anzi. Egli racconta come sanno fare i marinai, col ritmo della placida navigazione che si alterna all’impetuosità delle tempeste più perigliose, annoda i fili di storie e avventure con l’abilità con cui si crea un macramè fino ad ottenere un disegno semplice e complesso, fatto di pieni intrecciati strettamente e di vuoti che lasciano trasparire la luce calda del sole.
Molti sono gli episodi della vita di Garibaldi che potrebbero essere raccontati con la stessa forza fiabesca con cui sono scritti i più bei romanzi di Salgari, un uomo di terra che fondamentalmente immaginò tutto ciò che scrisse, lasciando la sua, e la nostra fantasia, viaggiare sui flutti impetuosi delle avventure al largo di Mompracem. Un altro elemento che accomunò la vita di questi due esploratori d’avventure fu la relativa povertà in cui vissero, il più anziano poté permettersi di acquistare una bella casa grazie ad un’eredità fraterna e il più giovane venne di fatto suicidato da datori di lavoro avidi, mediocri e incapaci di comprendere il genio.

Questa ricetta è ispirata alle più avventurose pagine della letteratura italiana e mondiale. 

Calamarata
Pomodori maturi
Olio extravergine di oliva
Sale integrale siciliano
Basilico
Cipollina fresca
Acqua
Mozzarella
Capperini dissalati
Olive a fette
Melanzane tonde
Pangrattato


Lavare le melanzane, tagliarle in fette di circa mezzo centimetro, salarle, metterle a strati in uno scolapasta con un peso sopra, ad esempio uno strato di carta pellicola con sopra una pentola piena di acqua fredda, così che possano tirar fuori l’acqua e l’amaro. Lasciarle sotto sale per qualche ora o per una notte intera. Asciugarle, tamponandole, con la carta assorbente, quindi friggerle in due dita di olio extravergine di oliva, farle scolare su carta assorbente. Lavare i pomodori, tagliarli grossolanamente, far scaldare l’olio con la cipollina tritata finemente, versarvi i pomodori, salare, far cuocere non troppo a lungo, passare col passaverdure, continuare a cuocere, fino ad ottenere un sugo non troppo denso, aggiungendo prima i capperi, le melanzane tagliate fritte tagliate a pezzetti e le olive e, a cottura pressoché ultimata, il basilico. Far bollire l’acqua, salarla, versarvi i calamarata, cuocere per circa ¼ della cottura indicata, scolare, far freddare sotto l’acqua fredda, condire col sugo in abbondanza e con la mozzarella sbriciolata con le mani, mescolare bene, porre in una teglia antiaderente leggermente oliata, coprire con altro sugo e quindi con una spolverata di pangrattato. Infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C fino a cottura ultimata, servire caldo, tiepido o a temperatura ambiente, a piacimento.