Torta al cioccolato
fondente e pesche noce
Le elezioni statunitensi, non c’è niente da fare,
appassionano un pubblico decisamente più vasto rispetto a quelle di qualunque
altro Stato democratico o sedicente tale. Il business elettorale made in U.S.A.
è qualcosa che i mezzi di comunicazione di tutto il Pianeta cercano di
accaparrarsi con le unghie e con i denti, la giusta comunicazione, unita ad una
funzionante macchina elettorale può far salire share, ascolti e soprattutto può
essere determinante nella corsa alla Casa Bianca, una delle elezioni più
importanti del mondo. I Presidenti statunitensi in realtà durante il loro
mandato non hanno uno stipendio da capogiro, i soldi li vedono poi, con le
partecipazioni a conferenze, seminari, convegni a gettoni di presenza spesso
milionari. Il punto è che sedere sullo scranno del potere fa gola a moltissimi,
è qualcosa di proverbialmente ambito. È dunque evidente che analizzare
correttamente e senza falsi entusiasmi, scandagliare fin nei minimi dettagli,
quelli che sfuggono regolarmente ai pensatori mainstream, l’effettiva efficacia
comunicativa di un candidato nei dibattiti e nelle occasioni pubbliche è
particolarmente importante e necessario per agire nel giusto modo. C’è chi
pensa che l’informazione è potere e questo è spesso sbagliato, ma è vero che
comunicare bene è importante. In primis è necessario togliere i ‘rumori di
fondo’ che impediscono al candidato di agire consapevolmente ed eventualmente
prendendo decisioni da leader, è necessario controllare e verificare che non vi
siano eccessive interferenze nella comunicazione, come troppo spesso accade. Poi
bisogna capire cosa pensano gli elettori, quelli che solitamente vanno a votare
e quelli che non ci vanno ma potrebbero essere interessati a farlo per un
motivo o per l’altro. Queste elezioni presidenziali sono un po’ particolari, da
una parte c’è una donna con un’esperienza trentennale nella materia che
dovrebbe amministrare, una gran capacità di non rispondere alle provocazioni e
una scarsissima capacità di emozionare il pubblico. Dall’altra c’è un ragazzino
mai cresciuto, brutto, sgradevole, capitalista sfruttatore e razzista che tira
su in continuazione col naso, soprattutto nei momenti clou, quelli in cui
ripete fino alla nausea la parola ‘disaster’, una parola che comprende bene
chiunque, anche chi, e negli U.S.A. ce ne sono molti, non capisce davvero l’inglese.
Da una parte c’è chi parla di classe media, qualcosa che è quasi una specie
protetta dagli animalisti globali, e dall’altra c’è di parla di quello che il
sogno americano ha sempre rappresentato: soldi, potere, sesso. Il problema di
queste elezioni non è infatti soltanto sintetizzabile nell’analisi che viene in
mente a chiunque ossia che una donna alla Casa Bianca gli americani non la
voteranno mai, quindi per farla eleggere hanno dovuto metterle contro un
candidato improbabile, perché in realtà la candidata in questione rappresenta
un certo tipo di agire nella politica internazionale e come spauracchio usa la
Russia mentre il suo oppositore esprime ciò che molti americani pensano e non
dicono, il razzismo becero, il menefreghismo, l’anti-politica, il dio denaro
che tutto compra e infatti parla di Satana e Belzebù, nel momento in cui si
contrappongono i buoni occidentali ai cattivi terroristi arabi e si cercano
alleanze col vecchio nemico sovietico che ora non è più tale, è soltanto un po’
poco democratico, ha una sua notevole valenza. Sulle banconote c’è scritto ‘In
God We Trust’, alla televisione parlano di guerra santa, anche se Papa
Francesco si affretta a smentire qualunque forma di santità nella guerra, il
denaro è alla base del business, ciò su cui si fonda la libertà, il
divertimento esasperato delle luci natalizie più grosse e pacchiane e
risuonanti di quelle del vicino non è sobrio è enorme, screanzato, maleducato e
politicamente scorrettissimo. Forse se la donna in tailleur parlasse non
soltanto di classe media, gli statunitensi davvero si sentono classe media o
preferiscono immaginarsi come ricchi che ancora non hanno il giusto conto in
banca?, ma della ricchezza della classe media, la ricchezza di ogni singolo
cittadino americano, che anela alla libertà e ad un futuro roseo per sé e i
propri figli, forse il dibattito arriverebbe là dove i versi gutturali del suo
oppositore sanno giungere.
150 grammi di farina bianca
150 grammi di zucchero bianco
4 cucchiai di cacao amaro
120 o 130 grammi di cioccolato fondente
2 pesche noci
3 uova
200 grammi di latte intero
75 grammi di burro della Latteria Sociale di Beduzzo
Inferiore
Cannella in polvere
Lievito Pane Angeli per dolci
Accendere il forno a 180°C. Grattugiare il cioccolato,
miscelarlo con la farina, lo zucchero, il cacao, il lievito in una terrina.
Quindi aggiungere le uova sbattute, il latte e il burro ammorbidito, mescolare
bene con il mixer elettrico o con la frusta da pasticciere, versare in una
teglia imburrata e infarinata oppure coperta con la cartaforno, posizionare le
pesche sbucciate e tagliate in fette di poco meno di un centimetro sulla
superficie, spingendole lievemente non fino a toccare il fondo. Infornare nel
forno ben caldo per circa mezz’ora.