domenica 10 aprile 2022

Panpizza rosmarino

 

Panpizza rosmarino

 

Quando un* criminale supera i limiti della sopportazione sociale, si innesca l’istinto brutale del linciaggio, il desiderio tribale della distruzione totemica. In molti Paesi questa pratica è considerata non soltanto brutale ma immorale e dannosa al fine ultimo del sistema giudiziario, cioè garantire pace sociale ed equità delle condizioni di partecipazione alla vita civica per varie ragioni, la prima essendo che sulla irragionevolezza della violenza deve prevalere la giustizia dello Stato di diritto. Un concetto che potrebbe sembrare molto moderno e che invece in Italia è cultura consolidata, per lo meno in alcune regioni. Il 30 novembre 1786, tre anni prima della Rivoluzione Francese, infatti il fratello di Maria Antonietta, Leopoldo II d’Asburgo-Lorena o Pietro Leopoldo I granduca di Toscana, abolì la pena di morte, la tortura, le corporazioni e il reato di lesa maestà. La sua era una famiglia un po’ particolare: le due sorelle, Maria Antonietta e Maria Carolina, erano rispettivamente regine di Francia e di Napoli, i genitori Francesco I e Maria Teresa d’Austria. Aveva idee differenti dalle sue parenti, in particolare da Maria Antonietta, essendo stata Maria Carolina per un periodo della sua vita abbastanza illuminata, e trovò in Toscana terreno fertile per mettere in pratica le sue idee libertarie, tra cui una riforma dell’economia. L’abolizione della pena di morte e della tortura sono stati passi fondamentali per l’affermazione di una cultura della pace fondata non su un presunto diritto divino ma sulla possibilità della società stessa di essere giusta. Quando lo Stato uccide non afferma la propria forza bensì la propria impotenza. Questo è uno dei principi alla base del diritto penale internazionale per cui qualunque persona, anche dittatori e dittatrici, hanno diritto ad un giusto processo, che preveda la difesa dell’imputat* e non soltanto l’accusa. Ai metodi brutali e arbitrari delle dittature si oppone la cultura del diritto e il ristabilimento della pace sociale e di quelle condizioni di equità nella partecipazione civica spazzate via dalle dittature.

Ricetta molto liberamente ispirata al pan ramerino fiorentino.

 

Mix di tre farine, integrali e semola in proporzione adeguata all’impasto

Latte 0,1%

Una noce di burro

Rosmarino appena raccolto

Lievitino (farina integrale, lievito di birra, acqua)

 

Preparare il lievitino mescolando acqua, farina, lievito di birra, far lievitare per qualche ora, unirne una parte al mix di farine e aggiungere rosmarino, burro e latte quanto ne richiede l’impasto affinché rimanga molto morbido sebben strutturato. Lasciar lievitare una notte e un giorno. Impastare di nuovo, se necessario aggiungere farina e/o acqua così da ottenere un impasto morbido ma più sodo del primo impasto. Lasciar lievitare una notte direttamente in teglia, leggermente oliata o con carta forno, infornare la mattina in forno molto per caldo per il tempo necessario alla cottura, solitamente circa 45’.

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