mercoledì 27 gennaio 2016

Pane azzimo con farina di kamut, un augurio di pace e libertà.




Il giorno della memoria commemora l'ingresso dell'esercito sovietico nel campo di concentramento di Auschwitz, mostrando al mondo intero la miseria di chi aveva architettato tali orrori nei confronti di altri esseri umani, una tra le più drammatiche rivelazioni della storia del XX secolo, cui seguirono quelle sui gulag e le epurazioni staliniste, molto simili, se non peggiori, a quanto architettato e messo in pratica dai nazisti. In questa giornata di orrore e di giubilo per la fine di tali malefici atti ecco una ricetta che è un augurio di pace per un popolo tormentato da ingiuste persecuzioni. In base a quello che tramandano i testi sacri ebraici, il pane azzimo non è lievitato perché non vi fu fisicamente il tempo di far lievitare la farina nella notte della biblica fuga dall'Egitto. Probabilmente la vera motivazione è da ricercarsi nella condizioni climatiche mediorientali, che tra il caldo e l'umidità potrebbero creare le condizioni favorevoli al deperimento del pane, allo sviluppo di muffe, oppure nella necessità di avere un pane poco ingombrante da portare in viaggio. Difficile saperlo, quello che però è certo è che il pane azzimo viene preparato in particolare durante la Pesach, la 'Pasqua ebraica' in cui si commemora l'esodo dall'Egitto. L'augurio di pace, affinché nella regione del Pianeta che ha generato la cultura europea possa finalmente esservi la gioia della libertà, che questo semplice pane trasmette è contenuto nella farina, ricavata dal kamut, il cereale rinvenuto pare in una tomba egizia, fatto germogliare e coltivato nuovamente dopo millenni. Effettivamente il kamut oltre a 'grano del faraone Tut' è anche chiamato Khorasan, dal nome della regione iraniana in cui ancor oggi viene coltivato. Quando si parla di cibo le leggende spesso si intrecciano con la realtà, è comunque bello pensare che vi sia un collegamento ideale tra le culture mediorientali.  


Farina di kamut
Acqua
Olio extravergine di oliva di sasso
Sale grigio di Bretagna


Unire l'acqua tiepida alla farina aggiungendo, mentre si impasta, il sale, non tantissimo, e l'olio in abbondanza. Lavorare l'impasto a mano energicamente per almeno una dozzina di minuti, aggiungendo olio quando è necessario e poco sale tre o quattro volte. Mentre si lavora l'impasto prenderà una consistenza via via sempre più soda, non appiccicosa e quasi soffice, quando è pronto, lasciare in una bacinella cosparsa di olio, effettuare alcuni taglietti sulla superficie a forma di croce o di stella per far respirare l'impasto, coprire con la pellicola e con una coperta e far riposare per non meno di un'ora, possibilmente di più. Fare delle pallette e stendere i pani, metterli in teglia sulla carta forno ed effettuare forellini con i rebbi della forchetta, infornare in forno caldo ad almeno 200°C per i minuti necessari alla cottura.


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