Fagioli bianchi
tondini con pomodoro, timo e semi di finocchio
L’annosa questione
tra democrazia e oligarchia, monarchia e repubblica trova in questi mesi in cui
tanto si discute di Gran Bretagna una sua particolare ragion d’essere. Chi
sostiene l’importanza della monarchia, sebbene possa sembrare tanto anacronistico
molti Paesi europei sono monarchie e altri, quali Canada e Australia, pagano la
loro fedeltà alla Regina, spesso si apella all’impossibilità della reale
implementazione della democrazia e soprattutto ai rischi che comporterebbe in
termini democratici. I repubblicani rispondono senza troppi pensieri che quasi tutte
le dittature sono fondate su un sistema fondamentalmente monarchico e che sono
nate quasi tutte all’interno di sistemi monarchici. Trasversalmente, molti
ritengono che la democrazia sia un’utopia, più o meno ben riuscita, più o meno ben
implementata e realizzata, diretta fondamentalmente da un’oligarchia, da pochi potentissimi,
e spesso poco noti ai più, manovratori di invisibili trame e orditi. C’è chi
afferma che in realtà il mondo è un grande impero governato da un gruppo di
pochissimi che deciderebbero le sorti globali orientando l’opinione pubblica e
definendone le abitudini. A ben guardare, si potrebbe pensare che vi sia una
buona dose di realtà e di buon senso in ognuna di queste affermazioni, molto semplificate.
È vero che vi sono alcuni potentati globalmente molto influenti, è anche vero
che la democrazia reale è molto difficile da implementare – spesso proprio per
volere di quei potentati internazionali che esercitano pressioni alquanto
convincenti –, è altresì vero che molti sistemi altamente democratici sono
innestati su monarchie che prevedono, nel momento stesso in cui si accettano le
figure di re, regine e cortigiani, la negazione del principio di eguaglianza,
alla base stessa della democrazia. La repubblica democratica è però un sistema
altamente libertario, difficile, certo, da implementare ma molto più efficace e,
paradossalmente, conveniente economicamente di qualsivoglia monarchia. Il punto
è, e rimane, intendersi su cosa voglia dire repubblica e cosa sia la
democrazia.
Questa ricetta è
ispirata ai massimi sistemi.
Fagioli bianchi
piccoli, tondini o zolfini, acquistati dal rivenditore di fiducia
Aglio
Pomodoro
Acqua
Sale
Timo
Semi di
finocchio
Far rinvenire in
acqua i fagioli, in una pentola antiaderente Bialetti fare un ‘soffritto’ in pochissima
acqua con il timo, i semi di finocchio, la cipolla, l’aglio, aggiungere i
fagioli e i pomodori, salare, far cuocere, aggiungere acqua a poco a poco, cuocere
a fuoco medio, con la pentola coperta. Servire quale contorno oppure con l’aggiunta
di crostini di pane in coccio. Nel caso in cui si utilizzi una fagioliera in coccio,
mettere tutti gli ingredienti insieme e procedere alla cottura sotto la brace o
ne forno a legna.
Nessun commento:
Posta un commento