mercoledì 17 luglio 2019

Minestrone con miglio e lenticchie rosse decorticate


Minestrone con miglio e lenticchie rosse decorticate

Sull’Aventino, uno tra i più panoramici sette colli di Roma, solevano rifugiarsi i plebei nei periodi più duri delle lotte con i patrizi e, in seguito all’infame omicidio di Giacomo Matteotti, i deputati libertari si riunirono su quel monte per manifestare il proprio dissenso all’ascesa (contenibile) del fascismo, dunque di quel regime che violò qualunque idea di Stato, ribaltando il concetto di giustizia e dando vita ad una delle più atroci e squallide dittature della, paradossalmente breve, storia patria. A conclusione della Seconda guerra mondiale il mondo intero si interrogò sul modo in cui sarebbe stato opportuno punire i criminali che avevano governato distruggendo qualunque possibilità di fiducia nelle istituzioni, calpestando i diritti umani, massacrando persone, umiliando oppositori e commettendo le più atroci efferatezze. I vincitori volevano dimostrare che uccidere, massacrare, distruggere era sbagliato e contrario a ciò che dovrebbe costituire le fondamenta della fiducia tra persone che si costituiscono in Stato civile, che si organizzano e costruiscono una società quotidianamente. Oltre a sporadici atti di vendetta, si optò, a livello generale ed istituzionale per un processo che venne celebrato a Norimberga per riaffermare la concretezza e la giustezza del diritto, dello Stato di diritto in opposizione alla barbarie e al rovesciamento del senso dello Stato in direzione illiberale e illibertaria. Venne ribadito il principio per cui chiunque è innocente fino a prova, all’interno di un tribunale che rappresenta i diritti di tutti coloro che compongono lo Stato, del contrario. I presunti criminali erano colpevoli oltre ogni ragionevole dubbio. Molti affermarono che fu un processo farsa ma in realtà costituì il primo vero momento di riaffermazione della solidarietà tra Popoli liberi in cui le istituzioni sono utili al cittadino. Il 17 luglio 1998 sullo stesso colle su cui si erano barricate le forze democratiche durante la crisi del 1924 seguita all’omicidio vigliacco di un politico italiano, i rappresentanti degli Stati che, dopo la seconda guerra mondiale, si erano raggruppati in una organizzazione sovranazionale, le Nazioni Unite, per evitare ulteriori guerre e cercare, più o meno e per quanto possibile, di perseguire la pace nel mondo, raggiunsero un accordo sull’istituzione di un tribunale permanente con giurisdizione sovranazionale.
Il trattato prese il nome di Statuto di Roma della Corte penale internazionale, una corte, appunto, con il compito di assicurare alla giustizia gli eventuali criminali che avessero deciso di sovvertire l’ordinamento dello Stato andando a macchiarsi di delitti tanto orrendi da essere considerati commessi contro l’intera umanità.
L’intenzione era ottima, la realizzazione alquanto migliorabile e minata alla base da una serie di opposizioni eccellenti, tra cui Stati Uniti d’America, Cina, Russia e Israele.
Questa ricetta è ispirata alla libertà, necessaria come l’aria, l’acqua, il cibo, l’arte, la salute, la pace e la bellezza.

Patate
Acqua
Sale iodato
Sedano
Lenticchie rosse decorticate
Miglio
Lattuga
Cipolla rossa di Tropea fresca
Bietina

Sbucciare le patate, lavare la lattuga, il sedano e la bietina, tagliare la verdura a pezzetti. Porre tutto in pentola, aggiungere la cipolla affettata, il miglio e le lenticchie rosse decorticate, salare, coprire con acqua abbondante ma non troppa, far cuocere a fuoco medio.


Nessun commento:

Posta un commento