sabato 10 settembre 2016

Pappa di tempeh


Ogni paese ha le sue storie di irredentismo, di lotte, frustrazioni e battaglie, in taluni casi, tanto per semplificare le cose, le vicende per la liberazione di un territorio si intrecciano tra loro tanto da sovrapporsi in una matassa difficilissima da sbrogliare in cui il sentimento di ostilità reciproca tra persone anche vicinissime sembra normale e travalica il campanilismo, la quasi naturale rivalità tra abitanti di paesi limitrofi. Talvolta la Storia della liberazione dagli oppressori diventa quasi paradossale e tali paradossi sono talmente tanti che sarebbe difficile elencarli ma, tanto per fare degli esempi all'apparenza lontanissimi tra loro, si potrebbe pensare alle battaglie nordamericane per l'indipendenza dalla Gran Bretagna, quella Rivoluzione Americana che tantissima parte ha avuto nel propagarsi degli ideali di uguaglianza, fratellanza, libertà che hanno poi infiammato gli animi europei nell'Illuminismo e poi nel Risorgimento, mentre nel contempo si combattevano i nativi americani a colpi di coperte infette e baionette. Senza andare così indietro nel tempo, e senza dimenticare i 'Sud del Mondo' si può pensare a quanto accadeva in Sudamerica e quanto accade in Africa, in Asia e in Turchia o in Israele. Si potrebbe finanche immaginare un paragone tra quell'esempio straordinario di meravigliosa cultura che fu il giornalino universitario bilingue di Alexander Langer e quanto è accaduto in Canada recentemente con le scuse formali da parte del Primo Ministro Justin Trudeau nei confronti delle Six Nations, quelli che da noi si chiamano 'nativi', ma soprattutto con quello che è successo, quasi contemporaneamente alla pubblicazione di quegli articoli pieni di forza e coraggio, con Pierre Trudeau e l'Atto del Multiculturalismo del Canada, che di fatto ha dato il via al multilinguismo quale soluzione possibile all'annosa questione della francofonia o anglofonia in una nazione in cui convivono pacificamente circa duecento nazionalità sulla base di azioni politiche vere. Un multilinguismo che peraltro esisteva nella pratica dei mezzi di comunicazione, come nel caso della mitica Chin Radio di Johnny Lombardi che trasmetteva 'solo canzonette', per aggirare il divieto linguistico, in italiano, un'esperienza pionieristica e molto lungimirante. In comune, Langer e Trudeau hanno l'amore per l'ambiente e in questo, forse, il testardo Alexander era ancor più avanguardista, ancor più Cassandra, e aveva individuato nell'amore, nella necessità e nel bisogno del rispetto, della tutela, della salvaguardia dell'ambiente le vere priorità di una politica di pace.
Questa ricetta vegana che unisce ai sapori della pappa al pomodoro maremmana un elemento tanto in contrasto con la cultura mangereccia di quella parte della Toscana quale il tempeh, è ispirata alle lotte irredentiste e soprattutto alla pace che si può costruire componendo i contrasti in modo armonioso e con la parola che meglio definisce la politica internazionale, introdotta da Papa Francesco e ripresa da Justin Trudeau, la 'gentilezza'.


Tempeh
Salsa di soia
Zucchine
Melanzane
Foglie di cipolla
Olio extravergine di oliva
Capperi
Sale
Sesamo
Paprika dolce
Vino bianco
Birra chiara
Origano siciliano
Farina di ceci
Aglio
Cipolla
Latte di farro
Acqua



Tagliare a fette e far insaporire il tempeh nella salsa di soia. Far scaldare lievemente l'olio e aggiungere melanzane e zucchine lavate e tagliate a dadini, quindi le foglie di cipolla, i capperi e l'origano, salare pochissimo. Far cuocere a fuoco medio, aggiungere il tempeh, la paprika dolce, quindi sfumare con pochissimo vino, aggiungere il sesamo, dunque sfumare con la birra. Quando è tutto cotto e sembra un po' poltiglioso, aggiungere il latte di farro, la cipolla tritata, l'aglio tagliato a fettine sottilissime e la farina di ceci, girare e far cuocere a lungo, aggiungendo, se necessario, acqua e latte fino ad ottenere un composto denso e saporito.  

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