Il Manifesto
di Ventotene è stato uno tra i più importanti scritti dell'era
moderna, un testo basilare per la comprensione di un'idea di
fratellanza e unità tra gli Stati che sembrava essere la più logica
e ragionevole forma di organizzazione civica per costruire la pace
tra le popolazioni, tra i cittaini che cominciavano nuovamente ad
essere considerati tali e non degli elementi partecipi del paesaggio.
L'Europa Unita, e prima la Giovine Europa, le varie Internazionali e
la forza dirompente delle idee di libertà, talmente rivoluzionarie e
ovviamente giuste da essere considerate utopistiche e irrealizzabili,
prima ancora che i Paesi diventassero Nazioni, poi, ipotizzare un
concetto di cittadinanza che travalicava i confini nazionali sembrava
a dir poco fantasioso. Qualche decennio passò, molti cambiamenti
sociali ed economici si realizzarono e a poco a poco si riuscì anche
ad avere organizzazioni sovranazionali che fondavano l'idea di
cittadinanza sul principio della libera scelta e della pacifica
cooperazione tra i popoli, tra le persone, ognuna con diritti propri
da rispettare e considerare inviolabili a prescindere dal censo,
dagli orientamenti politici, dall'età e dal genere. Un nuovo
ordinamento mondiale che metteva al centro di tutto le persone,
l'ambiente, la natura e soprattutto la pace. Una rivoluzione in
giacca e cravatta, fatta di codici e codicilli, di relazioni
diplomatiche, di trattati internazionali e di serissime
organizzazioni sovranazionali, un'utopia realizzata e in costante
fase di realizzazione perché la pace, sebbene sia la più ovvia
aspirazione degli esseri umani è anche la più semplice e complessa
forma di organizzazione pratica della vita quotidiana.
Papa
Francesco, uno tra i Capi di Stato più all'avanguardia di questi
primi decenni del XXI secolo, ha puntato il dito, i fari dell'enorme
meccanismo mediatico che il Vaticano riesce a mobilitare, su quello
che ha definito il 'Nuovo Umanesimo', le nuove forme di cooperazione
tra persone, popoli, cittadini, Stati e organizzazioni per la
promozione di diritti fondamentali delle persone e dell'ambiente.
D'altronde che questo Pontefice fosse un po' particolare lo aveva già
detto un prete da strada, Don Andrea Gallo, che sembrava conoscere a
fondo le dottrine che predicava e si ostinava a cercare di convertire
gli ecclesiastici alla religione cattolica. “Questa volta –
commentò subito dopo la fumata bianca nel Conclave – lo Spirito
Santo ha fatto un giro anche nella Cappella Sistina”. Sarebbe stata
considerata una blasfemia se non fosse stata pronunciata da uno tra i
più cristiani preti della storia del Cattolicesimo. “Sarebbe bello
se si volesse chiamare – aggiunse il vecchio prete genovese senza
neanche una parrocchia tutta sua che non fosse l'amore assoluto della
gente – Francesco” e così fu.
La bellezza
della dottrina del Nuovo Umanesimo non è distante da quella delle
nuove forme di libertà espresse da taluni Presidenti e Primi
Ministri che davvero possono dirsi degni di questo appellativo,
persone che guidano il cambiamento verso nuove forme di libertà e di
convivenza pacifica, quale il Primo Ministro del Canada, Justin
Trudeau, paladino di idee femministe, libertarie e liberali,
portabandiera di una nuova spiritualità, di un nuovo e innovativo
modo di intendere la gestione dello Stato e il concetto di
cittadinanza che non può essere più qualcosa che riguarda soltanto
confini geografici perché siamo nel ventunesimo secolo. C'è una
parola inglese che racchiude in sé una grande verità e una enorme
possibilità di ricostituzione del concetto stesso di cittadinanza
'like-minded States', Stati che la pensano in modo simile. A parte il
fatto che immaginare uno Stato pensante non è cosa facilissima ma è
vero che vi sono talune 'vicinanze' di pensiero e di azione che
accomunano talune Nazioni al di là da confini geografici. Tra Roma e
la Capitale dell'Arabia Saudita c'è una distanza chilometrica di
poco più di 3.000 chilometri, c'è un mare che ci unisce da millenni
eppure la differenza culturale è immensa, molto più di quella che
ci separa da Gerusalemme, da Sarajevo, da Toronto, da Mexico City e
finanche dalla Capitale della Nuova Zelanda, un Paese che è
letteralmente agli antipodi rispetto all'Italia. E chissà che queste
unioni di Stati possano essere la nuova forma di organizzazione
intergovernativa per il raggiungimento della pace e l'implementazione
dello sviluppo sostenibile.
Questa
ricetta, semplicissima, è ispirata alle idee che sembrano
irrealizzabili e che poi, quasi in punta di piedi diventano realtà.
Foglie di
cipollina fresca
Gomasio
biologico
Zucchine
freschissime
Olio
extravergine di oliva
Limone
Friggitelli
freschissimi
Lavare e
tagliare a listerelle le foglie di cipollina e i friggitelli, dunque
fare una julienne di zucchine, porre le verdure in una terrina e
condire con olio, limone e Gomasio.
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