Una ragazzina
che legge un libro scatena reazioni inspiegabilmente violente,
spaventa terroristi, terrorizza fondamentalisti, disarma preti di
tutte le religioni, scatena ire funeste di dittatori, attira su di sé
le maledizioni di bigotti di qualunque angolo del Pianeta, incute
timore tra i vertici delle organizzazioni criminali organizzate.
Perché tanta furia? Verrebbe da chiedersi oppure perché tanto
accanimento? Cosa sta facendo quella ragazzina di così
inaccettabile? Sta leggendo, sta studiando e quindi sta scardinando
l'oppressione. Aprendo la copertina di un libro, sfogliando le
pagine, leggendo le parole ella crea libertà, è libera.
La libertà,
però, non è un elemento particolarmente gradito a chi non ne
capisce le potenzialità e soprattutto a chi è talmente poco potente
da dover ricorrere al timor panico per imporre la propria presenza e
le proprie convinzioni. Non che spiegare la bontà di una tesi per
quanto giusta sia semplice, assolutamente no, però non è con la
coercizione che si ottengono i risultati sperati se quello che si sta
facendo è il bene della comunità di persone che si governa per
motivi istituzionali o di altra natura.
Una bambina
che legge è un simbolo potente, significa tante cose, libertà,
libero pensiero, fantasia, immaginazione, cultura. Tutte parole che
agli oppressori di ogni epoca e luogo suonano minacciose. Un
terrorista armato fino ai denti può far ben poco contro una bambina
che legge. Se le torce un capello rischia l'odio da parte della gente
e quindi perde non soltanto la battaglia ma la guerra intera, se le
impedisce di leggere rischia maggior interesse. C'è poco, pochissimo
da fare contro una bambina che legge, non è un nemico che spara, non
è un nemico contro cui battersi valorosamente, eppure al solo
guardarla il terrorista sa che lei è pericolosa per la sua stessa
esistenza, o meglio per l'esistenza del ruolo di cattivo che suo
malgrado interpreta.
Le
organizzazioni criminali organizzate sono molto attente a tenere la
popolazione nell'ignoranza perché inferiore è il livello di
istruzione e conoscenza, minori sono gli strumenti delle persone per
creare sviluppo sostenibile e quindi libertà.
Questa
ricetta, con la pasta prodotta da aziende liberate dall'oppressione
malavitosa, è ispirata alla libertà da qualunque oppressione e a
tutte le bambine che leggono.
Cipolla
Pomodorini
Zucchine
Melanzane
Origano
siciliano
Olio
extravergine di oliva
Sale iodato
Acqua
Pasta Libera
Lavare bene
le verdure, tagliare le zucchine julienne, le melanzane a cubetti
molto piccoli, inferiori al cm, e i pomodorini in quattro, scaldare
l'olio con un trito di pochissima cipolla, aggiungere zucchine e
melanzane, salare condire con l'origano e far cuocere a fuoco vivace,
quasi a fine cottura aggiungere i pomodori salati. A parte lessare la
pasta in abbondante acqua salata, scolarla e ripassarla in padella
con il condimento. A piacere aggiungere ricotta fresca al forno
oppure scamorza affumicata o granella di anacardi.
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