Pappina con
ricotta, spinaci e segale
Il plagio, il
furto del lavoro intellettuale è attualmente, sebbene ancora difficile da
dimostrare senza ragionevole dubbio, un reato eppure vi sono ancora molte
persone che associano il lavoro intellettuale a qualcosa di aleatorio e chiede,
o più spesso pretende senza accorgersi neanche della rabbiosa ilarità che
suscita nell’interlocutore, ‘mi potresti scrivere giusto giusto due righe?’, ‘mi
potresti buttare giù giusto giusto due note?’, ‘mi potresti disegnare giusto
giusto uno schizzo?’, .’mi abbozzi un progettino?’. Ecco, la risposta è ‘mi
paghi adeguatamente per questo?’, se la risposta è sì si può pensare di eseguire
e/o proseguire il lavoro intellettuale richiesto, altrimenti, di tutta evidenza,
la risposta non può che essere: ‘caro amico, cara amica… no’. È un po’ come
pensare di entrare in un negozio, mettere la merce desiderata in un carrello e
uscire senza pagare: non si può fare.
Questa ricetta è
ispirata ai tanti lavoratori ‘di concetto’ e ai diritti connessi.
Segale
biodinamica
Acqua
Spinaci,
possibilmente freschi oppure cotti freschi e poi surgelati
Ricotta di
pecora
Sale iodato
Olio
extravergine di oliva
Mettere a bagno
la segale, lessarla in abbondante acqua poco salata, scolarla, farla freddare. Lavare
bene gli spinaci, cuocerli in padella, coperti. Far intiepidire. Frullare nel mixer
da cucina o nell’omogeneizzatore insieme alla ricotta e all’olio. Aggiustare di
sale
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