sabato 28 gennaio 2017

Spaghetti con melangolo, pistacchi e mandorle

Spaghetti con melangolo, pistacchi e mandorle

Alcuni autori hanno un rapporto con il linguaggio che incanta nella sua essenziale perfezione e sono, pertanto, difficilmente traducibili in altre lingue senza perdere un po’ di quella bellezza che emoziona e aziona il cervello in modo unico. Leonardo Sciascia è annoverabile senza ombra di dubbio tra i letterati che riescono nello straordinario intento di esprimere una limpida onestà intellettuale tramite una capacità di osservazione affabulatoria che utilizza necessariamente non una parola di più e non una parola di meno. Certamente leggerlo in traduzione potrebbe non rendere in modo tanto efficace il suo genio letterario. Discorso analogo, seppur con le dovute differenze, si può fare per Nick Hornby che utilizza un linguaggio affatto diverso da un libro all’altro in base al soggetto e all’argomento del romanzo, rendendolo di fatto poco traducibile anche perché i suoi personaggi sono tipicamente britannici e il linguaggio che egli utilizza è la più ampia e vasta gamma di sfumature di un modo di esprimersi tipicamente britannico. Certamente ogni autore soppesa le parole, usa quelle che gli o le paiono più opportune, più adatte a dipingere un personaggio, a tinteggiare una situazione a far comprendere al lettore ciò che sta narrando eppure vi sono taluni autori che acquistano bellezza e fluidità in traduzione e altri che sono paragonabili a quei vini o quei cibi che, pur rimanendo eccellenti, perdono un po’ della loro perfetta armonia quando vengono trasportati in un altro luogo, con un clima e temperature diverse. Leggere Sciascia in originale è uno tra i non pochi piaceri dell’essere nati e cresciuti in Italia, si inserisce a pieno titolo in quella formazione del ‘senso del bello’ che caratterizza l’italianità. Alcune frasi, veloci come saette, essenziali come respirare, si intrecciano perfettamente nel romanzo traghettando semplicemente verso la frase successiva che richiedono una fortissima onestà intellettuale. Sciascia instaura col lettore un dialogo senza violenza fondato sul reciproco rispetto e sull’implicito, seppur dichiarato sin dalle prime righe, patto tra autore e pubblico, quello della assoluta, totale, incondizionata onestà intellettuale. Lui si impegna ad esprimerla in modo essenziale e perfetto, senza mai tradirla, il lettore deve però impegnarsi a comprendere e scacciare dalla propria mente le ombrose nubi della convenienza civica e morale, i condizionamenti più o meno palesi della disonestà intellettuale diffusa, senza violenza, bensì lasciandosi affascinare dalla pura bellezza delle parole e della incredibile capacità narrativa dell’autore.
Leggere Sciascia è un privilegio, comprenderlo è un piacere puro, assoluto, un po’ come quando si entra in una delle tante meravigliose chiese o piazze italiane e si riesce ad avere la piena consapevolezza della meravigliosa perfezione che l’Italia esprime.
Questa ricetta è ispirata ai sapori delle terre siciliane, dolci, pieni, essenziali e talvolta amari.


Melangolo, anche detto arancia amara, rigorosamente non trattato e coltivato in area senza smog
Mandorle dolci non sbucciate
Pistacchi non salati
Olio extravergine di oliva
Sale integrale
Acqua
Spaghetti
Parmigiano Reggiano della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore


Sbollentare le mandorle, sbucciarle, ridurle in granella fine insieme ai pistacchi ma non in polvere con il pestello oppure con il robot da cucina, porle nel piatto di portata per la pasta, aggiungere il melangolo spremuto in proporzione di circa un melangolo per un chilo di pasta, in base al gusto e alla tolleranza individuale per l’amaro, amalgamare il composto con l’olio in abbondanza ma non eccessivo, si fa sempre in tempo ad aggiungerlo, e con il Parmigiano grattugiato. Sbollentare la buccia di melangolo, fare i fiocchi con l’apposito utensile e aggiungerlo al condimento o lasciarlo da parte per guarnire. Far bollire l’acqua per la pasta, salarla, aggiungere gli spaghetti, scolarli senza buttare l’acqua di cottura, eventualmente mettendone da parte una ciotola da minestra, versarli nel piatto di portata e girare bene, se necessario aggiungere acqua di cottura o olio. 

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