Minestrina leggera con foglie di carote
Agire
politicamente significa comprendere le esigenze attuali e future di un Paese o
di un piccolo centro, comprendere che le proprie azioni dovranno fare il bene
del territorio anche negli anni a venire. Lo hanno ben compreso i governanti
cinesi, che già dagli anni ’70 hanno iniziato una politica espansionistica sul
modello coloniale europeo di qualche secolo fa nel cosiddetto ‘Terzo Mondo’ per
reperire a basso costo e in modo efficace le risorse, le materie prime e, a ben
guardare, un eventuale futuro mercato per le esportazioni di beni per lo più
superflui. Con azioni scriteriate e senza scrupoli la Cina è riuscita ad
attirare nel proprio territorio gran parte della produzione su larga scala di
prodotti di lusso e di mediocre qualità, depauperando il cosiddetto Occidente
di competenze, maestranze, ricercatori, lavoratori e operai specializzati
calpestando al contempo qualunque forma di rispetto dei diritti umani
fondamentali e non prendendo minimamente in considerazione le lunghe e
difficili battaglie per l’affermazione di tali principi morali, etici e
soprattutto legali. Ciò è stato possibile in Cina e non in altri ben più
democratici e liberi Paesi nei quali, però, non vi è da lunghissimo tempo, un
disegno, una capacità governativa che prenda in considerazione tempi lunghi di
realizzazione. Oltre alle generiche indicazioni delle Nazioni Unite con i piani
quinquennali e talvolta decennali non vi sono al momento nel cosiddetto
Occidente le basi per dibattere in modo costruttivo sulle effettive esigenze
politiche a lungo termine, sia per la assodata e comprovata incapacità e
impreparazione della classe politica, con qualche rarissima eccezione, sia per
una assoluta scarsità di idee, sia anche per una pavidità elettoralmente
condizionata delle strutture democratiche. In questo momento, pertanto, segue
programmi di sviluppo a lungo termine la Cina e le organizzazioni più potenti
della criminalità organizzata. Questa incapacità, inettitudine dell’agire
politico si rivela quando c’è da affrontare questioni urgenti e dirimenti,
quali ad esempio mettere in sicurezza e al calduccio persone e animali nelle
aree terremotate e dare alla cittadinanza locale, non ad una cooperativa
bolognese di amici di amici, la possibilità di ricostruire il proprio
territorio e il proprio futuro. Quello che sta accadendo nel Centro Italia, con
la popolazione in età da lavoro disoccupata per evidentissime cause indipendenti
dalla propria volontà, i bambini senza strutture e senza condizioni oggettive
per poter esercitare i propri diritti all’infanzia, e gli anziani senza le
minime condizioni per poter vivere in modo dignitoso oltre ad essere una
vergogna, un mix esplosivo di azioni criminali e criminose, un sovvertimento
del senso dello Stato è anche un segno inequivocabile del fallimento oggettivo
di una classe politica di inetti, incapaci e incompetenti, inadatti a svolgere
il lavoro di rappresentare il Popolo sovrano e agire, appunto, politicamente.
Questa ricetta,
semplice come sarebbe facilissimo in questo momento agire se non politicamente
almeno dignitosamente, è ispirata al calore che dà in alcuni momenti sapere di
essere Cittadini di uno Stato.
Carote
Patate
Piselli
surgelati
Foglie di carote
Curry
Sale integrale
Timo citronella
Foglie di
cipolla fresche o essiccate
Cannolicchi La
Molisana
Olio
extravergine di oliva a crudo
Parmigiano
Reggiano Latteria sociale di Beduzzo Inferiore
Sbucciare,
lavare e tagliare a dadotti le carote e le patate. Mettere tutte le verdure e
gli aromi in una pentola con l’acqua. Far bollire, salare quindi, a fine
cottura, aggiungere la pasta e far cuocere il tempo necessario. Servire con un
filo di olio a crudo e parmigiano grattugiato.
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