Pizza ripiena dolce senza zucchero
L’eliminazione
fisica di politicanti incompetenti, disonesti e dannosi non è mai stata una
buona idea, oltre alla negazione intrinseca del principio democratico in tale
pratica, c’è da constare che dopo di loro ne sono arrivati sempre altri, ancor
più incompetenti, disonesti e dannosi di quelli che c’erano prima. È stato
questo il caso della Rivoluzione francese e degli anni di piombo o delle grandi
rivoluzioni popolari. Il Risorgimento è stato animato da grandi ideali e da persone
abilissime nell’arte del governo, della diplomazia, della battaglia, della
raccolta del consenso popolare, senza parlare poi della straordinaria
produzione intellettuale e ideale di quel meraviglioso periodo di presa di
coscienza della fondamentale unità italiana. Eppure, trascorso qualche lustro,
ecco che si è affacciato al balcone di Piazza Venezia un ‘uomo qualunque’ col
mascellone, poche e povere idee bellicose e molta violenza. Gli ideali
risorgimentali sembravano polverosi ricordi riposti su alti scaffali di una
antica libreria. Dunque la Resistenza li ha riportati in vita, seppure i
partigiani fossero privi del linguaggio della libertà che i risorgimentali
tanto faticosamente avevano distillato. Dopo qualche anno, non contabili
neanche in lustri, ecco spandersi sulle città mani avide e corruttrici, tonache
dorate, imprenditori dalla casacca a stelle e strisce quando c’erano i soldi
americani e solerti impresari di partiti con falce, martello e valigette
ricolme manovrare delicati equilibri internazionali e politici a discapito,
ovviamente della popolazione, della libertà e di quell’Italia che era stato
così difficile unire e poi liberare.
Non c’è da
stupirsi, dunque, se gli italiani a volte sperino nella inclemenza olimpica e
divina per vedere qualche politicante che distrugge sistematicamente ciò che
gli italiani, nonostante loro e nonostante tutto, faticosamente riescono a
costruire e tenere insieme. Vedere le popolazioni colpite dal terremoto
congelare nel freddo perché un politicante disonesto, imbecille e dannoso si è
scordato che l’inverno arriva prima di Natale perché un amico di un amico ha
una cooperativa che produce moduli prefabbricati fa oggettivamente venire
voglia di augurare a costui, e alla sua combriccola, una punizione al di là
della comprensione e delle azioni umane.
Se agire criminosamente
non è né auspicabile né utile, anzi è spesso più dannoso, lanciare anatemi
pasquineschi contro gli imbecilli non è né vietato né dannoso, soprattutto per
chi è ateo e/o ritiene che la laicità sia fondamentale per la vita civile di
una democrazia e di un Paese libero.
Questa ricetta è
ispirata al sentire popolare.
Farina
Acqua
Lievito di birra
Mele
Carote dolci
Mandorle dolci e
pochissime amare
Impastare farina
e lievito sciolto in acqua tiepida, mettere a lievitare a lungo. Sbucciare le
mele privandole del torsolo, pelare e lavare le carote e sbollentare le
mandorle per privarle della buccia marrone quindi frullare tutto nel mixer
stendere la pasta sottile e riempire con il composto. Coprire con uno strato di
sfoglia e bucherellare la parte superiore. Infornare in forno molto ben caldo a
circa 220°C o 240°C per il tempo necessario alla cottura.
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