sabato 14 gennaio 2017

Pizza rustica con ricotta e limone

Pizza rustica con ricotta e limone

La confusione tra liberismo e liberalismo è sempre stata piuttosto ingarbugliata, specialmente in Italia, dove il liberalismo non ha avuto modo di svilupparsi dopo la Liberazione, un po’ per diffidenza nei confronti di chi si era arroccato sull’Aventino e aveva lasciato mano libera al fascismo, un po’ perché la Resistenza italiana si è sviluppata su altre basi. Le persone con idee liberali in molti casi non hanno visto la realizzazione pratica di ciò che ritenevano giusto, ad esempio l’Europa Unita, per cause più o meno naturali e il liberalismo di fatto nel BelPaese è sempre rimasto un magma nebuloso indistricabile, una coperta corta e sbrindellata stiracchiata di qua e di là o usata quale spauracchio per spaventare le masse proletarie e la piccola e media borghesia oppure quale forma di giustificazione per alleanze improbabili tra personaggi politici di schieramenti differenti. In altri Paesi il liberalismo si è invece sviluppato, nelle teorie e nelle pratiche, alcune molto interessanti, altre meno. Tra le nazioni che meglio hanno sviluppato tale concetto vi è sicuramente il Canada, il cui partito liberale è attualmente quello di maggioranza e comunque ha costituito nella storia una tra le due più importanti coalizioni politiche.
Liberale, in Canada, è chi pensa che ‘lo Stato non entra nella camera da letto della Nazione’ ma fa di tutto affinché non vi siano discriminazioni, chi pensa che l’istruzione e la sanità debbano ovviamente essere pubbliche e funzionanti, che lo Stato abbia una parte rilevante nell’aiutare l’economia del Paese. Teorie e pratiche ben diverse da quelle conservatrici della fazione opposta che invece è apertamente liberista, seppur nei limiti dell’estremamente corretto politicamente della democrazia nordamericana.
In molti Paesi europei e nella stessa Unione il liberalismo e il liberismo sono nettamente separati e spesso antitetici, mentre non lo è affatto il liberalismo e il libertarismo, che presuppone un amore incondizionato per la e le libertà individuali e collettive realizzabile con un intervento costante e molto presente dello Stato.
Il punto è capirsi sul concetto di intervento dello Stato nelle attività della Nazione.
Il liberalismo, a braccetto col libertarismo e non col liberismo, prevede che lo Stato comprenda le esigenze reali della Nazione, ne prenda atto e agisca di conseguenza a tutela in primis delle minoranze ma soprattutto del funzionamento dello stesso. Non è immaginabile una tassazione senza trasparenza e investimenti oggettivamente rilevanti e necessari alla pacifica convivenza. Si presuppone, in altre parole, che lo Stato sia il primo alleato del cittadino, qualunque siano le sue idee, i suoi orientamenti, nella realizzazione delle proprie aspirazioni ovviamente atte al miglioramento personale e sociale, individuale e collettivo e che non ledano in alcun modo la libertà altrui né, soprattutto, i diritti umani fondamentali e lo Stato stesso.
Una popolazione istruita in cui le possibilità e le opportunità siano collegate alla effettiva capacità individuale di migliorarsi e progredire sono una manna dal cielo per la società, pensa e agisce il liberale, pertanto lo Stato dovrà agire affinché ciò sia possibile non soltanto sulla carta ma nella realtà, sia con leggi che impongano determinati comportamenti, quali ad esempio l’indicazione in più lingue delle istruzioni per obliterare un biglietto della metropolitana, sia con l’incentivazione di buone e necessarie pratiche, quali ad esempio gli asili nido nei posti di lavoro privati.
Il liberalismo è fondamentalmente un modo di agire la politica che implica la fiducia nel progresso sociale, un po’ come affermava e propugnava Mazzini. Tutto questo poco, molto poco ha a che fare col liberalismo, a meno che non si intenda questo concetto associato al primo, in quanto esiste un liberismo liberale, ossia una libertà di intrapresa e di impresa incoraggiata dallo Stato che non mette più di tanto il naso in certe faccende ma che fa sì che il più debole sia sempre tutelato e che la cittadinanza sia messa nelle condizioni atte a poter liberamente intraprendere attività economiche, eliminando lo sfruttamento quale base di rapporti economici non liberi e pertanto non liberali, non libertari e non liberisti.
Questa ricetta, semplice e delicata, è ispirata alla necessità del liberalismo in Italia.

Pasta sfoglia
Ricotta
Latte
Sale integrale
Scorza di limone non trattato grattugiata
Noce moscata
Sesamo
Rosso d’uovo per spennellare


Lavorare la ricotta con latte, sale, scorza di limone, noce moscata così da creare una crema spumosa altrimenti la ricotta si indurisce. Quindi porla all’intern°C o o della pasta sfoglia, richiudere i bordi, spennellare col rosso d’uovo e infornare in forno ben caldo 180°C o 200°C per una ventina di minuti o una mezzoretta. 

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