lunedì 9 gennaio 2017

Amatriciana bianca

Amatriciana bianca

In molte piazze italiane l’amatriciana per Amatrice, dal giorno del sisma nel Centro Italia, è diventata una sorta di enorme sagra nazionale, peccato che poi, allo stato delle cose, gli amatriciani, i marchigiani, gli umbri e le popolazioni colpite dagli effetti devastanti di un terremoto di quell’entità in un territorio antico, si siano trovati ad affrontare uno tra gli inverni più rigidi degli ultimi anni in condizioni a dir poco difficili.
La popolazione italiana è solidale, vuole aiutare, fare, agire e non sa bene cosa. Si scende in piazza, si organizzano amatriciane, si devolve il ricavato ai comitati e si guarda sgomenti le foto che testimoniano le enormi difficoltà che debbono affrontare i cittadini italiani tra promesse farlocche e viaggi di lusso di chi dovrebbe essere proprio in quelle zone a far sì che tutto sia a posto, che i civili siano sani e salvi. I politicanti italiani, è ormai tristemente noto, non hanno le capacità di svolgere il proprio mestiere. Gli italiani dovrebbero poter avere il modo di dar loro il benservito e di farsi governare da persone competenti e con il senso dello Stato. Parole che a volte sembrano quasi utopistiche. Quello che si prefigura, però, nelle aree terremotate, come è accaduto per L’Aquila, è una responsabilità penale di gravissima entità da parte di chi avrebbe come funzione primaria quella di tutelare e proteggere i cittadini, i civili.
Le foto, le immagini, le grida accorate di chi è senza più una casa, senza più un paese, una piazza, una chiesa, un bar o un’edicola, senza una vita normale e attanagliato dalla morsa del freddo, cercando di salvare gli animali e quel che resta della propria identità sono strazianti. E ancor più lo sono facendo un rapido e sommario conto di tutti i soldi che sono stati raccolti in Italia, tramite la Regione Lazio, la Protezione Civile, e le varie organizzazioni preposte a dare un rifugio alla popolazione, a mettere in sicurezza il sovrano Popolo Italiano.
Evidentemente le istituzioni italiane attuali sono piuttosto anarchiche e alla sovranità popolare fanno una sonora pernacchia degna del miglior Totò.
Questo si chiama anche rovesciamento dello Stato di Diritto, e ci sono fior di casi nella giurisprudenza penale internazionale che si fondano su tale forma di negazione dello Stato da parte dello Stato stesso. In altre parole: è molto grave e non è un caso che ciò sia avvenuto mentre l’Italia sta scivolando ancora più in basso nella classifica dei Paesi con un decente livello di informazione libera.
La libertà in una democrazia è anche sapere che essere cittadini ha un fondamentale valore a livello domestico e internazionale, avere certezza dell’esistenza dello Stato quale garante dell’incolumità e dei diritti dei cittadini è uno dei pilastri di qualunque sistema democratico.
Sarebbe auspicabile, a dir poco, che ciò avvenga in tempi brevissimi eppure la liberazione dell’Italia dall’oppressore attuale, la corruzione, sembra impresa ancor più complessa di quella che ha portato all’Unificazione, che sembrava un’utopia irrealizzabile e pur si è realizzata.
Questa ricetta è ispirata al senso profondo e concreto dello Stato, ed è la vera amatriciana, quella in bianco, il colore della neve che sta imbiancando i moduli abitativi e quello del ghiaccio che si accumula sulle tendine di tali moduli, anche se il sugo all’amatriciana è, per l’appunto, col sugo. La ricetta ‘originale’, quella bianca è elaborata dalla tradizione familiare e ripresa dal sito del turismo del paese laziale (www.amatriceturismo.it).

Guanciale di Amatrice
Pepe nero
Pecorino di Amatrice
Bucatini De Cecco
Sale integrale
Acqua
Vino bianco


In una padella antiaderente porre a freddo il guanciale tagliato a listerelle, farlo rosolare ben bene, sfumare con poco vino bianco e continuare a far rosolare fino a renderlo croccante ma non bruciato. In un’insalatiera di coccio porre il pecorino grattugiato e una spolverata di pepe nero appena macinato. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla lasciando da parte l’acqua di cottura, aggiungere il guanciale ben caldo al pecorino e girare bene, se è troppo asciutta aggiungere un cucchiaio di acqua di cottura della pasta. 

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