Carbonara
Giuseppe Mazzini
fu un Carbonaro, quindi si avvicinò alla Massoneria e poi fondò la sua Giovine
Italia e Giovine Europa, sette segrete e illegali nel proprio Paese oppresso da
invasori stranieri e stretto in una intollerabile morsa di mancanza di libertà.
In altre parole non era certamente un moderato e oggi forse sarebbe
considerato, come allora, un pericoloso facinoroso se non da mandare in esilio
almeno da isolare. Perché? Ovviamente perché voleva che la sua Patria fosse
unita, cosa che all’epoca significava praticamente far guerra a chi legalmente
seppur illegittimamente occupava il suolo natio, scatenare una rivoluzione di
popolo o comunque rovesciare senza mezzi termini il sistema di potere e di
governo dell’epoca. I governi e i governanti non erano molto d’accordo con lui
e con le persone che ne seguivano le idee, i suoi scritti erano vietati e
possederne copia poteva essere motivo sufficiente per andare in galera senza
mezzi termini e senza garanzie costituzionali, anche perché la Costituzione era
ben lungi dall’essere scritta.
Immaginare quell’uomo
emaciato, pallido, sempre di nero vestito in segno di lutto per la sua Patria
disunita, parlare di disegno divino e di unione dell’Umanità intera e
contestualmente capeggiare la più importante sollevazione popolare unitaria di
cui si abbia memoria in Italia, Nazione che prima di allora semplicemente non
esisteva e fondamentalmente non era mai esistita in quanto tale, è abbastanza difficile. C’era stato l’Impero
Romano, un governo che da Roma aveva conquistato Europa e Mediterraneo ma l’Italia
non era mai esistita, non esisteva e ancor oggi non esiste una vera e propria
lingua nazionale popolare, parlata dal popolo, tanto che tale idioma è rimasto
per secoli un mistero da burocrati o da eruditi fino almeno all’avvento della
televisione e della trasmissione ‘Non è mai troppo tardi’ che, per l’appunto,
insegnò l’italiano agli italiani. L’unica cosa che era evidentemente e
certamente italiana era l’esercizio costante delle differenze, la straordinaria
varietà di minutissime e sovente raffinatissime diversità. Esisteva inoltre un ‘sentimento
di Patria’ e la sensazione di non essere governati da chi rappresentava il
territorio bensì da stranieri, da oppressori. Su questo l’Italia è stata
unificata e sulle parole di un visionario un po’ mistico, Carbonaro, esule e
considerato dalla Massoneria un faro illuminante, le cui parole ancor oggi esprimono
pienamente la bellezza emozionante e pura della libertà.
Questa ricetta, ‘tradizionale’,
è ispirata alla bellezza di essere italiani, un po’ carbonari e con la voglia
di libertà che si esprime nell’esercizio costante delle differenze.
Spaghetti De
Cecco
Uova, uno per
l’insalatiera e uno per persona
Pancetta
affumicata o guanciale a preferenza
Acqua
Sale integrale
Pecorino
romanesco
Sbattere le uova
con il pecorino grattugiato quando si sta per scolare la pasta lessata in
abbondante acqua salata. Aggiungere la pancetta ben rosolata in padella
antiaderente e girare velocemente, spolverare con pepe macinato fresco a
piacere.
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