giovedì 12 gennaio 2017

Carbonara

Carbonara

Giuseppe Mazzini fu un Carbonaro, quindi si avvicinò alla Massoneria e poi fondò la sua Giovine Italia e Giovine Europa, sette segrete e illegali nel proprio Paese oppresso da invasori stranieri e stretto in una intollerabile morsa di mancanza di libertà. In altre parole non era certamente un moderato e oggi forse sarebbe considerato, come allora, un pericoloso facinoroso se non da mandare in esilio almeno da isolare. Perché? Ovviamente perché voleva che la sua Patria fosse unita, cosa che all’epoca significava praticamente far guerra a chi legalmente seppur illegittimamente occupava il suolo natio, scatenare una rivoluzione di popolo o comunque rovesciare senza mezzi termini il sistema di potere e di governo dell’epoca. I governi e i governanti non erano molto d’accordo con lui e con le persone che ne seguivano le idee, i suoi scritti erano vietati e possederne copia poteva essere motivo sufficiente per andare in galera senza mezzi termini e senza garanzie costituzionali, anche perché la Costituzione era ben lungi dall’essere scritta.
Immaginare quell’uomo emaciato, pallido, sempre di nero vestito in segno di lutto per la sua Patria disunita, parlare di disegno divino e di unione dell’Umanità intera e contestualmente capeggiare la più importante sollevazione popolare unitaria di cui si abbia memoria in Italia, Nazione che prima di allora semplicemente non esisteva e fondamentalmente non era mai esistita in quanto tale, è abbastanza difficile. C’era stato l’Impero Romano, un governo che da Roma aveva conquistato Europa e Mediterraneo ma l’Italia non era mai esistita, non esisteva e ancor oggi non esiste una vera e propria lingua nazionale popolare, parlata dal popolo, tanto che tale idioma è rimasto per secoli un mistero da burocrati o da eruditi fino almeno all’avvento della televisione e della trasmissione ‘Non è mai troppo tardi’ che, per l’appunto, insegnò l’italiano agli italiani. L’unica cosa che era evidentemente e certamente italiana era l’esercizio costante delle differenze, la straordinaria varietà di minutissime e sovente raffinatissime diversità. Esisteva inoltre un ‘sentimento di Patria’ e la sensazione di non essere governati da chi rappresentava il territorio bensì da stranieri, da oppressori. Su questo l’Italia è stata unificata e sulle parole di un visionario un po’ mistico, Carbonaro, esule e considerato dalla Massoneria un faro illuminante, le cui parole ancor oggi esprimono pienamente la bellezza emozionante e pura della libertà.
Questa ricetta, ‘tradizionale’, è ispirata alla bellezza di essere italiani, un po’ carbonari e con la voglia di libertà che si esprime nell’esercizio costante delle differenze.

Spaghetti De Cecco
Uova, uno per l’insalatiera e uno per persona
Pancetta affumicata o guanciale a preferenza
Acqua
Sale integrale
Pecorino romanesco


Sbattere le uova con il pecorino grattugiato quando si sta per scolare la pasta lessata in abbondante acqua salata. Aggiungere la pancetta ben rosolata in padella antiaderente e girare velocemente, spolverare con pepe macinato fresco a piacere. 

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