Pasta ajo e ojo
Lo studio e la
conoscenza sono prerequisiti per l’agire democratico e per l’esercizio della
sovranità popolare in piena coscienza. È ovvio dunque che chiunque abbia anche
un minimo interesse al controllo antidemocratico delle decisioni popolari abbia
tutto l’interesse a far sì che scienza e conoscenza siano due cose molto
lontane dalla popolazione. Il clero di qualunque epoca ha fatto in modo di
evitare accuratamente l’accesso all’informazione, alla conoscenza e alla
partecipazione civica al di fuori dagli ambiti accuratamente controllati dalle
chiese di qualunque epoca e luogo, gli speculatori economici fanno sì che non
vi sia alcuna possibilità di accesso reale alle informazioni che potrebbero in
qualche modo portare una popolazione informata a richiedere il diritto ad una corretta
informazione su affari che coinvolgono direttamente o indirettamente la vita,
la sicurezza e l’incolumità della cittadinanza. Per far ciò si utilizzano
linguaggi incomprensibili ai più, codici in cui una parola possa rivelare l’essenza
della conoscenza e dell’appartenenza ad una determinata cerchia elitaria di
conoscitori ‘certificati’ e pertanto ‘affidabili’ da un punto di vista di non
trasmissione della conoscenza che hanno a disposizione. Una sorta di linguaggio
iniziatico che viene fomentato e alimentato da una serie di cialtroni di
professione che si guardano bene dal conoscere o dall’apprendere e accampano
teorie a dir poco fantasiose ma che hanno sempre in comune alcune paure della
popolazione, soprattutto in tempi di crisi, e che prevedono sciagure con la
precisione di un oracolo Maya.
Orientarsi in
questa babele di linguaggi sarebbe compito di giornalisti e divulgatori i quali
però spesso, soprattutto in Paesi come l’Italia che perde continuamente
posizioni nella classifica mondiale della libertà di informazione, sono
direttamente collegati a quelle medesime istituzioni più o meno palesi che
vogliono evitare che la popolazione abbia coscienza della propria sovranità.
Da ciò risulta
un quadro complicato ai limiti dell’indistricabile ma c’è e permane la
consapevolezza in taluni della propria esistenza sul Pianeta Terra, che
talvolta si esprime in una costante e pazientissima attività di divulgazione
consapevole e cosciente, talvolta spericolata ai limiti del rischio personale.
Questa ricetta,
semplice come sarebbe semplice l’esercizio della sovranità popolare per una
popolazione che ha intenzione di comprendere e conoscere per deliberare e
decidere, è ispirata al lavoro certosino di tutte quelle persone che lavorano
per far sì che si possa arrivare alla implementazione di una democrazia piena e
libera, anche in Italia.
Spaghetti
Olio
extravergine di oliva
Aglio a
preferenza
Peperoncino
della piccantezza preferita
Pecorino romano
a piacere
Acqua
Sale integrale
Far bollire
abbondante acqua, salarla, mettere la pasta. Precedentemente o contestualmente
in base al gusto preparare l’olio, abbondante ma non eccessivo, con l’aglio e
il peperoncino a fuoco bassissimo. L’aglio dovrà essere appena imbiondito e poi
tolto, mentre il peperoncino insaporirà l’olio più a lungo. Meglio sarebbe
filtrare l’olio prima di utilizzarlo quale condimento. Scolare la pasta e
condirla con l’olio. Vi sono due scuole di pensiero sull’ajo e ojo, quella che
vede nell’aggiunta di un po’ di pecorino una blasfemia e chi la ritiene invece
un tocco di grande gusto, per cui è consigliabile metterlo a tavola ma non
mischiarlo nel piatto di portata.
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