Minestra veloce con foglie di carota
L’ambiente di
provenienza può essere una base di partenza per decidere e costruire la propria
moralità. Se si cresce in un Paese in cui l’abitudine alla libertà è
costantemente esercitata è più probabile che i cittadini di quello Stato
abbiano nei confronti dello stesso un atteggiamento di maggiore responsabilità
e fiducia di cittadini abituati alle dittature. Nonostante la corruzione sia
relativamente trasversale, è più probabile che la fiducia generale da parte di
cittadinanza e società nei confronti delle istituzioni democratiche porti alla
creazione e alla costruzione di una nazione più libera, minata in modo minore
dalla corruzione.
L’abitudine alla
libertà implica una certa responsabilità individuale e collettiva, nonché la
capacità di comprendere i reali bisogni, soprattutto in momenti di grandi e
repentini cambiamenti sociali, della popolazione. Implica inoltre la pretesa
dell’onesta e dell’efficienza da parte della Pubblica Amministrazione, vista e
percepita come un alleato e non come qualcosa da cui stare alla larga se non si
vogliono avere guai. Il secondo atteggiamento è tipico delle dittature, per
quale motivo il cittadino dovrebbe aver voglia di dialogare con un gerarca se l’unica
modalità di dialogo è e rimane la coercizione? Ovviamente non ve ne sarebbe ragione
e si crea, ogni qual volta la libertà è relegata ai margini dell’agire
politico, una fortissima distonia tra Stato e Nazione, tanto assurda da essere
profondamente illogica.
Quando la
società civile non dialoga con lo Stato perché lo ritiene un inutile spreco di
energie se non una potenziale fonte di problemi c’è da preoccuparsi per lo
stato di salute delle democrazie.
L’Italia è da
poco scesa di ulteriori quattro posizioni nella classifica della libertà di
informazione e di stampa, il dato è gravissimo e ovviamente è passato pressoché
sotto silenzio: l’argomento ‘forte’ erano le vacanze keniote di un comico che
ha deciso di creare un partito politico guadagnando fior di quattrini sulla
necessità di informazione libera che ovviamente s’è ben guardato dal fornire.
L’abitudine alla
libertà è un po’ come l’abitudine all’esercizio fisico. Se si fa attività
fisica con costanza il corpo risponde in modo più efficiente alle sollecitazioni,
resiste di più allo sforzo e ci si sente generalmente meglio. Fare dieci vasche
di nuoto in una piscina olimpionica per una persona che non è abituata allo
sforzo fisico equivale ad una grandissima fatica e al raggiungimento di una
importantissima meta mentre per una persona sportiva e in buona salute
costituisce il riscaldamento che precede il consueto allenamento. La stessa
cosa vale per le libertà, persone che non sono abituate alle libertà gridano di
giubilo per l’ottenimento di quello che non è neanche la base per lo sviluppo
delle libertà mentre persone che sono abituate a vivere in Paesi relativamente
liberi pensano che sia necessario fare qualcosina in più per vivere meglio.
Questa ricetta è
ispirata alla relatività delle frontiere di libertà e all’abitudine all’esercizio
sociale e civile delle libertà.
Patate
Carote
Foglie di carota
Salvia
Sale integrale
Acqua
Curcuma fresca
Ginepro bacche
Pelare, lavare e
tagliare le carote, la curcuma e le patate. Lavare accuratamente e tagliuzzare
le foglie di carota, mettere tutti gli ingredienti in pentola, far sobbollire a
fuoco moderato fino a cottura.
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