Mezze maniche con radicchio e robiolino
Fare politica in
un momento storico tanto complesso e in velocissimo mutamento sociale,
tecnologico, economico richiede una assoluta coerenza e grande limpidità di
idee, onestà intellettuale, enormi capacità di visione. Il Primo Ministro del
Canada, parlando ai giovani studenti universitari che effettivamente hanno
dimostrato maggiore disattenzione di quanto si potesse immaginare in una
democrazia tanto sviluppata, ha affermato che i giovani non sono i leader del
domani, bensì i leader dell’oggi perché soltanto loro hanno l’esigenza di
capire ciò che accadrà domani. Si potrebbe ampiamente dissentire su una tale
affermazione, soprattutto tenendo in considerazione la mancanza profonda di
cultura da parte di una gran quantità di nativi digitali abituati sin da
piccolissimi a smanettare su dispositivi tecnologici ma spesso privi di
profonde capacità di elaborazione critica del pensiero e molto più spesso di
comprensione di concetti semplici espressi talvolta in modo elementare. I nativi
digitali che hanno saputo capire la bellezza di sporcarsi le mani e sbucciarsi
le ginocchia giocando fino allo sfinimento in un parco, in un giardino o in un
cortile, ridendo di stupidaggini alla scoperta della vita e dell’universo, litigando
per poi fare pace sono decisamente i più auspicabili leader del domani ma gli
altri, inebetiti di fronte agli schermi, li lasceranno diventare i capi di
quelle tribù tecnologicamente (ir)reali in cui sono organizzati i giovani? Ad
oggi i nativi digitali molto ‘svegli’ sono più intelligenti, più capaci di
capire, più pronti ad immaginare e realizzare i propri sogni di pressoché
chiunque altro delle generazioni precedenti ma c’è un divario tra quelli che si
spera diventeranno i leader del domani e quelli che auspicabilmente non lo
diverranno ma potrebbero riscuotere maggiori consensi e, in termini puramente e
strettamente democratici, esprimere in modo più effettivo le esigenze che l’elettorato
che dovrebbero rappresentare ritiene di avere. È altresì vero che una
democrazia può dirsi libertaria e dunque effettivamente governo del popolo nel
momento in cui il popolo è nelle condizioni di essere sovrano e dunque è in
grado di governarsi e di agire in modo coerente coi principi che rendono
possibile la pace e la convivenza delle differenze.
Questa ricetta,
semplice e veloce, è ispirata alle esigenze libertarie della democrazia.
Robiolino
Radicchio rosso
Olio
extravergine di oliva
Sale integrale
Acqua
Mezze maniche
Voiello
Lavare bene e
tagliare in radicchio a listerelle, porlo in una padella con l’olio caldo ma
non bollente, salare, far cuocere, a fornello spento aggiungere il robiolino a
creare una cremina. Nel frattempo far bollire l’acqua della pasta, salare,
cuocere la pasta, scolarla lasciando da parte un po’ di acqua di cottura.
Condirla con il composto di radicchio e robiolino senza scaldare la padella,
altrimenti il formaggio si scinderebbe rovinando il sapore.
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