Scrippelle dolci con marmellata di lamponi
San Valentino è
la festa degli innamorati ed è anche l’onomastico di chi ha la ventura di
portare il nome di quel santo. Molti affermano che un ateo che festeggia un
onomastico è un ossimoro, una contraddizione in termini. Evviva le
contraddizioni, verrebbe da rispondere se non fosse già ampiamente dimostrato
che un ateo ha il vantaggio, rispetto ad un religioso, di poter festeggiare e
prendere parte a qualsivoglia festività in quanto non ha pregiudizi negativi
nei confronti di questa o quella religione, essendo le religioni, per l’ateo,
inventate dall’essere umano e dalle società anche per avere occasioni di
convivialità condivisa. Quello che certamente l’ateo non avrà il piacere di
condividere con i credenti non è, ovviamente, il festeggiamento, e quindi la
partecipazione gioiosa ad un evento significativo per una persona o per un
gruppo di persone, bensì il senso profondo del rito religioso, seppur è
chiaramente più che in grado di apprezzarne la bellezza ed eventualmente vi
fosse il misticismo che tali celebrazioni implicano.
Questa ricetta,
semplicissima, utilizza prodotti di una zona tragicamente colpita dal recente
sisma ed è un modo per agire concretamente acciocché si possa gioire insieme a
laziali, umbri e marchigiani nelle feste per il ritorno alla meraviglia della
quotidianità.
Uova allevate a
terra
Latte intero
Farina
Acqua tiepida
Zucchero a velo,
a piacere
Marmellata di
lamponi La Sibilla dal Parco nazionale Monti Sibillini
Olio
extravergine di oliva
Unire farina,
latte, uova e acqua sbattendole a mano con la forchetta o con la frusta fino ad
ottenere una pastella densa e morbida, ungere una padella antiaderente passando
sulla superficie con un tovagliolino umido d’olio, versare il composto nella
padellina circa un mestolino per volta per ottenere la scrippella dello
spessore desiderato, quindi, quando è cotta, girarla e farla cuocere dall’altra
parte, toglierla dalla padella e proseguire con le altre scrippelle. Riempire con
la marmellata, non troppa così da non farla fuoruscire, piegare, spolverare con
lo zucchero a velo pronto oppure macinare quello semolato nel macinacaffè,
servire calde.
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