venerdì 4 agosto 2017

Minestra fresca d’agosto

Minestra fresca d’agosto

Giuseppe Garibaldi è stato soprannominato forse ingiustamente l’eroe dei due mondi, alludendo alle sue battaglie nel Nuovo e nel Vecchio continente, l’America e l’Europa. Leggendo le sue memorie autobiografiche si comprende quanto questo appellativo sia poco rispondente al vero, a discapito della fama del Generale che non venne mai, o quasi, sconfitto. Se è assolutamente vero che combatté, salvando la vita e i manipoli di combattenti che riusciva fortunosamente a mettere insieme, in Sud America e in Europa, è altrettanto vero che le sue avventure non si sono svolte soltanto, si fa per dire, in questi due continenti e che la sua fama non si deve solamente, si fa sempre per dire, alla sua invincibilità che tanto fa pensare agli eroi dell’epica greca e latina.
Garibaldi era un uomo di tale coraggio da riuscire in imprese che sarebbero state impensabili per chiunque altro eguagliato, anzi a sua detta superato, in tale caratteristica dal vero amore della sua vita, Anita Duarte, detta Capivari, dunque Garibaldi. Un uomo, insomma, che non ha timore neanche di ammettere di essere meno coraggioso della sua intrepida moglie, la donna che gli ha fatto cambiare itinerario di bordo in situazione perigliosissima e che lo ha accompagnato in tutte le sue avventure finché ha avuto vita in corpo. Lui era imbarcato su una navetta da corsaro dopo un terribile naufragio per attraversare un guado che mai nessun altro era riuscito a navigare mentre era braccato dai governi di mezza America del Sud perché impegnato in rivoluzioni contro oppressori e sfruttatori, aveva perso alcuni tra i suoi amici più cari tra le impetuose onde e gli scogli aguzzi e un gran senso di solitudine gli creava un senso di disagio. Scrutando l’orizzonte con un cannocchiale ebbe una folgorazione, deviò la incerta eppur sicura rotta per approdare nel golfo di Capivari, attraccò a suo rischio e pericolo in una zona a lui quasi ignota e si mise a cercare tra le case, in preda ad una incontenibile passione. In paese incontrò un uomo che aveva conosciuto in chissà quale occasione, egli lo invitò a prendere un caffè nella sua casa, lo avrebbe preparato sua moglie ma ecco che sull’uscio apparve il motivo di tanta, per lui insolita, imprudenza: Anita. Si guardarono, si capirono in un istante e lui senza indugio la convinse a seguirlo. Il marito, addolorato e senza riuscire a darsi una spiegazione, morì in un incidente di pesca in circostanze avvolte da un’aura sudamericana di fatalismo e realismo magico. Più che seguirlo ella lo precedette, lo accompagnò in battaglia, prese il comando di battaglie e navi in sua assenza, cannoneggiò i nemici e gli fu da sprone quando anche a lui, uomo prima di tutto, fagliava la caratteristica che lo avrebbe reso celebre nei secoli a venire, il coraggio più puro. Il loro amore è talmente forte da sembrare irreale, è schietto, sincero, pieno di felicità e di piacere, un atto di continua scelta, di reciproca stima e amicizia, di passione assoluta. Due caratteri indomiti e allergici a qualunque conformismo del pensiero, due eroi provenienti da due mondi diversi, il Vecchio e il Nuovo continente, accomunati da una forza d’animo a dir poco rarissima.

Questa ricetta è ispirata all’amore, nella sua assolutezza. 

Fagioli freschi borlotti
Pomodori freschi e ben maturati sulla pianta
Cipollina fresca
Olio extravergine di oliva
Timo
Rosmarino
Salvia
Sale integrale siciliano fine e grosso
Farina
Lievito di birra
Acqua
Parmigiano Reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore


Impastare la farina con il lievito di birra sciolto in acqua, porre in un’insalatiera, coprire, far lievitare a lungo. Sgranare i fagioli, sciacquarli velocemente sotto l’acqua fredda, porli in una pentola, aggiungere acqua, timo, rosmarino, salvia, far sobbollire per il tempo necessario alla cottura né troppo al dente né troppo morbida. Lasciar intiepidire. Stendere l’impasto lievitato in una sfoglia di circa un centimetro, porla in una teglia ben oliata, bucherellare con le dita, oliare, cospargere senza esagerare di sale grosso, e di un trito di salvia, rosmarino e timo, infornare in forno ben caldo a 200°C o 220°C per il tempo necessario alla cottura. Nel frattempo lavare e tagliare i pomodori a pezzetti, porli in un’insalatiera, condire con sale, olio e un trito di timo e rosmarino, lasciarli riposare finché avranno tirato fuori il naturale sughetto, quindi aggiungere i fagioli scolati con la schiumarola, a piacere l’acqua di cottura in base al gusto personale, e petali di parmigiano in abbondanza. Servire con la focaccia aromatizzata appena uscita dal forno. 

Nessun commento:

Posta un commento