sabato 5 agosto 2017

Pappa di pomodoro al forno

Pappa di pomodoro al forno

Garibaldi, il Generale, nasce corsaro per vocazione e per amore d’avventura. Le sue imprese cominciano quando, giovanissimo, raduna un gruppetto di amici e si imbarca all’insaputa del padre, il quale, in men che non si dica, gli sguinzaglia dietro un esperto comandante di nave da corsa, un corsaro appunto, e lo riporta a casa per una bella tirata d’orecchi. Nelle sue Memorie, scritte durante tutto l’arco della sua vita e messe insieme nella casa di Caprera, che poté comperare grazie ad una fraterna eredità, le cui pareti erano state dipinte di blu dalla donna che lo accudì negli ultimi anni per ricordargli il mare, egli ringrazia vivamente il suo genitore e ricorda tale episodio con tenerezza mista ad amore per la sua stessa incoscienza. Questa avventura giovanile, che sembrerebbe uscita dalla penna di Mark Twain, ne segnerà comunque il futuro. I suoi, accortisi che non c’era niente da fare, egli di indole ‘marina’ era e non ci sarebbe stato nessuna possibilità di tenerlo buono e calmo sulla terraferma, acconsentirono a fargli fare esperienza marinaresca, cosa che non risultò difficile grazie alla stima di cui godeva il padre nei porti di mezzo mondo. Garibaldi racconta brevemente i suoi primi viaggi, eppure gli itinerari celati in quelle poche righe incuriosiscono non poco chi non ha tale dimestichezza con la vita da marinaio. Gli itinerari lo portarono verso Est, in quella Costantinopoli, oggi Istanbul, che era un vero e proprio crogiuolo di civiltà, sapori, odori. Fu precettore di un giovane per qualche tempo, poi si spostò verso la Russia, dove ebbe l’incontro che lo emozionò, nella sua descrizione, più di quanto l’America poté scuotere Cristoforo Colombo, quello con Giuseppe Mazzini. Con l’Oriente, anche estremo visto che i suoi viaggi lo portarono in Cina e in Australia, ebbe un rapporto marinaro, mai di combattente e forse questo lo trattenne dal raccontare ciò che i suoi occhi poterono vedere in un momento storico di intensissimi cambiamenti sociali e politici.

Questa ricetta è ispirata alle avventure nascoste nelle brevi descrizioni, alle parole celate tra le righe di una delle storie più interessanti che siano mai state vissute. 

Pane casareccio almeno del giorno prima
Aglio
Olio extravergine di oliva
Timo
Rosmarino
Pomodori ben maturati sulla pianta
Mozzarella
Sale siciliano
Pangrattato
Capperi dissalati
Olive verdi denocciolate


Far imbiondire l’aglio nell’olio in una padella. Tagliare il pane a cubetti, tostarlo nell’olio insaporito con l’aglio, metterlo da parte. Lavare e passare i pomodori col passaverdure, condirli con sale, olio, trito di rosmarino e timo, capperi e olive a fette. Passare la mozzarella col passaverdure oppure sbriciolarla con le mani. Oliare leggerissimamente una teglia antiaderente, porre alla base il pomodoro passato a coprire il fondo, poi uno strato di crostini di pane, uno di mozzarella, uno di passata di pomodoro condita, abbondante ma non eccessiva, proseguire con gli altri strati, all’ultimo aggiungere pangrattato. Infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C fino a cottura ultimata. Servire caldo, non bollente o tiepido, non freddo così che la mozzarella rimanga filante. 

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