Supplì col
rosmarino
Giacomo Leopardi
è uno tra i più eccelsi poeti che l’Umanità abbia saputo produrre ma i suoi
componimenti potrebbero risultare un po’ noiosi o eccessivamente tristi a chi
ama la vita e vede proprio nella poesia e nelle altre forme di espressione
artistica un modo per poter meglio comprendere, amare ancor di più, se
possibile, la vita stessa. Vi sono alcuni componimenti del sommo letterato in
cui pare di scorgere qualche spiraglio di quella luce gioiosa che è la vita
nella sua pienezza e non soltanto nel suo schivarlo scivolandogli accanto
dispettosa e sarebbe bene, ogni tanto, rileggerli con il piacere derivante dal
sublime, ché tale è il livello della lingua adoprata da Leopardi, magari
approfittando del bicentenario dell’Infinito e delle iniziative, tra cui
quelle interessantissime promosse dal FAI, per recuperare il paesaggio che illuminò
il genio marchigiano.
Questa ricetta è
ispirata alle letture della buonanotte.
Riso
Acqua
Rosmarino
Aglio
Sale iodato
Burro
Pangrattato
Passata di
pomodoro
Mozzarella
Lessare il riso
in abbondante acqua salata, scolarlo e freddarlo leggermente sotto l’acqua
corrente. Nel frattempo, preparare un sugo con la passata, l’acqua, il sale, il
rosmarino e l’aglio senza soffritti o altro, non troppo denso. Togliere il rosmarino
e l’aglio, condire il riso, aggiungendo un po’ di burro per lasciar morbido il
riso, lasciar assorbire bene il sugo. Quando la temperatura del riso condito è calda
ma non ustionante, fare alcuni cilindretti con le mani, controllando che non
siano rimasti aghetti di rosmarino, porre al centro un pezzetto di mozzarella,
richiudere con le mani, passare nel pangrattato, disporre in una teglia oliata
o su carta forno, infornare in forno caldo a circa 180°C per il tempo
necessario alla cottura, girandoli eventualmente. Per una cottura più croccante
e veloce possono essere fritti immergendoli in abbondante olio di semi o di
arachidi bollente e poi scolati su carta paglia o sul rotolo da cucina.
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