Il mondo è
bello perché è vario, recita il proverbio, eppure spesso quando si
parla di plurilinguismo, multiculturalismo e di costruire un valore
aggiunto sulle differenze, ecco che si erigono muri col filo spinato
e barricate coi cavalli di frisia. La diffidenza solitamente aumenta
quando dall'Europa si guarda verso Est o verso Sud e questo per un
manipolo di cretini che si è insediato nella culla della civiltà
occidentale andando ad instaurare regimi dittatoriali e
clericocratici. Il riferimento a Ernesto Rossi, uno dei compilatori
del Manifesto di Ventotene, è casuale eppure necessario. Se egli,
infatti, denunciava l'ingerenza della Chiesa Cattolica nell'Italia
post-fascista con il termine 'clericocrazia', è ovvio che non si
possa neanche immaginare che le dittature nell'Oriente Medio e
Lontano abbiano qualcosa a che fare con la divinità, definirle
'dittature teocratiche' è dunque una blasfemia, non tanto in quanto
offesa alla deità, quanto al popolo e al suo governo di fronte alla
scarsa importanza che tali omuncoli rivestono nell'immaginario
collettivo. In altre parole, se Dio è qualcosa di veramente
importante per molte persone e lo è stato nel corso della storia
umana, altrettanto non si dirà di dittatorucoli da strapazzo il cui
nome si dimentica prima ancora di mettere nel dimenticatoio i fatti
di cronaca nera o rosa che funestano brevemente popolazioni intere
costringendole a fuggire dai loro Paesi in cerca di libertà,
sicurezza e ragionevole civiltà, anche giuridica.
La diffidenza
tra Est e Ovest di un immaginario centro dell'Europa è
particolarmente poco sensata se si pensa che molte culture con radici
antichissime hanno o potrebbero avere un'origine comune da
rintracciare proprio in quell'Oriente Medio o Lontano che sui titoli
di giornale sembra tanto distante. Se culturalmente e storicamente le
differenze ci sono e sono anche piuttosto evidenti, non altrettanto
palesi sono le tante vicinanze, anche nel più semplice e antico
gesto, nel più semplice e antico mestiere, cucinare.
In questa
ricetta tali differenze si compongono in una lievissima armonia di
sapori adatti anche ai vegetariani.
Si pensa che
il farro sia il primo cereale coltivato dall'uomo, molto
probabilmente nel Mediterraneo, dove veniva coltivata anche la
cipolla, successivamente esportata nelle Americhe da Colombo, mentre
il curry è un elemento tipico della cultura culinaria indiana e
orientale. Continuando a 'girare verso Est' si arriva nelle Americhe,
da cui provengono zucchine e peperoni, per poi tornare in Europa,
dove i funghi champignon vengono coltivati almeno da duemila anni, in
forma intensiva da qualche secolo, grazie all'intuizione di alcuni
francesi. Ad amalgamare il tutto, l'olio extravergine d'oliva
rigorosissimamente italiano e una sfumata di birra, la bevanda
preparata fino a qualche secolo fa da donne, in origine sacerdotesse.
Farro
Sale
Birra
Acqua
Olio
extravergine di oliva
Zucchine
Peperone
Funghi
champignon
Menta fresca
Timo fresco
Bacche di
ginepro
Cipollina
ramata
Curry
Semi di
finocchio
Lavare,
tagliare e salare le verdure. In una padella fare un soffritto
leggero con acqua e olio di cipollina tagliata finemente e bacche di
ginepro, aggiungere, in sequenza, peperoni, zucchine, funghi, curry.
Far cuocere a fuoco medio-basso, coperto così da far rimanere del
liquido di cottura senza però avere l'effetto 'lesso'. Nel frattempo
fare un soffritto leggero con acqua, olio, cipollina, curry, semi di
finocchio in una pentola, aggiungere il farro, salare, far
insaporire, aggiungere birra, poca, far sfumare completamente
l'alcool, aggiungere acqua, far cuocere al dente, scolare e saltare
nella pentola con le verdure. Lasciar riposare.
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