domenica 12 giugno 2016

Fagottelli con pecorino pepato e passata di pomodoro

Il 12 giugno è festa nazionale in Russia, si celebra l'indipendenza dall'impero sovietico ma molte persone non hanno granché da festeggiare. La dissoluzione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, la Caduta del Muro di Berlino, la Perestrojka e Solidarność hanno infiammato gli animi di chi crede nella forza della democrazia quale sistema migliore finora implementato dalle società. 
La relativa pace in cui tale dissoluzione è avvenuta è stato forse l'elemento più sorprendente. 
Il colpo di coda si è avuto nelle periferie dell'impero, nella ex Jugoslavia, in Ucraina, in Cecenia, ma la guerra civile è stata evitata, paradossalmente dall'avidità di gerarchi abituati a capire alla svelta i cambi al vertice per schivare i gulag e le torture che loro stessi erano abituati ad infliggere. 
Molti gerarchi hanno sfruttato l'occasione per costruire piccoli imperi economici all'interno dell'ex impero, molti di loro hanno semplicemente esplicitato ciò che facevano prima del crollo dell'URSS, ostentando una ricchezza sfacciatamente volgare. 
Indipendenza da che e da chi? si chiedono in molti, almeno stando al resoconto di Konstantin Von Eggert, e c'è davvero da domandarselo perché certo non è indipendenza dalla fame, dalla corruzione, dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla mancanza di libertà. 
Nel corso degli anni i vari gerarchi hanno dimostrato in che modo il capitalismo sarebbe stato 'innestato' in un sistema a base sovietica, nel modo più atroce, crudele e assurdo. Sembra che la Russia non abbia pace, di certo non ha giustizia né ne ha mai avuta. 
Dagli Zar ai Soviet fino al capitalismo più becero che 'se ne frega' di diritti umani fondamentali e democrazia, la Russia ha calpestato incessantemente il concetto stesso di libertà. 
Quindi la domanda 'indipendenza da che?' parrebbe più che logica in un Paese contemporaneo che sta vivendo un nuovo Medioevo, basato su un divario forse incolmabile tra ricchissimi e poverissimi, in cui la classe media, la borghesia liberale e libertaria, non ha davvero senso di esistere. 
La Russia continua ad essere la dimostrazione provata che il nemico del popolo non è la borghesia, bensì le dittature, in tutte le loro forme.
Questa ricetta è un augurio per il giorno dell'indipendenza della Russia da qualunque forma di oppressione affinché l'Europa possa veramente dirsi unita, libera e in pace.


Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Pecorino pepato di Ischia di Castro
Olio extravergine di oliva di sasso dei Monti Lucretili o Sabina D.O.P.
Sale
Passata Mutti



Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida. Porre in un recipiente, coprire con la pellicola e con la coperta, far lievitare. Creare dischetti di circa 8 cm di diametro e 2 cm di spessore, farcirli con passata e pecorino, richiudere, porli nella carta forno e dunque in teglia, oliare e salare la superficie.

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