sabato 11 giugno 2016

Fagottelli con pecorino pepato e mentuccia fresca


Anni fa, quando la televisione era qualcosa di innovativo, qualcosa che si guardava al bar insieme ad altre persone perché di 'apparecchi' non ce n'erano tantissimi in giro c'era una trasmissione molto bella, l'Almanacco, in cui si mostravano immagini dell'Italia e si ricordavano eventi e curiosità collegate alla giornata corrente. 
Attualmente l'Accadde oggi è una rubrica di Wikipedia e della BBC, nonché una tipicità del motore di ricerca Google che ha creato un vero e proprio fenomeno comunicativo con i suoi 'doodle', le modificazioni del marchio con disegni, simboli, colori e/o animazioni per ricordare qualche giornata o anniversario particolare, oltre al compleanno dell'utente connesso, utilità che fa sentire l'utente al centro del proprio universo di notiziabilità. La trasmissione dell'Almanacco era un ottimo spunto per ricordare anche la storia patria e rafforzare il senso di appartenenza non ad una comunità digitale e virtuale, bensì ad un Paese che ha una lunga storia. 
Il 11 giugno la rubrica RAI avrebbe potuto forse ricordare la nascita di un patriota risorgimentale, Nicola Ricciotti, nato a Frosinone, nella stessa provincia che ha dato i natali a Giulio Andreotti e, ben prima, a Cicerone, personaggi tra loro affatto diversi. 
Se Cicerone è giustamente considerato uno tra i più abili avvocati e politici della storia mondiale e Giulio Andreotti uno tra i politici più contorti, machiavellici e potenti dell'Italia post unitaria, Nicola Ricciotti è uno di quelli che hanno costruito l'Unità d'Italia, una persona che ha creduto negli ideali di libertà al punto da combattere per essi e unirsi alla rivoluzione guidata da Mazzini e Garibaldi, che gli era talmente affezionato da chiamare il suo quarto figlio Ricciotti. La storia del patriota risorgimentale è emblematica perché in fondo rispecchia quella delle persone che ancor oggi credono fortemente negli ideali di libertà. Nicola Ricciotti venne fucilato nel Castello di Murat, in Calabria, non vide mai l'Italia unita e non ebbe modo di conoscere l'Europa Unita, immaginata o forse soltanto sognata da Mazzini, di cui era un seguace, eppure fece ciò che era nelle sue possibilità, agì e visse intensamente.
Questa semplice ricetta racchiude in un involucro di pane i colori della bandiera italiana, con il rosso del pepe, il bianco del formaggio e il verde della mentuccia selvatica, che cresce ostinata e testarda tra rocce e piccoli appezzamenti di terra, con la forza che si rinnova sempre dell'amore per la libertà.


Acqua
Farina sabina
Lievito di birra
Pecorino pepato di Ischia di Castro
Mentuccia fresca
Olio extravergine di oliva di sasso dei Monti Lucretili o Sabina D.O.P.
Sale


Impastare la farina con il lievito sciolto in acqua tiepida. Porre in un recipiente, coprire con la pellicola e con la coperta, far lievitare. Creare dischetti di circa 8 cm di diametro e 2 cm di spessore, farcirli con mentuccia e pecorino, richiudere, porli nella carta forno e dunque in teglia, oliare e salare la superficie.


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