Focaccia bianca con
scamorza di bufala, melanzane grigliate e olio novello
Il 3 novembre è il giorno in cui si ricorda la battaglia di
Mentana, la sonora sconfitta dell’Eroe dei Due Mondi che mai volle più tornare
su un campo che gli fu tanto sfavorevole, ricordando con rabbia e cocente
delusione quella che egli non si spiegò mai fino in fondo. Giuseppe Garibaldi è
uno di quei personaggi di cui è difficilissimo scrivere, uno di quegli eroi che
non si riescono mai a definire pienamente e forse è meglio così, forse è meglio
pensare che ogni persona ha la sua personale immagine di Garibaldi e la porta
con sé, un po’ come si fa coi santi. Passando accanto al ‘Monumento’ mentanese
non si può fare a meno di pensare a cosa direbbero i Garibaldini se oggi
potessero parlare, cosa farebbero se potessero entrare in Parlamento e
rimettere un po’ in sesto la gloriosa istituzione che i politicanti da
strapazzo di cui è empiamente pieno cercano di distruggere con la medesima
tecnica della goccia che scava la pietra non vis sed saepe cadendo. Le gocce
sono importanti nella storia, d’altronde anche i Garibaldini erano pochi ma non
era gocce, essi erano e sono fiumi in piena, vulcani in eruzione, forza e
genio e libertà. La corruzione mina dal profondo l’ordinamento dello Stato ma l’Italia
è uno strano Paese in cui tutto sembra teatro e nel teatro, non è mai stato
chiaro il motivo, si riesce sempre ad andare in scena. È un mistero, però si
ripete tutte le volte che un sipario si alza, tutte le volte che gli italiani
si uniscono, nelle loro minuterie, a creare ciò che fino a qualche istante
prima era impossibile. Gli italiani sono maestri in questo, i Garibaldini ne
sono un esempio mirabile che fornisce una lezione da non dimenticare, mai,
per nessun motivo e l’Eroe dei Due Mondi, in fondo non è poi così diverso da
Cristoforo Colombo che su una navetta su cui farebbe spavento intraprendere una
crociera di mezza giornata attraversò l’oceano impetuoso, non è così diverso da
Leonardo da Vinci che ha inventato tutto e tutto ciò che ancora non abbiamo
capito, da Salgari che ha immaginato luoghi fantastici dove ognuno è andato
almeno una volta nella propria infanzia, non è così dissimile da quel burbero
di Michelangelo o da quel visionario di Brunelleschi, non è così diverso da
quegli artigiani che quotidianamente esprimono e creano la grandezza inimitabile
e assolutamente unica del Paese più bello del mondo, non a detta dei propri
abitanti ma di tutto il Pianeta.
Garibaldi a Mentana non ha perso, ha vinto, stravinto tanto
che oggi sotto al cartello toponomastico si legge ‘Città Garibaldina’
nonostante sia stata la sede dello storico incontro tra Carlo Magno e il Papa o
il luogo dove i primi martiri del cattolicesimo fecero proselitismo. Mentana è
e sarà sempre Garibaldina.
Questa ricetta, semplicissima, è ispirata al sentimento di
libertà, al Garibaldi che è in chiunque, e all’amor di patria, che non è una
parolaccia ma un sentimento meraviglioso.
Farina sabina
Lievito di birra
Olio extra vergine di oliva novello
Melanzane dell’orto
Acqua
Sale iodato
Scamorza di bufala Caseificio del Casaro
Basilico fresco
Impastare acqua, farina e lievito di birra, far lievitare.
Stendere la focaccia, porla su una teglia con cartaforno, bucherellarla. Lavare
e affettare le melanzane, grigliarle, porre sulla focaccia alcuni pezzettini di
scamorza e le melanzane, sopra le melanzane porre altri pezzettini di scamorza,
aggiungere qualche fogliolina di basilico. Informare in forno ben caldo a 200°C
o 220°C fino a cottura. Quindi aggiungere olio novello.
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