sabato 19 novembre 2016

Frittata di menta

Frittata di menta

Vi sono state, nella storia, epoche diversissime e lontane nel tempo che però hanno alcuni elementi in comune, alcuni tratti distintivi che si rincorrono quasi a futura memoria, se la memoria ha un futuro. Guardando i monumenti del passato viene inevitabilmente da riflettere su cosa sia accaduto di così terribile da far scomparire intere civiltà giunte a tali livelli di perfezionamento tecnologico e sociale. C’è anche chi pensa che talune civiltà più che estinguersi siano ‘sparite’ in altre dimensioni o nello spazio infinito, in particolare tali teorie affascinano molto gli studiosi degli Inca e dei Maya o coloro che sono alla ricerca della mitica e mitologica civiltà di Atlantide. Forse quella civiltà esiste o è esistita, ma ciò che comunque stupisce è che talune civiltà siano ‘implose’ al culmine della loro espansione tecnologica e sociale. L’esempio più lampante è forse l’Impero Romano, una tra le civiltà più evolute da un punto di vista ingegneristico, scientifico, artistico, culturale e sociale che è implosa al punto da disgregarsi e disperdere l’enorme bagaglio di conoscenze acquisite nel corso di secoli e secoli di espansione territoriale e civile al punto che moltissimi testi e gli strumenti stessi della conoscenza sono andati o perduti oppure sono arrivati ai posteri tramite Averroè, uomo arabo di enorme cultura che ha avuto il merito, insieme ai monaci amanuensi, di riunire, conservare e tramandare la cultura ‘occidentale’. L’impero romano non si è, evidentemente, dissolto per colpa di qualche popolazione barbarica che lo ha attaccato e saccheggiato, bensì per un livello di corruzione talmente alto da renderlo ingovernabile. La cosiddetta pornocrazia, che vide fior di prostitute e prostituti avidi di potere e denaro e prestigio personale, senza scrupoli e senza morale, senza visione politica e senza le minime qualifiche per guidare uno Stato di tale importanza decidere di fatto le sorti imperiali in base a capricci, umori e calcoli personalistici, è spesso indicata quale causa della dissoluzione dell’impero. Ma se si è arrivati a tanto c’è da chiedersi se forse qualcosa poteva essere previsto prima. Sì ovviamente e ci fu chi denunciò, coraggiosamente, il livello di corruzione inaccettabile ma non venne ascoltato. Oggi pare che il momento storico sia propizio ad un’implosione di realtà ‘imperialistiche’ e la classe politica di molti Paesi sembra ricordare moltissimo quella che portò alla dissoluzione dell’Impero Romano. La differenza sostanziale o forse l’unica vera speranza è nella capacità delle persone di trattenere la conoscenza nelle loro mani, nella loro memoria intellettuale, emozionale e corporea. Uno di questi segnali che farebbero ben sperare è evidente nelle dispense italiane, dove sempre più compaiono alimenti da agricoltura tradizionale, biologica, biodinamica, resiliente, locale, o comunque rispettosa dell’ambiente, delle tradizioni e delle culture. Chissà che la salvezza della civiltà occidentale e contemporanea possa passare attraverso la consapevolezza alimentare e la tutela della biodiversità.
Questa ricetta, in cui vengono utilizzati ingredienti semplici e rispettosi dell’ambiente, erbe aromatiche essiccate in casa o fresche dal vasetto in terrazzo o sul balcone, e uova da allevamenti non intensivi, è ispirata ai gesti elementari che possono essere compiuti per arginare concretamente la distruzione sistematica del nostro ambiente e delle libertà duramente e faticosamente conquistate nel corso di secoli e secoli di insostenibili oppressioni.

Uova da allevamento non intensivo e all’aperto
Sale iodato
Menta fresca e menta secca
Olio extravergine di oliva


Sbattere le uova, salare e condire con menta fresca lavata e menta messa a seccare durante i mesi caldi. Scaldare l’olio in una padellina, versarvi le uova, cuocere a fuoco medio e girare quando necessario con l’aiuto di un piatto o lanciandola in aria con apposito movimento del polso se si è capaci di farlo senza rovesciare la frittata su fornelli, pavimento o vestiti. 

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