sabato 8 aprile 2017

Fagottelli pasqualini con maraschino e ovetti di cioccolato

Fagottelli pasqualini con maraschino e ovetti di cioccolato

L’ultima settimana di Quaresima si avvicina e in molti paesini italiani fervono i preparativi per la rappresentazione della Via Crucis, una tradizione molto sentita in alcune regioni dove è spesso partecipata con grande entusiasmo. La processione più sfarzosa e mediaticamente più conosciuta è quella romana, cui partecipano tutte le più alte cariche ecclesiastiche della Chiesa di Roma e che ripercorre idealmente e simbolicamente la sofferenza divina nella forma umana prima della resurrezione e il ritorno nel Regno dei Cieli.
A ben guardare la Via Crucis ha molte caratteristiche in comune con i riti primaverili per la simbolica rinascita della Natura dopo le rigidità climatiche e l’apparente silenzio invernale, fatto sta che la teatrale processione del Venerdì Santo è tanto importante nella cultura cattolica da essere costantemente raffigurata anche nei luoghi di culto tradizionali. Il passaggio tra le strade romane, nei luoghi simbolo di quel potere considerato pagano dai cattolici, è ovviamente un’affermazione molto decisa del cambio di priorità per la Città Eterna, elemento particolarmente evidente nella ‘nuova’ disposizione michelangiolesca della Piazza del Campidoglio, un tempo orientata verso i fori, ora rivolta verso San Pietro e il centro del potere spirituale e temporale della Chiesa di Roma.
Per molti secoli, spesso definiti ‘bui’, le processioni religiose hanno costituito l’unica vera forma di teatralità inclusiva, di partecipazione popolare al rito drammatico che si rinnova con la rappresentazione di importanti eventi per la vita sociale e in taluni casi questa festosa tradizione in cui lasciar fluire i dolori per ritornare catarticamente a nuova gioia è rimasta fortemente sentita in alcuni paesi italiani.
Questa ricetta è ispirata alla bellezza di celebrare insieme i momenti importanti della vita comunitaria e alla meravigliosa capacità del teatro di riemergere sempre, in qualunque epoca storica.

Farina
Uova
Pepe bianco
Pepe nero
Lievito di birra
Acqua
Noce moscata
Scorza di limone grattugiata
Maraschino
Zucchero
Sale marino grosso
Burro della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Tintura imperiale dell’Abbazia di Casamari
Timo fresco
Salvia fresca
Parmigiano reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Ovetti di cioccolato per guarnire


Sbattere le uova, con una proporzione molto approssimativa di 3 per chilo di farina, con lo sbattitore elettrico, aggiungere pian piano la farina e quindi cominciare ad impastare a mano o con l’orbitale. Aggiungere una generosa spolverata di pepe senza esagerare, quindi la noce moscata, circa un cucchiaino, la scorza di un limone grattugiata, un paio di cucchiai di zucchero, un cucchiaio di sale grosso, timo e salvia ben lavati e sminuzzati a piacere, mezzo bicchiere di acqua tiepida con un cubetto di lievito ben sciolto, un cucchiaio scarso di tintura imperiale, una ventina di grammi di burro a dadotti, un paio di cucchiai di parmigiano grattugiato, una generosa manciata, quasi due, di dadini di parmigiano di circa un centimetro e anche più piccoli, maraschino quanto ne prende l’impasto che deve risultare morbido e denso. Far lievitare una notte quindi la mattina fare delle pallette un po’ più piccole di una pallina da ping-pong, infilare all’interno un ovetto di cioccolata. Infornare in forno ben caldo a 180°C o 200°C per il tempo necessario alla cottura. 

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