Insalata colorata in padella
Spesso si pensa
che la storia e l’innovazione siano due concetti molto diversi tra loro eppure
l’utilizzo della scienza e delle tecnologie più all’avanguardia per comprendere
il passato è sempre più frequente. La chimica, la ricostruzione tridimensionale
e le più recenti scoperte in campo aerospaziale e fisico sono utilissime per
capire la materia e dunque possono fornire preziose informazioni sulla
provenienza, l’uso e la natura di moltissimi reperti archeologici consentendo
anche l’individuazione, in taluni casi, di luoghi di cui non si conosce nemmeno
l’esistenza o di cui si hanno frammentarie tracce in qualche antico testo
talvolta parzialmente decifrato.
Immaginare lo
studio della storia e dell’antichità oggi senza il fondamentale apporto delle scienze
matematiche sarebbe come pensare di tornare all’età della pietra della ricerca
storico-archeologica, inoltre, l’interazione produttiva tra le varie discipline
non soltanto permette di comprendere maggiormente e con più precisi dettagli ciò
che fu bensì fornisce un utilissimo strumento per la divulgazione, la conoscenza
e, ovviamente, il turismo sostenibile, chiave di volta di quello sviluppo
armonico delle società contemporanee cui tanta attenzione dedicano le maggiori
organizzazioni internazionali. Per capire da quale cava proviene il marmo di
una determinata costruzione vengono applicate formule chimiche, che forniscono utilissimi
strumenti agli archeologi per ricostruire fondamentali tasselli di conoscenza,
scienze all’apparenza molto distanti tra loro interagiscono in modi e forme
talvolta impensate. Dalla sinergia, dal dialogo scientifico tra differenti
campi di studio si può immaginare la nuova scienza del futuro seppure le
tendenze attuali porterebbero ad immaginare esattamente il contrario. Basterebbe,
per comprendere quanto sia importante l’interazione scientifica, vedere quel
che accade nelle cosiddette nuove tecnologie. Moltissimi utensili considerati
oggi di uso comune sono stati inventati con scopi ben diversi, il touch-screen,
sottoprodotto della ricerca del CERN di Ginevra, è uno tra questi, internet e i
social network sono un altro evidente esempio. Oggi si comincia a parlare in
modo estensivo di wearable computers, di computer indossabili eppure la ricerca
scientifica e artistica da molti anni stanno proponendo possibili utilizzi di
tali tecnologie. La moda, la danza, la musica e l’arte da oltre quarant’anni
interagiscono con le tecnologie creando nuovi linguaggi e soprattutto
reinterpretando in modo creativo scienza e tecnologie anche in luoghi e centri
noti a livello internazionale e talvolta anche in centri di ricerca
universitari con risultati spesso strabilianti dal punto di vista economico. È dunque
evidente che l’interazione costruttiva nella ricerca è la forma più
prevedibilmente innovativa nella ricerca del futuro.
Questa ricetta,
naturale fonte di vitamine molto gradevole e colorata, è ispirata alla bellezza
dell’interazione tra arte e scienza.
Rape rosse
Mais
Carote
Sesamo biologico
Olio
extravergine di oliva
Sale di rocca
Timo fresco
Sbucciare,
lavare e cuocere al vapore gli ortaggi, quindi farli intiepidire, tagliarli a
pezzetti irregolari abbastanza grandi, di circa 3 centimetri. Scaldare l’olio
in padella con il sesamo e il timo ben lavato, aggiungere le verdure, salare.
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