Insalata di riso tricolore con albicocche, parmigiano e
balsamico
Napoli è una stranissima
città, dove la modernità più avanzata e il passato sembrano convivere in una
sorta di danzante equilibrio su un sottile filo di aromi tanto affascinanti
quanto incomprensibili ai non partenopei. Tra le infinite sfaccettature di una
delle più teatrali città del mondo c’è un amore e una passione popolare per
tutto ciò che è innovazione tecnologica, tale da riuscire ad attrarre la
creazione di un centro di ricerca della Apple, universalmente considerata all’avanguardia
per le nuove tecnologie, oppure da far pensare all’Eroe dei Due Mondi, Giuseppe
Garibaldi, che il modo più comunicativamente efficace per entrare trionfalmente
a Napoli sarebbe stato non sul suo mitico destriero acclamato dai suoi e dalla
folla, bensì dal treno.
Immaginare oggi
il grande condottiero che scende da cavallo e rompe completamente gli schemi
della comunicazione eroica del tempo, della rappresentazione epica costruita in
millenni di rappresentazioni trionfalistiche per salire su un treno e giungere
in città su una potente macchina che aveva del portentoso potrebbe fare
tenerezza eppure all’epoca Garibaldi, che ha sempre fondato le sue campagne
militari non tanto sulla forza o sui numeri, che certamente non erano a suo
vantaggio, ma sull’aura di rinnovamento, libertà, mistero e sostegno popolare,
ebbe un’intuizione geniale.
Scendendo dal
treno anziché da cavallo egli dimostrò di essere, mazzinianamente, ‘uomo di
progresso’, così come recitavano gli adepti alla Giovine Italia e alla Giovine
Europa prestando giuramento di fedeltà, non occupante, non straniero, bensì
liberatore del popolo e parte integrante di quella rivoluzione ben più ampia
delle sue azioni che stava smuovendo gli animi, i cuori e le rivoluzioni da una
parte all’altra dell’oceano. Scendendo dal treno affermò il proprio ruolo di
Eroe dei due Mondi e di espressione di un’Epoca che chiedeva a gran voce e da
ogni dove libertà dall’oppressione, di qualunque forma essa fosse. Il treno e
Garibaldi erano estensioni, concetto poi sviluppato da McLuhan, della medesima forza
creatrice e non distruttrice, del medesimo secolo, della medesima rivoluzione
culturale, tecnologica, sociale e politica che vedeva nella profonda
interconnessione tra i Popoli bramosi di esprimersi in tutta la loro potenza
vitale. Il messaggio era potentissimo e di una incredibile e sconcertante
attualità. Se Mazzini aveva infatti intuito che non esiste uomo libero finché
non saranno liberi tutti gli uomini, e ovviamente tutte le donne, e che vi è un
‘disegno’ di progressione universale dell’Umanità, Garibaldi aveva, in un
geniale coup de theatre, dimostrato l’effettiva validità di tali idee.
Oggi quella
stazione è ricoperta di edere, erbacce e non è più accessibile eppure quanto
sarebbe bello immaginare che proprio la società di Cupertino riuscisse a
recuperare quello spazio, simbolicamente tanto forte, per affermare proprio
quei principi neo-umanisti e mazziniani tramite la creazione della prima Apple
station, un luogo di innovazione e creatività dove permettere a bambini e
adulti di giocare con le tecnologie quale parti integranti ed estensioni della
città in cui tradizione e modernità coesistono in un blend unico e irripetibile
di suoni, colori, innovazione e comunicazione.
Questa ricetta è
ispirata alle infinite risorse di ispirazione del Risorgimento Italiano.
Riso basmati
Riso venere
Riso rosso
Acqua
Sale integrale
di Sicilia
Olio
extravergine di oliva
Aceto balsamico
di Modena Antica Aceteria Pedroni
Parmigiano
reggiano della Latteria sociale di Beduzzo inferiore
Albicocche
freschissime
Menta fresca
Timo citronella
fresco
Citronella
fresca
Ruta fresca
Mandorle
Noci
Lessare al dente i risi in abbondante acqua bollente salata, farli
intiepidire, condire con olio e mettere in forma così da creare tre petali o
tre mezzelune, eventualmente già nel vassoio o piatto, lasciarne da parte un
po’ per il centro del piatto da portata così da creare una base circolare dove
porre la parte centrale del condimento. Sbucciare le mandorle e le noci, tostarle
in padella o su una piastra. Lavare bene le erbe aromatiche, tritarle sul
tagliere con la mezzaluna, quindi tritare grossolanamente le noci e le mandorle
sul medesimo tagliere senza sciacquarlo, unire le erbe aromatiche e la frutta
secca, amalgamare con olio e lasciare riposare. Lavare bene le albicocche,
denocciolarle e affettarle per il lato lungo, eventualmente passarle un attimo
in acqua con qualche goccia di limone per mantenere il colore inalterato. Tritarne
una piccola parte col mixer da cucina fino a creare una composta morbida e
vellutata da aggiungere al pesto di noci, mandorle e aromatiche cui aggiungere
qualche goccia di balsamico. Porre dunque al centro del ‘fiore’ una parte di
condimento, contenendolo con petali di parmigiano reggiano, e guarnendo le
parti tra un petalo, o mezzaluna, di riso e l’altro con parte del composto.
Aggiungere petali di parmigiano tutto intorno ai tre risi e servire.
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