Scrippelle al forno con salmone e sciroppo d’acero
Il due giugno
1946 gli italiani scelsero la strada indicata da Mazzini molti anni prima: la
Repubblica contro la monarchia e i Savoia, che avevano in più occasioni gettato
il nostro Paese nel caos anarchico della guerra civile, furono esiliati dal
suolo patrio. In questa occasione si celebra la Festa della Repubblica, anche
quest’anno con la ormai tradizionale parata militare in Via dei Fori Imperiali
a Roma.
Tralasciando il simbolismo
di vittoria della democrazia sul regime della parata repubblicana su una strada
di costruzione mussoliniana che, oltre a squarciare un’area archeologica unica
per bellezza e completezza, celebra le vittorie militari del fascismo, non si
può fare a meno di riflettere, per l’ennesima volta, sulla opportunità di una
celebrazione pressoché solamente militaristica.
L’Art. 11 della
Costituzione della Repubblica Italiana recita: ‘L’Italia ripudia la guerra’,
quindi nega tutta la retorica del regime precedente e vuole costruire la pace.
Se è vero quello
che, proprio in quei fori squarciati dalle ruspe mussoliniane, dicevano i
romani: ‘se vuoi la pace preparati alla guerra’, principio che di fatto viene
negato dai tanti trattati internazionali per la creazione della pace mondiale
firmati a pochi metri dai fori, è decisamente vero che non vi sono evidenze che
la pace si costruisca con mortai e fucili, bensì ve ne sono a iosa che si crei
quotidianamente grazie all’azione di chi crede fermamente nell’azione concreta
delle persone che costituiscono la Nazione e possibilmente lo Stato di diritto.
Quest’anno,
giustamente, si sono succedute le commemorazioni di Giovanni Falcone. La
tenerezza nei suoi occhi, la dolcezza del suo sguardo, il sorriso puro sul suo
viso e la pacatezza delle sue parole più pericolose del piombo e del tritolo
per chi nega lo Stato, la democrazia e la libertà hanno ricordato agli italiani
che gli eroi, quelli veri, non hanno bisogno di moschetti e baionette, di
parole roboanti e toni militareschi, bensì di agire, quotidianamente nella
costruzione e per il mantenimento della pace e della legalità.
Un insegnamento
forte.
Questa ricetta è ispirata all’importanza della presenza della società
civile nella parata del due giugno.Uova
Farina
Latte
Acqua
Burro d’alpeggio
della Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore
Sale integrale
siciliano
Olio
extravergine di oliva
Mozzarella
Sciroppo d’acero
Salmone
affumicato
Whisky scozzese
torbato
Sale rosa dell’Himalaya
Creare la pastella
per le scrippelle con circa 1 uovo, 300 grammi di farina, 80gr di latte e acqua
tiepida quanto basta così da ottenere un composto morbido, denso, liquido,
chiaro ma non bianchiccio. Mettere delle gocce di olio su un tovagliolo e
oliare in questo modo una padellina antiaderente adatta all’uso. Scaldare la
padella a fuoco mediamente basso, versarvi il necessario per una scrippella,
attendere che si stacchi da sé, quando è al giusto grado di cottura, girarla,
quindi toglierla dal fuoco, proseguire con le altre scrippelle. In una teglia
oliata porre le scrippelle, una per volta, piegandole, riempiendole col ripieno
senza esagerare, quindi chiudendole a metà. Per il ripieno, saltare il salmone
in padella, farlo sfumare con il whisky, quindi aggiungere un po’ di acqua, far
intiepidire e mescolare con la mozzarella sbriciolata con le mani e un filo di
sciroppo d’acero. Quando la teglia sarà riempita di scrippelle ripiene piegate
a metà e adagiate l’una affianco all’altra in modo che stiano strette ma non
troppo, versarvi sopra una besciamella molto morbida fatta con farina, burro e
latte. Infornare in forno ben caldo al 180°C o 200°C per una ventina di minuti circa
o comunque fino a cottura, quindi guarnire con sale rosa dell’Himalaya a grani
grossolani e un filo di sciroppo d’acero.
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