Gnocchetti con crema di brie, noci e albicocche
La ricerca in
Italia è qualcosa di difficilmente comprensibile per persone dotate di buon
senso pratico. Ciò che rimane meno decifrabile a chiunque abbia questa qualità
che sembra tanto rara nell’universo politico-amministrativo del BelPaese è come
sia possibile la fondamentale mancanza di collegamento tra ricerca, in special
modo tecnologica, e produzione industriale così che si arriva al paradosso di
creare innovazione di altissimo livello internazionale e di non sapere bene come
metterla in commercio o in produzione e soprattutto in che maniera far sì che
le invenzioni o le scoperte particolarmente interessanti economicamente da
parte di taluni possano andare, in un circolo virtuoso, a finanziare e coprire
le spese di un sistema che vede nell’educazione un diritto fondamentale e
inalienabile.
Il risultato è
talvolta talmente assurdo da risultare pressoché incredibile, sempre alle
persone dotate di buon senso, la cosiddetta ‘fuga’ di cervelli che porta all’estero
conoscenze, bagagli di sapienza e soprattutto risultati tecnologici e
scientifici di particolare rilevanza non soltanto per il mondo accademico ma
anche e soprattutto per quello economico.
Se dall’altra
parte dell’Atlantico il Primo Ministro del Canada afferma l’importanza di
creare sviluppo sostenibile unendo l’ecologia all’economia e Oltralpe il
neoeletto Presidente francese invita i ricercatori statunitensi che sulle
tecnologie verdi stanno lavorando a recarsi in Francia, se il prestigiosissimo
CERN di Ginevra trova una delle forme di finanziamento nella vendita di
tecnologie collaterali, ossia di quei dispositivi, tra cui il touchscreen
creato negli anni ’70, inventati per risolvere questioni pratiche mentre si
costruivano sofisticatissimi macchinari, in Italia la questione sembra poco
interessante per politici e amministratori ben più impegnati nell’annosa
questione, e mai risolta da oltre un ventennio, di come fare per cambiare la
legge elettorale nel modo più vantaggioso per il proprio partito politico o di
come riformare la scuola togliendo risorse e aumentando le spese.
Ovviamente
questo stato di cose, per l’appunto poco comprensibile alla cittadinanza, viene
rispecchiato nelle varie diramazioni di ciò che dovrebbe essere servizio
pubblico.
Sarebbe
auspicabile, in un non troppo remoto futuro, che la ricerca, spesso di
altissimo livello, in Italia potesse trovare terreno fertile per consentire l’innescarsi
di quel circolo virtuoso tale da consentire al sistema stesso dell’educazione e
della cultura di trovare la propria indipendenza economica e la propria
autosufficienza sistemica. Sarebbe così possibile far sì che quello sviluppo
sostenibile in cui economia ed ecologia vanno a braccetto possa finalmente
esprimersi liberamente in un Paese in cui questi concetti sarebbero stati già
ampiamente compresi da ricercatori, artigiani, industria e cittadinanza ma che
sembrano assolutamente al di fuori della capacità di pensiero di politicanti e
amministratori sempre più lontani dalla realtà del Paese.
Questa ricetta è
ispirata all’ottimistico entusiasmo che caratterizza, fortunatamente e malgrado
tutto, la cultura italiana.
Gnocchetti Rana
Brie
Latte
Noci
Albicocche
fresche
Menta fresca
Acqua
Sale integrale
siciliano
Mettere a
bollire l’acqua, salare. Nel frattempo lavare bene le albicocche, tagliarle a
dadini, sbucciare le noci, rompere i gherigli in una granella grossolana.
Sciogliere il brie nel latte insieme alla menta fresca fino a creare una crema
densa, aggiungervi la granella di noci e, in ultimo, le albicocche. Lessare e
scolare gli gnocchetti, ripassarli nella crema, far intiepidire e servire.
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