domenica 16 luglio 2017

Barchette di pesche e albicocche con gelato su mare di mirtilli

Barchette di pesche e albicocche con gelato su mare di mirtilli


Gli italiani hanno un fortissimo radicamento territoriale eppure sono uno tra i popoli con la più ampia diaspora migratoria. Si diceva che quello nostrano è composto da ‘eroi, santi e navigatori’, cosa parzialmente vera, soprattutto per quanto concerne i ‘navigatori’ o gli esploratori.
Basterebbe pensare ai nomi di alcuni luoghi, tra cui ‘America’ o ‘Colombia’, per capire l’entità dell’intraprendenza, spesso un po’ folle, degli italiani, oppure immaginare il viaggio di Marco Polo in Cina o le spedizioni per la salvaguardia e la conservazione di saperi millenari intraprese da Giuseppe Tucci tra i ghiacci himalayani prima che la dissoluta gestione comunista distruggesse per sempre templi, persone e testi.
La maggior parte degli italiani, infatti, di fronte all’ondata migratoria mediterranea non riesce a pensare che quei disperati vadano ributtati in mare o lasciati alla mercé delle onde. Non è nella cultura italiana e, auspicabilmente, mai lo sarà. Cosa ben diversa, a quanto pare, pensano quei Paesi che nei secoli, più che navigare per spirito d’avventura e di scoperta, hanno colonizzato, sfruttato, affamato, insanguinato quelle Nazioni che oggi sono veri e propri produttori di esportazione clandestina e disperazione assoluta.
Le responsabilità di Francia, Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Stati Uniti nelle crisi, nelle siccità, nelle guerre, nelle carestie e nelle pandemie che affliggono il continente africano sono palesi e storicamente più che dimostrate, così come lo sono i pesantissimi ‘lasciti’ dell’Austria nei Balcani e lo ‘shopping sfrenato’ della Germania nella Grecia della crisi economica, eppure l’Europa di Schengen, l’Europa delle barriere ormai abbattute, della pace e della cooperazione internazionale preferisce lasciar morire in mare i migranti o tuttalpiù lasciare che l’Italia si occupi da sola di sbrogliare la questione emergenziale, eventualmente con l’ausilio di qualche spicciolo erogato da Bruxelles che, oggettivamente, è pari all’ammontare di una operazione antimafia di basso livello su un marginale territorio della provincia europea.
I navigatori, gli eroi e i santi sanno che le persone sono persone e il mare non è e non può essere un cimitero di disperati epperò sugli scogli dell’indifferenza, del razzismo, contro la minaccia di carri armati austriaci al Brennero, le navi militari a chiusura delle insenature francesi e spagnole, i respingimenti di minorenni a Ventimiglia da parte della polizia francese si sta infrangendo il sogno europeo, si stanno sgretolando le idee di Mazzini, di Spinelli, della libertà e dell’Europa intera.
Una vergogna senza eguali come ha stigmatizzato, coraggiosamente e a gran voce Papa Francesco I Bergoglio, che urla e grida le parole libertà, fratellanza, umanità nell’unione di una Patria comune composta dalle diversità delle Nazioni.

Questa ricetta è ispirata alla bellezza del Mediterraneo, nella speranza che torni ad essere mare di pace, comunicazione, libertà e fratellanza.

Pesche gialle mature ma ben sode
Gelato di vari gusti
Albicocche
Stuzzicadenti lunghi
Mandorle a fettine
Mirtilli


Sbucciare le pesche, tagliarle a metà per il lato lungo, snocciolarle e togliere i residui di rosso dall’interno così da creare la base per una barchetta ben liscia, disporvi il gelato nel gusto o nei gusti, cercando di non metterne più di due o tre, preferiti. Lavare bene le albicocche, denocciolarle, infilzarle con lo stuzzicadenti lungo, da spiedino, a dare l’idea di una vela, infilare l’altra estremità nella pesca così da dare l’idea di una barca a vela, disporre le barchette su piattini in cui siano stati disposti i mirtilli ben lavati a suggerire l’idea del mare alternati a petali di mandorle che diano l’impressione della spuma bianca delle onde. 

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