venerdì 28 luglio 2017

Insalata con avena, zucchine crude e macadamia

Insalata con avena, zucchine crude e macadamia

L’implementazione di trattati e statuti internazionali nell’ordinamento nazionale porta spesso alla modificazione di tali strumenti legali. Questo accade in modo particolarmente evidente quando si introducono nei sistemi nazionali inseriti all’intero di vari livelli di cooperazione internazionale e sovranazionale, come ad esempio l’Italia che è membro dell’Unione europea, delle Nazioni unite, della Corte penale internazionale, etc., reati difficili da definire in modo univoco e definitivo. Il reato di tortura, da poco introdotto nell’ordinamento italiano, è stato pensato a livello internazionale quale deterrente al rovesciamento di legalità dallo Stato di diritto alle dittature e si rivolge in modo piuttosto palese alle strutture interne, agli organismi statali, alle varie forme di polizia e di esercito, ai pubblici ufficiali che svolgono una funzione importante nella organizzazione e gestione pratica della legalità e della giustizia. Il principio che regola l’idea di Stato di diritto e le sue violazioni mediante la non implementazione di strumenti atti a garantire la legalità dello Stato stesso è piuttosto semplice da comprendere per chi abbia una qualche familiarità con i casi dibattuti nei tribunali e nelle corti penali internazionali. Generalmente, infatti, tali casi prendono in considerazione gravissime violazioni del diritto internazionale che sono spesso alquanto complesse da dimostrare con prove concrete al di sopra di ogni sospetto. Un imputato di crimini contro l’umanità, ad esempio, è spesso un altissimo ufficiale o un capo di Stato o di governo le cui presunte responsabilità personali nella perpetrazione di genocidi, gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e altri crimini, seppur evidenti e palesi agli occhi della comunità internazionale non sono così facilmente provabili in sede dibattimentale. Un capo di stato che non abbia mai preso una pistola in mano per uccidere fisicamente una persona ma che abbia creato e stimolato le condizioni per un rovesciamento dello Stato di diritto è, nel diritto internazionale, responsabile in prima persona delle azioni criminose commesse dai suoi sottoposti di rango istituzionale.
Il reato di tortura a livello sovranazionale è dunque riferito prevalentemente ai pubblici ufficiali in quanto elemento probante di un sistema in cui il ‘rule of law’, lo Stato di diritto sia stato rovesciato al fine di commettere azioni criminose per la giurisdizione internazionale.
In Italia tale reato è stato inserito nell’ordinamento nazionale ma con sostanziali modifiche, che su alcuni punti hanno fatto gridare allo scandalo o storcere il naso a taluni, rispetto all’ordinamento internazionale. Nello specifico, la differenza più lampante è la non attribuzione del reato di tortura ai soli funzionari pubblici, la cui posizione è considerata un notevole aggravante nella eventuale comprovata responsabilità individuale, ma a qualunque cittadino.
La questione potrebbe in realtà presentare notevoli vantaggi nella definizione e nella punizione di casi di violenza domestica, e/o contro disabili, anziani, donne, bambini, oppure contro i reati di usura, di ‘protezione’ di stampo mafioso, etc.
Un punto che rimane un po’ nebuloso è quello che concerne l’istigazione, con l’aggravante della diffusione per via informatica o telematica, a commettere tali reati sia che essi vengano commessi sia che le parole rimangano inascoltate. Il comune cittadino potrebbe pensare che se, in uno sfogo su un social network, affermasse che tutti i politici fanno schifo e bisognerebbe utilizzare gli strumenti della santa inquisizione per evitare che distruggano ulteriormente il nostro Paese potrebbe, ipoteticamente, essere passibile di denuncia per istigazione al reato di tortura. Questo punto verrà molto probabilmente chiarito in seguito, comunque per il momento è importante che tale reato sia stato implementato nell’ordinamento italiano.
Tra l’altro, le modificazioni inserite dall’Italia potrebbero aprire nuovi spazi di discussione, a livello internazionale, sui confini legali del rovesciamento dello Stato di diritto e se essi comprendano o meno le azioni contrarie al buon senso, quali, ad esempio, lasciare popolazioni inermi e indifese di terremotati e/o vittime di calamità naturali sotto la neve per negligenza istituzionale e politica, quale, ad esempio, aver deciso di discutere in aula le ‘misure urgenti’ ad inverno inoltrato, a fine legislatura e dopo mesi dall’accadimento calamitoso.

Questa ricetta è ispirata alla vivacità del diritto nazionale ed internazionale. 

Zucchine piccoline freschissime, appena colte
Pomodori freschissimi, maturi e sodi
Noci macadamia
Primosale o altro formaggio molto fresco
Avena integrale biologica
Sale siciliano integrale
Fagiolini
Olio extravergine di oliva


Pulire i fagiolini, lavarli, cuocerli a vapore, tagliarli a pezzetti. Pulire l’avena, lessarla, scolarla, passarla sotto l’acqua fredda. Sbucciare le noci macadamia, tritarle grossolanamente, tostarle velocissimamente su una piastra. Tagliare il formaggio a dadotti. Lavare i pomodori, tagliarli a cubotti, condirli con sale e olio. Lavare bene le zucchinette, affettarle sottilissime, aggiungerle ai pomodori. Porre tutti gli ingredienti in un’insalatiera, girare bene, aggiustare di sale e di olio, far insaporire per una mezz’oretta, servire fresca non di frigorifero. 

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