Insalata di tonno, fagioli e cipollina fresca
Il mercato
musicale italiano ha subito delle variazioni importantissime nel corso degli
anni, andando a sviluppare una vera e propria giungla di opportunità mancate.
Se fino agli anni ’70 era possibile parlare ancora di case discografiche e di
una variegata, complessa e ben nutrita scena musicale italiana, dopo l’apertura
delle radio libere e lo sviluppo delle tv private i multiversi dorati di band e
cantanti si sono dissolti, portando via con sé illusioni, sogni di gloria,
capacità tecniche, creative e produttive. Nel giro di qualche decennio
l’industria culturale italiana fondata su suoni e sonorità ha raggiunto livelli
altissimi e, in relativamente pochissimi anni, infimi. La qualità che aveva
contraddistinto le produzioni e che si era affinata nel tempo costruendo un
interessante comparto dell’economia nostrana e della cultura internazionale ha
lasciato spazio ad una miriade di prodotti arraffazzonati tecnicamente e di
scarso quando non scarsissimo interesse musicale. Dalle sperimentazioni di rock
progressivo apprezzato in tutto il mondo si è passati al pop melodico con
canzonette che duravano il tempo di una stagione estiva, con testi ripetitivi e
generalmente infarciti di insulse e melense banalità e suoni elettronici
facilmente compilabili con una pianola un po’ evoluta. La musica elettronica,
che pure avrebbe avuto la possibilità di integrare e migliorare le produzioni
di alta qualità italiana, si è risolta in una accozzaglia di suoni ripetuti
ossessivamente e diffusi nelle discoteche e nei centri commerciali. Le società
discografiche, anziché approfittare, dunque trarre opportunità e profitti,
dalla diffusione e sviluppo di radio e tv con la creazione di canali dedicati e
investimenti sulla nascente e vivace industria videomusicale nonché su centri
culturali per la diffusione e la promozione della musica, hanno preferito
chiudere i battenti e distruggere quel vivaio di straordinarie opportunità e
capacità che si era sviluppato intorno e all’interno di esse.
Inutile pensare
che i politicanti italiani avrebbero potuto agire perché sarebbe come pensare
che in Italia si fa oggettivamente politica, utopia che negli ultimi anni si è
dimostrata meno che realizzabile.
Ciò che però
stupisce è constatare che società quali la RCA, fortissimamente collegata al
Vaticano con le sue lungimiranti e innovative competenze comunicative, siano
state tra le prime a non affrontare il cambiamento attuando una trasformazione
che avrebbe potuto monopolizzare il mercato mondiale, come poi è accaduto per
MTV, YouTube e, in parte, Virgin.
Immaginare oggi
la ricostruzione di una vera e propria industria musicale italiana fondata
sulla qualità, la ricerca, il saper fare è difficile, tanto più che ovunque
chiudono filarmoniche e orchestre più che prestigiose, lasciando allo sbaraglio
centinaia di bravissimi musicisti e tecnici, eppure forse non così folle, in
quanto, nel frattempo, la scena italia si è ricreata in modo pressoché
clandestino, in modalità nascosta, si potrebbe pensare, e la creatività, una
delle caratteristiche italiane che non è mai stata sopita nei millenni di
storia, ha intrapreso nuove strade e nuovi modalità di espressione.
Questa ricetta è
ispirata ai carboni ardenti sotto cumuli di cenere che, se sapientemente smossi
e alimentati, possono far risplendere un grande fuoco.
Filetto di tonno
sottolio
Fagioli freschi
Cipollina fresca
Olio
extravergine di oliva
Sale integrale
siciliano
Basilico rosso
Prezzemolo
Pane casareccio
Pomodori
freschissimi
Sgranare i
fagioli e lessarli in abbondante acqua, scolarli con la schiumarola e porli in
un’insalatiera, aggiungere il tonno spezzettato con la forchetta, i pomodori
ben lavati e tagliati a dadini, la cipollina fresca ben lavata e tagliata
sottilissima, condire con sale, olio, basilico, prezzemolo. Tagliare il pane
casareccio, tostarlo, tagliarlo a fiammifero. Servire l’insalata al centro del
piatto con i fiammiferi di pane tostato disposti a raggiera.
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