Spezzatino di vitellone in bianco del Chianti con noci,
semi di finocchio e bacche di ginepro
Le nuove forme
di industrializzazione, le innovazioni tecnologiche e le nuove esigenze del
mondo del lavoro impongono una revisione radicale della giurisprudenza nel
settore giuslavoristico tali da garantire diritti faticosamente conquistati nel
corso del tempo ai lavoratori e la necessaria competitività alle aziende. Una non
troppo recente sentenza della Corte Costituzionale ha esteso il reato di
estorsione ai comportamenti coercitivi sul lavoro che costringono i fornitori
di opera, dell’ingegno e/o delle mani, a subire condizioni inaccettabili dietro
minacce o blande, quanto fraudolente, promesse di miglioramento economico e di
rispetto di quei diritti che sarebbero e dovrebbero essere fondamentalmente
assodati. Se la Suprema Corte è arrivata al punto di estendere un reato, stiracchiandone
la fattispecie con il rischio, peraltro, di ottenere un effetto boomerang per i
lavoratori, è più che evidente che la questione va affrontata nelle opportune
sedi e non soltanto a livello nazionale. Si è creato un vuoto giuridico
paradossalmente pieno di leggi che invece di tutelare, come dovrebbero,
lavoratori e datori di lavoro tendono a mettere gli uni e gli altri nella
fondamentale impossibilità di agire con la necessaria serenità e dunque invece
di garantire i diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dalla legislazione
europea ed internazionale costituisce un problema di difficile soluzione. In
questa selva oscura chi ne fa le spese è la società nella sua interezza nonché le
possibilità reali di effettivo sviluppo economico e di progressione libertaria
e liberale. Le recenti denunce di un ricercatore universitario sul ben noto
sistema di corruzione all’interno delle università italiane, e non soltanto
italiane, è una goccia in un oceano.
Questa ricetta è
ispirata all’onestà, rara quanto necessaria virtù.
Spezzatino di
vitellone acquistato dal macellaio di fiducia
Vino bianco dal
Chianti senese della Cantina sociale di Colle Val d’Elsa
Sale integrale
siciliano
Bacche di
ginepro sabino
Semi di
finocchio
Acqua
Carote
Noci
Scalogno o
cipollina fresca
Sbucciare e
tagliare a metà la cipollina o lo scalogno, pulire se necessario lo spezzatino,
metterlo in ammollo nel vino bianco con gli odori, far insaporire per qualche
ora, preferibilmente una notte intera. Scolare lasciando da parte il liquido di
ammollo e la cipolla o lo scalogno, mettere in pentola, far cuocere fino a che
esaurisce l’acquetta della carne, aggiungere il liquido di ammollo con la
cipolla o lo scalogno, far cuocere, dunque abbassare la fiamma, aggiungere sale
e acqua, carote sbucciate e tagliate, i gherigli delle noci.
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