Il 21 maggio
si disputa la finale di Coppa Italia, ovvero l'ultima partita di
calcio di uno tra i tantissimi campionati che si svolgono durante il
corso dell'anno. Attualmente la coppa ha il nome di una compagnia
telefonica, la TIM, non si chiama più 'coppa' bensì 'cup' facendo
di certo storcere il naso a chi l'ha inventata, all'inizio del
Ventennio fascista. Paradossalmente la coppa venne ideata proprio
durante il regime che avrebbe messo in galera, al confino, nei campi
di concentramento e/o di tortura chiunque avesse avuto l'ardire di
far riferimento alla lingua della 'Perfida Albione' oppure per chi
avesse osato pensare a, parlare di Europa unita, Paneuropa o
Internazionale. Chi osò scriverne fece una brutta fine. È questo il
caso di Eugenio Colorni, ideologo della libertà, uno dei compilatori
del Manifesto di Ventotene, barbaramente massacrato da microscopici
funzionari fascisti di cui è sconosciuto finanche il nome e se non è
sconosciuto, di certo non è rimasto impresso tra le pagine della
Storia, al contrario di quello di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann
e gli altri. Le idee di libertà vincono sempre e chiunque si
aggiudicherà la Coppa Italia, la TIM Cup, che potrà portare alla
Coppa Europea i cui confini sono più ampi di quelli dell'Unione, con
una partita più o meno decisa a tavolino, come da tradizionale
'panem et circenses', sarà portatore forse inconsapevole di una idea
di Europa che prevede una cittadinanza attiva e sempre più
consapevole. Viene da pensare che se i cittadini e le cittadine
imparassero a conoscere i meccanismi di quel meraviglioso gioco che è
l'Unione Europea almeno quanto conoscono i complicati meccanismi del
gioco calcistico la libertà vincerebbe in modo schiacciante,
assoluto e quelle persone che hanno immaginato, pensato e scritto di
Unione Europea avrebbero la soddisfazione di poter vedere un giorno
non lontano, oltre alle frontiere ormai aperte, cittadine e cittadini
europei consapevoli del loro fondamentale ruolo.
In questa
ricetta le sfere di cipolla rappresentano i palloni, un ingrediente
abbastanza facilmente reperibile e non costoso, e tutto l'insieme
rimanda ad un tipico piatto dei due Paesi, la Francia e la Germania,
che dopo una guerra estenuante hanno scelto la pace anziché la
ripresa delle ostilità unendosi agli altri Paesi, capofila l'Italia,
che chiedevano di creare una forza dall'unione nelle differenze.
Cipolle
bianche piatte da fare al forno
Pangrattato
Vino bianco
leggero
Semi di
finocchiella siciliana
Uva ursina
Olio
extravergine di oliva Sabina D.O.P. o di sasso dei Monti Lucretili
Pepe bianco
Noce moscata
Sale
Leerdammer
Aglio uno spicchietto
Mondare e
tagliare dal lato lungo le cipolle in sezioni di circa 1cm, disporle
in una teglia oliata, salare, pepare, aggiungere vino bianco quasi
all'altezza delle cipolle ma leggermente di meno per non bagnare il
pangrattato, aggiungere noce moscata, semi di finocchiella siciliana,
uva ursina, fettine sottilissime di aglio rosso, dunque coprire con
il pangrattato e grattugiarvi sopra julienne il Leerdammer. Infornare
in forno già caldo a 180° o 200°C per circa una ventina di minuti.
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