Una delle
basi della cucina italiana è quella che dovrebbe essere uno tra i
principi fondamentali dell'economia e dell'ecologia: non sprecare. Da
molti anni si parla di economia sostenibile, sviluppo sostenibile, ma
cosa vuol dire e perché economia ed ecologia siano così
profondamente interconnesse è difficile da spiegare. Il Primo
Ministro del Canada, Justin Trudeau, ha affermato che l'ecologia e le
energie rinnovabili devono essere al centro della politica di
sviluppo economico del Paese nordamericano per essere alla guida e
non fanalino di coda del cambiamento in atto. Questa è una posizione
molto avanguardistica eppure vi è un'altra forma di collegamento tra
ecologia ed economia che si può osservare proprio nella
variegatissima produzione italiana di generi alimentari. Il BelPaese
è sempre tra i primi posti per l'esportazione di cibi e per
ricchezza della biodiversità, un vino o un formaggio che provengono
dall'Italia sono spesso molto buoni e molto costosi al di fuori dai
confini nazionali. Puntare sul rafforzamento della biodiversità e
sullo sviluppo sostenibile, che possa dunque associare alla
produzione di livello internazionale il rispetto per uno tra i beni
più preziosi che abbiamo, il paesaggio, per i ritmi della natura e
per la incredibile varietà di prodotti agroalimentari italiani.
Nell'anno del legume secco basterebbe pensare alla quantità di tipi
di legumi che vi sono in Italia, un'enormità in confronto a
qualunque altro Paese, per non parlare di tutti gli altri prodotti
che, con la loro specificità anche territoriale, garantiscono
maggiori controlli sulla filiera produttiva. Qualcosa che a livello
commerciale ha un enorme valore in quanto ha a che fare con la
fiducia e la sicurezza alimentare e dunque con la scelta durante
l'acquisto. È dunque evidente che turismo, ecologia ed economia
vanno a braccetto, soprattutto in Italia, nazione che, seppur
piccolissimo da un punto di vista di estensione territoriale, si pone
sempre ai primi posti nell'economia mondiale anche con
l'agroalimentare. Chiunque abbia dimestichezza con i fornelli sa che
in cucina gli ingredienti si possono ricombinare, rielaborare fino a
creare nuove ricette originali e gustosissime come nel caso della
pizza di gnocchi, una tradizione del Centro Italia e sicuramente
della provincia di Roma.
Patate del
Fucino
Farina sabina
Salsicce di
Norcia
Rosmarino
fresco
Olio
extravergine di oliva Sabina D.O.P. oppure di sasso dei Monti
Lucretili
Sale,
pochissimo
Pepe
Dalla pasta
per gli gnocchi, preparata impastando le patate lessate intere,
sbucciate velocissimamente appena scolate, sfrante nello
schiacciapatate e impastate caldissime e velocemente in pochissima
farina con un'abilità che si apprende negli anni, mettere da parte
un panetto, stenderlo con uno spessore di circa 1cm, pigiarlo con le
dita così da formare delle fossette, sbriciolare la salsiccia,
aggiungere una patata cruda tagliata julienne rustica, e qualche
rametto di rosmarino, un filo d'olio e un pizzico di sale, poco
perché le salsicce sono già ben saporite, una spolveratina
lievissima di pepe, mettere in teglia oliata o su carta forno
comunque oliata per far fare la crosticina, infornare in forno già
caldo a 200°C-220°C per una ventina di minuti circa, fino a
cottura.
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