Il primo
maggio è tempo di scampagnate, grigliate con gli amici e relax ma, a
parte la bellezza di festeggiare il primo giorno di maggio, sarebbe
bene anche ricordare il motivo delle celebrazioni di questa giornata
tanto importante per i lavoratori e per chiunque consideri il
miglioramento delle condizioni di vita e lavorative un traguardo
ancora da raggiungere. Il motivo per cui è stata istituita la
giornata mondiale dei lavoratori fu la legge promulgata nell'Illinois
per portare l'orario lavorativo a otto ore al giorno, cercando di
arginare il fenomeno di una novella forma di schiavitù dopo la
guerra civile che aveva portato all'abolizione della stessa, quella
dei lavoratori costretti ad effettuare un numero illimitato di ore di
lavoro. La lotta sindacale aveva cominciato dunque a dare i propri
frutti e questo portò ad un fiorire di iniziative nelle Americhe e
in Europa.
La nuova
rivoluzione tecnologica che sta portando ad una completa
ridefinizione del concetto stesso di lavoro e di diritti ad esso
connessi richiederebbe, ora più che mai, una ridefinizione dell'idea
di sindacato e di lotte sindacali. A dire il vero sarebbe auspicabile
una vera e propria ricreazione e ricostituzione del sindacato, che
cancelli in un sol colpo tutte le storture e le angherie perpetrate
dai sindacati nei confronti di lavoratori e diritti civili e che,
soprattutto, possa riportare in piena luce il concetto di diritti
civili connessi al lavoro.
Stando a
quanto espresso dalla Costituzione l'Italia “è una Repubblica
Democratica fondata sul lavoro”, sarebbe forse stato più bello se
vi fosse stato scritto “fondato sulla libertà” ma forse erano
ancora troppo vicini i tempi delle ideologie che hanno portato ai
regimi totalitari per usare la parola “libertà” nelle prime
parole della nascente Repubblica. Ora, se il lavoro è in continua
ridefinizione, se la rivoluzione tecnologica di questo inizio di
millennio ha trasformato il concetto di conoscenza al punto da essere
arrivati a definire taluni mestieri quali “lavori della
conoscenza”, in cui la parola indica non tanto la quantità di
persone con cui si riesce a mettersi in contatto quanto la capacità
di elaborare informazioni ormai disponibili pressoché a chiunque e
pressoché ovunque, forse è il caso, seriamente, di ripensare e
ridefinire il concetto stesso di diritti civili in relazione al
lavoro.
Per cui,
godendosi il meraviglioso sole di maggio, mangiando una fetta di
focaccia o di dolce, qualche fava col Pecorino romanesco, un barbeque
vegano e carnivoro si può sempre pensare che i diritti civili sono
la migliore arma contro qualunque forma di terrore e terrorismo.
Per addolcire
i pensieri cupi che potrebbero rischiare di rovinare la giornata di
festa, ecco una ricetta facilissima da preparare e molto gustosa.
Farina sabina
Marmellata di
mandarini Le Farnie
Cacao crudo
biologico
Lievito di
birra
Acqua
Zucchero di
canna
Impastare
acqua, farina e lievito, mettere a lievitare a lungo. Stendere la
pasta allargandola con le mani con uno spessore di circa 1cm-1,5cm,
deve lievemente uscire fuori dai margini, al centro porre la
marmellata con il cacao crudo a pezzettini, richiudere l'impasto,
spolverare con zucchero di canna e infornare in forno già caldo a
200°C-220°C per circa mezz'ora.
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